Light me up - LollyTH

Prima classificata al contest "Continua la FF"

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    Cosa aveva attirato la sua attenzione?
    Sono curiosa di saperlo!
    Continua perchè mi piace molto^^
     
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  2. LollyTH
     
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    grazieee *___* nuovo capitoletto


    9 capitolo



    Il legno della chitarra classica di Tom splendeva come non mai. Passò delicatamente un dito sulla superficie liscia. Non poteva crederci.. non poteva credere di aver solcato poco prima la porta di una stanza dove c’erano i Tokio Hotel. Con molta delicatezza prese lo strumento, sedendosi. Non trovando un plettro, dovette arrangiarsi con le dita, e cominciò a suonare, cantando a voce bassissima. Chiuse gli occhi per godersi appieno il momento


    Ich halt den Brief,
    in meiner kalten Hand.
    Der letzte Satz war lang,
    solang er noch brennt,
    schau ich ihn an.





    Aprì gli occhi, e per poco non ebbe un infarto. Tom era davanti a lei, che subito spaventata fece per mettere apposto quella chitarra, ma lui la fermò dolcemente:-Ehi tranquilla, non ti mangio! Mi piaceva. Continua per favore.
    Lei fece di no con la testa e rimise la chitarra al suo posto arrossendo debolmente.
    -Sei brava!- le disse con un sorriso -ma.. ci siamo già visti?
    “Ecco perché gli piace tanto Emma, sono uguali!” pensò lei con un filo di malinconia.
    -Si, sono la truccatrice. Ricordi, c’ero anche io quel giorno alla Universal.
    Tom pensò un attimo con la mano sotto il mento e lo sguardo assorto:-Si, si ora ricordo. Sei una nostra fan? Sai, suonavi “Totgeliebt,” non penso la conosca così per hobby.
    Lei scosse la testa:-Si diciamo che sono una fan, anche se questo termine non mi piace. Mi sa di quelle pazze che vogliono vedervi a tutti i costi, che vogliono che sappiate per forza della loro esistenza. Per me questo non è importante. A me importa che voi ci siate con la vostra musica, poi che io esista o meno, a voi non vi cambia certo la vita. Io la penso così. E’ per questo che ho cercato di non dare in escandescenza quando vi ho visto. Non volevo che lo sapeste, tanto per voi non sarò importante.
    Tom la guardò silenzioso e poi si avvicinò alla porta, fece per uscire:-Non è sempre così. Alcune fan ci rimangono nel cuore.
    Lei sorrise guardandolo uscire. Poi decise di avvicinarsi alla porta per guardare il servizio senza disturbare.
    Emma era davvero brava, quella di posare era una vera e propria dote che sapeva utilizzare benissimo. Le prime foto le fece con Bill, mettendosi in pose altamente sexy ma mai volgari. La sensualità è un’arte che lei sapeva usare con la leggiadria di una ballerina. Sembrava quasi un volo delicato il suo, non un posare per le foto. I suoi occhi verdi puntavano sicuro l’obbiettivo di quella macchina fotografica, come per sfidarla, come a farle capire che non aveva paura di quella gente che la avrebbe osservata tra quelle pagine. Con Bill uscirono degli scatti davvero beli, entrambi erano seri vanitosi e cupi, una coppia di modelli perfetta.
    Bill le sorrise quando doveva essere cambiato componente:-Wow ma dove sei stata fino ad ora? Con te mi sento molto in sintonia, abbiamo lo stesso atteggiamento nel fare le foto!
    Lei non rispose facendo un debole sorriso. Si prese il complimento senza ricambiarlo. Il successivo era Georg, che con il suo carattere allegro rese allegre anche quelle foto. Con grande stupore di Viki, Emma si divertì un mondo, non l’aveva mai vista ridere così tanto, soprattutto nel lavoro. Georg vedendo la durezza di quegli occhi verdi decise di scioglierli un po’, di vedere un po’ di felicità al loro interno, e riuscì nel suo intento.
    Emma sorrideva ancora quando finì di fare le foto con il bassista. Sorriso che si spense quando vide che il successivo era Tom.
    -Posso saltare?-chiede al fotografo indicando il rasta.
    -Temo di no signorina, sceglieremo due foto per ognuno dei componenti, poi ci saranno quelle di gruppo e..
    Lei sbuffò interrompendolo:-Ok ok ho capito.. scherzavo!!- non era vero ma lo disse solo per farlo stare zitto.
    Dopo qualche scatto molto freddo, Tom fece scendere le mani lungo tutta la schiena di Emma fino a toccarle il sedere, lei per tutta risposta gli diede uno schiaffo, e proprio in quel momento il fotografo, che in realtà avrebbe dovuto scattare la posa prima, immortalò accidentalmente la scena.
    -Wow ma è fantastica! Proprio d’effetto, questa la mettiamo di sicuro.
    Emma sorrise soddisfatta. Non sono aveva dato un bello schiaffo a quel porco, ma aveva definitivamente smentito, con quella foto, che fra loro ci fosse qualcosa.
    Dato che tra i due non c’era sintonia, ora toccava alle foto con Gustav. Lui rimaneva statico come sempre nelle foto, e sudava freddo quando Emma si avvicinava di più a lui. Gustav guardò oltre la spalla della ragazza, vedendo Tom che praticamente la mangiava con gli occhi. Intanto il fotografo lo spronava:-Dai Gustav cerca di fare qualche posa interessante, sennò non ne esce nemmeno una carina da mettere nel giornale!
    Il batterista allora, sotto pressione per i rimproveri del fotografo, per Tom che guarda attentamente Emma, e per lo sguardo annoiato di ques’ultima fece un gesto avventato, istintivo, senza pensare a una benché minima conseguenza. Prese il viso della modella fra le mani facendo congiungere le loro labbra…


