Ti lascio andare

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  1. »•Nicky°
     
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    Oh no...sto leggendo solo ora...comunque brava Baby, continua presto...
     
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  2. » B e a •
     
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    Sorella sorella...mi piace Celine!!
    Che idea ha???
    cosa vuole fare???
    Mah...
    lo scopriremo alla prossima puntata giusto Baby?^^
    Questo ti dovrebbe spronare a postare presto il seguito! XD
     
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  3. Kate ~
     
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    Baby!!

    Mi ero persa due capitoli, excuse me!

    Adoro Kathy, mi piace un sacco! Ma ora, sono curiosa di sapere quale sarà l'idea di Cèline!

    Posta posta! E grazie per le tue parole!! *_*
     
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  4. sweetchris
     
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    Mi piace, mi piace!!!
    Continua presto tesò!!
    Sei bravissima a scrivere!!
    Voglio leggere il seguito ... continua presto!!
    Che idea avrà in mente Cèline??
     
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  5. *-*BillundTom*-*
     
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    Ho letto tutto ora *_*
    Sei bravissima a scrivere *_*
    Una bella fan fiction non c'è che dire ^^
    Voglio proprio vedere che cosa ha in mente Cèline ^^
     
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  6. Baby_Roby
     
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    È veramente bella, scrivi benissimo e la storia fin qui mi piace molto, specialmente il sogno iniziale, è così poetico ^^ !!! Continua presto, mi raccomando!
     
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  7. °O.oLety&Feddyo.O°
     
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    Bellissima^^
    Voglio sapere qual'e' l'idea di Cèline!!!!!!
    Quindi...posta presto^^


    Lety
     
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  8. •Baby
     
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    Roby e Francesca, due nuove lettrici! :tytu:
    Grazie a tutte!

    Capitolo 5


    Pronta e in perfetto orario, si voltò impaziente verso la sveglia. Erano solo le otto e dieci, ma Kathy ritenne inutile continuare a fissare il vuoto con le mani in mano, in attesa che le lancette velocizzassero il suo arrivo in ufficio. Dunque, con una fugace occhiata all'orologio di fronte, afferrò la borsa sul letto e uscì dalla stanza. Passò davanti alla cucina, nella quale, ora, Céline, sembrava tutta intenta a lavare i piatti utilizzati la sera precedente, e con un "ciao" sommesso, annunciò che usciva di casa e che non sarebbe tornata prima di pranzo.

    Come tutti i lunedì del mese di maggio, anche quella mattina era uggiosa, il cielo era corredato di nuvole nere, e non si scorgeva all'orizzonte neanche uno spicchio di sole o una fetta d'azzurro, tanto per annunciare l'arrivo di una lieta settimana. In più, era tipica del mese la fredda brezza mattutina che gelava il respiro e trafiggeva il collo nudo delle persone ottimiste, che avevano osato, o meglio, avevano sperato, di poter uscir di casa senza sciarpa e berretto. Con un tuffo al cuore, Kathy comprese il motivo per cui quella mattina le pareva anche più fredda di quelle precedenti: evidentemente sovrappensiero, era uscita senza indossare un cappotto. Ormai lontana da casa, raggiunse in tutta fretta l'auto parcheggiata in fondo al sentiero, mentre una serie di maledizioni echeggiavano nell'aria, tanto che i passanti si voltarono a guardarla, scandalizzati. La questione che si leggeva sui loro volti era lecita: perché una ragazza, all'apparenza così dolce, dovesse riconfermare ciò che si diceva di lei in giro? Perché doveva mostare a tutti il suo lato peggiore?

    "Perché, in fondo, chi mi conosce saprà di certo che non possiedo un altro lato, un lato più bello e migliore". Se ne infischiava altamente dei pregiudizi degli altri, e di questo, la nostra Kathy ne era stranamente orgogliosa. Come se il fatto che si parlasse male di lei, nel quartiere, accrescesse la sua già abbondante fierezza. Con un sorriso sprezzante, sbatté la portiera accanto a sé e partì alla volta dell'ufficio.

