La mia fan fiction!

siate clementi.. T.T

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  1. ~> Lulù°
     
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    Abbiate pietà!!! :sweatdrop:

    - Solo Te.. -

    Ciao! Mi chiamo Eleonora, ho 17 anni e vivo a Londra con le mie migliori amiche : Sam e Anna.
    Sam ha compiuto 18 anni da pochi mesi e da quel giorno è come impazzita. Ha un’ esagerata fretta di fare tutto quello che fino a pochi mesi fa le era in qualche modo vietato. Ultimamente si è messa in testa di acquistare un auto. Secondo lei con un mezzo a disposizione – che non sia la mia vespetta GTS 250 – La vita sarebbe molto più facile. Così, da una settimana a questa parte, coglie qualsiasi occasione per far notare a me ed ad Anna quanto abbiamo bisogno di quel mezzo!
    È una ragazza molto orgogliosa e per lei il detto “La gentilezza apre tutte le porte” Non ha alcun significato. Diciamo che ha sempre preferito aprirsele con la forza le porte!
    È una ragazza sportiva, e grazie ai 1000 sport da lei praticati fin’ora, ha un fisico invidiabile : Alta, snella e formosa. Il genere di bellezza che si vede nei cataloghi dei costumi da bagno e che infligge duri colpi all’autostima delle altre ragazze. Ha i capelli mossi e lunghi, di un color rossastro adorabile. Gli occhi neri e profondi. I lineamenti del suo viso sono forti e leggermente marcati. La carnagione color bronzo dà l’idea che sia perennemente abbronzata. Nel complesso è una ragazza particolare, ma bellissima. e grazie al suo aspetto magnifico non ha mai avuto problemi con i ragazzi, nonostante il suo modo di fare un po’ da maschiaccio.
    Anna ha 16 anni e non vede l’ora di compierne 17. Per me e Sam, è come una sorellina minore che ha bisogno di consigli da chi ha più esperienza di lei.
    Anna è esageratamente dolce e gentile con tutti. Non sarebbe capace di far male ad una mosca. E se si prende in considerazione il detto “errare è umano, perdonare è divino” beh, lei è la dea delle dee!! Ed è per questo che ha bisogno di essere “controllata” e consigliata. D’altronde si sa, le batoste peggiori arrivano sempre alle persone migliori!
    Anna scrive canzoni. Bellissime canzoni. Con significati molto, molto profondi. Ha una voce stupenda quindi, volendo, potrebbe anche cantarle e sfondare nel mondo della musica. Ma ha troppa paura. Quindi si limita a “vendere” i propri testi a cantanti privi di talento che, anche muniti dei testi più belli del mondo, non andrebbero da nessuna parte! “a me basta sapere che vengono ascoltati.. e magari, apprezzati! anche se da una sola persona” ha sempre detto.
    Il fisico di Anna è praticamente il contrario di quello di Sam : gracile, di bassa statura, non molto formosa, carnagione bianchissima, viso a forma di cuore, grandi occhi azzurri e lunghi capelli lisci e biondissimi
    Da l’idea di una fragilissima bambolina di porcellana e.. Beh.. in effetti, pensandoci bene, Anna è anche più fragile di una bambola di porcellana!
    E poi ci sono io! Come ho già detto, mi chiamo Eleonora ed ho 17 anni, ma non sono impaziente di compierne 18. Non vedo come la mia vita possa “cambiare radicalmente” – come sostiene Sam – per un anno in più di vita.
    Amo la musica. Mi sarebbe piaciuto imparare a suonare la chitarra ma sono sempre stata troppo pigra per queste cose, come per gli sport!
    Amo anche leggere. E scrivere. Ho scritto un libro : “Quando la vita ti tradisce” ..un po’ troppo drammatico, ma pazienza. Io sono realista. Molto realista. E di conseguenza i miei racconti sono poveri di sorrisi.
    Per quanto riguarda il mio aspetto, si può dire che sono il “perfetto intermedio” fra Sam e Anna : abbastanza alta. abbastanza formosa. carnagione chiara, ma non chiarissima. Viso rotondo, quasi ovale. Occhi verdi. lunghe ciglia, di cui vado fiera. E capelli neri, lunghi e lisci.
    Sam e Anna vengono da una situazione familiare particolare.
    La mamma di Sam è un alcolista che con i suoi modi di fare ha costretto il marito ad andarsene di casa quando Sam aveva 12 anni. A 14 anni Sam scappò dalla madre per andare a vivere dalla zia, la sorella del padre. Quando compì 15 anni Sam rivide il padre e da quel momento passò sempre più tempo con lui fino a quando, un giorno, decise di trasferirsi a casa sua. Sam adora suo padre, ma il giorno del suo 16esimo compleanno gli chiese il permesso per andare a vivere da sola. Diceva che voleva costruirsi una vita sua. Il padre non provò nemmeno ad ostacolarla. Riteneva che fosse abbastanza matura per scegliere da sola.
    Anna invece, viene da una famiglia completamente diversa. Se per Sam le attenzioni erano un privilegio mai ricevuto, per Anna erano una disgrazia. Fin dalla tenera età, i genitori di Anna l hanno sempre riempita di regali superflui, pensando che l’ultimo gioco in circolazione bastasse a placare un pianto causato dalla mancanza di affetto. Anna non ha mai avuto il coraggio di parlarne con i genitori, che hanno continuato a comportarsi così fino ai suoi 15 anni, quando Anna decise di andarsene. Inizialmente i suoi si opposero. Continuando a domandarle il perché. Ma Anna, nonostante tutto, non voleva far soffrire i suoi genitori, dicendogli che avevano sbagliato tutto con lei . Così sparì senza dare spiegazioni.
    Entrambe si ritrovarono a vagare per Londra, senza una meta precisa, e con la voglia di cambiare.
    Si incontrarono in un Bar, dove una fragorosa risata provocata da una banale coincidenza diede inizio ad una splendida amicizia.
    Per quanto mi riguarda, non ho mai avuto problemi in famiglia. E non sono scappata. Ma sentivo anch’io il bisogno di ricominciare. Così, appena compiuti i 17 anni abbandonai casa mia, senza l’approvazione dei miei genitori, e mi ritrovai anch’io a vagare per Londra. A differenza di Sam e Anna, io una meta ce l’avevo. Purtroppo però le cose non sono andate come dovevano, e così, in meno di una settimana, persi ogni speranza di ricominciare. Una sera però, incontrai Sam e Anna. Era una di quelle sere che desideri solo imbottirti di alcool, sigarette e sprofondare in un sonno profondo, senza sogni. Una di quelle sere in cui, confusa come sei, riveleresti il segreto più grande che hai al primo sconosciuto che vedi passare. E così accadde, parlai della mia sfortunata avventura londinese a Sam e Anna che mi offrirono gentilmente la loro ospitalità. Accettai senza pensarci, e in me si riaccese la speranza.
    Da allora, Io, Sam e Anna, viviamo insieme in un appartamentino affittato per 35 € al mese.. inizialmente non era il massimo, ma grazie alla nostra capacità di arredamento è diventato più che accogliente!

