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Il continuo di So wie Du

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    E un nuovo inizio
    Segna per forza la fine?

    Capitolo 5




    Prove prove prove, solo prove e ancora prove, Bill era stanchissimo, ma tenersi occupato lo aiutava a non pensare troppo a tutto quello che in segreto stava architettando, non doveva farsi scoprire, ma ogni volta, ogni singola volta, aveva la tentazione di dire qualcosa, ma si limitava soltanto a muovere le labbra come se stesse pronunciando il suo nome.
    Come ogni giorno prese il cellulare e compose il numero e come ogni giorno la chiamata fu accettata, ma stavolta nessuno rispose, solo semplici sospiri, solo il rumore delle macchine che passavano, solo le voci delle persone che si trovavano a chilometri di distanza.
    Era diventato un gioco. Un sottile gioco di sospiri e pause.
    Poi Tom si piombò nella stanza in cui si trovava Bill, giusto un attimo prima che il ragazzo chiudesse la chiamata.
    “Ma sei scemo?!” Chiese Bill urlando, cercando di nascondere il cellulare.
    “Chi stavi chiamando Bill?!”
    “Chiamando?! Chi io?!”
    “Be’ no sai parlavo alla poltrona rossa lì dietro?!”
    “Con...con nessuno...”
    -Non guardarmi così Tom, non lo fare, lo sai che alla fine i dico sempre quello che vuoi quando mi guardi così-
    Lo sguardo indagatore di Tom stava per farlo cedere, ma proprio in quel momento entrò nella stanza Elisa, che per un attimo sentì di essere di troppo in quella camera.
    “Ehm...scusate io...”si mosse come per tornare indietro, ma Tom la afferrò per un braccio.
    “Aspetta...”
    “No, sul serio, voi due avete bisogno di parlare, Bill ne ha bisogno, non sta bene come sembra...” Sussurrò.
    “Lo so però...”
    La ragazza lo zittì posandoli un dito sulle labbra.
    “Niente ma, va’ da lui e cerca di capire cos’ha...”
    Tom annuì con la testa, le accarezzò una guancia e, dopo che la ragazza fu uscita, chiuse la porta dietro di lei e si girò verso Bill.
    “Adesso tu mi dici cosa stai combinando!!”
    Il tono della sua voce fece rabbrividire Bill che guardò un attimo la porta dietro le spalle del gemello, come in cerca di una via di fuga.
    “No, Bill, da qui non esci se non mi dici cosa stai architettando!!”
    Bill sospirò.
    “Ok...”


    Kate si massaggiava il collo con le mani, era già mezzanotte e lei stava ancora studiando, in quell’esame avrebbe dato il massimo per dimostrare a tutti e soprattutto a se stessa che poteva superare meglio di chiunque altro i momenti di sconforto.
    Finalmente chiuse il libro e guardò il soffitto ripensando al pomeriggio che aveva trascorso con Luca e il modo che aveva il ragazzo di tenerla occupata per evitare che pensasse troppo a “quello strano cantante” che le aveva turbato il cuore.
    E sorrise. Non si era mai accorta di quanto per lei quel ragazzo fosse indispensabile, ma per quanto dolce e premuroso, sembrava che i ricordi di Bill nella sua testa fossero come calamite per i suoi pensieri, ogni volta che si trovava sola ritornava alla serata di capodanno e alle parole che si erano detti e non riusciva a credere di aver vissuto quel sogno.
    Quante volte aveva avuto la tentazione di chiamarlo?! Quante volte avrebbe voluto schiacciare il tastino verde del suo cellulare per sentire anche solo per un attimo il suo sospiro?! Troppe ma alla fine non aveva ceduto alla tentazione e aveva lanciato lontano da sè il cellulare.
    In quel momento lo stava rigirando nelle mani, accarezzando leggermente i tasti. Con decisione, di colpo, si alzò e prese Schrei dalla pila di Cd e lo mise nel lettore del suo computer, scelse la traccia numero sette e si lasciò cullare delle note di Wenn nichts mehr geht, mentre una lacrima solitaria le scivolava lungo il viso.
    Si stava facendo del male e ne era consapevole, ma doveva sentire la sua voce, doveva ricordare quando la prima volta aveva sentito quella canzone e i brividi le avevano percorso la schiena, doveva far riaffiorare alla mente le immagini di quel bambino che un tempo era stato puro, libero da stupide gelosie e timori.
    Tra il silenzio si lasciò cadere sul letto e prese a guardare il display del cellulare, poi mentre stava per premere il tasto che la avrebbe messa in contatto con Bill il cellulare squillò, il suo cuore perse un battito per poi recuperarlo subito dopo mentre sentiva la paura crescere.
    Accettò la chiamata di quel numero privato, aspettando di sentire come sempre solo sospiri leggeri, ma quella volta fu diversa: una voce roca uscì dal cellulare.
    “Ore nove, Torino, hotel Le Meridien...da sola!”
    “Ma...”
    Non ebbe il tempo di rispondere che la comunicazione era stata interrotta.
     