    Sulla strada principale, la nebbia calò a vista d'occhio, tanto che, dopo qualche minuto, fu costretta a decelerare di diversi chilometri. Imprecando contro tutto ciò che avesse contribuito ad un pessimo inizio della giornata, e, probabilmente, della settimana appena cominciata, pensò che, in fondo, una sigaretta l'avrebbe aiutata a rilassarsi, e ne estrasse una dal pacchetto che aveva in tasca. Guardò in seguito, nello specchietto retrovisore e notò con rabbia che, dietro di lei, c'era una fila di auto a dir poco incredibile. Ovvio, era lunedì. Per quanto ne poteva sapere, intuì che la situazione fosse la medesima anche davanti: non riusciva a scorgere niente al di là del vetro. E la nebbia non accennava a dissolversi. Schiacciando il mozzicone nel posacenere già pieno della vettura, si voltò verso il sedile anteriore al suo fianco, per chiamare Charlie, il suo capo, una persona estremamente noiosa e seccatrice, a parer suo. Ignorando del tutto il fatto che, quel venticinquenne americano a cui dava del noioso, avesse accettato di offrirle un lavoro, sebbene non ancora maggiorenne, solo perché era cotto di lei dall'età di 23. Siccome, da ragazzo perspicace qual era, aveva compreso a malincuore che il sentimento non era reciproco, e poiché, in campo lavorativo, occorreva mantenere un certo distacco, Charlie fingeva di apparire nella maniera più naturale possibile, trattandola da semplice impiegata come le altre, mantenendo stretti i suoi buoni rapporti. Purtroppo, con scarsi risultati, perché, come la ragazza gli menzionava sempre, lui "non sapeva mentire". Ed aveva ragione.

    Con un occhio puntato sulla strada bianca e con l'altro sulla borsa, la aprì e cercò a tentoni il cellulare. Lo afferrò e cercò il numero sulla rubrica. L'attesa che ne seguì, la irritò, se possibile, ancora di più.

    -Avanti, Charlie, rispondi- sussurrò al telefono muto, con la fronte aggrottata. Tre squilli. Quattro squilli.
    -Sì?- mormorò una debole vocina dall'altra parte del ricevitore.
    -Charlie! Era ora!
    -Buon giorno, Kathy! Noto che non sei affatto di ottimo umore! Cominciamo bene!-la canzonò Charlie. Poi la sua voce si incupì, chiedendosi se, per caso, le fosse accaduto qualcosa di spiacevole.
    -Le tue battute mi irritano, Charlie. Ad ogni modo... ascoltami. Temo che io oggi arriverò più tardi in ufficio-prese a raccontare velocemente la ragazza, con il suo elevato tono di voce, sempre temendo che Charlie fosse privo d'udito. -Avrai notato la nebbia presente oggi, no? E poi, davanti a me, non puoi pensare cosa...

    Ma non riuscì mai a competare la frase: l'automobile nera sbandò velocemente verso l'altra metà della via, e Kathy lasciò cadere il cellulare, in preda al terrore. Cercò di ritornare in rettilinea e di restare calma, ma la sua presenza indesiderata causò ulteriori problemi anche agli altri conducenti. Qualcuno la additò e imprecò ad alta voce, ma Kathy era troppo concentrata per star ad ascoltare. L'auto scivolò sull'asfalto umido, e, nonostante la presenza di ciò che avesse potuto attutire il colpo, si rovesciò con un giro vorticante, avanzando nel precipizio come un pallone calciato con troppa violenza. Pochi minuti dopo, Kathy giaceva nella macchina priva di sensi, il petto schiacciato contro il volante, la testa appoggiata al finestrino, mentre delle voci rimbombavano da qualche parte imprecisata, additando a tono una vettura precipitata nel dirupo. O meglio, ciò che ne restava.