    Edited by °Lulù - 19/10/2008, 17:34
     
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  2. ~•>>Bea*
     
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    Che bella Lulù!!
    L'inizio mi piace un sacco!!
    Continua presto!^^
    smack!
     
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  3. ~> Lulù°
     
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    Me contenta, Bea!!^^

    8 Novembre 2007;
    Ore 21:30

    “Ele, Sam, sbrigatevi. Sta per iniziare” Urlò Anna, immobile davanti al televisore, agitando un pacchetto di marshmallow .
    Sam sbuffò.
    “Perché? Ripetimelo.” Sussurrò al mio orecchio.
    “Dai Sam, Non possiamo farglielo guardare da sola. Lo sai come và a finire!”
    Sbuffò nuovamente.
    “allora? Vi muovete?” Bofonchiò Anna, irritata.
    “Anna, Se non vuoi piangere prima dell’inizio del film ti conviene star zitta!” Sbottò Sam.
    Le diedi una gomitata
    “Un film romantico, capisci? Rimarrò segnata per il resto della mia vita” sussurrò disperata.
    Risi sotto i baffi. Poi presi due pacchetti di marshmallow dalla dispensa e ne lanciai uno a Sam.
    “Buona visione!” Le dissi sorridente.
    “Scherzi?”
    Ci dirigemmo in soggiorno e ci infilammo sotto le coperte, accanto ad Anna.
    “Che bello, che bello, che bello!” Esclamò Anna, eccitata.
    Sam guardò altrove, probabilmente per evitare di strangolarla.
    Iniziò il film. Gli occhi di Anna cominciarono a brillare.
    “come hai detto che si chiama questo film?” le chiesi.
    “Ti amo” Mi rispose, senza staccare gli occhi dallo schermo.
    “Come?”
    “Ti amo”ripeté.
    “è il titolo del film” Bofonchiò Sam, con voce disgustata.
    “Ah..”
    Saranno due ore infinite. Cerca di non addormentarti, Eleonora. Fallo per Anna. E per evitare che l’istinto omicida di Sam prenda il sopravvento su di lei. Sorrisi tra me e me.
    La prima scena fu la più sdolcinata di tutto il film. Una coppia di innamorati che si amavano sulla spiaggia, sussurrandosi parole d’amore. Gli occhi di Anna cominciarono a luccicare.
    “Devo andare in bagno” Balzai in piedi.
    “Anch’io” Disse Sam, imitandomi. La fulminai con lo sguardo. Lei capì, mi lanciò un occhiataccia e si risedette lentamente.
    Feci finta di dirigermi verso il bagno, ma svoltai verso la terrazza. Presi un pacchetto di sigarette dal tavolino in cucina, attenta a non far rumore. Uscii e mi appoggiai sulla ringhiera a fumarne una.
    Che bella Londra di sera. Sentivo sempre la mancanza di casa mia, sempre! Ma non la sera. Le migliaia di luci accese sparse dappertutto mi facevano dimenticare tutti i problemi che mi toccava affrontare ogni giorno.
    “Merda” Una voce mi fece sobbalzare. Quasi mi cadde la sigaretta dalle mani.
    “Sono bloccato, Bill, BLOCCATO!” Urlò un ragazzino.
    Lo cercai con lo sguardo. Non lo vedevo. Cercai di sentire da dove proveniva la voce.
    “Muovetevi. Se mi vede qualcuno sono cazzi.”