    continua!!!!
     
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    Oh mio Dio!
    Gusss che fai?! Che fai?!
     
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  4. »Mrs•Littlepoint«
     
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    *Il cuore le scatta avanti come un qualcosa che non so cos'è*

    Wolf.... o_o ommioddio...

    Troppo dolce!!!! :vthuyu: :vthuyu: ti prego vai avanti!!!!! Voglio sapere cosa succede fra loroo XD

    xxx
    simo
     
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  5. LollyTH
     
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    Altro capitoletto finalmente U_U

    10 capitolo



    Un silenzio imbarazzante avvolse la sala , quel bacio durò parecchi istanti, senza essere approfondito, ma pareva che il battito accelerato del cuore dei due si sentisse a chilometri di distanza. Uno per la sorpresa, uno per l’incredulità di aver compiuto quel gesto così, senza pensarci. Gustav si separò piano abbassando subito la testa e allontanandosi da lei.
    Il fotografo era raggiante:-Wow grandioso!! Questa si che è una foto degna di essere chiamata tale!
    -Ehi calmino!-disse Emma mettendo le mani avanti –proprio ora che la gente si stava dimenticando di quella vecchia foto con Tom non vorrei che credesse che mi sto girando tutti i Tokio Hotel!
    Gustav sorrise appena. Almeno non gli aveva dato uno schiaffo e l’aveva presa con leggerezza.
    -Ok va bene…ma vorrei che faceste qualcosa del genere, come in procinto di baciarvi…
    Emma molto tranquillamente mise una mano dietro la nuca del ragazzo, avvicinandolo a qualche centimetro dalle sue labbra:-Così?
    Gustav le mise una mano fra i capelli neri. La guardò negli occhi, e ci vide dentro un’immensa tristezza. Quella tristezza che aveva visto la sera della festa. Emma fingeva di essere felice, di questo era ormai sicuro. Fu scattata la foto e il fotografo disse che quelle singole potevano bastare.
    Dopo alcuni scatti in cui compariva tutto il gruppo, Mark, questo era il nome del fotografo, ebbe un’altra idea.
    Senza parlare fece posizionare Emma al centro, prese Gustav e Tom e li posizionò ai lati della ragazza, che mise una mano sul petto di ciascuno dei due, come se li separasse per non farli litigare. Era una foto veramente realistica, perché i due si guardavano in cagnesco. Molto, in cagnesco. Mark scattò contento.
    -Wow fantastico, sembra davvero che stiate litigando per lei!!-disse entusiasta mentre il flash partiva all’impazzata, illuminando i visi arrabbiati dei due ragazzi e quello dubbioso della ragazza.
    Un guerra stava per iniziare, e questo lo capirono Bill e Georg guardandosi..

