Lezioni d'amore

E' così che inizia per Amina... Con una domanda ed un'ovvia risposta!

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  1. AlivonStarCake
     
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    [CAPITOLO 9]



    Quella mattina Tom aveva guardato il fratello non riuscendo più a capirci nulla.

    Essere gemelli per loro due era sempre stato fonte di orgoglio, la cosa più importante. Sangue del proprio sangue. Si conoscevano meglio di chiunque altro, si conoscevano da ancora prima di nascere, nella pancia della loro mamma.

    Difficile da spiegare, come una cosa sola. Lo odiava e lo amava. In quel momento forse prevaleva l’odio. Ma non avrebbe mai cessato di volergli bene, non sarebbe riuscito a vivere lontano da lui.

    Sorrise. Non sorrideva da giorni. Il che era stato straziante per tutti, ma soprattutto per lui, Bill.

    Tom prese con decisione il biglietto, lo guardò per un attimo e si diresse verso la porta con passo rapido. Sulla porta si girò verso il fratello.

    -Che fai, non vieni?-

    Bill sorrise. Lo raggiunse e lo abbracciò.

    -Andiamo- gli disse.

    Presero l’aereo quella mattina stessa.













    -Amina! Ti prego Amina!-

    Era Tom. Amina quasi cadde dalla sedia per andare ad affacciarsi al balcone, facendosi spazio tra l’edera. Non credeva ai suoi occhi.

    Tom era lì, sulla strada, con un megafono accostato alla bocca che urlava il suo nome. Vicino a lui si ergeva una montagna di… mutande. Era proprio una montagna.

    Tom aveva portato tutte, ma proprio tutte le mutande che aveva in casa e sparse nei suoi cassetti. Alcune erano di sue vecchie ragazze, la maggior parte delle fan…

    La vide. Si aggrappò alla forza della disperazione. Come poteva perdonarlo? Era così bella. E brava, simpatica, intelligente…

    Era tutto.

    -Ti prego Amina ascoltami! Lo so, sono un coglione. Ma io non voglio le altre, voglio te!-

    Aveva un accendino in mano. E diede fuoco alla montagna di mutande.

    Oh, mio Dio…

    -Amina… io… non so come fare. Io ho bisogno di te, solo di te. Ti prego, vuoi essere l’unica? L’unica di cui mi importa. L’unica che voglio-

    Amina lo guardò. E sentì qualcosa dentro. Non poteva credere che avesse fatto tutto quello per lei. Tom. Avrebbe sofferto. Lo sapeva. Ma non poteva fare a meno di lui. Non poteva, ci aveva provato.







    Trina era sotto casa sua. Non riusciva a entrare, c’era troppa gente.

    Appena la lascio sola succede il finimondo…

    Quello stronzo!

    Doveva fermare Tom assolutamente. Si fece largo a spintoni tra tutta la folla dei curiosi e si sentì prendere per un braccio e portare dalla parte opposta a quella che voleva.

    Senza neanche rendersene conto si trovò in disparte, da sola. Con Bill.

    -Lasciami. Lasciami andare!- gli urlò contro.

    Ma il ragazzo la teneva stretta. Erano vicinissimi.

    -Non posso… Sei tu che hai preso me- disse il ragazzo.

    Trina non capì. Almeno fino a quando Bill non si avvicinò e la baciò dolcemente.








    Listen to your heart before you tell him goodbye.

    Sapeva quello che le diceva. E non era un addio.

    Si sporse dal balcone e urlò qualcosa, gesticolando.

    Corse giù per le scale più velocemente che poté. Non si fermò in bagno per sistemarsi. Non si cambiò d’abito. Non gliene fregava niente.








    Tom sentiva il cuore battere forte. Non aveva capito quello che le aveva detto. L’aveva vista sparire in casa. Era finita. Non lo voleva. E faceva solo bene.

    Sono un idiota… Si sentiva perso. Come se gli avessero portato via qualcosa dal petto. Lasciò cadere il megafono.

    E ora?








    Amina aprì il portone di casa. Si appoggiò alla stipite della porta. Tom la vide. Era vestita da casa, il trucco vecchio e i capelli raccolti.

    Ripensò a quella sera, quando le era caduta tra le braccia.

    Si avvicinò lentamente. Aveva paura, una dannatissima paura.

    Gli occhi di Amina era dolci, commossi. Non c’era l’odio che il ragazzo si aspettava. O la tristezza con cui l’aveva aggredito non molte sere prima.

    Tom avrebbe voluto parlare, Amina fu più veloce.

