Pain

Ti fa male, tanto.
Piangi lacrime di dolore, di passate incomprensioni,
di vecchie perdite, di dolorosi allontanamenti.
Ti guardi intorno.
Vedi gli altri che ti scavalcano,
che con un salto sono già dall'altra parte della strada,
dall'altra parte del burrone.
Vorresti raggiungerli ma hai paura,
paura che attraversando un tir ti passi addosso,
che saltando ti ritroveresti spiaccicata su quelle rocce lì in fondo.
Hai paura di farti ancora male.
Devi già sopportare le altre ferite ancora aperte.
Gridi.
Gridi per il dolore,
per liberarti,
per far sentire la tua richiesta di aiuto,
ma è troppo silenziosa.
Che c'è piccola?!
Tu che eri la principessa del castello dorato
sei troppo stanca per urlare, sei troppo debole.
Gli anni passati in quel falso mondo di sogni e caramelle è finito, non è vero?
Ti guardi e accarezzandoti il viso
ti sporchi del dolore che vuoi mandare via,
ma che è tuo e mai ti abbandonerà.
Vorresti smettere, chiuderla con questa vista,
ma da sola sai di non potercela fare.
Cerchi di fermare ciò che hai fatto.
Fa male ma almeno
ti ha donato due minuti di felicità,
di libertà,
due minuti per sentirtsi più leggere.
Solo due minuti chiedi, due minuti di normalità.
Ma torna tutto come prima
e tu rimani lì,
seduta in un angolo al buio,
chiusa nell'armadio,
dove speri che nessuno ti possa toccare.
E resti lì a guardare il mondo che gira
e va avanti senza te,
che corre avanti e tu dietro
che cerchi di raggiungerlo.
Ma tanto prima o poi tutti si stancano di correre
e anche tu, molto presto, ti stancherai.