    Il servizio finì quando il sole ormai non illuminava più la città.
    Emma salutò senza troppa enfasi, invece Viki sorrise ampiamente, Bill e Georg ricambiarono il saluto, mentre Tom e Gustav erano impegnati ad odiarsi e a attirare l’attenzione di Emma ognuno con il proprio saluto, che non sfiorò nemmeno per un secondo la mente della ragazza. I ragazzi presero le loro cose per tornare ognuno a casa sua. Bill e Tom nella casa che avevano insieme e Georg e Gustav in due case non molto lontane dalla loro.
    Non ci furono saluti tra i due biondini, ne sguardi, niente di niente. Bill e Georg si scambiarono uno sguardo di intesa molto preoccupati, capendo cosa stava succedendo. Ma la loro paura più grande era soprattutto una, che si potesse mandare all’aria l’amicizia, il gruppo, tutto per colpa di una ragazza. Una ragazza che non calcolava nessuno dei due per giunta!!
    Emma salì in macchina, seguita subito dopo da Viki, che stava silenziosa sul sedile anteriore. Dopo essersi messa la cintura rimase a testa bassa, mentre la mora guidava.
    -Che hai?-le chiese quest0ultima dopo parecchi istanti in cui la radio a basso volume era unico sottofondo di quel breve viaggio in macchina.
    Viki prese un respiro profondo, prendendo coraggio. Affrontare Emma era un’impresa difficile, per tutti. Perché Emma aveva sempre la risposta pronta. Ma lei odiava l’ipocrisia, odiava pensare cose sulla gente e tenerle per se. Amava dire ce cosa al diretto interessato. Ed è quello che fece in quel momento:-Perché ti comporti così Emma? Non vedi come stai riducendo quei poveri ragazzi?
    Emma rise. Una risata fredda e superiore:-Che vuoi dire?
    -Si stanno odiando…stanno litigando per te! Si conoscono da anni ormai, il loro sogno è ormai realizzato…e non vorrei che tutto finisse solo per colpa tua!
    -Pff…da quando ci tieni a quelli li? Cos’è, ti piacciono per caso?
    Viki fece un verso stizzito:-E anche se fosse? Il punto è che, Emma, io non sono come te. Io bado agli altri, bado a i loro sentimenti. NON CALPESTO TUTTI PER I MIEI INTERESSI!!-si accorse tardi di aver alzato la voce. La macchina si fermò di colpo, Emma incredula aveva forzato il piede sul freno, con decisone.
    -Tu non sai nulla di me…nessuno si importa di me, perché dovrei importarmi degli altri?
    -NON è VERO CHE A NESSUNO IMPORTA DI TE! SEI SOLO UN’ EGOISTA, ECCO QUELLO CHE SO DI TE, E QUESTO BASTA!-ora Viki le urlava contro, senza controllo, Aveva paura che tutto ciò che l’aveva aiutata in quel momento, quelle parole, quella musica, quegli occhi castani, quelle mani grandi che pizzicavano le corde, potessero sparire, essere rovinate da un’egoista che faceva litigare le persone solo per il gusto di essere al centro dell’attenzione.
    -A me importa di te…della nostra amicizia…-sussurrò alla fine, stremata dalle proprie grida.
    -Scendi dalla macchina-avrebbe voluto dire Emma, ma dalle sue labbra non ne uscì nemmeno un suono.
    -Cosa?
    -TI HO DETTO DI SCENDERE!-ora era la modella ad urlare. I suoi occhi verdi diventarono rossi, nello sforzo di trattenere le lacrime.
    La truccatrice senza una parola scese sul marciapiede, e dopo aver osservato la piccola macchina dorata sgommare via veloce, i suoi piccoli passi svelti la portarono a casa, mentre nella testa frullavano mille pensieri.


    continua!!!!
     
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    Complimenti! capitolo davvero scritto bene!
    La scena che si prospetta tra Tom e Gustav mi intriga molto.
    E non vedo l'ora di conoscere più in profondità Emma!!
     
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  7. LollyTH
     
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    *_* Grazie!!
    Buona Lettura e Buon Natale!^^


    11 capitolo



    Il rimanere separati in due case diverse non contribuì a placare gli animi.

    -Ma l’hai visto? Dai cazzo Georg, segui il mio ragionamento. Lui può avere tutte le ragazze che vuole, ma perché si è puntato proprio su di lei!! Non lo concepisco, davvero non lo concepisco…-Gustav blaterava tutto ciò mentre riordinava la camera. C’è chi per sfogare la rabbia scrive, mangia, si fa una corsa magari, ascolta musica. Lui no. Lui rimette in ordine. Come se mettendo in ordine la casa potesse riordinare anche tutte quelle parole piene di rabbia…Georg lo ascoltava in linee generali mentre frugava tra gli oggettini vari del batterista, mugugnando qualche parola di tanto in tanto…


    -Dai Bill ma ti pare che una strafiga come lei si debba mettere con uno che arrossisce davanti a una scollatura? Ma per favore…-Tom rise mentre con il manico di una forchetta stappava una bottiglia di birra. Ne bevve un lungo sorso, rinfrescandosi la gola. Quella situazione gli dava una sensazione di fastidio fisico proprio in quel punto- è chiaro che siamo fatti l’uno per l’altra…
    Bill, si sentì il dovere di replicare:-Fratellone ti consiglio di ascoltare quello che dici quando parli. L’espressione “siamo fatti l’uno per l’altra” sta a significare che tu vuoi stare con quella persona, perché ti ci trovi bene. Dimmi la verità, se otterrai questa ragazza, cosa ne farai di lei? Si ti divertirai, sarà una bella scopata, ma dopo? Non credo che le chiederai di sposarla.