    Abbassai lo sguardo. Eccolo. Nervoso. Qualche metro sotto di me. Affiancato da una Cadillac nero con lo sportello aperto.. Bassa statura, Capellino, Jeans larghissimi, Maglietta altrettanto larga. Capelli lunghi che spuntavano dal cappellino. Guardai meglio: rasta! Però, bizzarro il tipo! Molto probabilmente ha problemi con la macchina.
    “Dubito che riuscirai a non farti notare se continui a urlare in questo modo, ragazzino”
    alzò lo sguardo e cercò di squadrarmi per quel che poteva.
    “ragazzino?” Mi chiese, sfoderando un sorriso ammiccante.
    Lo guardai meglio. In effetti doveva avere più o meno la mia stessa età. Ed era anche piuttosto alto.
    Non riposi e continuai a fumare guardando altrove.
    “Ehi, Che vuol dire ragazzino?”
    Abbassai nuovamente lo sguardo. Bizzarro ma carino!
    “Quanti anni hai?” Chiesi.
    “Abbastanza per te!”
    “Scusa?” Cosa ha detto? Non ci credo.
    “18” Riparò.
    “Ok”
    “.. e sono un ragazzino?”
    “No!”
    “E allora perché mi hai chiamato ragazzino?”
    “Non ti avevo visto bene”
    Rise divertito.
    “Lo trovi divertente?”
    “In effetti si”
    “e perché?”
    “Tu non sai a chi hai appena dato del ragazzino vero?”
    Ma guarda che tipo!
    Continuai a fumare fingendo indifferenza.
    “a quanto pare no!” di nuovo quel sorriso.
    Finita la sigaretta. Sbirciai nel balcone del soggiorno. Strano, anche Sam sembrava attenta al film. Poi abbassai lo sguardo. Il ragazzo era appoggiato alla sua macchina e mi guardava, sorridendo.
    “C’è un serial killer nel tuo bagno?” mi chiese. Si era accorto del modo in cui sbirciavo in soggiorno.
    “No!” sorrisi “Serata tra amiche!”
    “e che c’è di spaventoso?”
    “Un film d’amore..” Feci una smorfia di disapprovazione.
    “Oh, terribile!” sorrise.
    “Eleonoraaaa!”
    Sentii Sam gridare dal soggiorno e sobbalzai. Meglio rientrare.
    “Devo rientrare” Dissi, rivolgendomi al ragazzo.
    Lui non rispose. Mi osservò tranquillo, appoggiato alla Cadillac.
    “Bella macchina” Esclamai sorridente, per poi salutarlo con la mano e sparire piano dalla sua visuale.
    Mi fermai un attimo, prima di varcare la soglia del balcone. Pensai che mi sarebbero toccati minimo altri 70 minuti di film. Sospirai.
    “Ciao Eleonora!” Sentii. Era lui. Come sapeva il mio nome? Non glielo avrò mica detto inconsciamente in un momento di sbando? Ma quale momento di sbando. Pensai. Aveva semplicemente sentito Sam chiamarmi pochi minuti prima. E io? Io non conoscevo il suo nome. Corsi alla ringhiera, sperando di trovarlo ancora lì. Ma non c’era traccia ne di lui, ne della sua Cadillac. Com’era possibile?
    “Dove diamine..” Mormorai, fissando l’asfalto.
    Poi sentii delle risate provenire dal lato sinistro della strada, Mi voltai e raggiunsi l’altro angolo della terrazza. Lo vidi entrare in una Limousine nera, seguita dal carro attrezzi che trascinava la Cadillac.
    “Però..Caspita..” Mormorai esterrefatta mentre osservavo la limousine. Una limousine? Chissà da quale famiglia ricca sfondata doveva venire quel ragazzo dai capelli orrendi.
    “Eleonoraaaa” questa volta la voce di Sam era veramente arrabbiata.
    Scossi la testa, incredula. Poi corsi in soggiorno..