    -Sì… sì, certo che lo voglio…-

    Ormai era vicinissimi, si sfioravano.

    Tom le accarezzò i capelli, le mise una mano su quel bellissimo viso da dove i suoi occhi verdi lo guardavano e sembravano non aspettare nient’altro.

    Si avvicinò e la baciò. Pianissimo perché non sapeva come avrebbe reagito lei. Poi si staccò e la guardò ancora. Quanto era bella. E a lei non bastava quel bacio.

    Così iniziò a baciarle tutto il viso, facendola sorridere, fino a catturarle di nuovo le labbra. E questa volta non si staccarono per un bel po’.

    Intanto il fumo della montagna di mutande si alzava nel cielo a disegnare mille volteggi.


    [continua]





     
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  2. GarjzlaVampire
     
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    Vaiiii!
    Continua a postare!
    Stupenda!

     
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  3. elekna
     
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    bellizzima. me gusta posta please.

     
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  4. Oo.eleh.oO
     
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    continuaaa !!!!!
     
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    wwwwwwwwooooooooooooooooooowwwwwwwww l'ho letta in una sola volta...
    stupenda continua presto^^
     
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  6. °Barbie
     
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    Bella pensata quella delle mutande!! Continua!! ;)

     
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  7. kayano
     
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    ti prego continua al più presto.. è troppo bella... e poi è scritta benissimo...
    sisisisi continua!!
     
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  8. AlivonStarCake
     
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    scusate davvero tanto se sono mancata per tanto tempo! Per farmi perdonare, metto due capitoli!

    [LEZIONE 2: IMPARA A SUPERARE LE PAURE E IL PASSATO ANCHE SE A VOLTE BUSSA ALLA PORTA]



    [CAPITOLO 1]

    Natale si stava avvicinando e si stavano avvicinando anche le vacanze. Una settimana. Niente lavoro, foto, interviste, concerti, niente di niente per una settimana.

    Ogni pensiero di Amina era rivolto a quella vacanza. Ma non solo il suo. Anche quello di Trina, Grite e Malia. Di Georg, Gustav e Bill. Di Tom.

    Amina e Tom non erano riusciti a passare due giorni di seguito insieme. Ma erano contenti lo stesso. Ogni volta che erano distanti non c’era giorno in cui non si sentissero anche solo per cinque minuti, ogni volta che si rivedevano era un’occasione per festeggiare. E festeggiavano anche Bill e Trina. Qualche volta organizzavano qualcosa insieme, più spesso Amina e Tom preferivano rimanere da soli. Andarono insieme a fare acquisti per Natale, a fare shopping nei negozi più strani; Tom la portò al cinema e a numerose feste di amici, in Germania. Si divertivano tantissimo anche solo andando a fare la spesa insieme (la loro spesa consisteva in schifezze e bibite per riempire il frigobar degli hotel) o provare a cucinare qualcosa se erano ospiti di amici, ma cercavano di essere il più discreti possibile, altrimenti non avrebbero potuto respirare, circondati da giornalisti e paparazzi.

    Qualche loro foto, inevitabilmente, comparì suoi giornali.

    Loro due in una libreria mentre Amina sceglieva dei libri. Tom era stato trascinato a forza nel negozio e alla fine avevano finito per ridere come ragazzini perchè Tom guardava con interesse alcuni romanzi porno.

    Loro due al parco. Quell’idea era venuta sempre ad Amina. Avevano portato fuori il cane di Trina, un bellissimo Labrador cha Amina adorava. Il cucciolo era abituato a ricevere tutta l’attenzione della ragazza quindi si offese non poco vedendo che lei preferiva quell’essere dai vestiti larghi e con dei capelli ridicoli. Cane e ragazzo ingaggiarono una battaglia fatta di dispetti dei quali Amina rideva con allegria.

    Tom insistette per portarla in una sala giochi. Amina ci andava da ragazzina, con i suoi amici del mare ed era un pochino scettica. Non si divertirono mai così tanto. Ma il momento più bello fu quando Tom le insegnò a giocare a biliardo. Si chinava su di lei, corpo contro corpo, tenendole le mani e parlandole all’orecchio. Quanto avrebbero voluto essere soli in quella sala…

    Le foto sui giornali scatenarono la curiosità delle fan. Qualche chiacchiera si era già alzata tempo prima con le foto della festa, ma tutti pensavano si trattasse di una sera, di una delle solite sere del chitarrista. Ma ora era diverso. Sia Tom che Amina ribattevano, ridendo, che erano solo amici e che si vedevano per parlare di lavoro. Infatti era in previsione una collaborazione fra i due gruppi. Erano in pochi quelli che ci credevano, ma la scusa era abbastanza buona. La loro storia passò un po’ in secondo piano, facendo da cornice all’entusiasmo per l’unione delle due band più in voga del momento.