    Edited by ,Baby - 30/10/2009, 23:21
     
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  9. » B e a •
     
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    Oddio...
    Capitolo stupendo dato che scrivi divinamente, ma ora che è successo a Kathy???
    Spero che non sia successo nulla di grave!
    Oh mio dio!!!
    Conitnua presto Baby, è stupenda! *_____*
     
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  10. •Baby
     
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    CITAZIONE
    Capitolo stupendo dato che scrivi divinamente,

    Oddeo... Bea... io che scrivo divinamente non credo proprio, ma grazie del complimento! Lo apprezzo tanto!

    CITAZIONE
    ma ora che è successo a Kathy???
    Spero che non sia successo nulla di grave!

    Già, cosa sarà successo a Kathy?

    Lo scoprirete nel prossimo capitolo! Posterò più presto, ve lo prometto!
     
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  11. »•Nicky°
     
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    :thyftyhu: :thyftyhu: :thyftyhu: :thyftyhu: :thyftyhu: Oddiooo!!!Kathy...c cosa...ma, speriamo che non le sia accaduto niente di dannatamente male!!!
    Baby, posta presto...comunque Bea ha ragione per quanto riguarda il tuo modo di scrivere!! ;)
     
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  12. Kate ~
     
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    Oddeeeeeo... Oh mio dio!

    Ma... adesso? Cioè, tu ci lasci così, con quella povera creatura nel dirupo!?

    Io voglio il continuo, Baby!!!

    Bellissimo il tuo modo di scrivere, credimi!! *_* E Kathy mi piace tantissimo!!!
     
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  13. Lellenuccia.-*-.
     
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    Sono rimasta così: O__O....
    davvero incedibile! Bellisimo capitolo! la scena dell'incidente e molto realistica e da pelle d'oca.... Wow!!!!
    Bravissima Baby!! Continua!!!
    Kiss Lelle
     
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  14. sweetchris
     
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    Ma Baby sei bravissima a scrivere^^
    O mio dio ... Kathy!! Spero che va tutto bene ... perchè va tutto bene, vero?
    Continua voglio sapere!!!
    Posta posta!!
    Bravissima, scrivi moltoo bene^^
     
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  15. •Baby
     
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    Grazie ragazze, grazie a tutte! Perdonate la lunga attesa!
    E perdonate anche l'eccessiva lunghezza del capitolo, ma non ho trovato il punto esatto in cui spezzarlo.

    Capitolo 6

    Era di nuovo seduta su quel soffice prato verde, lo stesso sul quale Tom l'aveva accarezzata qualche tempo prima e lo stesso sul quale era sbocciato e appassito il loro amore. Giocava ancora con la stessa margherita infilzata tra i biondi riccioli quando Tom le si era avvicinato sotto il salice, la stessa che aveva preannunciato il suo arrivo e la stessa che sarebbe presto scappata da lui, stanca di sentirsi abbandonata, stanca di sentirsi ancora così giovane, ancora così innocente, ancora senza meta, e ancora troppo lontana per raggiungerla.
    "Tom... d'ora in avanti, faremo a modo mio", pensò, stringendo forte il fiore, fino a far cadere a terra tutti i piccoli petali bianchi. Gli si avvicinò lentamente, mentre il giovane la osservava noncurante qualche passo più in là, con il suo fascino irresistibile, con il suo sorriso mozzafiato, lo stesso che stampava in faccia, quando aveva voglia di giocare a "fare il duro", con il suo visetto tondo e i suoi occhi scuri e profondi. Kathy camminana, correva ora, ma Tom sembrava allontanarsi da lei senza apparentemente muovere un passo...

