Un'altra volta noi

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  1. ~•>>Bea*
     
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    scusate ragazze, ma in questi giorni ho avuto parecchio da fare, appena posso vi posto il capitlo nuovo!
     
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  2. °BabyBill93°
     
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    Non ti preoccupare assolutamente, posta quando vuoi!! Noi aspetteremo con ansia!!
     
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  3. lady k
     
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    SPOILER (click to view)
    Non ti preoccupare assolutamente, posta quando vuoi!! Noi aspetteremo con ansia!!

    aspetteremo con molta ansia
     
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  4. ~•>>Bea*
     
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    rieccomi! scusate se vi ho torturate! spero che vi piaccia anche questo capitolo!

    Capitolo 4

    Il ragazzo entrò e raggiunse la camera dell’amica dalla quale proveniva della musica. La porta era socchiusa e dalla fessura s’intravedeva la ragazza che senza maglietta sistemava alcuni libri sugli scaffali.
    Il suo corpo si muoveva in sintonia con la musica, ma non ballava. Erano i suoi gesti lenti il modo in cui prendeva in mano i libri, il modo di spostarsi i capelli dagli occhi, il modo in cui sorrideva. Incantava molti ragazzi, ma a lei non interessava nessuno.
    Il ragazzo entrò piano cercando di non farsi notare ma non ci riuscì, la ragazza se ne accorse e spense lo stereo.
    -che ci fai qui?- chiese la ragazza tenendo lo sguardo fisso verso il basso
    -sono venuto a salutarti…- proseguì Tom -oggi non ti ho vista e così, eccomi qui…-
    -beh ciao…- rispose Laura non degnando il ragazzo di uno sguardo
    -ehi, che c’è?- chiese Tom preoccupato
    -che c’è? E me lo chiedi?...perché non mi hai detto niente di Cindy?...ma sai che ti dico? Non me ne frega niente!!! So benissimo che non ti servirò più!! Ti ho aiutato solo a non perdere l’anno!- sbraitò Laura furente
    -stai dando i numeri?...si può sapere che cazzo dici? Non capisco perché ti scaldi tanto!! Non è la prima volta che vado a letto con una ragazza e adesso fai questa scenata!!!...e non ti ho usata, cazzo!! Siamo amici, la conosci questa parola?!- rispose Tom con un tono di voce piuttosto alto.
    Laura non rispose, rimase in piedi con lo sguardo perso nel vuoto mentre una lacrima le rigava il viso. Ora si sentiva la persona più stupida sulla faccia del pianeta. Perché le dava così fastidio? Perché aveva preso così male questo fatto? In fondo non era la prima volta che succedeva, ma soprattutto Tom non le doveva spiegazioni…loro erano solo amici, già, solo amici. Non ne era del tutto convinta, non è facile essere solo amica del ragazzo più bello mai visto prima, dell’oggetto del desiderio di centinaia di coetanee. Non era facile, per niente.
    Tom si avvicinò alla ragazza, mettendole le mani sui fianchi la strinse a sé, la guardò intensamente negli occhi e la abbracciò. Notò le valigie dietro di lei e la strinse più forte. Non poteva andarsene, non doveva. Non era più una questione scolastica. C’era del sentimento, forte, incontrollabile, confuso, nuovo ed addirittura impulsivo.
    Tom sentiva le curve sinuose premere contro il petto, nessun desiderio sessuale. Solo una voglia irrefrenabile di stringerla ancora fra le sue braccia, di volerle bene.
    -Tom, domani parto…-sussurrò la ragazza scostandosi dal viso i rasta dell’amico.
    -Lo so…- continuò Tom -A quando?-
    -Luglio, Tom…Luglio- disse Laura, facendosi spazio con la testa sulla spalla di Tom.
    Tom le diede un bacio sulla guancia, accarezzandole la testa, tenendola fra le sue mani, come fosse qualcosa di prezioso, qualcosa che rischia di rompersi facilmente. Quel bacio poteva significare un’infinità di cose, ma allo stesso tempo nemmeno una. Mi mancherai. Questo era tutto ciò che occupava i loro pensieri.
    Mi mancherai, come se nella notte di San Lorenzo mancassero le stelle, insensato, come se durante la vigilia di Natale mancasse la neve, incompleto.
    Laura stava ancora sorseggiando la camomilla, quando prese un fazzoletto e si asciugò una lacrima che scendeva sulla guancia destra. Affondare nei ricordi non l’aveva aiutata, anzi sarebbe stata una notte molto lunga. Capì che quell’infuso non avrebbe avuto alcun effetto, quindi si alzò e si versò dello scotch in un bicchierino e lo bevve tutto d’un fiato, “se con le buone non va, proviamo con le cattive!” penso Laura tra sé e sé.
     
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  5. sweetchris
     
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    Bella ... mi piace sempre di più!!
    Continua mi piace tantissimo!!
     
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  6. ~•>>Bea*
     
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    grazie sweet!^^
     
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  7. °BabyBill93°
     
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    E no, uffa!! Adesso piango anche io!!

    Laura non può andarsene!! E Tom?? Povero cucciolo!!

