Bill lo squartatore

one shot...che posterò piano piano...

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  1. pIsTaKkIa rocks the world
     
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    Well well well...
    ecco una fan fiction un pò (solo un pò?) diversa dalle altre...
    scritta con la mia cara collega Ginny(che si iscriverà in questo forum se no l'ammazzzooo!! XD)
    è "breve" solo 6 pagine di word...che non posterò tutta insieme perchè amo la suspence XD...
    che dire...
    spero che vi piaccia...
    ps...l'ha scritta praticamente tutta Ginny che è un genio dell'horror XD

    //Bill lo squartatore//



    Era il 2040 a Parigi, era una notte fredda e silenziosa. Una delle tante, così vuota e disperata.
    Perché Parigi era ormai cambiata, non era più la città dell’amore ma era diventata la città dell’odio. Bill passeggiava lungo l’Avenue Gustave Eiffel rivolgendo i suoi sguardi a quello che una volta era stata il simbolo della Francia: la Tour Effeil. Anni prima la piazza sarebbe stata colma di turisti, la torre illuminata da meravigliosi giochi di luce. Bill sospirò a quella vista: una Parigi buia, quasi abbandonata a se stessa, nel vortice del degrado. L’imponente struttura di ferro che tanto aveva amato era distrutta, si ergeva solo uno dei quattro pilastri principali…il resto era caduto, distruggendo la bellissima piazza. La magia della torre era svanita, come se fosse stata un’allucinazione e ormai per i pochi cittadini rimasti il tempo in cui si ergeva offrendo una vista spettacolare sull’Ile de la Cite era un vago ricordo. Nella capitale francese erano pochi i monumenti ancora intatti ma erano destinati alla rovina poiché non c’era più nessuno ad occuparsene. Si diceva che la Francia fosse una democrazia. Ma quella era solo una bugia. Quella “democrazia” era succube dell’anarchia. Nessun presidente prendeva posto al governo, o almeno quelli che c’erano non facevano nulla per cambiare la situazione così disastrosa…probabilmente non gliene fregava niente nemmeno a loro. Non vi erano più negozi, più scuole, ospedali attivi e le case erano state abbandonate. La violenza si era inserita nelle mentalità degli adolescenti, i genitori non sapevano reagire e spesso loro stessi li incitavano all’odio.
    Nessuna regola, nessuna istituzione, nessuna gentilezza.
    “L’amore è morto” si pensava, e questa non era una bugia. La vita si era spostata altrove.
    Calde lacrime scorrevano sul viso androgino di Bill e il solo ricordo di quello che era stato, di quello che era accaduto nel suo paese lo addolorava immensamente.
    “Desolazione inaudita” erano queste le parole che rimbombavano nella testa di Bill…
    Si era già nutrito quella sera perciò si diresse nella sua vecchia casa dove lo aspettava il fratello gemello. I mezzi pubblici non erano più in funzione quindi Bill dovette raggiungerla a piedi. Più si avvicinava alla casa, più la musica e il chiasso aumentavano. Bill e Tom Kaulitz e pochi altri avevano continuato a vivere come se niente fosse dopo il fattaccio. Gli unici soldi rimasti in città erano di loro proprietà, perciò per chi voleva sopravvivere in quell’orrida realtà l’unica soluzione era di rivolgersi a loro.
    Una volta Bill e Tom facevano parte di un gruppo musicale, i Devilish, ma con la scomparsa degli altri due componenti Bill aveva smesso di cantare e Tom di suonare la chitarra. Bill entrò a casa sua: il primo piano era tranquillo, negli altri due la musica faceva tremare le fondamenta della casa. A causa di ciò una cornice d’argento cadde da un mobile del salotto di casa Kaulitz. Bill si chinò a raccoglierla, si era frantumata e una foto era scivolata nel lacero pavimento. La prese osservandola.
    Era in bianco e nero, come tutto quello che lo circondava. Da quando era successo, il ragazzo di diciannove anni vedeva il mondo in bianco e nero, i colori erano scomparsi, la tristezza era padrona.
    Volti sorridenti, sei persone nella foto sedute in un bianco divano. Si poteva riconoscere un Bill quindicenne insieme a Tom, Simone, la madre, John il padre infine due bambine di sei anni con lunghe code bionde che ricadevano sulle spalle: Rebekka e Madley.
    Le sorelle di Bill e Tom. La famiglia di Bill e Tom.
    - Smettila di rivivere il passato, Bill. Vieni, ti ho trovato una buona compagnia per stasera-.
    Bill si cacciò la foto in tasca, asciugò un’altra lacrima furtiva e salì le scale dietro Tom.
    “Il passato è passato” si disse anche se sapeva quanto fosse impossibile dimenticare.
    Bill fu condotto al secondo piano dove c’era una gigantesca sala: le pareti ricoperte da una carta da parati bordeaux, le piccole finestre quadrate chiuse ed illuminate da lunghe tendine verde bosco, c’erano diversi divani, un piccolo palchetto, una zona bar e impianti idromassaggio. Infine diverse porte che conducevano in piccole stanze adibite per “gli ospiti”. Quella sera c’era il pienone: tutti ragazzi maggiorenni, imbronciati, ubriachi, drogati. Tom gestiva un bordello dove ogni rapporto era concesso.
    Le ballerine si muovevano seminude per la sala eccitando i presentii e altre forme di distrazione varie vagavano fra la folla.