    Gustav ripose il cuscino sul letto perfettamente rimboccato:-Sexgott…sexgott un paio di palle. Dai forza, lei non ha bisogno di uno che la veda solo da fuori. Lei ha bisogno di qualcuno che la protegga, che non la faccia sentire sola che…-si fermò, vedendo che Georg non ci stava capendo più nulla. Lo guardava con l’espressione dubbiosa di chi ha perso il filo del discorso. Ma in realtà non era così, aveva capito perfettamente. Era solo un suo momento di massima saggezza, infatti disse, con tono calmo:-Gu, forse lei, non vuole essere aiutata, ci hai mai pensato?

    Tom rise lasciando la birra a metà sul tavolino accanto al divano:-Certo che no Bill. Ma capisci, è una questione di principio, di orgoglio. Nessuno mi dice di no, nessuna ragazza si rifiuta di stare con me, Perché lei, si, perché non riesco ad attirarla? E’ come un puzzle, un gioco, un qualcosa che devo assolutamente risolvere per poter vincere. E’ diventata una questione personale. Lei deve essere mia, anche solo per un attimo…deve essere mia.- Ridisse l’ultima frase quasi sussurrando.
    Bill si sedette meglio, guardandolo fisso:-Ti dico solo due cose Tom. Primo, vorrei farti presente la tua cosiddetta “questione di orgoglio” . L’orgoglio è più importante dell’amicizia? E poi…ricordati che il gioco, il puzzle, il mistero che vuoi risolvere, che vuoi vincere…è una persona. Una persona con dei sentimenti. Solo perché tu a volte, sembra che non ne abbia, non è detto che tutti siano come te.
    E detto questo, stanco di impartire lezioni morali al fratello che tanto non lo avrebbe ascoltato mai del tutto, si diresse in camera sua.
    Tom rimase seduto. Sorseggiò la birra senza sentirne veramente il sapore, perché stava pensando.
    Il discorso del fratello non lo aveva toccato. Nemmeno di striscio.

    Gustav rimase spiazzato:-Ma lei…lei ne ha bisogno.
    -Questo non lo metto in dubbio. E come quando da piccolo stavi male, e tua mamma voleva darti la medicina. Tu avevi bisogno di quella medicina, ma infondo non lo volevi…
    -….perchè avevo paura…-continuò Gustav per lui, ricollegando quella metafora a lei:-Ma paura di che?
    Prese le chiavi della macchina, il cappotto:-Vado a fare un giro.
    Georg rimase solo nella casa immobile e silenziosa:-E ora vado a farmi un paninozzo!
    La sua aurea di saggezza, almeno per il momento, era finita.


    continua!!!
     
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    Ed io faccio compagnia a Georg, vado a farmi un paninozzo pure io XD

    A parte tutto, complimenti!
    Non vedo l'ora di sapere come va a finire il tutto!
    Gustav o Tom?
     
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  9. LollyTH
     
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    Danke ç___ç

    Non sono per niente soddisfatta del capitolo che segue...lascio giudicare a voi! U_U

