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Il continuo di So wie Du

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    Tutti vogliono vivere un sogno...ma la realtà?!
    È poi così diversa?!






    Capitolo 1








    Kate era in camera sua, i suoi fantastici occhi azzurri fissavano il vuoto, mentre sulla sua scrivania giaceva un libro aperto lasciato lì ormai da almeno due giorni. Aveva tentato di studiare, ci aveva realmente provato, ma non riusciva a concentrarsi. Sempre lui, solo lui e ancora lui. Era passato poco più di un mese e le immagini di quella vacanza sembravano non voler abbandonare la sua mente. Aveva tentato di tenersi occupata uscendo tutti i giorni con gli amici, andando all’università nonostante i corsi fossero stati sospesi per permettere agli studenti di prepararsi agli esami, aveva cancellato dalla sua vita ogni piccolo segno di quel ragazzo, canzoni, foto, aveva persino eliminato dalla cartella dei preferiti i link dei forum che lo riguardavano, ma niente era riuscita a fargli dimenticare quelle labbra, quel dolce profumo e il suono caldo di quella voce.
    Non era mai stata così male per un ragazzo, già, ma lui non era un semplice ragazzo, lui era Bill Kaulitz, uno dei cantanti più famosi della Germania, sempre attorniato da ragazzine urlanti che volevano una sua foto, un suo autografo e lei lo aveva avuto tutto per sé, anche solo per pochi attimi, anche solo per pochi giorni, ma lui era stato tutto.
    Aveva ancora impresse nella sua mente le immagini di quella mattina all’aeroporto con lui che le chiedeva di rinunciare a tutto, di lasciare la sua casa, i suoi amici, i suoi studi per rimanere con lui, ma lei non era mai stata di nessuno, lei aveva sempre deciso per se stessa, aveva sempre affrontato la sua vita senza essere condizionata da nessuno.
    Ed ora si sentiva vuota, strana a fissare il nulla a ricordare qualcosa a cui lei stessa aveva rinunciato, una decisione che in fondo un po’ si pentiva di aver preso.
    Ricordava le parole che aveva pronunciato guardandolo dritto negli occhi, mentre sentiva le lacrime salirgli agli occhi: “Come te voglio commettere i miei errori...e se questo, andarmene, intendo, è uno sbaglio almeno sarò stata io a scegliere, nessuno mi avrà imposto una sua scelta...come te Bill io voglio vivere la mia vita senza che nessuno mi dica cosa fare...”
    -Ma non è stato un errore, no! non è stato un errore!!!-
    Era da un mese che cercava di auto-convincersi, un mese che si ripeteva queste parole.
    Ma i sogni, quelli più belli sono anche i più difficili da dimenticare.



    “Tom...”
    “Si David dimmi!”rispose Tom quando il manager lo chiamò.
    “Bill...”
    “Lo so...credimi lo so...ma non posso farci niente, lui è...lui c’è rimasto male...lui...”
    “Tom...devi farlo andare avanti in qualche modo...devi fargli capire che può capitare, che non...”
    “David...ci penso io...solo...dagli un po’ più di tempo, è più fragile di quanto sembri, sotto quel suo sorriso nasconde un dolore anche troppo grande. Non si innamorava da tanto e vederla andare via, vedersi abbandonato all’aeroporto con un addio...è stato troppo per lui...”
    Il ragazzo abbassò lo sguardo. Forse in fondo si sentiva un po’ in colpa: lui aveva trovato qualcuno che lo aiutasse a cambiare, che gli facesse capire che aveva avuto tutto dalla vita e che non ne avrebbe dovuto sprecare nemmeno un attimo.
    “Ok...dai vai da lui...- prima che il ragazzo si fosse allontanato troppo aggiunse- ah Tom...”
    Lui lo guardò interrogativo al di sotto del suo cappello rosso.
    “Sono contento che tu e lei...mi fa piacere!! Ma stai attento!”
    Tom sorrise e con la sua camminata un po’ ondeggiante si avvicinò al fratello.
    In quell’ultimo mese non sembrava nemmeno lui, i suoi occhi color nocciola erano spenti, persi in un mondo che ormai non esisteva più, un mondo si soli ricordi, dolce e dolorosi allo stesso tempo. Si ritrovava spesso con la mente a quel pomeriggio nel bar , rivedeva quella strana ragazza seduta da sola davanti ad una cioccolata calda, i capelli che le cadevano dolcemente sulle spalle e quella lacrima solitaria che le aveva rigato il volto non appena il canale musicale aveva trasmesso 1000 meere. Forse già da lì aveva capito che lei sarebbe stata diversa, che lei per lui non sarebbe stata solo una ragazza qualsiasi, ma qualcosa di più, qualcosa che lo avrebbe segnato dal profondo. Ma ne fu sicuro non appena aveva letto le parole su quel quaderno, lo avevano appassionato, lo avevano colpito, lo avevano stregato.
    Ma i bei ricordi sembravano sempre inseguiti da qualcosa di terribile, la vedeva di spalle mentre si allontanava da lui, mentre diceva addio a tutto quello che sarebbero potuti essere, ma che non avevano mai vissuto.
    E quell’incubo sembrava non voler finire, aveva provato ad uscire con i ragazzi del gruppo, aveva dato sfogo ai suoi dispiaceri con l’alcool, ma dopo ogni sbronza tutto sembrava peggiorare, sembrava ricordare un dettaglio di più ogni volta che chiudeva gli occhi ed era terribile, devastante.
    Tom gli accarezzò una spalla.
    “Ti voglio bene Bill!”
    “Lo so, Tom, lo so...”


