Boulevard of broken dreams

attenzione: c'è la presenza di qualche scena violenta

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Alexiel.Slicer
     
    .

    User deleted


    CAPITOLO 9 -L'appoggio di un fratello-




    Celeste si svegliò avvolta tra le lenzuola con una guancia premuta contro il morbido cuscino e una spalla scoperta. Proprio su quella porzione di pelle sentì un tocco leggero e delicato accarezzarla. Si girò e davanti a sè trovò Bill sdraiato sul fianco dai capelli leggermente spettinati che la guardava sorridendo.
    "Buongiorno" sussurrò.
    "Buongiorno" disse lei avvicinandosi a lui e accucciandosi contro il suo petto "Che ore sono?" gli domandò.
    "Le 10".
    A quella risposta Celeste si irrigidì "Mio Dio! E' tardissimo!" esclamò per poi lasciare immediatamente le braccia del ragazzo e fiondarsi fuori dal letto dove iniziò a raccogliere i suoi vestiti.
    Si rivestì in fretta sotto lo sguardo avvilito di Bill e fece per uscire dalla stanza, ma quest'ultimo la fermò.
    "Aspetta, stai dimenticando i soldi".
    La ragazza lo guardò male "No, Bill. Non li voglio".
    "Ma se torni a mani vuote quell'essere...non voglio che ti metta le mani addosso!".
    "E' tardi, devo andare" tagliò corto lei uscendo dalla stanza.
    Bill balzò fuori dal letto e la rincorse fino alla porta d'ingresso con a coprirlo solo il lenzuolo che con una mano teneva stretto intorno alla vita.
    "Te ne vai così?" le disse bloccandola per il polso.
    "Come vuoi che me ne vada?".
    "Almeno salutami" le soffiò in viso prendendola delicatamente per il mento e baciandola "Devi proprio andare da lui? Rimani con me" mormorò poi abbracciandola.
    "Bill..." mormorò a sua volta lei con la voce soffocata dal petto di lui. Neanche lei voleva lasciarlo. Come poteva privarsi del tepore di quelle braccia, di quelle dolci attenzioni e di quelle parole sussurate con amore? Come poteva semplicemente privarsi di lui? Non voleva, ma purtroppo doveva.
    "...non posso" continuò.
    "Perchè? Lui non sa che sei qui".
    "E' vero, ma potrebbe scoprirlo: in molti ci hanno visto andare via insieme ieri notte...ti metterei in pericolo e non voglio! Poi non posso lasciare le mie compagne".
    "Non c'è verso di farti cambiare idea, eh? Va bene, ma almeno prendi i soldi".
    "No, non voglio i tuoi soldi".
    "Celeste prendili, per favore! Non voglio stare in pensiero sapendo che quel bastardo possa farti del male! Ti prego prendili e basta...fallo per me".
    La ragazza scosse la testa in segno di rassegnazione "Va bene...".
    Bill andò a prendere il suo portafogli da dove prelevò 200 euro che le consegnò.
    "No così tanti".
    "Sei stata via tutta la notte e questi lo faranno tacere".
    Celeste prese i soldi, poi lo baciò sulle labbra ed andò via. Mentre usciva dalla cancellata si imbattè in un ragazzo che si stava dirigendo proprio alla villa. L'osservò per qualche istante sorpresa dalla somiglianza che aveva con Bill, poi intrapese la sua corsa verso l'Ade.

    ***

    Tom la guardò a sua volta riconoscendo in lei la stessa ragazza con cui aveva trovato Bill quella sera in cui avevano litigato. Fu sorpreso nel trovarla proprio lì e stranito entrò in casa dove trovò il fratello seminudo.
    "Ma che diamine? Non mi dire che sei andato a letto con quella?!" disse serio.
    "Primo: quella ha un nome. Secondo: non sono fatti che ti riguardano".
    "Oh, invece, si che sono fatti che mi riguardano!Sarà anche un mio diritto sapere se mio fratello va a puttane!".
    Bill l'incenerì con lo sguardo "Lei non lo è!".
    "Che? Allora tu come la definisci una che sta sul marciapiede? Ti ha fatto lo sconto e ti sei rimbecillito?".
    "Tom, smettila! Non parlare così di lei se neanche la conosci!".
    "Ma guarda come te la difendi?! Quindi è questo che facevi ogni notte? Andavi da lei? E non mi dicevi niente?".
    "Che ti dovevo dire se già sapevo quale sarebbe stata la tua reazione?".
    "Ok, ok. Non mi interessa se lei è una prostituta, ma tu! Tu come hai potuto non dirmelo?! Sono tuo fratello cazzo! Perchè non mi hai detto che...che andavi con lei? Ti fidi così poco di me?".
    "Non è questo! Pensavo che tu non avresti capito...mi dispiace, so di aver sbagliato. Te ne avrei dovuto parlare...".
    Tom sospirò e scosse la testa "Va bene, va bene. Non fa niente, ma da adesso in poi niente più segreti, ok?".
    Bill annuì.
    "Da quando dura questa storia?".
    "Da quel giorno in cui mi hai trovato in sua compagnia...comunque io non sono mai andato con lei...sta notte e successo per la prima volta...lei per me è importante e devo trovare un modo per aiutarla...lei non si prostituisce per sua volonta, ma la costringono...".
    "Che? Ne sei sicuro?" disse inarcando un sopracciglio.
    "Si, ho visto io stesso quel bastardo del suo aguzzino...".
    "Che situazione di merda! Ma Bill ti prego non fare cretinate. Questa è una realtà che non ci appartiene ed è più grande di noi...non possiamo fare niente...".
    "Non diresti così se la conoscessi!".
    "Bill...".
    "No, Tom! Mi serve il tuo appoggio, anche solo morale, ma mi serve!".
    Il ragazzò esitò per dei secondi poi in tono rassegnato disse "Ok, l'avrai...fammela conoscere però, voglio sapere chi frequenta mio fratello".
    Bill sorrise e l'abbracciò "Grazie, Tom, grazie".