     
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  2. •Vanilla•{.:LittlePoint:.!}•
     
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    bellussha! Promette bene... *w* Tom che gestisce un bordello è più che azzeccato, ottima l'idea!

    xxx
    simo
     
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  3. mackyzimmer483
     
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    wwwwwwwwwwwwwwwwwwowwwwwwwwwwwww!!! è bella! mi piace!

    quando puoi vai avanti perchè mi interessa moltisssssimo!!! ;) ;)

    grazie!
    kissssssssss macky
     
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  4. BambiKaulitz
     
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    pisty davvero no so come fate tu e ginny a inventarvi questa cose...davvero bella...continuaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!
     
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  5. Kate ~
     
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    Oddeooooo!!!!

    Tom che gestisce un bordello!!

    Complimenti a te e a Ginny, bravissime!!!!

    Sai, oltre a "Jack lo Squartatore", leggendola mi è venuto in mente il film "Intervista col vampiro"..... vi siete ispirate anche a quello??
     
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  6. pIsTaKkIa rocks the world
     
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    grazie a tutti...questa parte l'ha praticamente letta solo Ginny...che sicuramente è più brava di moi a scrivere racconti horror e splatter(o come cavolo si scrive) l'idea di farla nel futuro è venuta a lei...e io ho pensato che il luogo doveva essere una città violenta e governata dall'anarchia...
    Tom...ci sta benissimo come magnaccia XD

    continuo (questa parte l'ho scritta io)

