the best time

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  1. mellola
     
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    finalmente scrivo anche io una ff.
    spero vi piaccia e vi chiedo di commentare,grazie ancora.

    CAPITOLO 1- ricordi
    Stavo davanti ad una tazza di caffè ormai da mezzora.
    Facevo girare vorticosamente il cucchiaino all’interno della tazzina ipnotizzata dal rumore che produceva lo scontro tra tazzina e cucchiaino.
    Mia madre era ancora a lavoro e mia sorella era dal suo attuale fidanzato,inutile farle capire che sarebbe stata l’ennesima delusione perché non mi avrebbe ascoltata,semplicemente mi impegnavo a rimettere insieme i cocci del suo cuore spezzato quando sarebbe accaduto,più di questo non potevo fare niente.
    A volte mi fermavo a riflettere sull’ingenuità di una quindicenne che dopo tanti buchi nell’acqua si diverte ancora a tirare sassi nello stagno.
    Ma...se mi preoccupavo di avvertirla,ero la guasta feste gelosa e se non lo facevo ero la sorella insensibile alla quale non interessava nulla della felicità della propria sorellina.
    Ma avevo presto capito che dopo una delusione d’amore anche se l’avevo avvertita dovevo starle accanto e che il solito “te l’avevo detto” non sarebbe servito anzi avrebbe contribuito ad infierire su un cuore già a brandelli.
    Il risultato: rimanevo quasi sempre sola in casa.
    Sola.
    Come risuonava amara nella mia mente la parola sola.
    Anche se mia madre mi giurava ogni sera che sola non lo sarei stata mai era sempre in viaggio lontana chilometri da me per lavoro.
    Parigi,tokyo,los angeles, new york,prada,roma erano poche delle destinazioni che mi avevano tenuto lontana da lei.
    Ma la capivo,infondo lavorava; ma lo stesso film strappa lacrime era diverso se visto da soli o in compagnia,appariva un deja vu,una cosa già vista.
    Facevo la baby sitter alla bambina di sei anni della vicina per sentirmi meno sola anche se la prospettiva di guardare cenerentola 4 volte in una giornata non era per niente allettante.
    Quella bambina si chiamava mary.
    Aveva due splendidi occhi azzurri,non il solito azzurro,un azzurro oltremare ed erano tremendamente espressivi.
    I capelli erano di un biondo cenere grazioso e casto spesso raccolti in trecce.
    Quella bambina mi trasmetteva uno strano senso di tranquillità,di completezza; anche solo toccarle la mano mi faceva volare lontano
    E quell’espressione così tremendamente innocente e ingenua; di chi non conosce ancora il mondo per quello che è,per la sua crudeltà.
    Ma era giusto così,che quegli occhi fossero innocenti.
    Fece irruzione nella stanza con quella gonna che cadeva larga sui fianchi,rossa,come le sue guance dopo una frenetica corsa.
    “vieni...vorrei giocare...”
    “a cosa?”
    “al cavalluccio!!”
    “mary...la mia cara schiena...pietà!” urlai tenendo le mani raccolte e l’espressione compassionevole.
    “dai...”mi chiese dilatando quei due diamanti azzurri.
    “guardiamo la tv???”
    “va bene”.
    Mi parve leggermente delusa,in effetti la sua bocca si tese in una smorfia che prese il posto del suo raggiante sorriso precedente.
    “ho un’idea” dissi “andiamo nell’altalena in giardino?”
    Il sorriso le ricomparve “si si si”