    Avevano già organizzato tutto per Natale. Non sapevano cosa avrebbero fatto gli altri, ma non importava. Tom e Bill ne avevano parlato. Volevano provare a realizzare un loro sogno, anche se solo per una settimana.

    Avrebbero vissuto tutti e quattro insieme. Avevano affittato due appartamenti collegati nella loro città, in centro.

    Trina e Amina non ne sapevano niente.

    Sarebbe stata una sorpresa. Ma c’era una sorpresa per tutti e quattro.







    Niente Natale con l’albero e la neve. Una crociera. Nella Polinesia francese.

    -Nella Polinesia francese???- chiese Amina.

    Lei adorava tutto quanto ci fosse di francese.

    Era nata e cresciuta parlando anche quella lingua perché suo papà si recava in Francia molto spesso per lavoro.

    Trina non ci vedeva più dalla gioia. Mare e sole invece che parenti noiosi e freddo. Il Natale a casa sua era sempre una noia mortale.

    Bill e Tom, quando appresero la notizia, corsero a disdire l’affitto. Sarebbe stato per un’altra volta. Alla fine l’importante era stare con le ragazze, non importava dove e Trina e Amina erano così entusiaste del viaggio che l’idea iniziò a piacere anche a loro.









    [CAPITOLO 2]

    Qualche giorno dopo erano tutti all’aeroporto, con valigie e zaini. Ad Amina era parso così strano mettere in borsa bikini, calzoncini e teli da mare invece che maglioni e pantaloni lunghi.

    Si imbarcarono nel giro di un’ora, perché l’aereo era leggermente in ritardo.

    Tom insistette per avere il posto vicino al finestrino e Amina cedette. Si erano alzati prestissimo e, sinceramente, non poteva fregargliene di meno di dove si sarebbe seduta.

    Presero posto e allacciarono le cinture.

    -Vieni qui- le sussurrò Tom.

    Amina faceva tenerezza: sembrava una bambina con gli occhi gonfi di sonno e i capelli che non volevano saperne di stare a posto. Era una pigrona per natura.

    Le diede un bacio e la lasciò appoggiarsi alla sua spalla.

    Amina si addormentò nel giro di pochi minuti. Era bellissimo stare così, con la testa appoggiata a Tom. Un piccolo brivido le corse lungo la schiena: era felice.

    Tom pensò avesse freddo, allora la circondò con un braccio e la strinse forte.






    Arrivati a destinazione, nessuno aveva più freddo. Faceva un caldo pazzesco!

    Recuperarono i bagagli e li consegnarono ad un taxista, perché li portasse in albergo. Beh, non era un vero albergo. Avevano preferito una villaggio turistico. Dava più autonomia e loro si volevano proprio divertire e non badare ad orari. Gli otto ragazzi decisero, invece, di andare subito in spiaggia. Amina aveva nel bagaglio a mano alcuni asciugamani e tutti, previdenti, si erano messi il costume sotto i vestiti.

    La spiaggia era bellissima. Amina si tolse subito le scarpe per sentire la sabbia sotto i piedi.

    Che bella sensazione! Era calda e fine.

    Tom arrivò da dietro, già svestito e la prese in braccio, portandola scherzosamente verso la riva.

    Amina rideva e si teneva stretta al ragazzo.

    -Dai, lasciami!-

    -Nono, ora finisci in acqua!-

    La lasciò scendere. Amina si alzò sulla punta dei piedi e gli diede un bacio a fior di labbra. Tom fece l’offeso.

    -Guarda che se non mi dai un bacio come si deve mi annego!-

    E si diresse con tragica determinazione verso l’acqua. Amina si spogliò in fretta, buttando i vestiti per terra e gli corse dietro. Gli saltò sulle spalle.

    -E poi io come faccio senza di te?-






    Quando la fame si fece sentire, verso le due del pomeriggio decisero di andare a fare un giro alla ricerca di un ristorante. Di tornare al villaggio non ne avevano proprio voglia.

    L’isola non era molto grande e per la maggior parte disabitata e selvaggia. Il mare, però, era fantastico. L’acqua era calda, limpidissima e pulita. In Italia se lo sognavano un mare così.

    Gli otto ragazzi percorrevano la via del centro paese a gruppetti, fermandosi ogni tanto a guardare qualche negozietto o a sorridere ai bambini che giocavano e si mettevano in posa per i turisti.