     
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  4. « ¤Fede¤ «
     
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    E davvero bella!! mi sta piacendo un sacco!
     
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  5. ~> Lulù°
     
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    ^^

    Anna era nel pieno di una crisi di pianto, e singhiozzava sulla spalla di Sam, che mi guardava sbuffando di rabbia. Sembrava quasi che stesse ringhiando. Sforzai un sorriso, per farmi perdonare, Ma non funzionò!
    Guardai l’orologio. Le 22:14.
    “Direi che per stasera siamo apposto con la dose di amore non necessaria eh?” dissi sarcastica mentre spegnevo la tv.
    “Dai Anna..” l aiutai ad alzarsi prendendola dolcemente dal braccio.
    “P..Perchèè?” Singhiozzò Anna.
    Sam si alzò di scatto, prepotentemente.
    “Me lo chiedo anch’io” bofonchiò arrabbiata, mentre mi passava accanto.
    “Sam..”
    “Questa me la paghi!” Disse, puntandomi il dito contro. Poi si diresse verso la camera da letto.
    “Non so chi sia la più bambina fra voi due” Sbuffai.
    “P..Povera Si..Simoneee” Singhiozzò Anna.
    “Chi?”
    “Simone..” singhiozzò “L..Lei.. Lei lo amavaaaa” scoppiò in un mare di lacrime.
    “Oh cristo” Alzai gli occhi al cielo “Saaaam”
    “Me la paghi” gridò lei dalla camera da letto.
    “Anna” La incoraggiai “è tardi, dai, andiamo a letto”
    “V..Va.. Vabbene!” Si asciugò le lacrime.
    La presi per mano e la trascinai fino alla sua camera.
    “B..Buona..Buonanotte” Si soffiò il naso e affondò nel materasso.
    “Notte!” Sorrisi e chiusi la porta senza far rumore.
    Poi, prima di dirigermi verso camera mia, passai per quella di Sam. Anche lei era già nel letto, sembrava esausta.
    “Sam..”
    Si voltò a guardarmi.
    “Eleonora!” Disse strafottente.
    “Ancora arrabbiata?” chiesi.
    “Ehi, che ti credi? Sono passati minimo 3 minuti. Non posso perdonarti ora, non sarebbe da me!”
    Sorrisi.
    “Per domani mattina credi che cambierai idea?”
    “Mmmh.. non so.. il mio broncio record è di 3 giorni cara! Quindi non contarci più di tanto.”
    “Okay!” Bofonchiai rassegnata “notte!”
    “Notte!”
    Raggiunta camera mia, mi sentii improvvisamente esausta. Strano, Per me la serata non era stata affatto pesante.
    Mi sfilai velocemente il jeans e il maglioncino, per indossare il mio adorato pigiamino con i gatti.
    Poi mi lasciai cadere delicatamente sul letto e affondai la testa nel cuscino. Mi addormentai dopo poco, cercando di non pensare allo strano tipo conosciuto poco prima. Ma non fu facile. Uno così si incontra una volta sola nella vita.

    “Ele.. Ele sveglia!” mi sussurrò dolcemente Sam all’orecchio.
    “Mmmh.. chi è?”
    “Jonny Depp” Sbuffò
    “Mmmh.. Ho sonno Jonny!!” Sussurrai sorridendo, Lanciando un cuscino in faccia a Sam.
    “Cosa??” Rise “Dai svegliati.. Devo assolutamente raccontarti il mio sogno!!”
    “Assolutamente eh?” Bofonchiai ancora assonnata.
    “Assolutamente!” Mi confermò.
    “Okay..” Sbadigliai.
    “Ehi.. Chiudi quel forno.. Ho appena fatto colazione, Cavolo!” Esclamò Sam, sventolandosi la mano davanti il viso.
    Mi stiracchiai e strofinai gli occhi. Sbattei le ciglia un paio di volte, cercando di schiarirmi la vista, e le idee.
    Poi, quando “Ripresi conoscenza” Mi tornò in mente quella specie di litigata avvenuta ieri sera. Guardai incredula Sam. Mi aveva già perdonata? Decisi di non sollevare l’argomento.
    “Ne avrai ancora per molto?” Domandò
    “Mmmh..” mi stiracchiai un’altra volta. Sam rise e mi tirò un cuscino in faccia. Lo presi al volo e lo abbracciai.
    “Dai.. Spara.” Dissi, ormai lucida!
    “ho sognato di scoparmi il tipo del film di ieri sera!!”
    “Cosa?”
    “James, quello del film.. ah giusto, tu non lo hai visto..” mi lanciò una strana occhiataccia.
    “Già..” Cercai di riportare alla mente qualche immagine collegata al film di ieri sera, ma non mi tornò in mente nulla. O meglio, nulla che riguardasse il film.
    “Vabè.. Comunque, vuoi i particolari?” Mi chiese, apparentemente su di giri.
    “So come si scopa, Sam!” Dissi, Alzandomi dal letto e portandomi una mano sulla fronte.
    “Si, Ma non hai mai scopato con un personaggio famoso!”
    “Sai che grande perdita..”
    Sam sbuffò. “invidiosa”
    “Sam..” Le lanciai un’occhiataccia “Era un sogno!”
    “e che sogno..” Disse sorridente. Sorrisi anch’io.
    “Anna?” domandai.
    “Dorme..”
    “Ancora?”
    “Guarda che sono le otto e mezza..”
    “Le otto e mezza??” Sbottai, sgranando gli occhi.
    “Ehm..Si..”
    “Cazzo, Sam! Come diamine ti è saltato in mente di svegliarmi a quest’ora?”
    “Il sogno è finito presto.. “ mormorò abbassando gli occhi.
    Feci una risatina isterica.
    “Scusa!” alzò gli occhi.
    Mi sedetti sul letto.
    “Facciamo colazione al bar?” Sospirai, consapevole che non sarei riuscita a prendere sonno neanche volendo.
    “Con piacere!” Sorrise Sam, Felice della mia reazione.
    Poi corse in camera sua a vestirsi.
     