    La solita gente, la solita strada per andare nell’unico posto in cui si sentiva “sicura”, solita notte di birre e di sbronze, solita notte di sesso facile, solita mancanza di tatto.
    Ad Anita non importava niente, non aveva sogni né aspirazioni né interessi. Aveva solo sedici anni e una vita disperata a segnata. Non andava più a scuola da parecchio tempo, anche prima del fattaccio. I suoi corti capelli rosso scuro erano tenuti sul davanti per nascondere i suoi meravigliosi occhi grigi come il ghiaccio. Occhi vuoti e senza speranza. Perché la sua vita era uno schifo. Non provava mai felicità, non aveva voglia di niente tranne magari di qualche spinello. Anita era molto ma molto infelice della sua vita
    Quella sera indossava il suo solito completo: micro top di pelle nera, non portava reggiseno, pancia scoperta, pantaloncini di jeans scuri, calze a rete corvine e alte zeppe di rovinata vernice del medesimo colore del top e delle calze a rete. Il suo trucco era pesante ed appariscente, l’ombretto nero e azzurro non rendeva giustizia ai suoi enormi occhi di ghiaccio antartico, e neanche il rossetto violaceo che dava un orrendo contrasto sia con la sua pelle candida e pallida sia con il naturale colore rosso dei capelli. Le sue numerose lentiggini, uniche cose che potevano dare un tocco di allegria al suo triste ma bellissimo volto, erano nascoste da strati e strati di fondo tinta compatto.
    Anita sapeva che fra un po’ non avrebbe più potuto indossare il suo ormai vecchio top di pelle, che indossava tutte le notti, visto che aspettava un bambino dal suo magnaccia, Tom.
    Si, Anita era una puttana. Diceva che era l’unica cosa che sapeva fare, vendere il suo corpo a chiunque. Poi comunque la sua vita non le piaceva affatto. Aveva solo sedici anni e aveva provato di tutto. Aveva solo sedici anni e andava a battere per racimolare quel poco che serviva per vivere in quel bordello. Non le importava nulla del figlio che teneva in grembo, sperava vivamente che potesse morire fra uno spinello e una pera che si faceva continuamente. E non le importava nemmeno nulla di se stessa, potevano batterla, ribatterla e riscoparsela, il suo corpo tollerava qualsiasi cosa ormai. Era gelida come la neve che si era ormai sciolta, era gelida come i suoi occhi. Potevano anche violentare il suo corpo…non l’avrebbero toccata. Non provava affetto per nessuno, non aveva amici, il bambino nella sua pancia era solo un inutile peso. “Era meglio se non fossi mai esistita” si ripeteva mentre continuava a bucarsi e a farsi le canne.
    Tom si avvicinò a lei con il solito sorriso sghembo che affascinava tutti tranne che lei. Portava i suoi soliti abiti larghi da rapper, muoveva in continuazione il suo piercing al labbro destro per cercare di essere più carismatico. Ma Anita lo trovava semplicemente irritante. Tom spostò i suoi dred verso l’indietro e poi cinse la ragazza per le spalle e lei sbuffò scocciata dal suo fare galante. Perché sapeva che era solo un grandissimo stronzo.
    - Ehi Bimba…come va?- disse Tom gentile.
    - Come vuoi che vada…di merda come al solito…- rispose rozzamente Anita.
    - Nostro figlio come sta?-
    - Vuoi abbassare la voce?! Cazzo! Quante volte ti ho detto che chi cresce dentro di me è solo un segreto che non nascerà mai…-
    - E finiscila di lamentarti sempre, sei solo un’ingrata…-
    - Ognuno…-
    - Ti ho portato una bella compagnia per stasera mia cara Anita…-
    - Se è ancora uno di quei maiali degli amici tuoi ti giuro che lascio tutta la baracca- disse a Tom anche se sapeva che Anita non avrebbe mai lasciato perché era quello l’unico posto in cui poteva stare. Era quello l’unico lavoro che poteva svolgere. La puttana.
    - Ma che…stasera ti ho portato di meglio…mio fratello Bill…vado subito a prenderlo- disse Tom e si congedò per cercare il cliente che avrebbe scopato con Anita quella notte. Lei sospirò.
    Apparve dal nulla un ragazzo dall’aspetto così androgino che Anita pensò istintivamente che fosse una ragazza. Una bellissima ragazza. Poi lo capì che era perfetto: il viso dai lineamenti dolci e candidi, gli occhi accuratamente truccati di nero (sicuramente un trucco migliore del suo), la bocca carnosa e rosea. I suoi capelli erano neri e con alcune meches biondo e sparati in aria, così particolari che sembravano provenire da un cartone animato giapponese. Il ragazzo era magro ed altissimo, portava dei vestiti attillati e stretti in stile dark-gotico. Le unghia erano smaltate di nero e ritoccate con della french manicure. Anita si convinse che lui era il suo più bel cliente, anzi era anche il ragazzo più bello che avesse mai visto. Semplicemente perfetto. Ma nulla sarebbe nato da parte di Anita per lui, era solo il suo sporco lavoro.
    - Questa è Anita, non è nemmeno maggiorenne, trattala bene- disse Tom e sparì. Anita si presentò con il suo solito sorriso finto tipico delle prostitute e gettò a terra il suo spinello che aveva appena finito di fumare mentre era accasciata ad una poltrona nera.
    Bill le prese la mano e la portò in una delle stanze, vi si chiuse a chiave dentro e come tutti i giorni iniziò il solito gioco sconcio.