    12 capitolo




    Gustav aveva bisogno di pensare, pensare a cosa fare. Lasciarla stare, dimenticarla, fare in modo che andasse per la sua strada? Aveva paura che rinunciando a lei potesse finire nelle mani sbagliate, nelle mani di Tom. Non sarebbe ai stata sua, e questo lo faceva soffrire molto…ma cosa peggiore, non poteva sopportare il pensiero di vederla usata da Tom, di vederla stare male. Non sapeva più che fare, era chiaro che non voleva lui, e lui non sapeva quale sarebbe stato il prossimo passo. Alzò la testa. 8 dicembre. La città innevata si preparava da quel giorno alle feste natalizie. Luci rosse e dorate unite alla candida neve creavano un paesaggio soffice e morbido, che coccola l’anima.
    Gustav si abbandonò un attimo a quella visione. Natale. Ne sentiva quasi il profumo, respirando forte. A Natale si è tutti più buoni dicono. E chi l’ha inventata questa cosa? Per il resto del tempo bisogna fare gli stronzi? Girava per le strade, cappuccio imbottito sulla testa, coprendo un po’ la fronte, per evitare di essere riconosciuto. Ma in fondo l’avrebbe fatto comunque, c’era un gran freddo quella sera. Mamme con i bambini, amiche che chiacchierano prese a braccetto, coppiette…per un attimo il batterista ebbe in mente l’immagine chiara di lui e Emma, presi per mano, che giravano per le vie del centro, cercando i regali di Natale. Scosse la testa ridendo fra se e se….si sentiva un ragazzino che fantastica sul primo amore. Continuò a camminare per svariati minuti, forse ore. Perse la cognizione del tempo, dello spazio, dei pensieri che si accavallavano senza sosta. Quella passeggiata più che liberargli la mente quasi lo soffocava. Quando a un tratto andò a sbattere con una persona:-Oh scusa non volev…Viki?-chiese infine, riconoscendo la truccatrice.
    Lei sollevò lo sguardo, sorpresa:-Gustav! Che sorpresa…
    -Che ci fai tutta sola?
    -Bè, potrei farti la stessa domanda…
    Il biondino fece spallucce:-Avevo bisogno di una passeggiata per pensare.
    -Per pensare a Emma?-chiese lei con un filo di malinconia.
    Lui annuì, e vide negli occhi della ragazza una velatura di tristezza.
    -Va tutto bene?-le chiese poi, aspettandosi già una risposta negativa.
    Cominciarono a camminare sopra la neve morbida, lasciandovi le loro impronte…gli raccontò del loro litigio, della paura di vedere sciolta la sua band preferita, della paura di perdere una sua amica, anche se probabilmente era un’amicizia che andava solo per un verso.
    Alla fine del racconto Gustav le sorrise:-Tranquilla, non si scioglierà il gruppo. Non rinuncerei mai al mio sogno solo per aver litigato con un amico. Secondo, forse questo litigio serve a qualcosa, magari vi terrà più vicine. Ora però devo chiederti un favore…sai dirmi dove sia Emma?
    Viki scosse la testa:-Bè non saprei, mi ha fatto scendere dalla macchina in tutta fretta.- Poi il suo viso si illuminò:-A meno chè…
    I sassolini rimbalzavano sul laghetto ricoperto da un sottile filo di ghiaccio. Lei li afferrava e li lanciava a uno a uno. I più piccoli, per non far rompere quel ghiaccio che le piaceva tanto. Un rumore di terreno calpestato la fece drizzare sulla schiena, fece cadere lungo il fianco il braccio. Nella mano teneva un sassolino non ancora lanciato.
    :-Chè è?- Chiese con voce tremante, non vedendo molto nel buio della sera.
    -Ti disturbo?-la voce cupa di Gustav spuntò fra i rumori della neve calpestata.
    -Si- disse lei scocciata, una volta riconosciuto il ragazzo
    -Non mi importa, mi siedo lo stesso- si accomodò in una grande roccia accanto a quella in cui era seduta lei.
    -Come mi hai trovato?-chiese, smettendo di lanciare sassolini e adagiandosi meglio.
    -Ho incontrato Viki.
    Emma rimase spaesata, cominciò a balbettare:-Co..come fa lei a sapere…
    Lui la interruppe, precedendo la sua domanda:-Emma Viki ci tiene a te…veramente tanto. Ti considera la sua unica amica. Ti conosce, sapeva che potevi essere qui.
    La modella abbassò lo sguardo, abbozzando un sorriso.
    -E’ stato 3 anni fa-cominciò a raccontare. Lui si apprestò ad ascoltarla con più attenzione:-ero arrivata tardi al servizio fotografico. E dato che non mi lasciava più in pace, blaterando che lei era lì da un’ora prima ecc ecc…le ho detto dove sono stata. Nell’unico posto che mi ha lasciato un ricordo…
    -…di tua madre-finì Gustav per lei-mi ha detto anche questo.
    Lei si alzò quasi con violenza, prendendo altri sassolini pescati tra la neve:-E ti ha detto anche, che è colpa sua se sono così stronza? Che è esattamente qui, che in un giorno d’estate, mia madre mi diede l’unico insegnamento che ricordo?-cominciò a scagliare gli oggettini con violenza sulla lastra ghiacciata-che mi disse, che nessuno doveva stare sopra di me, che dovevo pretendere subito tutto ciò che avessi voluto? E che poi il giorno dopo è sparita, senza tornare più? Abbandonando una bambina che aveva bisogno della sua mamma, che è diventata una ragazza sola, senza nessuno, CHE HA PAURA DI AMARE?
    Lanciò l’ultima manciata di sassolini insieme, facendo spaccare il ghiaccio. Urlò, si piegò sulle ginocchia, pianse.
    -No, tutto questo non l’ha detto-rispose lui in un sussurro.
    Si avvicinò a lei, facendola alzare, afferrando le sue mani fredde:-Tu non sei sola Emma..
    -Non ti credo-sbottò lei, mollando la presa delle sue mani e asciugandosi le lacrime con violenza.
    -Vieni con me…-le disse, cauto, mentre riafferrava quelle mani tremanti per il freddo e per la rabbia. E lei in quel momento, non poté far altro che seguire quegli occhi dolci che le infondevano sicurezza.


    continua!!!!
     
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  10.  
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    E' davvero molto bello come capitolo.
    Finalmente Emma si è aperta un po'.
    E' scritto molto bene, complimenti!
     
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  11. Kate ~
     
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    Odddeo, mi ero persa un sacco di capitoli! Scusa!

