Boulevard of broken dreams

attenzione: c'è la presenza di qualche scena violenta

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  1. Alexiel.Slicer
     
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    CAPITOLO 5 -Le due facce di Amburgo-




    Bill tornò a casa pallido e decisamente di malumore. Lanciò con poca delicatezza il mazzo di chiavi che aveva fra le mani che atterrò rumorosamente ad un angolo estremo del mobile d'ingresso, facendo svegliare di soprassalto Tom dal suo sonno sul divano.
    "Quando mi dici che fai nelle tue passeggiate notturne le scimmie ci conquisteranno" mugugnò con la voce impastata dal sonno.
    Il ragazzo si bloccò. Voleva parlare con il fratello, aveva un gran bisogno di parlare, di sfogarsi: era troppo scosso. Ma parlare di cosa? Dirgli che cosa? Che lo faceva star male vedere che una prostituta andasse a far sesso con uno sconosciuto per denaro? Che da quando aveva incontrato quella ragazza sentiva l'esigenza di rivederla e che durante quelle uscite notturne andava a trovarla sul marciapiede? Dirgli quello a che scopo poi? Neanche lui sapeva il motivo di quel suo comportamento, neanche lui sapeva quello che stava provando e cosa gli stesse succedendo. Inoltre Tom l'avrebbe preso per folle.
    Tirò un lungo respiro e scosse leggermente la testa, poi quasi trascicando i piedi salì le scale chiudendosi nel grande bagno dalla rubinetteria cromata e il mobilio dal design moderno. Lì si spogliò dei suoi indumenti che lanciò distrattamente in un angolo e azionò il getto d'acqua tiepida della doccia, sotto il quale si abbandonò.
    Le goccioline accarezzavano la sua pelle rosea e liscia scivolando lungo le linee del suo corpo perfetto. Si infrangevano a notevole velocità bagnando i suoi capelli e ricadendo sul petto e lungo la schiena.
    Insaponò ogni lembo di pelle, ogni zona del corpo che ben presto si ricoprì di una soffice schiuma che fu lavata via scivolando lungo i suoi piedi, per infine andare a finire dentro lo scarico.
    Si portò entrambe le mani sul volto fino a salire e togliere dal viso una ciocca di capelli, poi lasciò cadere le braccia lungo i fianchi e poggiò la fronte contro il muro facendosi inondare da quel getto rigeneratore e rilassante, mentre l'acqua imperterrita continuava ad avvolgerlo e baciarlo.
    Rimase per un tempo indiefinito così, fin quando non chiuse la levetta ed uscì.
    Notò che sulla stanza sembrava calata una sorta di nebbia, che altro non era che il vapore acqueo formatosi dalla condensazione del calore dell'acqua con l'ambiente freddo. Anche le piastrelle alle pareti subivano questo fenomeno, velate da un sottile strato di umidità.
    Afferrò un asciugamano che legò intorno alla vita ed un secondo lo portò alla testa.
    Lasciò il bagno per dirigersi nella sua camera dove si sdraiò sul letto e addormentò; ma il suo sonno fu assillato dal pensiero di quella ragazza sul cui corpo per denaro si posavano mani sconosciute.