     
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  7. Kate ~
     
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    Bellaaaa!!!!!

    Io sono curiosa, voglio sapere!!!!!!

    Anita, mi fa tenerezza e rabbia nello stesso tempo.... e Honey, perchè va a mignotte?!?!
     
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  8. •Vanilla•{.:LittlePoint:.!}•
     
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    XD Kate, tutti i ragazzi hanno un lato B, deve sfogare la virilità XD

    comunque è bello anche questo capitolo!! ^^ complimenti!

    xxx
    simo
     
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  9. *Maryon*
     
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    E' bellissima,bravaaaaaaaaaaaaa
    nuuuu bibi ma che fai??per me non ce sta,magari si mettono a parlare,dimmi che è così!!!
    posta presto
    kiss kiss
     
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  10. pIsTaKkIa rocks the world
     
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    grazie mille...

    Anita si sdraiò cercando di essere più disinvolta possibile sul letto matrimoniale e ad acqua presente nella camera della casa chiusa.
    - Anita…che bel nome…- si complimentò Bill mentre rafforzava la serratura della stanzetta squallida.
    - Grazie…- rispose Anita sussurrando- vuoi incominciare tu?-
    - Certo…incomincio sempre io…- disse Bill salendo sulla ragazza con violenza alla quale Anita non fece caso.
    - Preservativo?- consigliò Bill brandendone uno al cioccolato da dentro il suo portafoglio nero con teschi e borchie.
    - No, va bene anche senza…- lo bloccò Anita con una po’ di amarezza, ma non voleva lasciare intendere niente o far capire al suo carismatico cliente che il danno l’aveva già fatto quello stronzo di suo fratello.
    - Meglio così…- commentò compiaciuto Bill- penso che dovrò pagarti di più vero?-
    - Esatto…- disse professionale la ragazza approfittando dell’occasione.
    - Va bene lo stesso…- Bill sorrise al solo pensiero di ciò che avrebbe successivamente fatto alla ragazzina.
    Con le sue affusolate dita spogliò facilmente Anita che si ritrovò in breve tempo completamente nuda sotto il suo volere. Era tanto tempo che non provava più piacere per niente…ma l’essere sottomessa a quel ragazzo così smunto ma così affascinante la eccitava come non mai.
    Anita si ritrovò ad urlare di piacere ad ogni più leggero tocco di Bill. Lui era così perfetto in ogni suo movimento, così sexy e capace di farla impazzire. Lei non ricordava neppure come si chiamasse il suo cliente di quanto era menefreghista e fatta. Ma era solo lavoro. Non c’era amore fra i due. Anita era solo la sua puttanella personale e non sarebbe mai stata nient’altro. Sapeva che non poteva essere nient’altro che una troia e si dispiacque leggermente al pensiero. Bill se la stava scopando con una grazia fuori dal comune. Anita non aveva mai ricevuto un cliente così gentile e dolce con lei. Chissà…forse a poco a poco stava provando qualcosa per quel ragazzo così androgino e tenero.
     
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  11. Kate ~
     
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    CITAZIONE
    Bill se la stava scopando con una grazia fuori dal comune.

    In quel momento, avrei taaaanto voluto essere al posto di Anita!!!!!

    Continua!!!!!!!^^
     
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  12. *Maryon*
     
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    Alla fine Bill ha scopato Anita nuuu T___T
    però mi piace los tesso,brava^^
    posta presto
    baci
     
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  13. pIsTaKkIa rocks the world
     
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    Penultima parte...grazie a tutte...
    questa parte l'ha scritta Ginny e di sicuro vi sorprenderà molto...

