Cruel Intention - Prima regola:non innamorarsi

la mia prima fan fiction

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  1. Kate ~
     
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    Grazie tesoreeeee!!!!!
     
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  2. °Barbie
     
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    Un momento ... io non me la faccio ancora non Tom!! Non sono mica una poco di buono!! :D Col tempo .... Forse ...

     
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  3. elekna
     
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    io si frega a me

     
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  4. Kate ~
     
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    Continuo........


    Le prime settimane di lavoro furono pesanti per noi. Ginny ci mise subito a nostro agio, ma impiegammo del tempo per prendere confidenza con l’ambiente e con i nuovi metodi di lavoro.
    Da quando eravamo tornate in Italia, ci capitava di sentire spesso i ragazzi e noi eravamo entusiaste del fatto che non si fossero dimenticati di noi.
    Certo non ci aspettavamo quello che accadde in seguito.
    Ma è meglio che vada per ordine.
    Il lunedì mattina della quarta settimana di lavoro, Ginny ci comunicò che i Tokio Hotel avevano intenzione di servirsi di noi per pubblicizzare la loro immagine in Italia. Così, lei aveva pensato di mandarci a Roma, dove i Tokio sarebbero arrivati di li a due giorni, per una serie di scatti fotografici e per delle interviste.
    Partimmo il giorno dopo, felici per il nostro primo incarico ufficiale ma anche all’idea di rincontrarli.
    Beh.. vi risparmio i particolari del viaggio e dell’attesa e passo al sodo.
    I ragazzi arrivarono puntuali, come ci era stato detto. Li incontrammo subito in albergo e, per la nostra gioia, ci abbracciarono con trasporto.
    La prima di noi a vivere un momento magico fu Ele. Gustav infatti non si limitò ad abbracciarla, ma le schioccò un bacio sulla guancia e le sussurrò qualcosa all’orecchio.
    La sera, dopo cena, ci riunimmo tutti nella nostra camera per raccontarci le novità dell’ultimo mese. Quella sera però, Ele e Gustav non vennero con noi. Il racconto di quel che successe ci venne poi fatto da Ele, che con la voce tremolante, ci spiegò cosa successe esattamente in quella prima notte romana.
    Come vi avevo già detto, Ele e Gustav non parteciparono alla nostra riunione. Gustav infatti le chiese di fare una passeggiata per le strade della capitale. Un berretto in testa e degli occhiali scuri, impedivano alle persone di riconoscerlo, così da potersi ritagliare un momento privato.
    Camminarono a lungo, parlando del più e del meno, fino a quando si sedettero su una panchina, sotto ad un lampione e Gustav le disse:”Mi sono mancate le tue battute, sai?”. Ele rise. “Spero non ti siano mancate solo quelle!”.
    Gustav arrossì, ma in maniera impercettibile, poi la guardò fisso negli occhi e le sfiorò una guancia con la punta delle dita. “E’ strano. Ci conosciamo da così poco ma.. non lo so. Quella sera al party, mi sembrava di conoscerti da sempre. Mi piace come parli, come ti muovi. Io non sono bravo a fare i discorsi seri..”. Ele sentì un brivido correrle lungo la schiena. I suoi occhi brillavano di gioia e disse: “Non importa, a volte le parole non..”
    Ma non fece in tempo a terminare la frase perché Gustav la baciò con impeto, all’improvviso. Un bacio dapprima lento e appena accennato che divenne poi passionale ma molto romantico. Le mani di Gustav le sfioravano le braccia, le sue labbra le accarezzavano il collo, il suo alito le riscaldava il viso e per un istante Ele capì cos’è la felicità. Poi Gustav si staccò da lei e, rosso in viso, la guardò fisso negli occhi per una manciata di secondi, fino a quando non resistette più e si fiondò nuovamente sulle sue labbra come un vampiro sul collo scoperto di una vergine.

    Si ritrovarono poi in strada, a correre tenendosi per mano, ansiosi di raggiungere la stanza d’albergo. La nostra riunione ancora non era finita, così si chiusero nella stanza che Gustav divideva con Georg e finirono sul letto in un battibaleno. I vestiti sparsi sul pavimento, il fruscio delle lenzuola. Un filo di luce lunare filtrava dalle tapparelle. Le mani di Georg esploravano ogni singolo centimetro del corpo di Ele e le sue labbra si appropriavano di quelle di Ele con voracità. Fu la notte più bella della loro vita. Fu un unirsi di anime, non solo una notte d’amore. I corpi, muovendosi all’unisono, davano vita ad una melodia silenziosa. Gustav pensò che averla tra le braccia fosse la naturale conseguenza del loro primo incontro. Non era solo attrazione sessuale. Era.. magia. Quando finirono di amarsi, passarono mezz’ora abbracciati, sudati e felici. Speravano di poter trascorrere li l’intera notte ma Georg sarebbe potuto tornare, così si rivestirono e ci raggiunsero.