    Erano tutti ancora bagnati, senza trucco, con i capelli in disordine e che sapevano di salsedine.

    Bill era agitatissimo e continuava a cercare di tenere a posto la sua chioma leonina, mentre Trina rideva e lo prendeva un po’ in giro, sentendosi anch’ella in imbarazzo in costume da bagno. Anche Georg era disperato perchè era solito piastrarsi i capelli ed ora, per l’umidità, aveva una gran massa di riccioli ondulati. Gustav, invece, non aveva problemi e a petto nudo, con la sua solita collanina sembrava ancora di più un orsacchiotto.

    I quattro ragazzi tedeschi avevano tutti la pelle molto chiara e si erano dovuti spalmare abbondantemente di crema solare.

    Tom aveva tolto il cappello e Amina lo trovava ancora più bello così, con la coda e i capelli un po’ scompigliati.

    Lei si era messa in pantaloncini e canotta. Sapeva che il sole faceva schiarire i suoi capelli ancora di più, ma li rovinava anche un po’ così aveva preso il cappello di Tom. Si sentiva un po’ piccola senza tacchi in confronto al ragazzo, ma a lui piaceva così.







    Passarono tutto il pomeriggio fuori, facendo ritorno al villaggio solo verso le sei di sera. Si presentarono alla reception. Un ragazzo chiese i loro cognomi e distribuì le chiavi.

    -Kaulitz e Zanelli- chiese Tom, quasi per ultimo.

    -Oh, sì, ecco…- il ragazzo gli porse due chiavi.
    Tom lo guardò confuso.

    -No, veramente avevamo prenotato per una camera sola…- cercò di spiegare.

    -Mi scusi, qui ho due camere. Una a nome di Tom Kaulitz, l’altra di Amina Zanelli- il ragazzo non capiva e scorreva rapido il registro.

    -Non è che…- iniziò a dire Tom, ma Amina lo fermò.

    -Va bene così…- lo prese per un braccio –Grazie mille e ci scusi per la confusione….-

    -Ma… perché?- chiese Tom, quando si furono allontanati dalle orecchie indiscrete del ragazzo alla reception.

    Amina abbassò lo sguardo.

    Doveva dirglielo?

    No.

    -Io… pensavo tu stessi bene con me… cioè….- Tom non riusciva a capire. E non riusciva a parlare.

    Iniziò ad arrabbiarsi, ma cercò di contenersi il più possibile.

    -Guardami- ordinò ad Amina.

    La ragazza alzò gli occhi. Era spaventata, disorientata.

    -Hai ancora paura di me…- non era una domanda, ma una constatazione.

    -Amina, vieni a vedere che piscina fantastica!- era Trina che chiamava l’amica.

    Amina la cercò con lo sguardo e, senza un parola, superò Tom, sfiorandogli il braccio. E quel contatto freddo, non intenzionale le fece ancora più male delle parole del ragazzo.






    Aveva un groppo in gola, ma cercò di entusiasmarsi alla vista della piscina. Trina continuò a portarla in giro per il villaggio, che era davvero enorme. Lei la seguiva, ma non c’era con la testa.

    Hai paura Amina, è normale…

    Sì, ma perché… perché non gliel’hai detto?

    Cosa? Che hai il terrore che sia anche lui un violento, che ti faccia del male?


    Due voci prendevano corpo nella sua mente.
    Ricordava e non voleva. Voleva troppo bene a Tom.

    Il suo cuore le diceva di smetterla, di amare.

    Ma il suo corpo, che conosceva, sapeva quello che si provava ad amare e ricevere cattiveria, le diceva di scappare.


    [continua...]







     
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  9. elekna
     
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    WOWWWWW bella Gus a petto nudo.mmmmm.....continuaa

     
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  10. AlivonStarCake
     
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    eheh Ele lo sapevo che ti sarebbe piaciuto! ma sapete già quando ci saranno le votazioni per le ff? Non vincerò, però almeno ci ho provato!
     
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  11. elekna
     
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    Il concorso finisce il 20 Dicembre poi ci saranno le votazioni!!
     
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  12. AlivonStarCake
     
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    Danke^^ io però non riesco a postare tutto entro quella data...
     
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  13. elekna
     
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    Non importa basta essere ad buon punto

     
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    woooooooooooooooooooow
    è stupendaaaaaaaaaaaa...
     
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  15. °Barbie
     
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    E' stupenda Alivon!! Come sempre ... Continua! :)

     
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93 replies since 26/11/2007, 14:21   1019 views
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