    Tenue luce filtrava dai vetri della finestra della camera…
    Bill scostò le lenzuola e si alzò cercando di focalizzare meglio il luogo in cui si trovava…si sentiva debole e terribilmente assetato.
    Anita si rigirò sotto le coperte ancora nuda. Bill le si avvicinò e la svegliò: era necessario che fosse desta.
    - Buongiorno, come hai detto che ti chiami?-
    - Bill-
    - Io sono Anita nel caso non lo ricordassi(è tipico non farlo). Hai un cognome? Un soprannome?-
    - Si…-
    Bill si ributtò nel letto e delicatamente posò le sue mani sulle guance di Anita e la tirò a sé.
    Lei rise…sciocca.
    Bill le diede un lungo bacio e in contemporanea, approfittando della passione della ragazza, prese da sotto il cuscino un coltello da cucina, splendente e terribilmente affilato.
    -…Lo squartatore- continuò la frase lui e affondò l’arma nel petto di Anita spingendola verso il basso.
    Un taglio profondo fino allo stomaco. Bill estrasse un organo di colore azzurrino dalla ragazza e rise, crudele. Lei si dimenava, la paura invadeva ogni cellula del suo corpo.
    - Ti prego c’è un bambino dentro di me!- cercò di trovare una scusa per essere risparmiata. In pochi secondi capì che non voleva morire. Ma Bill non si curò affatto delle parole disperate della sua vittima.
    Bill posò l’organo nel comodino e si preparò a concludere il lavoro…riafferrò il coltello dalle lenzuola ormai rosse e pugnalò il suo cuore. Anita ebbe uno scatto e portò il suo petto in avanti…poi cadde, con gli occhi neri fissi su Bill, nel pavimento. Il ragazzo la lasciò lì e tornò ad occuparsi dell’organo. Lo afferrò ed iniziò a mangiarlo, strappando i delicati tessuti a morsi.
    Qualcuno bussò alla porta.
    - Bill, posso entrare?- disse attraverso la porta il gemello.
    - Entra-
    Tom fece scattare la serratura e osservò il corpo della sventurata Anita.
    - Complimenti, ti avevo detto di trattarla bene…- disse Tom leggermente dispiaciuto per Anita.
    - Se non vuoi lo stesso trattamento, taci…- rispose Bill torvo.
    - Era una brava t*****!- confermò tradendo ogni emozione come era suo solito.
    - Ne troverai altre…- e poi aggiunse- stavo facendo colazione, mi disturbi-
    - Certe volte vorrei andarmene da questa città dimenticata…-
    - Il mondo, noi, siamo stati tutti dimenticati…non c’è vita in altre città…la nostra Parigi è esattamente uguale a Londra, Roma, New York, Città del Capo, Tokio, Sidney…- rispose Bill.
    Tom annuì e lasciò Bill a finire il suo “pasto”.
    - Chissà quante speranze, quanti sogni avevi per il futuro. Chissà come sei giunta a diventare quella che eri fino a pochi minuti fa…- disse Bill rivolto al cadavere.
    - Chissà cosa hai pensato mentre ti ho ucciso. Oh, ma è stata una bella sensazione. Dopo l’attività di stanotte ero davvero allo stremo delle forze. Chissà se tu e il resto del genere umano siete consapevoli. Consapevoli che la vostra anima non è un’entità astratta bensì una parte del vostro organismo. Anche se…nessun medico l’ha vista, essa c’è. E in ognuno di noi e assume colori diversi in base alla purezza dell’anima…perché ti sto rivelando tutto questo? Perché sono certo che non andrai a riferirlo a nessuno, cara Anita. Sai, ho bisogno di confidarmi. Sei stata formidabile stanotte. Ora che ti osservo con più attenzione sei una creatura bella-.
    Bill si alzò e andò a sedersi a terra, accanto al cadavere di Anita. Le toccò i corti capelli rosso naturale e con le dita ripercorse il taglio del coltello.
    - Che bel corpo. Uno spreco averti tolto la vita. Sei capitata fra le mie grinfie al momento sbagliato- sussurrò lui all’orecchio di lei. Ora le toccava il viso, quasi struccato e scoprì che era ancora più bella senza tutto quel trucco esagerato, le sue gelide labbra erano sbavate di rossetto violaceo. La polizia non l’avrebbe mai scoperto. Le forze dell’ordine non c’erano, ognuno era padrone di se stesso.
    - Chissà se avevi una famiglia, ne dubito comunque. Sei troppo angosciata amore mio, cosa ti turba in questo sonno eterno?- e continuò così per ore e ore. Ogni tanto Tom veniva a bussare ma Bill lo cacciava via. Voleva stare solo con Anita, contemplare i suoi lineamenti perfetti, baciarle le labbra morte. Stava accendendo qualcosa di strano. Erano le tre del pomeriggio e Bill spostava il cadavere sul letto, continuando a parlargli e a baciarlo.
    - Perché, mia dolce Anita, sei morta? Chi ti ha fatto questo? Svegliati dal tuo sonno e rivelamelo. Lo ucciderò…-
    Bill glielo urlava ogni minuto…sempre più forte, sempre più forte. Poi di colpo si fermava, si rannicchiava sotto il letto e la abbracciava. Prima spaventato, poi divertito, rideva.
    Una risata innaturale, isterica. L’urlo di dolore di Anita sfondava le sue orecchie, lo tormentava. Eppure non aveva mai accusato di trovarne uno così grande dopo aver ucciso. Uccideva tutti i giorni. Perché stavolta doveva essere diverso? Gli doleva la testa.
    Bill svenne, privo di sensi contro un comodino.