     
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  2. __NiCoLe SuN__
     
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    ...Ila..la continui??... :76j87687: me commossa e sra felice!!!
    Hai inziato il primo capitlo molto bene....oddio mi emoziono...credevo che si fosse conclusa li e invece...bellissima continua presto!!!
     
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  3. Kate ~
     
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    Oddeeeeeeeooooooooooo!!!!!!!

    No, niente isterismi... Kate calma....

    Mi sono fiondata subito nella pagina delle ff perchè, quando hai accennato alla sorpresa, qualcosa mi ha fatto pensare a questo.... poi l'ho vista....

    Ero così: O__________O

    La leggo subito, fortunatamente già stavo fumando.... mi emoziono da morire, rileggo il pezzo finale due volte..... mi sembra di percepire le stesse identiche sensazioni che hai descritto.... Ila, io ti ringrazio tantissimo!!!!

    Ti prego, continua appena puoi!!! E' stupenda!!!!!!

    Non so aggiungere altro, me emozionata....

    CITAZIONE
    Ma i sogni, quelli più belli sono anche i più difficili da dimenticare.

    :76j87687: :76j87687: :76j87687: :76j87687:

    Grazie, sul serio!
     
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  4. ~Eleo°
     
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    brutta cattivella...
    sapevo che l'avresti continuata, ma potevi fdarmela leggere in anteprima....
    grrrrrrrrrrrrrrrrr
    brava brava...
    eh si vede che la mia sUrella è il loooooove...
    XD
     
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    ehehehehehe* risata malefica*
    non ve lo aspettavate!!!
    ma adesso sarò ancora più maleficaaaaa
    non posterò!!!!
    grazie per i commmmmmenti!!!
    XD
     
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    bellissima Ila!
    Sapevo che non poteva finire così!^^
     
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    La realtà può spezzare un uomo
    Distruggerlo, Colpirlo...
    Come può un uomo riuscire ad andare avanti?!



    Capitolo 2





    La ragazza era seduta in un angolino, sul tavolo davanti a lei un bicchiere mezzo pieno. Sembrava immobile in un corpo che non era il suo, ferma in una realtà che non voleva vivere, bloccata in un passato che avrebbe voluto dimenticare.
    Il suo volto era tirato per le ore di sonno che aveva perso tra le lacrime per quella decisione che l’aveva allontanata da quella città, da quella persona che avrebbero potuto cambiarle la vita.
    Davanti a lei c’era un libro aperto sotto al quale tentava di nascondere uno di quei giornalini per adolescenti.
    Continuare a leggere quei giornali la faceva soffrire ancora di più, stava mentendo a sé stessa. In copertina come sempre c’era il suo viso, con il trucco ben curato, i capelli sparati in aria come al solito, ma quella foto era vecchia di qualche mese. All’interno c’era un articolo intero dedicato alle solite domande stupide che gli rivolgevano.

    “Ti sei mai innamorato?!
    No!!”