    Infilai le mani nelle tasche ampie e guardai il giardino. era abbandonato. Si notava guardandolo dalle piante che crescevano senza un ordine e dalle erbacce alte che regnavano su quel piccolo giardino,mio caro scrigno di ricordi. Si vedeva dall’edera che cresceva su tutto,anche sull'altalena.In effetti quando io,mia madre e mia sorella ci siamo trasferite qui,in germania,anni fa l’altalena era ben pulita e nuova e il giardino ordinato e curato ma quando mia madre ha cominciato a lavorare freneticamente l’ordine in quel giardino non è più esistito.
    Posizionai mary sull’altalena e cominciai a dondolarla.
    Quello scricchiolio di altalena mi ricordava tanto l’altalena del parco giochi nel quale giocavo da bambina con bill.
    Per un attimo mi parve di sentire il mio cuore stridere,dilaniarsi e urlare, ma non ci feci più di tanto caso.
    Ma a pensarci bene io e bill eravamo semplicemente,due note di una stessa melodia.
    noi siamo sempre stati la prova reale che il numero "due" alcune volte é sinonimo di "uno",ma questo da bambini,da quando bill era andato in germania,io non l'ho mai più rivisto e dora,diciassettenne mi immagino come sia.
    Il cielo era plumbeo e velato da una spessa coltre di nuvole nere;il cielo assieme alle erbacce rigogliose e l’edera che intrappolava in un abbraccio l’altalena contribuivano a dare un’atmosfera spettrale al giardino.
    Infatti mia sorella all’età di 10 anni si era sempre rifiutata di mettere piede in giardino da sola e sosteneva che il fantasma della vecchia proprietaria lo attanagliava in un’oscura maledizione.
    Ora ripensando a quella sua credenza mi viene quasi da sorridere ma guardandosi intorno l’idea della maledizione non sembrava poi così fantasiosa; il giardino sembrava la scenografia di un film thriller, ma nello stesso tempo donava un’atmosfera malinconica,vissuta,quasi dolce.
    L’unico particolare che stonava con la freddezza del giardino e la smorzava era la gonna rossa di mary; che decisamente mi sembrava fuori luogo in quel luogo.
    Eppure quanti ricordi custodiva gelosa quell’altalena; sicuramente tanti,troppi.
    “hai freddo?” chiesi a mary che mi dava l’impressione di avere non poco freddo nel vederla sfregare le mani veloci su e giù sulle braccia.
    “si ma voglio stare qui!”
    “ma ti ammalerai” dissi smettendo di dondolarla, interrompendo così lo scricchiolio prodotto dall’altalena.
    “ma sono già malata tanto!” disse facendo spallucce.
    “è ancora peggio! Su vai in casa”
    “no”
    “se non ci andrai,qui non ti ci porterò più”
    E sbuffando scese dall’altalena,mi parve di rivedermi da bambina quando mia madre mi impediva di mangiare prima di cena o mi obbligava a tornare puntuale per pranzo non potendo così giocare nel parco con gli amici dopo la scuola.
    Personalmente mi arrabbiavo tanto ma capii presto che lo faceva per il mio bene.
    È estremamente difficile prendersi cura di qualcuno.
    Mi lasciai cadere sull’altalena stanca.
    Il cellulare nella tasca mi vibrò e lo estrassi sbloccando la tastiera.
    “ciao...domani,dopo scuola ti va se vieni da me? ho una sorpresa per te,andreas”
    Feci scorrere le dita veloci sulla tastiera;
    “perfetto,a domani”
    Sorrisi felice sull’altalena pensando cosa stesse facendo ora quel bambino che all'asilo mi faceva i dispetti.