    Bravissima, Bea, continua presto!!
     
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  8. lady k
     
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    continua mi piace troppo questa ff. povera laura, ma anche tom... voglio dire, poteva pensarci prima
     
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  9. ~•>>Bea*
     
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    grazie per i commentucci ragazze!!! sono molto contenta!

    Capitolo 5

    Si sdraiò sul divano con lo sguardo perso nel vuoto. Non riusciva a distogliere il pensiero dai ricordi, era più forte di lei, ancora quelle sensazioni, quelle emozioni.
    Laura arrivò con la zia a Cagliari nel primo pomeriggio noleggiarono un auto e si diressero in un grosso centro vicino sul mare. La ragazza fu silenziosa per tutto il tragitto, mentre la zia la scrutava attentamente, tra una canzone e l’altra della radio, per cercare di capire qualcosa ma non era facile. Gli occhi di Laura nascondevano qualsiasi emozione.
    -Laura tesoro, problemi di cuore?- disse la zia con un tono squillante e preoccupato, passando una mano nei capelli della ragazza.
    -Ni…- rispose Laura sospirando e abbozzando un mezzo sorriso sul volto. Parlare con la zia era più semplice. Era la zia che tutti desideravano, tutti la scambiavano per una sorella maggiore, dei suoi trentatré anni ne dimostrava ventitré. Single convinta alla ricerca del divertimento alla stato puro. Un uragano di vita. Sapevano entrambe che quel mese non sarebbe stato del tempo buttato via.
    Laura raccontò tutto d’un fiato quello che era successo togliendosi un peso dal cuore.
    -e le cose stanno così…bella situazione!!- esclamò la zia sistemandosi i capelli nello specchietto retrovisore.
    Laura annuì
    -beh tesoro…un po’ difficile darti un consiglio…mmmhhh…vediamo…aspetta un po’ di tempo così potrai capire meglio come stanno le cose e in seguito prendere una decisione ok?-
    Laura sorrise anche se sapeva benissimo che non avrebbe mai seguito i consigli di qualcun altro all’infuori di sé stessa.
    Arrivarono in una piccola casetta bianca rustica sul mare, un posto carino lontano dalla confusione. Infatti non era quello che si aspettava la zia. A Laura piaceva molto, avrebbe avuto così modo di rilassarsi e distrarsi pensando ad altro. La spiaggia era semi deserta e questo non piacque alla zia che si mise ad imprecare sotto voce aspettandosi una discoteca dopo l’altra.
    -Che fregatura, maledetta agenzia viaggi!!- esclamò Rosemary estraendo dalla sua borsetta il cellulare e chiamando l’agenzia. Quando finalmente rispose l’impiegato gliene urlò di tutti i colori, mentre il povero malcapitato dall’altra parte del telefono provava a scusarsi in tutti i modi per il malinteso ma ormai non c’era niente da fare.
    Intanto Laura entrò in quella piccola casetta, non era male salì le scale che la condussero al piano di sopra dove si trovavano due camere da letto e un piccolo bagno, mentre al piano sottostante vi erano una cucina ed un salotto.
    Rosemary dopo aver finito di insultare tutti entrò in casa. Quel posto non la convinceva affatto e non avrebbe avuto pace fino a quando non sarebbe ritornata ad Amburgo, non c’era anima viva a parte una coppia di anziani che vivevano a duecento metri di distanza. Sbuffando salì le scale con le valigie in mano trascinandole per il troppo peso lungo le scale. Quando arrivò in camera le lasciò cadere e si gettò di peso sul letto con il volto sprofondato nel cuscino rimanendo immobile per qualche minuto.
    Laura se ne stava sulla veranda con i gomiti appoggiati su di un muricciolo bianco a fissare quella linea sottile dove il mare iniziava a perdersi nell’infinità del cielo, a quella leggera visione svuotò la testa da ogni pensiero e le parve di fondersi con l’aria di diventare parte di quell’immagine perfetta, lei che ammetteva di essere il contrario della perfezione.
    In questo clima passarono le giornate delle settimane seguenti trovando un compromesso con Rosemary, di giorno in quella spiaggia desolata ma di sera si raggiungeva la città per divertirsi fino all’alba. Certo a Laura interessava ben poco andare in discoteca perciò decisero di andare ad un party sulla spiaggia. Mentre la zia si divertiva con altre persone Laura si sedeva sulla sabbia poco distante a guardare il mare, alla ragazza era quello che piaceva fare, confrontarsi con cose immense confronto a lei.
     
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  10. sweetchris
     
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    è supermegastrepitosa continuaaaaa!!!
    Mi piace troppo!!!!
    Sei bravisima!!
     
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  11. ~•>>Bea*
     
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    dankeee!!!^^
     
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  12. °BabyBill93°
     
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    Brava, Bea, continua presto!!
     
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  13. lady k
     
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    bellissima, posta plesto
     
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  14. ~•>>Bea*
     
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    grazie per i commentucci fedelissime!!! :vthuyu:
     
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  15. ~•>>Bea*
     
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    ecco il nuovo capitolo! spero vi piaccia!