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  6. ~NiCkY~
     
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    Ho letto adesso la tua ff...mi piace tanto...sisi!!!
     
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  7. ~•>>Bea*
     
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    Bellisssimaaa!!!
    Tom, come al solito...XDXD
     
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  8. ~> Lulù°
     
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    Uhm.. Grazie.. image
    Siete TROPPO buone!!



    Io invece, mi diressi ondeggiando verso il bagno, mi lavai la faccia due o tre volte, evitando di guardarmi allo specchio, consapevole che la mia faccia, di prima mattina, avrebbe spaventato chiunque. Anche me!
    Poi tornai in camera, mi infilai un paio di Jeans scuri e stretti, una magliettina viola a maniche lunghe e un paio di scarpette da tennis. Cercai di intrufolarmi in camera di Anna senza far rumore, per evitare di svegliarla, e una volta raggiunta la sua scrivania afferrai la trousse e un elastico per capelli. Tornai in bagno. Mi sciacquai nuovamente il viso, Legai i capelli in una coda di cavallo e poi un filo di matita, ombretto leggero ed ero pronta.
    Tornai in camera. Presi il portafoglio, Le sigarette e L’i-pod dalla scrivania e li infilai nella borsa.
    “Allora? Andiamo?” Sam era sul ciglio della porta di camera mia. Pronta e bellissima.
    “Si..” le sorrisi, afferrando al volo il giubbotto.
    Ci dirigemmo insieme verso la porta.
    “Qualcosa non và?” Mi chiese con aria preoccupata.
    “No! Perché me lo chiedi?”
    “Ti vedo pensierosa..”
    “Non sono pensierosa” La corressi, mentre chiudevo delicatamente la porta di casa “Ho sonno!”
    “Ehi, io te l’avevo detto che l’avresti pagata!!” Bofonchiò puntandomi il dito contro.
    “Vero!” Sorrisi.
    Mi prese a braccetto.
    “Dove siamo dirette?” Ecco, Solito di Sam. Cambia sempre idea.
    “Al Bar, ricordi?”
    “Mmmh.. Sinceramente, non ho molta voglia di fare colazione!” arricciò il naso.
    “Ci avrei scommesso” Alzai gli occhi al cielo. Sam sorrise.
    “Dove vuoi andare?” Le chiesi rassegnata.
    “Al parco..”
    “Scordatelo!” Dissi fredda “Perché vuoi andare al parco?”
    “Non so..” Sospirò sorridente “Mi attira..”
    “Cosa?”
    “Eddai Ele..” mi implorò.
    Sbuffai. “Altre opzioni?”
    “Nessun’altra opzione!” Rispose testarda. Sbuffai nuovamente.
    “D’accordo” Bofonchiai rassegnata.
    Sam sfoderò un sorriso a 36 denti.
    “Una bella passeggiata” Esclamò entusiasta “Sarà divertente e salutare!”
    “Sarà lento e doloroso!” bofonchiai.
    Sam rise, e risi anch’io, sotto i baffi.
    Afferrai la borsa e tirai fuori l’I-Pod, Porsi una cuffia a Sam, l’altra la indossai io.
    Lo accesi e premetti Play. “City of angels – Distillers”
    “Uh,uh, Lascia.. Non cambiare!”
    “Okay, Okay!” L’entusiasmo di Sam mi fece ridere di gusto.
    “they all stare and groooow, they all stare and grooooooow!!!”
    “Ssshh, Sam!” Continuai a ridere. Sam sorrise.
    Improvvisamente, mi strattonò verso sinistra, facendomi quasi cadere.
    “Che diavolo fai?” sbottai.
    “Conosco una scorciatoia, cosi evitiamo il caos londinese di prima mattina!”
    “Evviva la delicatezza” bofonchiai.
    “Dono di famiglia”rispose sorridendo.
    Imboccammo un vicolo stretto e quasi privo di luce.