    La storia ci venne raccontata da Ele qualche ora dopo, quando i ragazzi tornarono nelle loro stanze. Ma io e Bea avevamo già capito che qualcosa di speciale era successo. E noi? A noi sarebbe capitato qualcosa di altrettanto magico?



    Alla prossima ragazze..
     
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  5. °Barbie
     
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    image Vampiro sul collo scoperto di una vergine?? C'è una parola inadatta ... e non è 'Vampiro' ...

    Bella amo!!! Prosegui ..

     
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  6. elekna
     
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    oddioo ..dio mi salvi...cate..oddiooo.Gustaffo..mioooo

     
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  7. Kate ~
     
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    Uuuahhahahauaha....Eh hai ragione ma....per esigenze letterarie, "vampiro" era la parola corretta!!
     
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  8. MargheKaulitzina
     
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    uao!!!!!!!!non me lo aspettavo da Gustav!!! eheh...comunque bella!continua!
     
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  9. Kate ~
     
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    Eh sì...Gustav vi sorprenderà..!!

    Grazie per i complimenti ragazze..!!
     
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  10. kate:)93
     
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    ti prego posta!!!!!!!!!!!!!
     
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  11. Kate ~
     
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    Grazie ragazze..

    Continuo.....


    Il giorno seguente, un piacevole e caldo raggio di sole ci diede il buongiorno. La giornata si sarebbe rivelata intensa, la mole di lavoro che ci attendeva ci avrebbe tenute impegnate fino all’ora di cena.
    In programma c’erano una serie di scatti fotografici, due interviste e una partecipazione radiofonica.
    Ci saremmo potute ritagliare uno spazio per noi solo in serata.
    Tra una faccenda e l’altra, l’ora di cena arrivò più in fretta di quanto avessimo sperato.
    Quella sera decidemmo di mangiare una pizza e Bill si rivelò entusiasta all’idea.
    Il ritrovo fu sempre la nostra stanza. Preferimmo farci recapitare le pizze in albergo e consumarle nell’intimità della camera.
    Il pavimento ero dotato di una comoda e soffice moquette, così stendemmo solo una coperta per appoggiare i cartoni e mangiammo seduti a terra come un gruppo di amici in campeggio.
    Tom ci disse che erano secoli che non passavano una serata così..
    Finita la cena, iniziammo a chiacchierare, come la sera precedente, del più e del meno. Ricordo con piacere che il discorso iniziò a degenerare su temi più scottanti, che ci fecero piegare in due dalle risate, specialmente quando Tom e Georg raccontavano delle loro conquiste.
    Così Bea, per stuzzicare il latin lover del gruppo, disse:” Dai, dicci la verità.. Qual è il vero numero di ragazze che ti sei portato a letto?”. Tom sogghignò malizioso e rispose: ”Segreto professionale!”.
    Bill proruppe in una risata, seguito a ruota libera dal resto della combriccola. Io lo fissavo intensamente, senza farmi notare, perché i suoi occhi si accendevano ad ogni scatto di ilarità. Mi sarei dovuta scolare una cassa di rum per trovare il coraggio di confessargli quanto fosse bello.
    Erano da poco passate le undici, quando Gustav si rivolse ad Ele e, in un sussurro appena accennato, le chiese se aveva voglia di fare una passeggiata. Quando si alzarono, tutti noi intuimmo che la passeggiata non sarebbe durata a lungo.. Anzi, non sarebbero nemmeno usciti dall’albergo. Solo Tom augurò loro un buon divertimento! Due secondi dopo la loro uscita dalla stanza, sentimmo la porta della camera accanto aprirsi e richiudersi immediatamente e Georg urlò: “Non fate casinoo!!”.
    Io e Bea ci guardammo e entrambe immaginammo la faccia della nostra cara Ele..!!