    ***

    Celeste varcò la porta d'entrata cigolante della vecchia casa ed ebbe appena il tempo di mettere un piede all'interno che subito si sentì afferrare per i capelli e trascinare contro il muro dove fu sbattuta violentemente, tanto da far cadere a terra un vecchio quadro appeso ad un chiodo arrugginito.
    "Dove sei stata?" gli ringhiò rabbioso in faccia Carl. Le sue narici erano dilatate, i suoi occhi iniettati di sangue e i suoi denti digrignati.
    Il suo cuore cessò di battere dallo spavento per un tempo che a lei sembrò infinito, ma cercò ugualmente di risultare calma e sicura "Se vuoi banconote fruscianti devi ampliare i tuoi orizzonti e non limitarti a lasciarci lì solo per rapporti di poche ore" rispose la ragazza tirando fuori i 200 euro di Bill e mettendoli davanti agli occhi dell'uomo. Questo li afferrò bruscamente e ne controllò l'autenticità.
    "Con chi sei stata?" le domandò diffidente.
    "Uno" disse lei facendo spallucce.
    "Uno?" ripetè lui trafiggendola con gli occhi "La prossima volta non saranno questi a tenermi a bada! Se non ti trovo più al tuo posto alle tre mi incazzo di brutto! Tu sei mia! Mi appartieni! E nessuno, dico nessuno ti può portare via da me! Neanche per una notte!" le ultime parole le urlò talmente forte che le vene della sua gola sembravano esplodere "Perchè è così vero? Tu sei mia?" continuò; adesso parlava piano, quell'instabilità, quei repentini sbalzi d'umore la facevano impazzire. A volte era l'incarnazione di un demone ed altre volte era sempre lo stesso, solo con una maschera di bambino in cerca d'affetto e certezze. Quel suo essere era folle e le faceva accapponare la pelle.
    "Si, sono tua" mormorò Celeste nascondendo la sua riluttanza.
    Sua? Mai! Se lei doveva appartenere a qualcuno quello era Bill! E Carl non glielo avrebbe impedito, almeno era quello che credeva.