    “Sam..” La chiamai preoccupata.
    “Fifona” Mormorò.
    Il vicolo finì presto e ci ritrovammo esattamente all’entrata del parco.
    Sospirai sollevata. Sam rise della mia reazione.
    “Aaaah” Un urlo ci fece sobbalzare entrambe.
    Sam mi guardò preoccupata.
    “Vieni..” La presi per mano e insieme svoltammo l’angolo per vedere cos’era successo.
    “Oddio.. Oddio.. Oddio.. Non respiro.. Non respiroooo!!!” ansimò una ragazzina dall’aspetto strambo, circondata da tre ragazze che ridevano come se non stesse succedendo niente.
    “Diavolo” Esclamai mentre mi facevo spazio tra le ragazze per raggiungere la poveretta “Spostatevi!”
    Sam mi seguì. Le ragazze ci guardarono perplesse, poi scoppiarono in una sonora risata.
    Io e Sam ci guardammo sbalordite.
    “Ma che avete capito?” Chiese ridendo la ragazza che poco prima sembrava bisognosa di aiuto.
    La reazione delle ragazze fece innervosire Sam.
    “Se tu senti una ragazzina gridare che non respira cosa capisci?” Sbottò spazientita.
    La ragazza smise improvvisamente di ridere, seguita dalle amiche. Poi si schiarì la voce e abbassò gli occhi.
    “Scusate..”
    Sam sbuffò. Decisi di intervenire.
    “Cosa avremmo dovuto capire, invece?” chiesi calma.
    “Ehm..” La ragazza cominciò a torturarsi le dita contorcendosele nervosamente.
    “Niente” Avanzò una delle amiche “io posso urlare quanto voglio, non devo dare mica conto a voi!”
    Io sgranai gli occhi, sbalordita dalla risposta della ragazzina.
    Sam, ebbe tutt’altra reazione, un po’ eccessiva : Si scagliò in avanti e alzò il tono della voce.
    “Razza di una grandissima maleducata che non sei altro, come ti permetti di parlarci così? Lo sai che potrei essere tua madre?”
    La ragazza indietreggiò. Io afferrai Sam da un braccio.
    “Andiamo..” Le dissi, trascinandola verso l’entrata del parco, per evitare spiacevoli inconvenienti.
    “Tua madre?” Le chiesi ridacchiando
    “Eh, con i tempi che corrono!” Si giustificò.
    Risi.
    “Conoscete i tokio hotel?” Urlò improvvisamente la prima ragazzina.
    Ci voltammo.
    “Chi?” chiesi.
    “i tokio hotel” Ripeté
    “No”
    “è una band tedesca. È conosciuta in tutto il mondo”
    “Pft..” Sbuffai “No, spiacente!..”
    “Perché?” Mi interruppe Sam.
    “Sono qui a Londra, terranno un concerto vicino casa mia e.. La reazione di prima..” Continuò timida la ragazzina “è dovuta a questo”
    “Ah..” mormorai “non preoccuparti, cerca solo di evitare la prossima volta” Conclusi, voltandomi
    “Che tipe..” Bofonchiai poi.
    “I tokio che?” Chiese Sam.
    Scoppiai a ridere.
     
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  9. ~•>>Bea*
     
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    eh, ridi ridi, che poi vedi chi sono! XDDD
    Fantastico questo capitolo!^^
    Lulù continua!!
     
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  10. Kate ~
     
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    Lulyyyyyyyy!!!

    Ma sei bravissima!!

    CITAZIONE
    Una di quelle sere in cui, confusa come sei, riveleresti il segreto più grande che hai al primo sconosciuto che vedi passare.

    Questa frase è magnifica!! Magnifica!!

    E poi... ascoltavano City of angels con l'i-pod!! Io amo Brody Dalle!!!

    Complimenti, davvero!! Adesso però continua!!!!!
     
