Dopo di te...

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  1. Kate ~
     
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    Eccomi a scassarvi con una nuova ff! Spero vi piaccia, vi avverto subito che non so quanto sarà lunga, perchè dipenderà dalla mia ispirazione!! XDXD

    Lea aveva sonno.
    Non era il sonno di chi, stanco dopo una giornata di lavoro, desidera solo andarsene a letto. Il suo era un sonno indotto, quasi coatto. Aveva ingurgitato due pastiglie di sonnifero, sperando di riuscire a recuperare le ore che aveva perso le notti precedenti, quando il capo l’aveva costretta a fare gli straordinari.
    Detestava il suo impiego, ma il mercato non offriva di meglio. Aveva dovuto scegliere fra un posto in un call center e quel lavoro di barista. La scelta era inevitabilmente ricaduta sul secondo impiego, dato che il primo l’avrebbe sicuramente uccisa di noia.

    Sdraiata sul letto, nella casa che divideva con la sorella Marie, scrutava il soffitto. All’improvviso, proprio mentre le palpebre stavano per chiudersi, un ciclone moro la investì.

    “Zia Leaaaaa!!!”

    Philip, il suo nipotino di cinque anni, era appena entrato nella sua camera, irruente come al solito. Invidiava la vitalità di quel frugoletto e lo amava con tutta sé stessa, così aprì gli occhi e accese la luce.

    “Phil, che c’è?”
    “La mamma chiede se vieni a mangiare il gelato con noi”
    “Sto morendo di sonno, Phil…” borbottò.
    “Dai zia…”

    Era impossibile resistere a quegli occhi da cerbiatto, così si alzò, si vestì e raggiunse la sorella in salotto. Philip la precedeva, saltellando.

    “Tesoro non volevo disturbarti, ma Phil ha insistito tanto” spiegò Marie.
    “Nessun problema, un gelato lo mangio volentieri!”

    Adorava sua sorella, la sua ancora di salvezza. Si sarebbe fatta in quattro per lei e per Philip, senza ombra di dubbio.
    Marie aveva 33 anni e un figlio di 5. Il padre di Philip l’aveva lasciata non appena saputo della gravidanza, così Marie si era fatta in quattro per mantenere il suo bambino e ora, a distanza di cinque anni, poteva dirsi soddisfatta. I primi tempi erano stati difficili, Philip richiedeva molte cure e Marie temeva di non riuscire a crescerlo come avrebbe voluto, ma Lea si era resa disponibile fin dall’inizio, anche se all’epoca della nascita del nipote aveva solo 17 anni.

    Quando Lea aveva raggiunto la maggiore età, aveva lasciato la casa in cui viveva con la madre e si era trasferita da Marie. Ora, a 23 anni compiuti, continuava a vivere con la sorella, lavorando e studiando nei ritagli di tempo, concedendosi ogni tanto una serata con Sue e Mandy, le sue migliori amiche.

    In pochi minuti, raggiunsero la gelateria preferita da Philip e si accomodarono al tavolo, aspettando che la cameriera portasse loro la lista dei gelati.

    “C’è qualcosa che non va?” domandò Marie.
    “Sonno, solo sonno. Anche ieri ho finito di lavorare alle due del mattino. Per fortuna che oggi è il mio giorno libero, altrimenti sarei collassata dietro al bancone”
    “Ma perché lo fai? Io sono in grado di mantenerti fino a quando non avrai terminato gli studi…”
    “Lo sai che non mi va. Ma ti ringrazio, Marie…” rispose Lea, riconoscente.
    “Io voglio la coppa cioccolato e panna!!!” si intromise Philip “Mamma me lo compri?”
    “Certo tesoro. Tu Lea, che prendi?”
    “Una granita… ho cambiato idea, non voglio più il gelato…”

    Dalle ampie vetrate della gelateria, le due ragazze osservavano i passanti che affollavano il centro della città. Le luci dei lampioni proiettavano ombre asimmetriche sulla strada e Lea si incantò osservando un ragazzo che rincorreva, ridendo, il suo cane.

    Lea si sentiva italiana al cento per cento, anche se le sue origini erano, almeno per metà, inglesi. Il padre, Edward, era un famoso imprenditore londinese, che aveva conosciuto la loro madre tanti anni prima, in occasione di una vacanza. Avevano vissuto per dieci anni a Londra ma, quando era nata Lea, si erano trasferiti in Italia e, nello stesso anno, il padre aveva lasciato la moglie ed era tornato in Inghilterra. Lea lo vedeva due volte all’anno e non poteva di certo dire di avere un buon rapporto con lui, però cercava in tutti i modi di mantenere dei buoni rapporti, più per amore della madre che del padre. Madre che desiderava che le figlie continuassero a vedere il padre, senza rimproverargli nulla.

    Marie, invece, detestava suo padre. Non lo aveva nemmeno avvertito il giorno in cui era nato Philip e, quando se l’era trovato sulla porta della stanza d’ospedale, con un mazzo di fiori in mano, aveva mostrato tutto il proprio disappunto, rispondendogli a monosillabi e mantenendo un’espressione corrucciata per tutto il tempo della sua visita.