    Circa mezz’ora dopo, Georg si addormentò come un sasso sul letto di Ele. Restammo svegli solo io, Bea e i gemelli. Oddio.. La conversazione pian piano scemava, era tremendamente evidente che la serata non si sarebbe conclusa così. Nemmeno a farlo apposta, Tom si avvicinò a Bea e le chiese se era disposta ad accompagnarlo al bar dell’albergo, nella speranza che fosse ancora aperto. Bea rispose che avrebbe bevuto volentieri un drink, così uscirono dalla stanza. Eravamo rimasti solo io e Bill……….

    Ma.. il mio dovere di cronista mi obbliga a raccontarvi, innanzitutto, cosa successe quando Bea e Tom lasciarono il gruppo.
    Sì, andarono davvero al bar dall’albergo e bevvero davvero un drink ma.. quando il drink finì, Tom suggerì di tornare in stanza.
    Bea si chiese come mai quella sera Tom non avesse mostrato particolare interesse nei suoi confronti. Forse non era così interessato a lei, forse preferiva le rapide conquiste, quelle che si esauriscono in una serata e che poi lasciano solo l’amaro in bocca. Ma.. dovette ricredersi non appena raggiunsero il corridoio delle nostre camere.
    Bea si stava dirigendo verso la stanza quando Tom la fermò, prendendola per un braccio. Bea non capì subito cosa sarebbe successo di lì a pochi istanti.
    Si fissarono intensamente, poi Tom la spinse delicatamente contro il muro del corridoio e la baciò in maniera travolgente, come se tutti i minuti e le ore trascorse senza sapere il sapore delle sue labbra, lo avessero sfinito.
    Il corridoio era in penombra. Il silenzio che lo avvolgeva rendeva il tutto molto più eccitante. Man mano che le loro labbra si esplorarono, la passione tra loro esplose. Tom cercò di infilarle una mano sotto la maglietta, ma riuscì solo a sfiorarle la pancia perché Bea gli impedì di andare oltre. Così si arrese ma continuò a baciarla sul collo, sul mento, sulla bocca.
    Quando entrambi capirono che nulla li avrebbe separati, almeno non quella notte, di comune accordo entrarono nell’unica stanza ancora vuota e, alla cieca, raggiunsero il letto. Tom si tolse la maglietta senza nemmeno dare a Bea il tempo di stendersi. Le fu sopra in un batter d’occhio e continuò a baciarla, pensando che avrebbe continuato a farlo fino a che non le labbra non avessero iniziato a sanguinargli. Nell’arco di pochi minuti, entrambi furono nudi, due corpi liberi da ogni costrizione, da ogni obbligo.
    Il corpo di Bea tremò quando Tom le accarezzò la schiena ripetutamente, per poi ripetere lo stesso gesto con la bocca.
    La naturale e desiderata conseguenza, fu una selvaggia unione. Se i movimenti che solitamente Tom faceva suonando la sua chitarra sembravano sexy beh.. quello che fece con Bea non fu da meno.
    Sembrò durare un attimo, ma non fu così. La verità era che il desiderio, che provavano l’uno per l’altra, era inesauribile. Si amarono più e più volte, finché, esausti, si addormentarono abbracciati. Nel cuore della notte, Tom cercò nuovamente le sue labbra. Bea rispose immediatamente, colta da un imprevisto e indomito ardore. E di nuovo scoppiò l’amore…….

    Ma.. mentre nella stanza attigua Gustav ed Ele dormivano placidamente, abbracciati l’uno all’altra e Tom e Bea si addormentavano per la seconda volta, io, Bill e un “russante” Georg, aspettavamo...... Ma.. cosa?


    Alla prossima.. :P



     
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  12. kate:)93
     
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    è super bellissima !!!!!!!!!!! 6 davvero grande!!!!!!!!
    ..........continua.........ti prego.........bacioni.....!!!
     
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  13. °Barbie
     
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    Ok l'ho letta (a pezzi mentre messaggiavo con la Kate)..mi sono lavata la faccia.. sono andata a prendere mia nonna ... E ora dovrei dire qualcosa??
    Sono ancora ferma al momento in cui lui si toglie la maglia ... image image

     
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  14. Kate ~
     
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    Innanzitutto...Grazie di cuore per i complimenti..!!

    Poi.....Barbie.....riprenditi perchè in serata posterò la continuazione..!!
     
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  15. °Barbie
     
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    Sul serio?? Oh mio dio!!! :woot:

     
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370 replies since 13/11/2007, 21:58   6354 views
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