» Mi Manchi

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  1. »Eleo
     
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    » Mi Manchi





    Lo scompartimento in cui sono seduta è vuoto, meglio così...
    Mi accoccolo sul sedile rannicchiando le gambe contro il petto, il treno ha già ripreso la sua corsa, viaggia veloce, veloce come i miei pensieri.
    I miei pensieri impregnati di te: il mio cuore accelera all’idea di te, al ricordo del tuo profumo intenso, del tuo sorriso disarmante.
    Il mio sguardo vaga fuori dal finestrino, affascinato dal susseguirsi rapido di immagini coloratissime e confuse, mentre il sole dorato scompare lentamente dietro l’orizzonte.
    Case, alberi, macchine, persone, luci e di nuovo case ed alberi.
    Cerco una distrazione, un diversivo che mi impedisca di pensarti ancora... ma è un tentativo pressoché impossibile visto che sei entrato prepotentemente dentro di me e adesso che ti sei annidato in quella parte profonda ed oscura sarà difficile allontanarti.
    Inizio a sentire caldo. Slaccio la felpa blu e la sfilo in fretta per poi riporla sul sedile vuoto accanto a me.
    La stanchezza inizia a farsi sentire, chiudo gli occhi e abbandono la testa all’indietro contro lo schienale di pelle lucida del sedile.
    I colori, le sensazioni, le fragranze di quella giornata insieme tornano vividi nella mia mente...

    Togli gli occhiali da sole e i tuoi occhi magnetici mi paralizzano. Tutto ad un tratto il discorso che avevo accuratamente preparato si rivela una lunga e patetica accozzaglia di frasi, niente in confronto al tuo sguardo carico di parole...un fiume di parole silenziose e mai pronunciate mi blocca.
    Ti avvicini...troppo per evitare quello che sta per accadere. Le tue mani delicate si appoggiano sulle mie guance...


    Mi sento avvampare. Ripercorro con la punta delle dita quelle cicatrici invisibili che hai lasciato sulla mia pelle, rimango ad occhi chiusi ad assaporare le sensazioni che mi pulsano nelle vene.
    Posso quasi sentire ancora le tue labbra che si posano sulle mie, le tue braccia muscolose che mi cingono la vita ed il mio respiro si fa affannato...
    Un altro treno sfreccia al di là del finestrino, il rumore forte inaspettato mi fa sobbalzare.
    Un attimo.
    Tanto basta per farmi tornare alla realtà.
    È un attimo ed il treno è già sparito dalla mia visuale, lontano.
    Lontano come te.
    Appoggio la testa sul finestrino gelido. Seguo con il dito i contorni affusolati delle rotaie che si muovono veloci accanto al treno, ma gli occhi si fermano a guardare le mani.
    Con queste mani ho accarezzato la tua pelle, con queste mani ti ho fatto godere...
    Mi raddrizzo sul sedile e scuoto la testa, non devo lasciarmi andare, devo scacciare dalla mia mente quelle immagini; mi sto facendo solo del male, lo so...lo so, ma mi manchi.
    Prendo il giornale che ho comprato in stazione, le solite notizie, le solite persone...lascio che le mie mani sfoglino svogliatamente le pagine patinate e tu inaspettatamente sbuchi in un trafiletto e poi...poi è inevitabile.
    La rivista mi scivola dalle mani...chiudo gli occhi di nuovo, ormai sono in balia dei ricordi: di te, di noi.
    E ormai non mi importa se starò male.