    Quando uscirono dalla gelateria e si diressero verso casa, i loro sguardi vennero catturati da un’ampia folla di ragazze che stazionavano di fronte all’ingresso dell’hotel più prestigioso della città.

    “Che cazzo succede?” chiese Lea.
    “Mammaaaaa! La zia ha detto quella brutta parola che inizia con la C…”

    Lea scoppiò a ridere.

    “Perdonami, Phil… Intendevo dire: che cosa succede?”
    “Ci sarà qualche personaggio famoso. Magari un attore o un cantante…”
    “Già, come quella volta in cui Brad Pitt è venuto a promuovere il suo ultimo film! Ti ricordi che casino? La strada bloccata, ragazze in delirio! Io dovevo andare a lavorare e nessuno mi faceva passare!”
    “Andiamo a dare un’occhiata” propose Marie “magari c’è Sean Connery!”
    “Ancora persa per Sean Connery?!” la scherzò Lea “Ad ogni modo, mi si stanno chiudendo gli occhi, quindi preferirei andare a casa. Tanto, domani mattina leggeremo sulla pagina degli spettacoli il nome del vip di turno”

    Arrivate a casa, Lea si diresse subito in stanza, mentre Marie accompagnò Philip in cameretta, lo aiutò a infilarsi il pigiama e gli diede la buonanotte.

    Poco prima di chiudere gli occhi ed addormentarsi, la mente di Lea volò per un istante alla folla assiepata di fronte all’albergo, domandandosi come sarebbe stato vivere un solo giorno nei panni di una celebrità. Ma Lea non sapeva che, prima di quanto avrebbe mai immaginato, QUELLA celebrità sarebbe piombata nella sua vita come un fulmine a ciel sereno.


    Continua...
     
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  2. _-°sChaTzi°-_
     
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    *_* Oddio Kate ...
    E' reale, sembra che l'hai vissuta... wow... ispirazione niente male!
    Stupenda, davvero brava.
     
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  3. tokina483
     
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    wow!!sei davvero bravissima!!!
    ff stupenda!!complimenti!! :3435d:
     
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    Dare to dream

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    Bellissima!!!

    Come inizio è molto interessante!

    Brava, brava... ^^
     
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  5. »•Nicky°
     
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    Wooow Kate!!Questa ff è solo agli inizi e già mi piace un sacco!!
     
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  6. •Baby
     
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    Continuaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!

    L'inizio è davvero promettente! Brava, Kate!

    E già mi sono affezionata a Lea e Marie.
    E a quel bambolotto di cinque anni ... *________*
     
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  7. » B e a •
     
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    E brava la Kate che ci posta le sue fan fiction!!!XD
    Questa mi piace moltissimissimo già dal primo capitolo!!!^^
    Continua presto!!
     
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  8. ~> Lulù°
     
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    Bill? Tom? Georg? Gustav?
    Chi è la celebrità al cel sereno??? XD
    Me curiosa da morire..
    Postaaaaa!!! X°DDD
     
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  9. Kate ~
     
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    Grazie ragazze!!

    Ma siete carinissime!! *__*

    Continuo...

    Saki si era appena sistemato nella sua stanza. Era stanco, decisamente molto stanco. Erano a Roma solo da poche ore, eppure avvertiva già il cambio d’aria, di abitudine, di odori. Era ormai assuefatto ai continui spostamenti, eppure ogni volta che lasciava la Germania, una fitta gli trafiggeva lo stomaco. Ma il suo lavoro era quello: doveva seguire e garantire la sicurezza dei ragazzi ovunque andassero. Non che si fosse stancato, eppure con il passare degli anni sentiva il bisogno di fermarsi, di insediarsi in un posto fisso e smetterla di essere un nomade senza fissa dimora.

    Si recò di malavoglia nella stanza di ognuno dei quattro ragazzi, per informarli circa il programma del giorno seguente: sveglia alle otto, intervista con un noto quotidiano italiano alle dieci, sessione fotografica e nuova intervista con un settimanale alle undici, pranzo, breve riposo e una comparsa in un programma radiofonico alle quattro del pomeriggio. Dopodichè, incontro con le fan alle sei e cena alle otto. Saki era già stanco ancor prima di iniziare. Fortuna che poteva contare anche sulla presenza di Toby, che era molto più giovane di lui e sicuramente all’altezza del compito.

    Dopo il giro delle camere, si concesse un drink al bar dell’albergo e poi si infilò dritto dritto nel letto, addormentandosi come un bimbo.

    Lea si svegliò all’alba. Dopo una rapida doccia e una veloce colazione, afferrò i suoi libri e si chiuse in camera a studiare. Alle sette anche Marie si alzò, preparò la colazione per lei e per il figlio e alle otto, prima di andare a lavorare, accompagnò Phil all’asilo.