    Ad ogni modo, è molto interessante questa ff, ben delineato il personaggio di Emma e anche quello di Viki.

    Inoltre, mi è piacuto tanto il capitolo in cui Bill e Tom chiacchieravano in una casa e Gustav e Georg nell'altra. Bello, scritto bene! Complimenti!!
     
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  12. LollyTH
     
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    Ultimi due capitolo più l'epilogo! Grazie mille per i complimenti!!
    Metto qualche nota alla fine, per favore leggetele!!


    13 capitolo



    Scesero dalla macchina di Gustav, che prese per mano la ragazza che non aveva fiatato per tutto il viaggio. Non capiva cosa stesse succedendo. Non si fidava mai di nessuno, eppure le sembrò così naturale andare con lui. La mano di Gustav era così calda, grande, confortante. Ebbe quasi l’istinto di portarla alla propria guancia per poter provare il brivido di una carezza, del calore a contatto con le sue guance fredde.
    -Dove siamo?-chiese, dopo estenuanti attimi di silenzio.
    Gustav aprì una porta e poi accese vari interruttori. Uno studio di registrazione.
    -Vorei che ascoltassi una cosa-disse lui, senza guardarla negli occhi.
    Lei annuì, seguendolo in una salatta in cui al centro era posta una batteria.
    Gustav si sedette, allo sgabello, un po’ nervoso. Ed estrasse dalla tasca un foglio logoro e piegato mille e mille volte, colmo di cancellature, strappi, correzioni, note musicali. E parole.
    Sistemò il foglio in modo da poterlo leggere senza tenerlo in mano. Poi prese le sue bacchette. Dopo 4 battiti per darsi il tempo, comincò a suonare. E cantare…

    Dicono che sei egoista e cattiva
    ma io a loro non credo
    dicono che pensi solo a te stessa
    ma se è così ci deve essere un motivo
    dicono che non sei capace di amare
    ma se proverò ad amarti come già sto facendo
    tu mi amerai?


    RIT
    Illuminami
    con i tuoi occhi stupendi
    illuminami
    e rendimi capace di essere innamorato di te
    illuminami
    e sii felice con me
    illuminami
    con il tuo raro sorriso che ti rende ancora più bella



    Non nascondere la tua tristezza
    dietro il lavoro
    o dietro una ciocca di capelli
    i tuoi occhi li vedo sempre
    e non fanno altro che gridare aiuto
    Sono pronto a rispondere a quel grido
    dammi una possibilità




    RIT


    Non voglio vederti nelle mani sbagliate
    Non voglio vederti soffrire
    Ma se non mi vuoi, me ne farò una ragione
    ti guarderò da lontano e sorriderò
    vedendoti felice

    RIT

    Illumina la mia vita
    alla quale manchi solo tu




    Solo a fine canzone Gustav alzò lo sguardo. Emma aveva uno sguardo perso, verso di lui, che affranto poggiò le bacchette.
    -Lo so…fa schifo! Sai il fatto è che io non sono solito scrivere le canzoni…insomma sono un batterista! Ho scritto svariate canzoni ma non ho mai avuto il coraggio di farle leggere agli altri. Sai, l’ho provata anche in inglese. Si intitolerebbe “Light me up”. Suona meglio, e poi sai, non si capiscono le parole il che decisamente sarebbe una salvezza per l’umanità!
    Emma ancora non mostrava segni di reazione.
    Lui si alzò, piazzandosi davanti a lei:-Senti lo so che fa schifo, dimmelo, così la faccio finita con queste pagliacciate e se vorrai sparirò per sempre dalla tua vita!-disse tutto d’un fiato, con coraggio. Poi riabbassò lo sguardo:-Dovevo almeno tentare.
    Emma lo guardò. Stavolta con espressione, non con lo sguardo vuoto di qualche secondo prima.
    E le sue labbra si aprirono lentamente in un sorriso. Un sorriso nuovo, che Gustav ancora non aveva visto. Un bel sorriso felice.
    -E’ bellissima. Nessuno aveva mai fatto qualcosa di così bello per me. Sai, sono abituata a vedere tutto che gira intorno a me, se qualcosa mi viene dedicato non è una grande sorpresa. Stavolta è stato diverso. E’ come se tu mi conoscessi davvero.
    Gustav si avvicinò ancora di più, afferrando con delicatezza i fianchi stretti della ragazza:-E vorrei conoscerti ancora, vorrei poterti amare Emma. Posso?
    Lei annuì piano. Sentiva un fremito strano in tutto il corpo, un battere accelerato del cuore che le sembrava di aver mai avuto prima di allora.
    -E tu mi amerai? O hai ancora paura?-continuò, avvicinandosi ancora di più a lei.
    Lei non rispose alla prima domanda. Ma alla seconda si:-Con te non ho paura.