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  2. Kate ~
     
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    Cosa?!?!?!?!

    Chi.... chi è?!?!?!

    Oh my God!!!!! Chi c'è a Torino?!?!?!

    Oddeooooo.... cioè, adesso non sono curiosa.... di più!!!!!!

    Ila.... Ila... please... fai uno strappo alla regola e posta più presto che puoiiiii!!!!

    Me deve sapere!!!!!!!!!

    Ad ogni modo, è bellissima.... bellissima.... mi sa che mi leggi nel pensiero.... ^^
     
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  3. serenoska
     
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    è bellissima questa ff!!!!!!! in 1 giorno ha letto tutta quella vecchia e questa in 1 colpo solo ed è stupenda!!!!!!!!!!
    ti prego continua!!!!!!
     
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    Grazie Mille!!!
    Oddio, spero solo di non averti annoiata!!!!

     
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  5. serenoska
     
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    assolutamente no!!!!!!! anzi quando mia mamma mi ha chiamata x uscire l'ho maledetta in tutte le lingue xkè volevo assolutamente finire di leggere!!!!!!!!
    e nn ti nascondo nemmeno il fatto ke in molti pezzi mi sono scese delle lacrime!!!!
    mi raccomando continua presto!!!!!
    bacio...
     
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    Grazie mille^^

    Mi raccomando però alle abbreviazioni^^
     
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  7. __NiCoLe SuN__
     
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    Mamma mia Ila.....ma.....io qui impazzisco???
    Chi è??.......chi chi chi chi????
    Oddio dò fuori di matto!!!
    Ti prego non farci aspettare tanto Ila....fallo per le tue Fan!!! :vthuyu:
     
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    Posterò presto ve lo prometto!!!!!!!
     
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  9. serenoska
     
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    grazie!!!!!!1

    CITAZIONE
    Mi raccomando però alle abbreviazioni^^

    si scusate ma a volte non lo faccio apposta!!!!!
     
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    Uno specchio che si rompe
    Un sogno che si infrange
    E un nuovo giorno nasce

    Capitolo 6





    -Torino... Torino, Torino...-
    Kate aveva continuato a pensare alle parole di quella voce metallica che le aveva parlato al telefono, e ricordandola sentiva ancora un brivido lungo la schiena.
    “Chi cazzo era???!!!”
    Era una delle domanda che le frullavano in testa dalla sera prima.
    “Dove cazzo ha preso il mio numero di cellulare?! Che cazzo vuole da me?!”
    La sua voce stava salendo di alcune ottave e il tono stava diventando minaccioso.
    “E poi che cazzo vuol dire «Ore nove»?! Ore nove quando?! Non sono mica la sua schiava...ore nove!!! Che nervoso!!”
    Nonostante sentisse l’arrabbiatura salirle in volto guardava attenta l’autostrada davanti a lei.
    Alla fine, la sera prima, aveva ceduto alla curiosità e aveva deciso di partire per Torino alle 7 della mattina, aveva calcolato un’ora e venti per arrivare nel capoluogo piemontese, ma si era lasciata del tempo per poter cambiare idea nel caso che, se presa da un ultimo momento di paura, sarebbe potuta fuggire via.
    Il traffico era praticamente inesistente.
    “Forse sarà che è la domenica di Pasqua...mah...”
    Già, una bellissima domenica di Pasqua, il sole fino a quel momento splendeva caldo, illuminando le strade, ma delle nuvole minacciose si stagliavano all’orizzonte.
    In poco più di un’ora e mezza giunse a Torino, in dieci minuti trovò l’albergo che le era stato indicato la sera prima e si fermò a guardarne la facciata.
    “Eh adesso che faccio?!”
    Cercò di specchiarsi in una delle vetrate dell’albergo: i capelli erano sistemati, il trucco pure.
    “Ma che cavolo sto pensando adesso?! Chi se ne frega di come sto!!! Sto per incontrare il maniaco che mi ha perseguitato per sue settimane...” ed in quel momento realizzò che stava andando ad incontrare qualcuno che aveva continuato a chiamarla, sospirando piano al di là di una cornetta, ricordò la paura della prima chiamata e l’inquietudine che aveva provato ogni volta che aveva guardato il display del cellulare.
    Sentì le gambe tremare ed ebbe paura di crollare a terra, sentì la forza e la determinazione, che qualche minuto prima aveva, svanire. Prese un lungo respiro, chiuse gli occhi per poi guardare avanti a sé preoccupata.
    “Che cazzo faccio adesso???!!!”




