Dopo di te...

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  1. ~> Lulù°
     
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    CITAZIONE (Kate ~ @ 22/8/2008, 19:50)
    Se volete, io avrei già due capitoli pronti... posso postarvene uno, se vi va...

    Ditemi voi, non vorrei annoiarvi o rovinarvi la sorpresa!

    Postaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!! image
     
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  2. °iCh-uNd-DiCh°
     
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    postali Kate!
     
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  3. Kate ~
     
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    Allora posto!!^^

    Continuo...

    Lea voltò lo sguardo in direzione del tavolo tanto temuto, pregando che la voce non giungesse proprio da lì. Invece, contro ogni sua speranza, si accorse che il ragazzo dai capelli lisci, di cui ignorava il nome, stava chiamando proprio lei.
    Ripassò mentalmente le sue conoscenze tedesche e benedisse sua madre, docente universitaria, per averle insegnato quella lingua così difficile.

    “Dimmi” disse, avvicinandosi al gruppo e cercando di non guardarsi troppo in giro.
    “Potremmo ordinare? Tu lavori qui, giusto?”

    Lea si chiese come diamine avesse fatto quel ragazzo a capire che lei lavorava lì. Pensò di avere la faccia da barista, o forse di essere vestita in maniera poco elegante per essere una cliente. Poi, proprio mentre si guardava la punta delle scarpe, capì: indossava la maglietta del locale, con tanto di nome e un piccolo grembiulino in vita. Stupida!

    “Sì certo, ditemi…”

    Con fare professionale, nonostante le mani tremanti, estrasse dal grembiulino un blocchetto con penna e aspettò che il gruppo decidesse. Mentre i ragazzi le sciorinavano i vari cocktail, Lea pensava:

    “Ok, il piastrato vuole la birra, quello biondino con la faccia simpatica vuole una vodka liscia, il ragazzo con i rasta beve la birra come il piastrato e… no cazzo no… tocca a LUI… devo guardarlo? No che non lo devo guardare, io tengo la testa bassa e ascolto…”

    “Io invece vorrei una vodka alla fragola. Ce l’avete?”

    Doveva rispondergli. Era necessario rispondere. Non poteva fingere di non aver sentito o, peggio ancora, grugnire in segno di risposta. Oltre a sembrare un maialino, avrebbe anche corso il rischio di fargli una brutta impressione e non sarebbe stata una bella mossa. Non pretendeva nulla, di certo non chiedeva che lui la rapisse e la portasse via, per favore, alla favole aveva smesso di credere quando aveva compiuto dieci anni, però desiderava fare una bella figura, sperava che, se LUI se la fosse mai ricordata, avrebbe ripensato a lei con un sorriso.

    “Sì… fragola, menta, pesca…” prese ad elencare.
    “Va bene alla fragola, grazie!” rispose il ragazzo, sfoderando un sorriso smagliante.

    “Adesso cado… cado, me lo sento” pensò nuovamente Lea “Cado, mi si strapperanno i pantaloni, rimarrò con il culo di fuori in mezzo a tutta questa gente e LUI riderà come un pazzo”

    Sorrise, si allontanò dal tavolo e riuscì a raggiungere il bancone senza cadere, né tantomeno inciampare o rimanere con il sedere di fuori.

    “Dove sei stata? C’era la coda al cesso?” chiese Miriam.
    “No… solo che uno dei Tokio Hotel mi ha fermata per ordinare da bere”
    “L’ho detto a Tino che dovrebbe assumere una cameriera in più! Quelle che abbiamo non bastano!”
    “Strano che non abbia mandato una ragazza al tavolo, però… Non è da lui”

    In quel momento, un trafelato Tino le raggiunse al bancone.

    “Mio dio mio dio mio dio mio dio! Non ho mandato una ragazza al tavolo dei Tokio Hotel! Oddio santissimo! Sono un deficiente!”
    “Tino calmati!”
    “Lea puoi andare tu? Ti prego! Sono un’idiota!”
    “Tino!!” urlò Lea “Datti una calmata! Guarda che sono persone come me e te! Il fatto che siano famosi, non significa che non possano aspettare un attimo! Tranquillo che non si prosciugheranno la gola, nell’attesa”
    “Ma…”
    “Niente ma!” lo rimbeccò Lea “Ad ogni modo, mentre uscivo dal bagno mi hanno fermata e ho preso io le ordinazioni. Adesso preparo il tutto e poi mando una delle ragazze al tavolo”
    “Sono tutte impegnate! Devi andare tu! E poi, qui dentro sei l’unica che parla il tedesco!”
    “Sapranno sicuramente anche l’inglese” commentò Lea, mentre preparava la vodka alla fragola “Vacci tu! Io ho da fare!”
    “Ma scherzi? Io non posso andare! Non indosso la divisa!”

    Lea sbuffò vistosamente.

