*it's good to be in Love*

eppure mi manca così poco per arrivare ai pezzi hot che scrivevo nelle ore di matematica a scuola...

Entrati in camera, Bill prese Rackele in braccio, accarezzandola sotto la maglietta, con quelle mani calde, fini, curate...Quelle mani che, di solito, tenevano un microfono, dando vita ad una voce altrettanto meravigliosa...

“Ti desidero...”
“Fammi tua...”

Bill non se lo fece ripetere due volte, la sdraiò sul letto, le tolse dolcemente la T-shirt e si avventurò su quel seno che tanto gli era mancato, baciandolo dappertutto.

Lei si era già portata avanti, slacciandogli la cerniera dei pantaloni e intrufolandosi con le mani in quella parte tanto segreta, quanto bramata, accarezzando ogni punto del suo membro...già fin troppo eccitato.

Bill la raggiunse, slacciando anche lui la zip degli shorts neri, che le facevano una siluette a dir poco invidiabile. Glieli sfilò lentamente, per poi sfilarsi i suoi...

Lo avvicinò a sé, lui di risposta iniziò a strusciarsi.

Iniziava a far caldo, tanto caldo.

Lei non resistì più. Gli tolse i boxer, strappandoglieli dal corpo esile. Bill ebbe un gemito.
Si sfilò il perizoma e quando Bill entrò in lei, era come se si svuotasse.
Finalmente.
Sempre più veloce, sempre più forte. Un grido, un altro grido. Un gemito, un altro gemito.
La strinse a sé, più che poteva. Era sua, solo e finalmente sua.
Insieme vennero, come due cronometri, insieme gridarono dal piacere, insieme gemettero di gioia e felicità... Si erano uniti, erano diventati una sola cosa, la creatura perfetta...