    CAPITOLO 10 -Conoscenza-




    Bill, come era diventato da prassi da ormai due sere, a bordo della sua Audi percorse per metà la Boulevard of broken dreams fermandosi davanti a Celeste che subito vi salì a bordo.
    Il ragazzo indossava un lungo cappotto grigio abbottonato e perfettamente aderente al suo torace dall'ampia scollatura a V che faceva vedere sotto una camicia dal bianco lindo e dal colletto chiuso fino all'ultimo bottone sul collo. Era stranamente elegante, ma bello come sempre.
    "Buona sera" disse lei baciandolo su una guancia.
    "Possibile che ogni notte diventi sempre più bella?".
    La ragazza sorrise ed abbassò lo sguardo imbarazzata "Ma smettila! Caso mai è il contrario!...Piuttosto come mai così elegante?".
    "Beh, presto non sarò l'unico ad esserlo: guarda dietro" rispose lui compiaciuto.
    Celeste guidata da quella frase e soprattutto dalla sua curiosità si girò rivolgendo lo sguardo ai sedili posteriori su cui stava adagiato un bellissimo vestitino dal color pastello tenue: su un lilla-azzurro.
    "Che significa?" domandò perplessa e sorpresa.
    "E' per te, oggi si va ad una festa".
    "No, Bill...i-io...io non..." balbettò.
    Una mano del ragazzo si staccò dal volante posandosi sulla coscia di lei per rassicurarla "Tranquilla, sarà una piccola cosa a casa di amici" le disse sorridendo.
    "No, davvero. Non me la sento...mi sentirei troppo a disagio".
    "E perchè mai dovresti sentirti a disagio? Sei una ragazza normale e bellissima da togliere il fiato, quelli a disagio dovrebbero essere loro".
    Lo guardò con occhi supplichevoli.
    "E vuoi toglierti il piacere di indossare quel vestito? Su, dai" insistette.
    "Non posso tornare di nuovo tardi".
    Bill fece una smorfia "Torneremo presto, te lo prometto...allora dimmi di si" piagnucolò.
    Celeste sospirò rassegnata "Ok, va bene, si ci andiamo a quella festa".
    Il ragazzo le mostrò un sorriso talmente radioso che per lei, in fondo, andare a quella festa non era poi una così tremenda tortura. Avrebbe indossato quel bel vestito e avrebbe reso felice Bill alla faccia di Carl e di tutte le sofferenze che doveva patire a causa sua. Anche lei aveva diritto ad un pò di spensieratezza.
    Arrivarono alla grande villa, la stessa che Celeste aveva lasciato a malincuore quella mattina. Una volta dentro Bill le consegnò il vestito e le diede campo libero per armeggiare in bagno e prepararsi al meglio.
    Le bastò mezz'ora per indossare l'abito, sistemarsi i capelli e truccarsi adeguatamente e quando uscì il ragazzo rimase senza parole. Davanti a lui si presentava una visione senza eguali, tanto bella e semplice al contempo era.
    Quel vestito fasciava splendidamente quel corpo perfetto ed armonioso dalla pelle baciata dal sole che contrastava graziosamente con il chiaro colore della stoffa, mentre ogni singola forma risaltava sotto quel tessuto morbido che ricadeva leggero sulle ginocchia. Il seno era coperto da due coppe a cuore decorate con ghirigori realizzati con minutissime perline e le spalle erano coperte da un elegante velo del medesimo colore dell'abito. Invece i piedi calzavano delle scarpe col tacco coperte sul davanti e il dietro che lasciavano scoperto solo il dorso del piede erano di scamoscio e di un color panna.
    Il viso poi, era ciò che affascinava di più Bill: lucente, pulito, semplice, dal trucco appena accennato che evidenziava maggiormente ciò che di bello aveva. Un lipgloss di un tenue rosa tingeva le labbra, una sottile linea di eye liner contornava la palpebra superiore seguendone perfettamente l'aromoniosa forma. Del mascara sulle lunghe ciglia e un leggero ombretto sfumato facevano risaltare ancora di più quei meravigliosi occhi verdi dallo sguardo tenero.
    Bill dapprima boccheggiò incapace di far uscire alcuna parola, poi si sistemò il colletto della camicia e respirando profondamente disse "Sei incantevole".
    Celeste rivolse lo sguardo a terra sorridendo "Grazie" mormorò.
    Il ragazzo gli porse la mano che lei subito prese e strinse nella sua, per poi lasciare la villa insieme e dirigersi alla festa.

    L'auto si fermò davanti ad un'ennesima villa dal lusso sfarzoso circondata da un'alta recinzione di ferro battutto nero dalla cima acuminata. Il grande cancello si aprì permettendo loro di entrare. Parcheggiarono e scesero dalla vettura andando verso l'interno dell'abitazione da dove proveniva un gran fermento.
    Una volta dentro si trovarono in mezzo ad un sacco di persone tutte dai vestiti vistosi e luccicanti che agli occhi di Celeste sembravano solo dei ricconi blasonati.
    Bill la condusse attraverso quella folla per poi fermarsi davanti ad un ragazzo, lo stesso ragazzo che lei aveva visto quella mattina dirigersi alla villa del suo cavaliere. Il tipo aveva lunghe treccine scure, un piercing all'angolo del labbro inferiore, una barbetta incolta e una fascia di pelle a coprirgli la fronte. Indossava una leggera felpetta bianca abbastanza larga sotto cui stava una maglietta di un grigio quasi trasparente un pò aderente e un paio di pantaloni neri, anch'essi larghi.
    "Bill, pensavo non venissi più" disse.
    "E, invece, eccomi qui! Ti presento Celeste...Celeste lui è mio fratello gemello Tom".
    Quel Tom l'osservò con estrema attenzione poi le tese la sua grande mano "E' un piacere conoscerti" disse con un tono di voce quasi seducente e Bill per tutta risposta gli diede una leggera spinta della quale il fratello rise divertito.
    Celeste strinse quella mano con un leggero rossore sulle guance "Il piacere è mio" disse.
    Bill le cinse le spalle "Adesso che hai fatto la conoscenza ti questo tizio andiamo a ballare, prima che lo faccia fuori" e così dicendo la trascinò nel bel mezzo della zona del grande salone adibita a pista da ballo.
    "Bill non...".
    "Non provare a protestare! Stasera sei mia e ballerai".
    "Non ti lamentare se poi ti pesto i piedi!".
    Bill rise "E' un rischio che correrò" le sussurrò all'orecchio.
    Fece passare una mano tra i suoi capelli e delicatamente le avvicinò la testa al suo petto, mentre le sue braccia le avvolgevano i fianchi. Celeste chiuse gli occhi e si lasciò trasportare da quel lento dondolare che gli dettava il corpo di lui.
    In quello stesso istante dall'altra parte della strada degli occhi stavano guardando quella scena perfettamente visibile attraverso l'enorme portafinestra e il filtro di una sigaretta tirata all'osso cadde sull'asfalto.
     
    Top
    .
9 replies since 22/11/2012, 15:25   146 views
  Share  
.