    “Mando Miriam, allora”
    “Miriam non parla tedesco”
    “Birra e vodka non sono così difficile da capire, anche se dette in inglese! Inoltre, è difficile scambiare un boccale di birra per un bicchiere di vodka di colore rosa cazzo!”
    “Lea, in qualità di tuo superiore, ti ordino di portare loro da bere!” disse Tino, sghignazzando.
    “Mi devi un favore, sappilo!” lo rimbeccò Lea, puntandogli l’indice contro.

    Poi scese dal bancone e, inspirando profondamente, attraversò di nuovo il locale con il vassoio in mano, diretta verso il gruppetto tedesco.


    Continua...
     
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  4. °iCh-uNd-DiCh°
     
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    Kate, cattivona, hai detto che avevi ben due capitoli già pronti, dunque posta il secondo ù.ù

    P.S. Questo era stupendo xD
     
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  5. ~> Lulù°
     
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    Biiiiiil.. Oh io lo sapevo!! Sissì, lo sapevo, lo sapevo!!! :yyyyyyyyy: :yyyyyyyyy:
    Che bella.. mi piace un casino!^^
    Posta Kateeee!!^^
     
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    :yuyyi: Oddio cadere e rimanere con il sedere di fuori!

    Dai Lea su!!!! Respira che ce la fai!

    :yuyyi: :yuyyi: Me la immagino!
     
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  7. °iCh-uNd-DiCh°
     
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    Dormirò?Non dormirò?
    Come farò senza un nuovo capitolo...
    T__________T
     
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  8. *-*BillundTom*-*
     
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    bellissima Kate *.* Lo immaginavo che era Bill ^^
    CITAZIONE
    Camminava con leggerezza, come se stesse passeggiando su una soffice nuvola

    perchè lui cammina così *___________*
    continuaaaaa xD
     
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  9. °iCh-uNd-DiCh°
     
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    Kate... Posta*_*
     
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  10. Kate ~
     
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    Grazie ragazze, di cuore!!! *__*

    Continuo...

    Quando arrivò al tavolo, con estrema professionalità e scioltezza, cominciò a servire le bevande tenendo il vassoio in bilico su una mano sola. Mancava ormai solo la vodka alla fragola da servire, quando il telefono del ragazzo con i rasta squillò. Lea non capì quel che stava per succedere, vide solo una furia alzarsi di scatto e il vassoio volare oltre la testa del ragazzo con i capelli lisci. Inevitabilmente, il bicchiere di vodka con tutto il suo contenuto, cadde a terra, frantumandosi.

    “Mi spiace, scusa! Colpa mia!” balbettò, imbarazzato, il ragazzo con i rasta.
    “No, figurati” mormorò Lea, chinandosi per raccogliere i cocci di vetro.
    “Sei sempre il solito, Tom!”

    Era LUI. LUI che parlava. Tom, ecco come si chiamava quello con i lunghi dread. Ma LUI? Qual era il suo nome?

    “Taci Bill!” lo rimbeccò Tom.

    Bill. Si chiamava Bill.

    “Aspetta, ti do una mano. Fai attenzione a non tagliarti” disse Tom, chinandosi a fianco di Lea.
    “Non disturbarti, ho finito. Ti ringrazio” rispose Lea, con un sorriso. Poi, si alzò e, preparandosi all’incontro con gli occhi di Bill, esordì: “Ti porto subito un’altra vodka”
    “Grazie! Mi spiace, ma mio fratello è sempre il solito!” sghignazzò Bill, seguito a ruota dagli altri.

    Suo fratello. Effettivamente, a pensarci bene i due ragazzi si somigliavano parecchio. Sorridendo, Lea tornò al bancone, preparò un’altra vodka, afferrò anche uno straccio e uno spazzolone e si precipitò dai ragazzi. Dopo aver servito la vodka a Bill, pulì il pavimento.

    “Dovresti farlo tu, quel lavoro!” commentò il piastrato.
    “Georg, falla finita! Mi sono già scusato! La vibrazione del telefono mi ha spaventato! Ce l’avevo in tasca, proprio attaccato al culo!”

    Lea trattenne una risata. Georg, aveva scoperto anche il nome del terzo ragazzo. Ora mancava solo il biondino taciturno.

    “Come minimo, per averti creato tanto disturbo” disse Tom, mentre Lea finiva di pulire “ti meriti una foto con me!”

    Lea girò la testa in direzione di Tom e, con tutta la sincerità possibile e con un tono volutamente ironico, rispose: “Quale onore!”

    Gli altri tre scoppiarono a ridere, mentre Tom finse di mettere il broncio.

    “Non sai che ti perdi!” la rimbeccò.
    “Posso immaginare, ma concederò questo onore a qualche altra ragazza. Io devo lavorare”
    “Tom, ti è andata male!” disse il biondino.

    Lea sorrise di nuovo al gruppetto, poi raccolse lo straccio e, prima di tornare al bancone, chiese: “Volete altro?”
    “Beh… effettivamente vorrei…”
    “Tom smettila! Che figure! Possibile che tu ci debba provare con tutto ciò che respira?” lo rimproverò Bill.