     
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  14. Kate ~
     
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    Oddeo.....

    Ma.... ma ha mangiato i suoi organi?!O_o

    Oddeo!! Questa non me la sarei mai immaginata!!!!!

    Adesso continuaaaaaaaa!!!!!
     
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  15. pIsTaKkIa rocks the world
     
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    Grazie Kate...
    ultimo pezzo...
    che mi fa venire in mente questa canzoone...
    Demolition lovers-My chemical romacen(e quando mai XD)
    metto in spoiler il testo e la traduzione...
    SPOILER (click to view)
    Hand in mine, into your icy blues
    And then I'd say to you we could take to the highway
    With this trunk of ammunition too
    I'd end my days with you in a hail of bullets

    I'm trying, I'm trying
    To let you know just how much you mean to me
    And after all the things we put each other through and

    I would drive on to the end with you
    A liquor store or two keeps the gas tank full
    And I feel like there's nothing left to do
    But prove myself to you and we'll keep it running

    But this time, I mean it
    I'll let you know just how much you mean to me
    As snow falls on desert sky
    Until the end of everything
    I'm trying, I'm trying
    To let you know how much you mean
    As days fade, and nights grow
    And we go cold

    Until the end, until this pool of blood
    Until this, I mean this, I mean this
    Until the end of...

    I'm trying, I'm trying
    To let you know how much you mean
    As days fade, and nights grow
    And we go cold

    But this time, we'll show them
    We'll show them all how much we mean
    As snow falls on desert sky
    Until the end of every...

    All we are, all we are
    Is bullets I mean this
    [x4]

    As lead rains, will pass on through our phantoms
    Forever, forever
    Like scarecrows that fuel this flame we're burning
    Forever, and ever
    Know how much I want to show you you're the only one
    Like a bed of roses there's a dozen reasons in this gun

    And as we're falling down, and in this pool of blood
    And as we're touching hands, and as we're falling down
    And in this pool of blood, and as we're falling down
    I'll see your eyes, and in this pool of blood
    I'll meet your eyes, I mean this forever

    AMANTI DELLA DEMOLIZIONE

    La tua mano nella mia, nella tua raggelante tristezza...
    E allora ti direi che potremmo prendere la strada maestra
    anche con addosso questo carico di munizioni...
    ...finirei i miei giorni insieme a te, sotto una scarica di proiettili.

    Ci sto provando, ci sto provando...
    ...a farti capire esattamente quanto tu significhi per me...
    E dopo tutto quello che abbiamo fatto l'uno all'altra...