    ***

    Kirsten le si avvicinò accompagnata dal suono scandito dei suoi tacchi contro il cemento del marciapiede.
    "Celeste, mi spieghi una cosa?".
    "Cosa?".
    "Che hai in mente?".
    "Non ti seguo" disse la ragazza perplessa.
    "Con Carl che hai in mente? Cos'è questa novità che adesso te la fai con lui?".
    "Io non me la faccio con nessuno".
    "Vuoi prendere in giro me? Ieri notte ti sei trattenuta un pò troppo con lui...tutte non fanno altro che parlare di questo...".
    "Queste 'tante' dovrebbero tacere e baciarmi il culo perchè se un giorno saranno fuori da questa merda sarà grazie a me!".
    "Ancora con questa storia?".
    "Senti Kirsten tu vuoi continuare a fare la prostituta per il resto dei tuoi giorni? Vuoi ancora vivere in quella catapecchia, dividere la stanza con me, venderti, subire umiliazioni e violenze? Non vuoi avere una casa tua? Un lavoro dignitoso? Continuare gli studi? Uscire il sabato sera con le amiche? Avere una vita normale? La tua vita?".
    "Si, ma...".
    "Ma niente! Vedrai, dammi un pò di tempo e tutto questo finirà".
    Poco dopo un'Audi dal bianco splendente si fermò davanti a loro. Il finestrino oscurato si abbassò scoprendo il volto di Bill.
    "Bill...che ci fai qui?" gli chiese meravigliata.
    "Sali".
    "Sali? Non posso!".
    "Dai, sali" insistette aprendo lo sportello.
    "Non posso lasciare il mio posto e andare in giro a non far nulla!".
    "Ok, quanto ti prendi?".
    "Che?".
    "Quanto ti prendi di solito per salire in macchina di uno sconosciuto e stare con lui?".
    "T-tu...c-che...m-ma" balbettò incredula.
    "Ti faccio un'offerta: te la porti da adesso fino a quando dobbiamo andare via, alle 3 di notte, alla modica cifra di 150 euro, ti sta bene?" intervenne Kirsten.
    "Affare fatto!" ribattè il ragazzo tirando fuori dalla tasca posteriore dei jeans il portafogli da cui prelevò le banconote che porse alla danese che le afferrò e impostò dentro il reggiseno.
    "Hey Kirsten! Ma che?!".
    "Su entra e non fare storie" disse spingendola dentro l'abitacolo "Tre ore di sesso sfrenato con un simile bocconcino non puoi rifiutarle...buon divertimento" disse infine chiudendo lo sportello e strizzando l'occhio all'amica, poi l'auto con un rombo deciso partì.
    "D-davvero tu...".
    "Io cosa?" fece Bill con una strana espressione.
    "Tu mi stai pagando per intrattenere un rapporto?".
    "Si, perchè?".
    "Mi sembra strano...".
    "Strano? Cosa c'è di strano? Questo è il tuo lavoro ed io sono uno dei tuoi tanti clienti".
    "Certo...ma l'unico che mi ha..." si interruppe"...Cosa vuoi che faccia?".
    "Tu che fai?".
    "Tutto".
    "Interessante...quindi è questa la solita domanda che fai quando entri nella macchina di uno sconosciuto?..." disse con uno strano sorriso, se così si poteva definire.
    "I-in che senso?" mormorò Celeste con gli occhi sbarrati in un'espressione di pura confusione.
    "Credi davvero che io abbia sporche intenzioni?".
    "Io...io...non lo so...".
    Da quando aveva messo piede dentro quell'auto una sensazione di forte delusione l'aveva assalita. Non sapeva perchè, ma quel ragazzo, Bill, non lo credeva come tutti gli altri. Non credeva che lui l'avrebbe pagata per sesso, però poi erano arrivati quei soldi, quella domanda e quella che ormai era diventata una certezza era crollata. Doveva ricredersi sul suo conto. Lui era come gli altri. Almeno l'avevo creduto fino ad un secondo fa, perchè adesso non sapeva più che credere: la confusione la faceva da padrone dentro di lei.
    "Celeste io non sono quel genere di persona".
    "Perchè mi hai pagato allora? Per quale scopo?"
    "Per farti salire in macchina, per farti stare con me senza correre il rischio che uno sconosciuto di portasse di nuovo via come ieri...".
    "Anche tu sei uno sconosciuto. In fondo io di te cosa so? Niente. Forse Bill non è neanche il tuo vero nome...".
    "La mia vita non è poi così interessante e Bill è il mio vero nome".
    "Niente di nuovo, per me sei un estraneo come gli altri".
    "Ok, mi chiamo Bill Kaulitz e per vivere canto. Ho una band di successo e un fratello gemello di nome Tom. Così va meglio?".
    "Un cantante? E cosa ti porta a far salire in macchina una come me?".
    "Non lo so neanch'io".
    La macchina si fermò al Binnenalster che di notte regalava uno spettacolo unico.
    La superficie dell'acqua del lago artificiale era una tavola nera che dava l'impressione di essere quasi una strada percorribile che ti avrebbe condotto dall'altra parte della città. In lontananza gli edifici completamente illumintati sembravano tante lucciole sospese nell'oscurità. I loro profili illuminati si riflettevano nel manto nero dell'acqua creando una seconda Amburgo illusoria ai piedi di quella vera, divisa solo da una sottile linea del porticciolo invisibile perchè inghiottita dal buio. Quella mancanza rendava un tutt'uno quelle due realtà, entrambe incantate, entrambe da togliere il fiato. Due porte che conducevano allo stesso mondo fatto di sogni e speranze, le stesse porte che a Celeste non si erano spalancate.
    "Trovo che di notte sia bellissima, non credi anche tu?" disse Bill affacciandosi dal parapetto del ponte.
    "Già, è uno spettacolo meraviglioso".
    Si girò verso la ragazza "Anche tu per me sei una sconosciuta...dimmi qualcosa di te...".
    Celeste fece una smorfia e rivolse lo sguardo a terra "Non c'è molto da dire. Sono italiana e sono venuta qui per fare un pò di fortuna".
    "Facendo la prostituta?".
    Ingorò la domanda "Facciamo una passeggiata lungo il ponte?".
    Bill sorrise lievemente consapevole che forse, per il momento, era meglio far tacere la sua curiosità che gli aveva fatto pronunciare quella domanda; non riusciva a spiegarsi perchè lei tanto bella, tanto diversa, tanto distante dall'essere una prostituta lo era diventata.
    La prese per mano e la condusse per il ponte, mentre le due facce di Amburgo: quella concreta e quella astratta risflessa sul pelo dell'acqua li guardavano.
     
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9 replies since 22/11/2012, 15:25   146 views
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