    Il ragazzo era seduto sul letto guardandosi allo specchio, non per vanità, ma per guardare nei suoi occhi tutto quello che aveva fatto. Era stato crudele, l’aveva spaventata e, sapeva, sperava in cuor suo, che non l’avrebbe vista.
    Le tende arancioni della camera si muovevano mosse leggere dal vento, mentre lui sembrava incurante dell’aria che lo colpiva.
    “Che cazzo ho combinato?!” Ma la voce sembrava non voler uscire dalla sua bocca, dal concerto a Marsiglia si sentiva debole e non riusciva a parlare, figurarsi a cantare. Era stato costretto a cancellare alcuni concerti, compreso quello di Torino, ma non aveva voluto ascoltare David ed era voluto andare in Italia, voleva esserle più vicino.
    Voleva continuare a sperare, a distanza, che lei sarebbe tornato da lui e poi Tom lo aveva convinto a tentare.
    Ricordando il giorno prima e lo sguardo del gemello ebbe un brivido, il rasta sapeva mettere paura quando voleva e in quell’occasione l’aveva fatto, Bill alla fine aveva dovuto raccontare quello che aveva fatto due volte al giorno per due settimane.
    “Sono uno stupido!!! Dovevo resistere, a quest’ora sarei tranquillo a farmi visitare, e invece no...Stupido fratello!!!”
    Ma in fondo gli era grato, da solo non avrebbe avuto la forza di parlare, di avere l’occasione di rivederla.
    Dopo aver emesso un lungo sospiro si alzò, entrò in bagno, si sistemò il trucco e tornò a guardarsi allo specchio; non riusciva a convincersi che era un bene quello che aveva fatto, ma in fondo aveva solo paura.
    “Di nuovo la mia fottutissima paura!!!! Devi smetterla Bill!!!” si tirò uno schiaffo sulla guancia sinistra e perdendosi nei suoi ricordi risentì la pelle calda della ragazza a contatto con la sua.
    Scosse la testa risvegliandosi, non doveva pensarci, non doveva.
    Poi ripensò alla conversazione, o meglio alla frase che aveva pronunciato la sera prima ed esclamò: “ Ma sono proprio un coglione!!! E adesso come farà?! Non le ho specificato bene quando e dove!!! Sono una testa di cazzo!!!!”
    Si lasciò andare pesantemente sul letto e tentò di riflettere, ma era troppo agitato, troppo preoccupato che le cose non sarebbero andate bene.
    Si alzò di colpo e si avvicinò alla finestra per chiuderla e poi la vide, lì, davanti all’ingresso.
    “Che cazzo faccio adesso?! Che cazzo faccio?!”
    Fu preso da una crisi di panico, poi respirò profondamente e prese il cellulare.


    Kate sobbalzò sentendo il suo cellulare squillare, non se lo aspettava.
    “Camera 529” e come la sera prima la chiamata fu interrotta.
    Kate prese coraggio ed entrò dritta verso l’ascensore, schiacciò il pulsante del quinto piano ed attese.
    Quando le porte si aprirono rimase immobile per alcuni secondi, poi uscì e cercò la camera.
    “ 529 - continuava a sussurrare tra sé e sé- 529”
    La trovò e bussò.
     
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  11. Kate ~
     
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    Oddeooooooooo!!!!!

    Lo incontro?!?!?!

    Oh my Goooood!!!!!!!!!!!

    Me si sente poco bene!

    Ila.... Ila cara.... questa suspance mi ammazzerà!!!!! Ma ti love lo stesso!!!!!^^

    Complimenti, sempre!!
     
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    Supance for life!!!! XDD
     
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  13. serenoska
     
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    è bellissima!!!!!!!!!!!!!!!!
    continua ti prego!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
     
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  14. »Eleo
     
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    CITAZIONE
    “Chi cazzo era???!!!”

    ehhhhhhhhh ma non si era capito che era Bill???
    bah...
    va bè...
    che si incontrino sti due!!!!!!!
    questo matrimonio sa da fare!!!!
    oh no scusate...ho sbagliato storia!!!
    ahahahahahahaha!!!!
     
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  15. __NiCoLe SuN__
     
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    Ma Ilaaa!! Hai postato presto!!! Grazie!! ^^
    Mamma mia che succederà quando si incontreranno??
    So troppo curiosa!!!

    Continua presto!! [ Anche se so che non lo farai ^^ ]
     
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206 replies since 9/4/2008, 20:17   2250 views
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