    Capitolo 6

    Quello scotch scadente non le aveva fatto nulla così si chinò sulla vasca della sua tartaruga, la sollevò e dopo averla asciugata si sdraiò di nuovo, appoggiandosela sul petto. La osservava in tutta la lentezza dei suoi movimenti, il modo in cui si guardava attorno, il modo in cui cercava di capire cosa le stesse succedendo. C’era un’analoga somiglianza tra lei e quel rettile. Entrambe cercavano di capire cose a cui mai avrebbero trovato una risposta concreta.
    Ma anche a Berlino qualcuno non riusciva a dormire quella notte. Forse anche lui stava affogando in un mare di dolorosi ricordi da cui era difficile riemergere. Le stesse emozioni, le stesse sensazioni, lo stesso dolore che mai era stato dimenticato nonostante tutto il tempo passato lontani.
    A petto nudo affacciato alla finestra del balcone osservava con disinteresse le foglie degli alberi che si muovevano. L’aria fredda gli pungeva contro la pelle candida, ma non gli importava, aveva ben altro per la testa.
    -Tom chiudi la finestra che ho freddo- disse Bill, facendo sbucare parte dei suoi capelli dalla coperta.
    -Bill non rompere, vattene in camera tua…- rispose Tom di malavoglia, lasciando cadere della cenere dalla sua sigaretta ormai consumata.
    -Sai che non posso, stanno imbiancando e c’è una puzza insopportabile!!- disse Bill sospirando
    -Se non ti fossi appoggiato al muro con le mani sporche di nutella non sarebbe successo e ora dormiresti al calduccio nel tuo letto!- rispose il fratello facendo una vocina irritante.
    -Tom…che succede?- Chiese Bill tirandosi su sul cuscino e tenendosi la testa con la mano.
    -Quello che non succede più da cinque anni, ecco cosa non succede…siamo stati degli stupidi e basta, avremo dovuto pensarci due volte e invece no…è successo un gran casino e basta…-disse Tom chiudendo la finestra e lasciandosi cadere sul letto.
    -Tom, non puoi rimproverarti niente, quel che è successo è successo, lo so che non vuol dire niente, ma sicuramente stare lì a pensare a come starebbero le cose adesso se tu ti fossi comportato in un determinato o in un altro non ti servirà a niente…- proseguì Bill -piuttosto, vi siete sentiti ancora?-
    -Sì…ma solo un paio di lettere, dopodiché suo padre se n’è accorto e abbiamo dovuto tagliare tutti i ponti…- rispose Tom, la sua voce celava un velo di tristezza.
    Laura era tornata da pochi giorno dall’Italia, la vacanza non era stata poi tanto male. Appena atterrate in Germania Rosemary piombò in agenzia con ancora i bagagli in mano incutendo terrore all’impiegato che appena la vide capì chi era e perché fosse lì.
    La ragazza invece non tornò a casa subito, lasciò le valigie a sua madre e si diresse verso un piccolo parco giochi che nessuno frequentava più, per cercare un po’ di pace e un po’ di tranquillità, ma più semplicemente per starsene sola e per evitare di rispondere alle domande che sua madre le avrebbe rivolto.
    Non un filo d’aria, non un rumore. Nemmeno gli uccellini cinguettavano per il troppo caldo. Solo un silenzio profondo. Laura si sdraiò sulla panchina con il braccio sugli occhi per ripararsi dal sole.
    Ad un certo punto il rumore di erba secca schiacciarsi sotto le suole delle scarpe interruppe il silenzio. Accecata dal sole la ragazza cercò di vedere chi fosse ma non ci riuscì, dopo poco riuscì a mettere a fuoco che era Tom, in piedi davanti a lei.
    -Sei tornata…- disse Tom sedendosi vicino a lei.
    -Già…senti io non volevo arrabbiarmi così…non avrei dovuto…tu sei libero di fare quello che vuoi e io non posso dirti niente.- disse la ragazza tutto d’un fiato.
    -Forse questo non è il posto adatto per parlare, ci sono quaranta gradi all’ombra e un sole che scotta…andiamo a casa mia.- propose Tom.
    I due si avviarono parlando del più e del meno, fino a quando arrivarono a casa di Tom.
    -Vuoi da bere?- chiese Tom.
    -Sì, qualsiasi cosa basta che sia ghiacciata!- rispose Laura sistemando i capelli in una coda di cavallo.
    -Birra?- Chiese Tom, mostrandole due bottiglie.
    -Va bene…ma poi non prendermi in giro se non la finisco!- rispose la ragazza accennando un sorriso.
    Entrarono in camera di Tom e si sedettero sul letto di Tom, sorseggiando le loro birre.
    -Comunque ho capito cosa vuoi dire…non ti preoccupare…- Tom interruppe quell’imbarazzante silenzio.
    Laura posò la bottiglia per terra. Si avvicinò a Tom e l’abbracciò. Tom fece per muovere la gamba quando per sbaglio rovesciò la bottiglia con tutto il suo contenuto sul pavimento.
    Si chinarono entrambi per terra cercando di asciugare il pavimento quando i loro sguardi s’incrociarono.

    Edited by ~•>>Bea* - 26/6/2008, 14:16
     
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