    Ecco che arrivava di nuovo il colpo di grazia. Quante volte aveva già letto quelle parole, quante volte avrebbe dovuto continuare a farlo?!
    Kate alzò lo sguardo da quelle pagine e si guardò intorno: sempre lo stesso bar, sempre lo stesso tavolo, sempre la stessa città, era stufa, stufa di tutta quella routine, di non poterlo vedere né sentire, ma in fondo lo aveva scelto lei, ne era consapevole e per questo soffriva più intensamente.
    “Perché cazzo alla fine non sono mai convinta di quello che faccio!! L’ho scelto io di venirmi a rinchiudere qui!!! Mi è stata data un’altra possibilità e io l’ho rifiutata e adesso mi lamento!!! Perché cazzo lo faccio?!”
    Era da un mese che si faceva queste domande, un lungo, lunghissimo mese e la determinazione che l’aveva mossa quel giorno all’aeroporto sembrava sgretolarsi ogni giorno di più.
    Ad un certo punto vide la sagoma che aspettava affacciarsi all’ingresso del locale e si affrettò a nascondere il giornalino sotto al pesante libro.
    Luca le si avvicinò la salutò calorosamente e poi fissò i suoi occhi sul viso dell’amica.
    “Kate, tutto bene?!”
    “Si, tranquillo...questo stupido esame mi sta tenendo sveglia giorno e notte!!”
    Odiava mentire, lo odiava con tutta se stessa, ma era più forte di lei, tentava solo di celare le ferite che ormai ogni giorno le facevano sanguinare il cuore.




    Le luci del locale erano soffuse, la musica alta, l’odore dolce delle ragazze riempiva l’aria e i polmoni dei due gemelli, nelle loro vene l’alcool fluiva in gran quantità.
    Tom aveva portato Bill con sé in uno di quei posti che solitamente frequentava con Georg, uno di quei locali dove andava per rimorchiare qualcuna. Il ragazzo voleva far sfogare il fratello, non sopportava più di vederlo piangersi addosso, giorno dopo giorno la luce che gli aveva illuminato gli occhi si stava spegnendo e lui voleva il suo Bill, il Bill che si esaltava per uno stupido aeroplanino, il Bill che saltellava ovunque quando era contento.
    Bill dal canto suo non ce la faceva più, non riusciva a dormire, non riusciva a sorridere, non riusciva più ad essere quello che era sempre stato, riusciva solo a soffrire, a chiudersi in se stesso e rivivere quei pochi giorni che aveva passato in quell’albergo di Berlino. Voleva andare avanti, ma non ci riusciva, voleva abituarsi a non averla nella sua vita, ma non ce la faceva. E in quel momento l’unica cosa che non lo faceva pensare, l’umìnica cosa che lo distraeva era quel bicchiere, colmo di un superalcolico, che stringeva tra le mani.
    Riusciva a vedersi riflesso in quel liquido chiaro e vedeva soltanto un suo pallido riflesso, non vedeva che un guscio vuoto il cui spirito vagava leggero tra i palazzi di quella città alla ricerca di una sola cosa: la pace.
    Tom guardava il fratello preoccupato e incominciava a credere di aver fatto male a portarlo con sé, così decise che era l’ora di portarlo via.
    “Dai Bill, alzati che andiamo!!”
    ma il ragazzo sembrava non averlo sentito.
    “Bill, ho detto muoviti!”
    “Col cazzo Tom!!! Mi sono rotto!! Hai capito!!?? Sono sempre gli altri a decidere per me!! La mia opinione non conta un cazzo???!!!”
    Bill non riusciva a controllare il flusso di parole che uscivano dalla sua bocca, parole piene di rabbia, una rabbia che Tom aveva capito rivolta a qualcun altro, non a lui.
    “Ok allora fai come cazzo ti pare!!”
    Ma non ebbe il coraggio di andarsene lasciandolo lì da solo, non voleva abbandonarlo anche lui, così lo guardò per qualche istante.
    Bill si perse negli occhi caldi del fratello e vide la vita che aveva riempito anche i suoi occhi e sospirò.
    “Scusa Tom...”
    “Tranquillo!!”

     
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  8. Kate ~
     
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    Tu mi vuoi far crepare all'istante!!!!!!!!