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  11. ~> Lulù°
     
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    Oh, Kate!! :565y444444:

    Non me li merito tutti questi complimenti.. >.<
    Grazie comunque!!!^^

    Continuerò presto!! image
     
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  12. ~> Lulù°
     
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    *Brrr Brrr*
    “Ele, un messaggio..”
    “Uh..” Presi il cellulare dalla borsa e lessi il messaggio.
    - Ehi Ele, Mi hanno appena avvertita che oggi pomeriggio ci saranno i colloqui per quel lavoro di cui ti ho parlato lunedì. Fammi sapere se ti interessa ancora. Baci. Annalisa. -
    Esultai.
    “che succede?” Chiese Sam.
    “Niente” risposi entusiasta. Sam mi osservò perplessa mentre rispondevo frettolosamente al messaggio.
    - Ciao! Certo che sono ancora interessata!! - invio.
    Infilai il cellulare in tasca, con un sorriso a 36 denti stampato in faccia.
    “Allora? Ti decidi a sputare il rospo?”
    “No, Non voglio!”
    “Eh? Perché?”
    “Perché porta male”
    Ci pensò un po’ su. “colloquio di lavoro?” Chiese poi, entusiasta.
    “Sssssh!!” Dissi agitando le mani, come per scacciare la sfortuna.
    *Brrr Brrr*
    - Perfetto! Monica’s Bar alle 10:00? -
    - Perfetto! A dopo allora.. : -) -Riposi il cellulare nella borsa e respirai profondamente. Sam mi osservava irritata.
    “Sam..” Feci un altro respiro profondo “Sento che è la volta buona!”
    “Lo senti sempre!!” Rise.
    “Questa volta lo è veramente!” Bofonchiai irritata.
    “Scusa!” Si ricompose “Quale?”
    “Barista” Mormorai abbassando gli occhi.
    Sam strabuzzò gli occhi e cominciò a ridere sonoramente.
    “Barista?” Si piegò in avanti e rise ancora più forte.
    “Sam” La rimproverai.
    “Oddio..” Si asciugò le lacrime provocate dalle risa esagerate “Scusami ma.. non ti ci vedo proprio!”
    “Pagano bene” Cercai di giustificarmi.
    “Perché non ti hanno mai vista armeggiare con l’apribottiglie!”
    “Spiritosa” Bofonchiai.
    “Oddio.. non ci posso pensare!!” Scosse la testa, sorridendo.
    “Smettila” le tirai un pugno sul braccio.
    Quando smise di ridere mi guardò, sorridente, e mi poggiò una mano sulla spalla.
    “Buona fortuna, sorella!” Ridacchiò.
    Incrociai le braccia e scossi le spalle per scrollarmi di dosso la mano di Sam.
    Mi cadde l’occhio sull’orologio.
    “Merda!” Esclamai.
    “Ti sei ricordata quanto è difficile aprire una lattina?” Ridacchiò. Ignorai la battuta.
    “Sono le 09:45”
    “E allora?”
    “Devo essere al Monica’s Bar alle 10:00!!”
    “..è dal lato opposto di Londra!”
    “Lo so!” Esclamai disperata.
    Ci guardammo nervosamente per qualche secondo, in attesa di un idea geniale che potesse salvare la situazione. Non arrivò!
    Feci un respiro profondo e presi per mano Sam
    “Corri!” Le ordinai e cominciai a correre verso la fermata dei tram.
    Sam mi seguì senza opporre resistenza.
     
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  13. °iCh-uNd-DiCh°
     
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    Continua, è stupenda!!!
     