    14 capitolo



    Tom aveva lasciato la sua casa da un po’, girando con il suo macchinone per le vie del centro. I fiocchi di neve si poggiavano lenti sul grande parabrezza, per poi esser spazzati via con il tergicristalli. A Tom non piaceva il Natale, non piaceva quella città in festa. Tutto quello sbrilluccichio, quell’ “essere buoni” che capita solo in un periodo dell’anno gli sa molto di falso, di obbligo, di montatura. Da piccolo amava il Natale, ma a 19 anni è diverso. Solo una scocciatura in più.
    Accese la radio, ma tutte le stazioni lo infastidivano. Lo infastidiva la neve, il suono del tergicristallo, la città decorata a festa, le sue mani grandi sul volante. Tutto lo urtava, tutto era incredibilmente fastidioso. Decise allora di andare nell’unico posto in cui riesce a stare in pace.
    La porta dello studio di registrazione si aprì anche senza la chiave. Le luci erano accese e c’era un silenzio strano. Percorre le varie stanze per capire cosa stia succedendo. Finché li vide, nella stanza della batteria. Vicini, troppo vicini. Sempre più vicini. Fino ad un bacio che spezzò in due il suo orgoglio, la sua voglia di vincere. Che gli fece desiderare di andare lì a dividerli, dividerli per sempre e potarsi via lei. Non voleva ammetterlo a se stesso. Non voleva ammettere di aver perso.
    Uscì fuori dall’ombra. Solo dopo un po’ i due si accorsero della sua presenza, un po’ spaventati.
    -Tom io….-iniziò Gustav.
    -Non dire che mi puoi spiegare, primo perché è una frase fatta e secondo perché non c’è nulla da spiegare. Basta Gustav, hai vinto tu. E’ tua, il bambino è contento ora? E ora vattene dallo studio di registrazione. Prendo le mie cose, così potrò andarmene anche dalla band.
    Gustav si allontanò da Emma, piuttosto irritato da quelle parole:-Dai Tom non dire cazzate. Vuoi buttare tutto all’aria per una cosa del genere? Solo perché per una volta una delle ragazze che hai adocchiato tu vuole stare con me?
    Tom si mise le mani in viso, nervoso:-No hai ragione. Ma c’è una cosa che posso fare. Far finta che non esisti! E ora, fuori da qui-non urlava. Il che, era un brutto segno.
    Gustav prese per mano Emma, senza una parola, dirigendosi verso la porta. E senza voltarsi disse:-Qui il bambino, non sono certo io.
    E senza dire altro sparirono oltre la porta.

    Natale. Anche a Natale sono costretti a lavorare. Concerto di beneficenza. Bè, almeno è per una giusta causa. E’ l’ultima canzone, “An deiner seite”. Il pubblico acclama più o meno forte la canzone che è l’ultima in tutti i festival, concerti e esibizioni varie. Forse perché è la più struggente, quella che ci sta a pennello come un saluto, quella che per molti rappresenta meglio il messaggio delle canzoni dei Tokio Hotel.
    Il concerto finisce. Urla del pubblico, saluti, auguri di Buon Natale. La solita storia. Solo il batterista ha qualcosa di diverso, quando raggiunge il dietro le quinte.
    -Bravissimo amore!!!- Emma gli getta le braccia al collo, sorridente, riempiendolo di complimenti.
    Tom passa al loro fianco, dando a Gustav una forte spallata. Bill e Georg si guardano arresi. Ancora Tom non ha ripreso a parlare con l’amico. Ci sono stati discorsi, parole dette e ridette che hanno cercato di convincerlo del fatto che Gustav non ha fatto nulla di male. Non era la sua donna, era solo una ragazza che necessitava di stare accanto a una persona giusta per lei.
    Tom entra nel camerino, seguito a ruota da Viki.
    -Ti posso parlare?
    Tom in realtà non ne ha per niente voglia, ma non se la sente proprio di risponderle male, In fondo lei è sempre così gentile con lui.
    -Dimmi tutto.
    -Perché ti comporti ancora così?
    -Così come?-chiede lui facendo l’indifferente e togliendosi il cappellino
    -Basta Tom, sei ridicolo. Ascoltami bene. Sai da cosa si capisce se ci tieni veramente a una persona?
    Tom alza la testa, guarda quella ragazza timida e sportiva che arrossisce appena, e che si appresta a spiegare.
    -Quando desideri la sua felicità, e non la tua. Si lo so, questa frase può sembrare un luogo comune, una frase fatta. Ma pensaci bene, è vera! Se tieni veramente a una persona sei disposta a soffrire tu pur di vederla stare bene. Non ti interessa quante lacrime dovrai versare, l’importante è vedere quella persona da lontano, felice, felice come magari con te non potrà mai essere. Non vorresti mai che lei stesse male, con te. Volere qualcuno a tutti i costi, rischiando che non sia felice, è solo puro egoismo. Pensaci per un attimo. Perché vuoi Emma, perché la ami forse?
    Tom non risponde, troppo impegnato a sfregarsi le mani, con nervosismo.
    -Io vorrei che Emma ti amasse, così non soffriresti…-dice infine piano, ma abbastanza forte perché Tom la senta. Tom trattienne il respiro per un attimo. Ma quindi, lei…
    Viki si accorge di aver parlato troppo. Comincia ad andarsene velocemente.
    -No Viki…Viki aspetta!- Tom comincia a rincorrerla dopo qualche istante di sbigottimento, per aver capito in ritardo quelle parole, che contenevano un sottile messaggio. Un qualcosa che nessuno gli aveva mai detto. Nemmeno fra le righe.