    A parte il fatto che è meravigliosa, ma questo è scontato... io.... oddeo.... Honey, I miss you too!!!!!

    Continua collega!!!!!!!!!!!!!
     
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    CITAZIONE
    parte il fatto che è meravigliosa, ma questo è scontato

    scontato?!
    Tu sei tutta fuori!!

    Allora che ne dici ne è valsa la pensa di aspettare?!
     
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  10. Kate ~
     
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    Ma è vero!!!!!!!!

    Insomma, io so ancora prima di leggerlo che sarà meraviglioso!!!!!

    Certo che ne è valsa la pena, ostrega!!!!!!
     
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    Bellissimo Ila!!!!!!
    Oddio povero Bill e povera Kate...che casino...
    Continua mia puffetta!

    Stupendo capitoluzzo come ha detto Kate ^^
     
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  12. __NiCoLe SuN__
     
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    ....Bellissimo capitolo Ila....
    Oddio....mi fanno star male anche a me quei due....soffrono troppo!!!
    Bravissima Ila...continua presto!!
     
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    Realtà è dolore
    Realtà è delusione
    Realtà è cambiamento


    Capitolo 3





    http://it.youtube.com/watch?v=3lv54G1D6tE


    Kate non ci riusciva, non riusciva a dimenticare, non riusciva a pensare, non riusciva a respirare, ma era stanca di soffrire, di versare lacrime, di annaspare per riuscire a lasciarsi alle spalle quello stupido sogno diventato realtà, voleva vivere, voleva ridere, voleva ritornare a sognare.
    Così quella mattina decise di uscire e respirare un po’ l’aria pulita che era rimasta sulla città dopo il lungo temporale. Il cielo era sgombro di nuvole e limpido permetteva ai raggi deboli del sole di illuminare le case, le automobili e i pedoni. Kate si fermò un attimo a guardare le persone che le passavano accanto, vedeva sorrisi e facce arrabbiate, sentiva la gente borbottare tra sé e sé.
    Tirò un sospiro e riprese a camminare.
    Sentiva l’odore della terra umida riempirle le narici, vedeva il suo riflesso tra le pozzanghere e vedendo le ampie occhiaie segnarle il viso sorrideva.
    Una stupida cosa era riuscita a farla sorridere, una semplice pozzanghera, un suo riflesso e per un attimo era tornata bambina.
    Si sedette su una altalena e si lasciò andare, permise alla sua mente di aprirsi e vagare lontano, mentre il vento soffiava sulla città producendo rumori rassicuranti. Kate non pensava, non ricordava, era se stessa, era felice.
    “Se fosse tutto sempre così facile, così calmo, così, semplicemente normale...ma la vita è tutto, amara e dolce, lunga e corta, tranquilla e movimentata, è tutto tranne che semplice. E in fondo se fosse semplice, se tutto fosse immediato non ci sarebbe nemmeno la possibilità di decidere e di...sbagliare...”
    Un’unica riflessione e poi tornò a guardare dritto avanti a sé, era tornata la sua determinazione?! Era tornata ad essere Kate?! No! ma lo sentiva, stava cambiando, stava diventando qualcosa di meglio, le lacrime, il dolore e il cambiamento.
    Poi i suoi occhi incontrarono le figure di due bambini, mano nella mano, che correvano felici, la bambina cadde e il maschietto la aiutò ad alzarsi. Kate non riusciva a staccare gli occhi da quella scena, occhi che si riempirono nuovamente di lacrime. Così piccoli eppure già insieme.
    “Sempre sola, sempre...”