    Lea arrossì, poi sorrise per l’ennesima volta ai ragazzi.

    “No, siamo a posto, ti ringrazio” si affrettò a dire Bill “Nel caso in cui volessimo altro, verremo direttamente al bancone. Grazie!”

    Tornando alla sua postazione, Lea si sentì improvvisamente infelice. La luce calda che gli occhi di Bill emanavano, le fece capire quanto si fosse estraniata dalla realtà negli ultimi anni, quanto avesse chiuso il suo cuore a qualsiasi emozione, troppo presa dal lavoro, dagli studi, da Philip e dal desiderio di mostrarsi matura a tutti i costi.
    Scosse la testa e pregò che quella serata finisse in fretta. Non c’era spazio per i sogni nella sua frenetica vita.

    Le ore passavano lentamente, la folla danzava, le luci le facevano male agli occhi e tutto quel frastuono le aveva procurato un forte mal di testa. Ma forse non era colpa della musica alta e del chiacchiericcio. Forse la sua testa stava pensando troppo, a troppe cose in troppo poco tempo.
    Quand’era stata l’ultima volta che aveva sperimentato la dolcezza di un bacio? O la piacevole sensazione di una mano che stringe la tua? Quando aveva fatto l’amore?

    Con suo immenso dispiacere, si accorse di non aver mai provato nulla di simile. Mai.
    Non aveva mai concesso ad un ragazzo di avvicinarsi a lei, semplicemente perché non si concedeva nulla. Nemmeno a scuola, mai un flirt con un compagno, uno scambio di pareri. Nulla. C’era Phil da curare, Marie da aiutare, c’era il lavoro e poi l’università. E prima di tutto questo, prima dei 17 anni, non si era mai sentita pronta. Le sue amiche cercavano sempre di trascinarla fuori da tutta quella frenesia ma, a parte qualche serata insieme, non riuscivano a scucirle granché. Era come se tutto quello le si fosse appiccicato addosso, come se fosse parte di lei.

    “Ci sarà tempo per l’amore” pensava. Ma la verità era che il tempo passava e solo il cielo sapeva quante occasioni avesse sprecato. Poi aveva visto LUI. Stupido vero? Accorgersi di tutto questo solo quando si incontra una persona che non potrà mai starti vicino. Osservarla da lontano e sentirsi già fortunata per quello, perché a pochissime altre ragazze era concesso un incontro così ravvicinato.
    Intorno alle due, mentre era intenta a preparare un cocktail analcolico per una ragazza bionda seduta al bancone, lo vide avvicinarsi.


    Continua...
     
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  11. ~> Lulù°
     
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    Oddeo. Oddeo. Oddeo. Oddeo.
    Vai Biiiiil.. Fatti valere!!

    ..Comunque, io a Tom gli avrei risposto diversamente!! U.U
     
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    si sentì improvvisamente infelice. La luce calda che gli occhi di Bill emanavano, le fece capire quanto si fosse estraniata dalla realtà negli ultimi anni, quanto avesse chiuso il suo cuore a qualsiasi emozione

    Già... Gli occhi di Bill sanno abbattere qualsiasi barriera... image

    Mi fai emozionare sempre troppo...

    Stupenda ^^
     
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  13. Kate ~
     
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    Sono imbecille, lo so... ma anche questa volta mi sto emozionando, scrivendola. Forse perchè mi è uscita all'improvviso, senza che la cercassi... e sapere che è lo stesso anche per voi, non può che farmi felice! Grazie ragazze! *__*
     
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  14. °iCh-uNd-DiCh°
     
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    kate, sei magnifica*_*
     
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  15. •Baby
     
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    Con suo immenso dispiacere, si accorse di non aver mai provato nulla di simile. Mai.
    Non aveva mai concesso ad un ragazzo di avvicinarsi a lei, semplicemente perché non si concedeva nulla. Nemmeno a scuola, mai un flirt con un compagno, uno scambio di pareri. Nulla. C’era Phil da curare, Marie da aiutare, c’era il lavoro e poi l’università. E prima di tutto questo, prima dei 17 anni, non si era mai sentita pronta. Le sue amiche cercavano sempre di trascinarla fuori da tutta quella frenesia ma, a parte qualche serata insieme, non riuscivano a scucirle granché. Era come se tutto quello le si fosse appiccicato addosso, come se fosse parte di lei.

    “Ci sarà tempo per l’amore” pensava.

    Oddio, questa Lea è esattamente come me. Un personaggio che mi rispecchia in pieno.

    Kate, questi due capitoli sono stupendi come gli altri, anche se, leggendo il primo, avevo l'impressione si trattasse di Hagen. Il piastrato mi ricordava Bill.
    Che sciocca!

    Continua presto . Brava!
     
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397 replies since 20/8/2008, 20:57   4468 views
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