    It's been the longest winter without you
    I didn't know where to turn to
    See somehow I can't forget you
    After all that we've been through

    better in time-leona lewis


    scusate se ci sono errori di battitura.
     
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  2. *Stellina_Kaulitz*
     
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    wow!!!è davvero bella!! ^^ continua prestoo!!! :xwwer:
     
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  3. serenoska
     
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    che bella!!!!!!!!!!! continua presto!!!!!!
     
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  4. mellola
     
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    CAPITOLO 2-ancora i tuoi occhi

    L’estate ad amburgo non era mai stata troppo calda. Era più un caldo simile ad umido,fastidioso. Ma i sorrisi tra l’umidità con gli amici non si dimenticano.
    Sentii una strana sensazione di caldo e mi districai dalle lenzuola leggerissime che scivolarono dolci sulla mia pelle.
    Provai ad aprire gli occhi ma li richiusi subito perché la luce proveniente dalla finestra aperta mi trafisse le retine senza contegno. guardai mia sorella minacciosa,anche un po’ stanca,io dovevo affrontare l’ultimo anno di liceo. Purtroppo ancora un anno di scuola mi avrebbe impedito di spiegare le ali lontano.
    “neanche in vacanza si dorme?”
    “no. Hai visto la giornata? Usciamo!” mi avilii. Inutile tentare di far ragionare,impossibile.
    Ma la visuale che la finestra aperta mi regalava era in effetti rara ad Amburgo. Il cielo era azzurro senza traccia ne comparsa dispettosa di nuvole e il sole batteva forte sull’asfalto caldo.
    sorrisi,felice.
    "tutto ok ieri sera con mary?" mi chiese kat.
    "si si e tu con mike?"
    "benissimo...sai credo di amarlo!"
    amore. che delusione;l'amore è un sentimento forte che ti invade,che ti crea dipendenza verso il modo di sorridere,di parlare di gesticolare della persona amata,non è la parola in sè,le parole scompaiono.
    perchè quando ami diventi vulnerabile,aspetti alzata fino tardi la notte perchè lui non ti ha ancora chiamata,cosa che ti aveva promesso.
    quando ti sorride senti tanti brividi che non comandi che sono spesso seguiti dal rossore in volto;lui diventa il tuo primo pensiero nel vedere i raggi del sole e l'ultimo mentre saluti sognante la luna,che ti intimorisce forse un po',per la sua luce e grandezza.
    l'amore è la possibilità di sorridere nel dolore.
    di stare ore sotto la pioggia a cantare,stonata,le canzoni d'amore che gli dedicheresti.
    "amore? amore è una parola grossa!"
    "lo so,ma io...io credo proprio di amarlo!"
    "ok 15enne con gli ormoni che fanno festa spostati"dissi ridendo.
    la risposta a ciò che dissi fu una cuscinata non indiferente che mi colpiì in pieno viso.
    "ti prego!!"
    dissi ridendo,mi piaceva sommariamente parlare con mia sorella o anche solo fare commenti sui fisici di mark e jack quando si spogliavano in piscina.
    il mio cellulare mi sorprese squillando ed io risposi leggendo nello schermo che continuava ad illuminarsi che mi stava chiamando andreas.
    "ciao!! sei sveglia??"
    "se ti rispondo significa che sono sveglia!!"
    "vero...oggi,comunque ti fai trovare al parco dove giochevamo da piccoli alle 17 ok??"
    "si...ma perchè?"
    "è una sorpresa...vestiti carina!"
    "dai andreas!!"
    "non è la tua festa di compleanno!"
    "andreas?"
    "si?"
    "il mio compleanno è tra tre mesi! XD"
    "vero...vado.."
    "aspet"
    riattaccò.
    sinceramente non riuscivo ad immaginarmi nessuna sorpresa,insomma andreas mi faceva sorprese solo quando aveva qualcosa da
    farsi perdonare e fino a prova contraria non mi aveva ferita in nessun modo.
    feci aderire la schiena al freddo schienale della sedia in cui mi ero seduta.
    e sbuffai,sorrisi da sola nel costatare quanto sembrassi buffa nei miei comportamenti da bambina.
    andres dopo la partenza di bill e tom rimase con me e nei primi mesi che seguirono la partenza dei gemelli mi stette molto vicino anche perchè stavo soffrendo davvero tanto.
    nel tempo,tra sorrisi e battute diventammo amici e tra noi si instaurò un legame di amicizia saldo e che mi donò tanti sorrisi,ma bill mi mancava e tanto.
    ma spesso evitavo di farlo notare alle persone a me care che sicuramente si sarebbero rattristate nel vedermi triste.
    mi mancava quel bambino dolcissimo che all’asilo si divertiva a slacciarmi le trecce e a farmi i dispetti,quel bambino a cui anche se mi faceva arrabbiare non riuscivo a tenere il muso,oppure nel vago tentativo di farlo poco dopo ero con lui sull’altalena.
    mi mancava quel bambino che veniva spesso offeso per via del look con cui tante volte ero rimasta in bagno a vederlo piangere e ogni lacrima che versava era per me una stretta allo stomaco.
    Quel ragazzino che consolavo ripetendogli che era speciale come pochi.
    Quel ragazzino che impazziva per nena.
    Quel ragazzino ccon cui ho passato ore ad ascoltare su un prato d’estate tra il profumo dei fiori e l’afa estiva con un auricolare per uno i metallica e tutte quelle scenate che facevo quando mia madre mi costringeva a tornare a casa per cena.
    i miei pensieri furono interrotti un'altra volta dallo squillare del cellulare.
    "andreas cosa vuoi ancora?" dissi un po' scocciata ma anche divertita.
    "lo sai vero che bill faceva parte dei devilish vero?"
    "come faceva?"
    "faceva perchè ora esistono i tokio hotel e stanno anche facendo successo!"
    "ma come....io una loro canzone alla radio o in tv non l'ho mai sentita!"
    "ehi piccola sono agli inizi! comunque vai su google e digita bill kaulitz e vedrai com'è cambiato il tuo bibi!"
    "ok...ciao"
    riattaccai e non me lo feci ripetere due volte digitai tremante quelle due paroline sulla tastiera.

    spero vi piaccia,grazie davvero.
     
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3 replies since 11/6/2008, 13:40   55 views
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