    Le tue mani sono sul mio seno, mentre le nostre lingue si muovono insaziabili, ti stringo a me voglio sentirti più vicino.
    Cadono i vestiti, cadono le ultime barriere tra di noi.
    Mi spingi delicatamente sul letto continuando instancabilmente a baciarmi il collo mentre le nostre mani esplorano zone proibite...rotolo su di te, voglio che questa notte rimanga per sempre impressa nella tua memoria.
    Bacio avida la tua bocca, sembri sorpreso, io stessa lo sono.
    Giudo le tue braccia sopra la tua testa, capisci quello che voglio ed assecondi il mio gioco incrociando le mani sotto la nuca, mentre sul tuo viso si apre un sorriso divertito.
    Ed io scendo piano ad assaporare il tuo corpo, mentre il tuo odore mi inebria e tutto quello che c’è attorno a me scompare: ci sei solo tu, tu ed il tuo corpo.
    Pian piano la mia lingua disegna una linea immaginaria, lasciando piccole tracce di me lungo il tuo collo, sui tuoi pettorali, per soffermarmi poi sui tuoi addominali scolpiti.
    Arrivo all’elastico dei tuoi boxer e mi fermo.
    Ti guardo maliziosa negli occhi mentre la mia mano si è già fatta strana sulla tua eccitazione.
    Si muove lenta.
    Su e giù.
    Non smetto di guardarti mentre chiudi gli occhi e trattieni il fiato. Schiocco piccoli baci sul basso ventre mentre ascolto il tuo respiro che si accorcia. Mi tocchi il braccio e mi fai stendere sotto di te e accarezzandomi le cosce mi fai aprire leggermente le gambe.
    Scivoli piano dentro di me. Mi stai ancora guardando negli occhi; mi stai guardando come se fossi la cosa più bella che tu abbia mai visto in tutta la tua vita.
    Ti muovi piano su di me e cerchi le mie mani. I tuoi movimenti si fanno più profondi, ritmici, veloci e piccole di gocce di sudore imperlano il tuo viso quasi perfetto.
    I nostri respiri sono sempre più affannati ed io non riesco più a trattenere i gemiti.
    Mi libero dall’intreccio delle tue dita ed incrocio le braccia sulle tue spalle, ti spingo più in fondo dentro di me, assecondando con il bacino il tuo ritmo, sento i tuoi muscoli tendersi sopra di me, anche tu stai raggiungendo l’apice.
    Ti muovi ancora più velocemente...inarco la schiena, mi prendi il viso tra le mani e mi baci con passione.
    Insieme raggiungiamo il vertice.
    Sposto una ciocca di capelli che ti è caduta davanti agli occhi. Voglio perdermi in quell’oceano verde, un brivido percorre ogni cellula del mio corpo.
    Lo so, è strano da dire, è strano da capire, ma quando vedo te, quando vedo i tuoi occhi mi sento completa...

    La porta dello scompartimento si apre di scatto, un controllore anziano mi guarda stupito, abbassa gli occhi sulla cartelletta e mi chiede velocemente il biglietto. Ancora frastornata gli porgo distrattamente il piccolo rettangolo di cartoncino blu. Me lo restituisce dopo averlo pinzato con la macchinetta, ora vi è una stellina impressa sul bordo accanto alla scritta “Sola Andata” .
    Mi saluta, socchiude la porta, indugia, sembra voglia chiedermi qualcosa, ma i mie occhi lucidi lo distolgono dall’intento.
    Cosa avrei dovuto raccontargli?!
    Che sono ostaggio dei tuoi ricordi?!
    No!
    Gli avrei semplicemente risposto che ho una storia d’amore, è la storia di un amore a distanza...un amore senza tempo, un amore che ti consuma il cuore e la mente, l’amore di una studentessa di psicologia e del misterioso bassista dei Tokio Hotel.

     
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    Complimenti sorella>!!
    Mi piace come è scritta, Georg è un'ottima scelta!
    L'ultima frase è da brivido!

    e per citare una nostra parola: Wow!XD
     
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  3. »Eleo
     
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    ohh graazie!!!
    un commento che meeeeraaaavigliaaaa *_*
     
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    Be' se merita si commenta U.U
    E poi Wow altro che meraviglia XD
     
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3 replies since 28/6/2008, 17:45   310 views
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