    La camera era cosparsa di fogli accartocciati, fogli pieni di belle parole, di amore, delusione e sogni, i suoi sogni. la fioca luce che entrava dalla finestra illuminava soltanto una piccola porzione della stanza nella quale era seduto il ragazzo moro, le gambe portate al petto, stufo di sentirsi triste, stufo di stare lì a tentare di rimediare ad un errore, a tentare di esprimere le sue emozioni, i suoi sentimenti attraverso canzoni e lettere, che nessuno avrebbe mai letto.
    La sua mente era persa in pensieri e riflessioni sulla sua vita, come ormai capitava ogni giorno da un mese.
    “Che bello essere famosi eh?! Già stupendo...hai tutto, ma alla fine quello che vuoi non lo ottieni mai, voglio essere libero, ma sono costretto ad andare in giro con le guardie del corpo ovunque vado, voglio trascorrere del tempo con mia madre, ma devo vivere lontano da lei nove mesi su dodici, vorrei stringere Kate, ma lei è fuggita da me... perché mi sento così vuoto?! Ho realizzato i miei sogni, ho sentito il mio cuore battere all’unisono con migliaia di persone, ho sentito l’adrenalina scorrere nelle mie vene, ho fatto esperienze che le persone alla mia età non possono nemmeno immaginare, ma sembra come se non avessi avuto nulla....un nulla ricco di niente...eppure ho vissuto...si, ho vissuto... chiudo gli occhi e vedo te, solo te, i tuoi sorrisi, le tue lacrime...perchè sei andata via?! Non volevo...non sapevo che sarebbe stato così difficile...ti voglio qui...già ma sono urla che non servono, sono cose che non saprai mai, perchè non sai che sto male, perché non sei con me, perché hai fatto quella scelta...”
    Stanco, triste, deluso, lasciò che le gambe scivolassero lungo il pavimento, diresse il suo sguardo verso la finestra e lasciò che le lacrime scorressero lungo le sue guance.
    Poi un lampo di decisione si accese nei suoi occhi e risoluto si alzò.
    “Stavolta sarò io a decidere della mia vita, stavolta...”



    Era seduta su una panchina, era fredda così come le mani della ragazza. I capelli erano leggermente mossi dal vento che soffiava leggero su Berlino.
    Lo stava aspettando forse da un’ora, ma su di lei il tempo sembrava non avere effetto, non le importava da quando era lì, non le importava di essere da sola, lui le aveva detto che sarebbe arrivato, che quel giorno si sarebbero incontrati e lei, lei lo avrebbe aspettato anche sotto la neve se fosse stato necessario, perché lei credeva in lui.
    Lui che la voleva conoscere, lui che solo aveva raccolto le sue lacrime, lui che le aveva dato la forza di andare avanti e di chiudere il passato in un cassetto della sua memoria.
    Per un attimo abbassò lo sguardo e ripensò a tutto quello che era successo un mese prima, alla scommessa con se stessa, alla visita in camera sua, alla notte di capodanno e poi alle sue braccia forti, al caldo colore dei suoi occhi.
    Quando rialzò la testa lo vide di fronte a sé, stretto in una delle sue enormi felpe.
    “Ehi, ma sei congelata!!! Vieni qui che ti scaldo!!”
    La ragazza sorrise, lui era lì, vicino a lei, non l’aveva delusa.
    “Ma sei matta a rimanere immobile qui?! Ma cosa devo fare con te?!”
    Elisa non rispose, semplicemente si accoccolò tra le braccia del ragazzo, che la strinse cercando di riscaldarla.
    “Dai, vieni entriamo in quel...”
    “No, ti prego, rimaniamo qui un altro po’...”
    “Ma...” bloccò la frase a metà vedendo la ragazza e l’espressione dolce sul suo viso
    . Lei lo aveva cambiato, lo aveva trasformato, in meglio: non pensava più all’alcool, alle ragazze e a divertirsi, adesso aveva qualcuno da proteggere, da coccolare, da capire.
    Da quando si conoscevano aveva imparato nuove cose, aveva conosciuto sentimenti che mai prima di allora aveva provato e tutto grazie a lei, una ragazza di un metro e sessanta, taciturna, simpatica, speciale.
    Incuranti della pioggia che cadeva, i due rimasero incantati a guardare il cielo, a guardare le immense nuvole che veloci si muovevano portando con loro acqua e vento e forse un nuovo cambiamento per qualcuno.


    Il suo del telefono la risvegliò, portandola alla realtà, sul display comparve la scritta: numero privato, la ragazza lo guardò suonare interrogativa poi rispose.
    “Pronto?!”
    Ma nulla, soltanto dei sospiri, così chiuse la chiamata e rimise in tasca il cellulare per poi tornare a casa.
     
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  14. *.[kokka].*
     
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    è bellissima!! hai un modo di scrivere bellissimo!!!... chi è al telefono??? qualche maniaco???
     
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    Eh chi sarà?!
    Magari lo scoprirete presto....
    Magari...
     
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