    “Phil finisce alle due. Lo vado a prendere io, non preoccuparti” disse Marie alla sorella “Tu a che ora inizi stasera?”
    “Alle 21.00, come sempre…”
    “Allora ci vediamo nel pomeriggio”

    Poco dopo l’ora di pranzo, il telefono di casa squillò, facendo trasalire Lea, intenta a lavare i piatti. Si asciugò frettolosamente le mani nel canovaccio appeso di fianco al lavello e corse a rispondere.

    “Sì?”
    “Lea, sei tu?”
    “Ciao Tino!” rispose Lea, riconoscendo la voce del suo datore di lavoro.
    “Dove diamine hai il cellulare? E’ da un’ora che cerco di chiamarti!”
    “E’ ancora spento… ma che succede?”
    “Succede” spiegò Tino, con un’ombra di eccitazione nella voce “che stasera abbiamo degli ospiti importanti!”
    “Chi?”
    “I Tokio Hotel!!!” trillò Tino “Sai cosa significa!? Significa che il locale farà il salto di qualità!”
    “Ma chi sono?”
    “Come chi sono?! Ma non leggi i giornali?” la rimproverò scherzosamente Tino.
    “Aspetta… sono quelli che cantano quella canzone sul vento?”

    Una risata squillante le perforò quasi il timpano.

    “Monsoon!”
    “E beh, non mi ricordavo il titolo!” spiegò Lea “Comunque sì, ho presente. Solo che se dovessi incontrarli, non credo che li riconoscerei. In questi ultimi anni sono stata parecchio occupata, sai… Non ho avuto molto tempo da dedicare alla musica o ad altri hobby”
    “Sai, dicono che il chitarrista abbia la fama di playboy. Magari stasera rimorchi, sarebbe anche ora!” la scherzò di nuovo.
    “Va’ a cagare! Non ho bisogno di rimorchiare, sono troppo occupata! Ma mi hai chiamata solo per dirmi questo?”
    “No, anzi, quasi mi scordavo: stasera inizi prima. Ti aspetto al locale per le 19.00. Voglio che sia tutto perfetto!”
    “Uff…” sbuffò Lea “Va bene. A stasera allora”

    Il suo sogno di concedersi una bella cenetta con la sorella e un piccolo momento di relax sul divano, dopo la cena, si infransero. Tornò a studiare e rimase china sui libri fino al ritorno di Marie e Phil.

    “Stasera non ci sarò a cena” esordì Lea, non appena la sorella entrò in casa e Phil le saltò in braccio.
    “Esci con Sue e Mandy?”
    “No… Inizio a lavorare alle 19.00. Pare ci siano ospiti importanti”
    “Ma dai?! Chi?”
    “I Tokio Hotel, conosci?”

    Marie si strofinò il mento con una mano, poi esplose:

    “Das ist der letze Taaaaag!!!”

    Lea assunse un’espressione interrogativa.

    “Ma no Marie, sono quelli che cantano quella canzone sul monsone”
    “Mica cantano solo quella! Fidati, li conosco! La radio trasmette spesso le loro canzoni e tu sai benissimo che io ascolto musica anche quando vado in bagno!”
    “Ma perché sono l’unica a non conoscerli?” chiese Lea.
    “Perché negli ultimi cinque anni, non ti sei mai concessa un minuto di sosta, un minuto solo per te. Ti stai perdendo un sacco di cose che, alla tua età, dovresti provare. Dammi un minuto e ti faccio vedere chi sono, non vorrai mica presentarti impreparata?”

    Dopo pochi istanti, Marie raggiunse Lea in cucina, con il computer portatile in mano. Lo appoggiò sul tavolo e si connesse ad internet. Digitò solo due parole e, improvvisamente, milioni e milioni di risultati apparvero sullo schermo.

    Marie scelse una pagina a caso e l’aprì. Sulla schermata comparve una foto gigante di quattro bei ragazzi, ma uno in particolare catturò l’attenzione di Lea, facendola arrossire.

    Come per Cenerentola, anche per Lea l’ora del ballo stava per arrivare.


    Continua...
     
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  10. » B e a •
     
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    Chi èèèèèèè?????????
    Chi èèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèèè?????
    Scommetto che è...ok non lo so! XDDD
    Aspetto il capitolo per vedere chi è il fortunato!!^^
     
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  11. »•Nicky°
     
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    Voglio assolutamente sapere chi è, anche se ho un vago sospetto sull'identità di uno dei quattro...
    Continua presto!! ;)
     
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  12. Kate ~
     
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    Anche io ho un vago sospetto...

    :yuyyi: :yuyyi: :yuyyi: :yuyyi:
     
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  13. » B e a •
     
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    Alla fine è Andreas! XDD
     
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    Concordo è Andreas!

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    Nuuu Saki... mi viene nostalgia a pensare a lui!

    Comunque ho un sospetto su quella foto, e già sono gelosa! Sappilo!! :ghthuyu:

    :rttrtrtr: Bravissima...
     
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397 replies since 20/8/2008, 20:57   4468 views
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