    E io andrei avanti fino alla fine con te...
    un negozi di liquori o due terrebbero il serbatoio pieno.
    E io mi sento come se non ci fosse altro da fare,
    se non mettermi alla prova per te...
    ...e continueremo a correre...

    Ma questa volta... intendo farlo davvero.
    Ti faro' capire esattamente quanto tu significhi per me...
    ...quanto la neve che cade su un cielo deserto...
    ...fino alla fine di tutto...

    Ci sto provando, ci sto provando...
    A farti capire quanto tu significhi per me...
    ...quanto i giorni che si dissolvono...
    e le notti che crescono....
    ...e noi diventiamo freddi...

    Fino alla fine....fino a questo stagno di sangue...
    fino a questo... voglio dire questo... e' questo ciò che intendo.
    Fino alla fine di....

    Ci sto provando, ci sto provando...
    A farti capire quanto tu significhi...
    ...quanto i giorni che si dissolvono...
    e le notti che crescono....
    ...e noi diventiamo freddi...

    Ma questa volta, mostreremo a loro...
    ...mostreremo a tutti loro quanto noi valiamo.
    Quanto la neve che cade sopra un cielo deserto...
    ...fino alla fine di tutto...

    ...

    Tutto ciò che siamo....tutto ciò che siamo...
    ...siamo pallottole... è questo che intendo dire...
    Tutto ciò che siamo....tutto ciò che siamo...
    ...siamo pallottole... è questo che intendo dire...

    Come una pioggia di piombo, andremo avanti attraverso i nostri fantasmi...
    Per sempre...
    ...per sempre...

    Come spaventapasseri, che alimentano questa fiamma
    Noi stiamo bruciando...
    ...per sempre... e oltre...


    Un errore imperdonabile, come aveva potuto uccidere una creatura così semplicemente perfetta ed armoniosa?
    “Mi odio, mi odio” gridava Bill dentro di sé, adesso si trovava nel bagno…fissava la sua immagine allo specchio, quella di un assassino senza cuore. E le lacrime iniziarono a scendere, seguite da indecenti singhiozzi. Gli occhi di Bill erano diventati rossi e bagnati di quanto piangeva. Iniziò a graffiarsi il viso con le unghia, violento, accecato dall’odio verso se stesso.
    “ Ti ho avuta solo per una notte…è ingiusto” si diceva.
    “Ma Bill, la vita non è giusta” gli rispondeva l’altro Bill.
    E andò avanti così, parlando con l’altro se stesso e con la morte…una cosa da psicopatici. Lui stava diventando seriamente pazzo.
    Bill passò la notte insonne guardando fuori dalla finestra…dalla camera poteva vedere la Senna piena di rifiuti, senza pesci. Nemmeno il rumore del bordello di Tom lo distrasse, era concentrato…ma chi la voleva una vita come quella che conduceva lui?
    Aveva vissuto anche per troppo tempo in quella squallida terra.
    Aveva perso tutti quelli che amava: i suoi genitori, Rebekka e Madley, Georg, Gustav e Anita.
    Perché continuare a soffrire?
    Questi interrogativi lo svegliarono: velocemente afferrò il corpo di Anita e uscì di casa, ridendo. Ancora quella risata isterica. Ancora quella follia. Corse a lungo le vie più desolate di Parigi, alla ricerca di qualcosa che sembrava non trovare…
    Che vita inutile la sua, era un mostro e i mostri vanno uccisi.
    Si avviò al cimitero della città e, con una pala trovata là, seppellì il cadavere di Anita. Una degna sepoltura per la sua ossessione.
    Per la sedicenne che aveva scoperto di amare!!! Cosa aspettarsi dal domani? Nulla.
    Non c’era più niente che valesse la pena di vivere. Iniziò a piovere e Bill si trovava ai piedi di quello che era stato l’arco di trionfo.
    Ora solo la morte.
    La attendeva, paziente.
    La desiderava con tutto se stesso e alla fine troppo pazzo per ragionare Bill Kaulitz cadde sull’umido asfalto.
    Morto per amore.
    Morto per una grande follia.


     
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