    EPILOGO



    Amare è un qualcosa di magico, di bello, che non tutti a volte vogliono provare, ma inevitabilmente questo accade. Quando ci si accorge di essere soli, dopo anni che si è evitato tutto, allora serve l’amore. Come Emma, che ha trovato in Gustav un ragazzo dolce, che l’ha capita davvero dal primo istante, da quel lontano party in cui quegli occhi gli avevano lasciato un segno indelebile , quegli stessi occhi che ora gli fanno battere forte il cuore, che sono sorridenti e non più velati di tristezza, di rabbia, di rancore, come un tempo. Amare, come dice Viki, è volere la felicità dell’altro a costo di essere infelici. Proprio come è successo a lei. Ha versato lacrime nel vedere Tom che guardava un’altra, ha sopportato, aspettando che fosse felice, con o senza di lei. Il suo sacrificio è stato premiato. E ora tocca a lei insegnare a Tom ad amare. Tutti hanno bisogno d’amore, anche il Sexgott che ora sta con Viki, la sua ragazza fissa, la prima che l’abbia amato davvero. E grazie a lei non ha buttato via una bella amicizia, legata dalla musica, che continuerà per sempre.
    Amare è quella “cosa” che Tom Kaulitz fra non molto imparerà. Perché tutti maturano prima o poi. Anche lui.
    Perché tutti devono essere illuminati da una persona speciale.


    FINE






    Note:
    Alluuura^^
    Capitolo 13: la canzone l'ho scritta io! Non sono molto brava in queste cose, diciamo che me la cavo meglio nella prosa! Però per la trama che mi ero creata la canzone era assolutamente necessaria...perdonato la schifezza^^

    Capitolo 14:dal periodo di Natale in poi il tempo della narrazione cambia ed è al presente. Non è a caso, e nemmeno un errore, volevo proprio rendere l'idea che tutto quello scritto prima fosse al passato non so se mi spiego O_o


    Concludendo: non è stato facile per me scrivre questa ff, perchè solitamente quando ne scrivo partono da una kia idea e fatto che fosse un'idea già pronta mi ha creato qualche difficoltà. spero lo stesso che ne sia uscito qualcosa di carino.
    Per quanto riguarda la conclusione non sono per niente soddisfatta, la trovo scontata, banale e noiosa, potevo fare di meglio ç__ç però ero di fretta, ho avuto tanto da fare e volevo finirla in tempo.

    Mi scuso per gli eventuali errori di battitura ma non posso rileggere^^

    Grazie per aver seguito la mia ff e aspetto con ansia gli esiti!

    Un bacio a tutte, buon 2009

    LollyTH

     
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    Allora complimenti per la canzone!
    Quando ho fato il titolo alla FF non avevo pensato ad una cosa del genere.
    E' stato molto originale.

    Pooooi il fatto dei tempi verbali, l'idea che hai avuto mi è subito piaciuta, insomma il presente e il passato.
    Brava.

    L'idea della FF continuata da altre persone mi è venuta perchè ogni volta che ne scrivo una io tutte mi dicono e io che mi aspettavo qusta cosa, oppure, no, non avrei immaginato che finisse così.
    E quindi ho deciso per una volta di farla sviluppare agli altri la trama e devo dire che tu ci sei riuscita benissimo.
    Complimenti!

    E Buon 2009!
     
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  14. Kate ~
     
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    Lolly, io credo che il finale non si affatto scontato, anzi!

    Mi è piaciuta la ff, mi è piaciuta la canzone e anche l'utilizzo del tempo passato e poi presente. Complimenti cara!

    Buon 2009 anche a te e resta con noi per scoprire i vincitori!
     
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  15. LollyTH
     
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    Grazie mille ragazze, mi avete resa davvero felice con questi commenti!
    A quando i risultati?
     
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32 replies since 11/8/2008, 12:42   293 views
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