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  14. ~> Lulù°
     
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    Grazie Racky.. ^^

    Corremmo come delle pazze, evitando ben pochi ostacoli : La maggior parte li prendevamo in pieno. O almeno io! Ma nonostante questo, ridevamo come pazze. Arrivate alla fermata eravamo sudate e senza fiato. Controllai immediatamente l’orario: 09:53.
    “C’è la faccio!” Mi incoraggiai, ansimando per la stanchezza.
    Avevo la gola secca. Deglutii per rimediare.
    Arrivò il tram e salutai velocemente Sam, posandogli un bacio sulla fronte.
    “Grazie!” Le dissi, per poi saltare sul tram. Lei non se ne andò subito; Si sedette sulla panchina per riprendere fiato. La guardai attraverso il finestrino e le mandai un bacio con la mano. Sorrise.
    Il tram partì.
    Poggiai la testa sul sedile e respirai profondamente, cercando di rilassarmi e illudere il nervosismo.
    Cazzo Ele, Non bisogna mica avere la laurea per fare la barista. Calmiamoci, ok?
    Un altro respiro profondo.
    Afferrai la borsa e ne estrassi l’i-pod. Play: “the sharp sound of blades – linea 77”
    Mmmh.. non ora! Ho bisogno di rilassarmi. Click : “Life for rent – Dido”
    Perfetto! Chiusi gli occhi e cercai di non pensare a niente.
    Il viaggio sembrò essere breve. Ma nonostante questo ero in ritardo: 10.16
    Scesi velocemente dal tram e lessi immediatamente la scritta luminosa “Monica’s Bar”. Mi ci precipitai.
    Ad aspettarmi, davanti l’entrata del bar trovai Annalisa. Puntuale come sempre.
    Finta bionda. Capelli mossi. Alta. Molto magra. Avvolta in un lungo cappotto di stoffa marrone. Mi avvicinai lentamente e fui lieta e sollevata quando mi accorsi che sembrava più nervosa lei di me. Quando mi vide le si accese una luce negli occhi.
    “Eleonora!” Mi chiamò entusiasta.
    “Ciao Lisa..” Le sorrisi. Il suo soprannome in realtà era Anna. Ma per me di Anna c’è n’era una sola.
    “Finalmente!” Sospirò.
    Guardai l’orologio fingendo di non conoscere l’ora.
    “Oddio.. Scusami.. Ho avuto un contrattempo”
    “Tranquilla.. Per tua fortuna non è ancora arrivato” mi guardò come per rimproverarmi.
    “chi?”
    “Il proprietario del bar” disse indicando l’insegna. Guardai l’entrata. In effetti il bar era chiuso.
    “Ma.. è questo il bar?” chiesi.
    “Si..”
    Deglutii.
    “Qualcosa non và?”
    “No,No!” Mentii.
    Ripensai alle parole di Sam: “Perché non ti hanno mai vista armeggiare con l’apribottiglie!”
    Poi osservai l’insegna imponente del bar. scorsi l’arredamento all’interno attraverso il vetro dell’entrata.
    Merda. Con tutti i bar che ci sono a Londra, dovevo essere proprio così fortunata da poter lavorare nell’unico di lusso?
    “Eccolo..” Esclamò Annalisa, fin troppo entusiasta, indicando il proprietario del bar.
    Fui sorpresa quando vidi avvicinarsi a noi un omino basso e gracile. Con dei grandi occhiali spessi ed una pettinatura fin troppo ordinata. Indossava una specie di smoking con un papillon rosso, molto appariscente.
    “Siamo sicure che questo non è un cameriere?” Mormorai ad Annalisa.
    Lei sbuffò e mi diede una gomitata.
    “Ciao cara!” Disse il proprietario, rivolgendosi ad Annalisa.
    “Ciao Mike!!” Si chinò per posare un bacio sulla guancia di Mike.
    Mi accorsi subito del modo in cui Annalisa si porgeva al tipo. C’era sicuramente un qualche tipo di interesse sotto. Ecco perché tanto entusiasmo!
    “e tu sei..?”
    “Eleonora, Lieta di conoscerla” Porsi gentilmente la mano a Mike.
    “Mike” Si presentò “Sei qui per il colloquio?”
    “Ehm.. Si..” L’atmosfera si fece più pesante.. almeno per me.
    “Bene. Inizi domani. Vieni, ti do la divisa, così vediamo se la taglia è quella giusta”
    Rimasi impietrita.
    “e.. il colloquio?” Balbettai
    “Colloquio?” Chiese scettico “Ah.. Ehm.. Pensavo fosse un modo di dire!”
    “Un modo di dire?” Chiesi scettica.
    “Annalisa mi ha detto che te la cavi in tutti i campi” Disse, guardandola compiaciuto.
    “Mi fido di lei!” concluse.
    “Quindi ho il lavoro?” Domandai entusiasta.
    “Già..”
    “Grazie!” Fu l’unica cosa che riuscii a dire mentre stringevo la borsetta al petto e sfoderavo il sorriso migliore che la mia bocca potesse offrire.
    Entrando nel bar non potei fare a meno di notare le numerose foto di personaggi famosi appese al muro:
    Snoop Dog, Cameron Diaz, Lapo Elkann, Jessica Alba, Stephanie Meyer, Madonna, drew Barrymore, Cristiana Capotondi, I Green Day, children of bodom, i coldplay e l’intero cast di OC.
    “Wow” Mormorai tra me e me.
    “Siamo famosi!” Disse Mike compiaciuto.
    “Già” Sorrisi. Dentro di me la paura cresceva.
    “Ferma qui..” Mi ordinò gentilmente. Ubbidii.
    Lo guardai allontanarsi dietro il bancone. Cominciò a frugare dappertutto, in tutti i cassetti e gli stipetti possibili, Poi tirò fuori una grande busta rossa riposta sotto la cassa e mi raggiunse.
    Mi accorsi solo allora che Annalisa non c’era più.
    “ecco” Mi disse, porgendomi la busta “Vai a casa e provatelo, poi domani mi farai sapere se hai bisogno di una taglia diversa. D’accordo?”
    “Okay!” Presi la busta.
    “Alle 10:30 devi essere qui” Ordinò severo.
    “Certo!” Dissi sorridendo. Che orario! Pensavo molto peggio. Meglio così..
    “Puntuale!!” Puntualizzò.
    “Certo” Ripetei con meno enfasi
    “A domani allora” Si rilassò.
    “A Domani!” Sorrisi e salutai con la mano, dirigendomi verso l’uscita.
    Presi il tram e tornai a casa.
     
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  15. °iCh-uNd-DiCh°
     
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    stupenda, bellissima! Continua!
     
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64 replies since 5/8/2008, 14:14   633 views
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