    Di nuovo aprì gli occhi di scatto, e corrugò la fronte Ciò che i suoi occhi videro non era la stanza luminosa e colorata del suo appartamentino a New York. Era una stanza bianca, vuota, fredda. Girò la testa da un lato: al suo fianco, una signora dai lunghi capelli neri fissava con occhi vacui il soffitto, sorpresa quanto lei di trovarsi in un posto mai veduto senza sapere come ci fosse arrivata. Questa volta, Kathy si mise a sedere, e l'uomo seduto di fronte a lei, che, un momento prima le voltava le spalle, la osservò con adeguata ammirazione, con la stessa meraviglia che brilla negli occhi dei bambini che scartano il regalo di Natale.
    -Oh!- esclamò- Sono lieto di notare che, finalmente, si è svegliata, signorina...
    -Solo Kathy, per cortesia.
    Il dottore le rivolse un sorriso paterno.
    L'uomo che le aveva appena rivolto la parola, doveva essere un tizio che toccasse i quarantacinque anni d'età. Aveva corti capelli brizzolati e piuttosto spettinati, e occhi scuri e profondi. Nonostante l'età, possedevano la stessa ombraggiatura velata di Tom. Quando il dottore si voltà per guardarla meglio, Kathy aveva stampato un sorriso ebete sul volto, che tentò di correggere con un fasullo colpetto di tosse. Indossava un lungo camice bianco e sul viso si leggevano i segni di una stanchezza precoce e instabile e le rughe ridimensionate, di un uomo invecchiato troppo in poco tempo. Sebbene gli aspetti negativi nel loro complesso non gli rendessero un'ottima impressione, lui accennò un debole sorriso, non appena si rivolse alla ragazza.

    -Mi scusi- Kathy decise di passar oltre alll'aspetto fisico meditabondo e affascinante nel contempo del medico, verificando se potesse anche essergi utile spillandogli qualche informazione. -Sareste così gentile da spiegarmi per quale motivo mi trovo in questo posto di squilibrati?!
    Il sorriso del dottore svanì all'istante dal suo volto, credendo di trovarsi di fronte alla solita bambinetta quattordicenne troppo capricciosa per comprendere cosa fosse un reparto medico. La signora al suo fianco emise un debole gridolino.
    -Innanzitutto, signorina, la prego di moderare il linguaggio e di abbassare di un tantino il tono di voce.
    Poi, lanciando un'occhiata al letto accanto, proseguì:- Capisce... Non siamo in un bar e tantomeno in un luogo riservato agli "squlibrati", come è solita chiamarlo lei. Questo è un ospedale e non sono stato io a condurla qui. Faccio solo il mio lavoro. Piuttosto... Se davvero vuole ottenere informazioni, sono lieto di lasciar entrare qualcuno più adatto di me, in questo caso, a rendergliene conto.

    -Mi scusi. .borbottò Kathy.
    -Si figuri- l'uomo parve indifferente a quelle parole, ma abbozzò nuovamente un sorriso forzato. Continuò a scribacchiare su una tavoletta alla scrivania, prima di alzarsi e gettare un foglio nel cestino. La osservò per qualche istante, prima di chiederle impaziente: -La lascio entrare?
    Kathy lo guardò sprezzante. Poi, come per verificare quanto potesse farlo arrabbiare, aggiunse:-Faccia come ritiene opportuno.
    Una risposta che sconcertò il dottore, il quale, mormorò fra sé e sé parole note a lui solo e si avviò verso l'uscita, socchiudendo la porta.

    Kathy sorrise di nuovo, e si risistemò il cuscino appoggiato alla schiena, chiedendosi se mai il medico avesse lasciato entrare l'ospite indesiderato. Céline, pensò, non appena vide palancarsi la porta. Ma non era Céline, la persona che fece il suo ingresso.
    -Charlie!- esclamò incerta kathy, quando vide il ragazzo moro dal grosso naso barcollare dinanzi a lei con un mazzo di rose rosse. Con enorme stupore, misto a sentimenti di rabbia, notò che, anche il dottore aveva rifatto il suo ingresso, ma la ragazza decise di ignorarlo.
    -Beh...- balbettò insicuro Charlie- porgendole il dono poco gradito- credevo che... si, insomma... che... ti avrebbe fatto piacere ricevere un regalo... in un momento critico come questo...
    Qui si interruppe, scorgendo sul volto della ragazza uno sguardo interrogativo.

    -Hai pensato male- gli disse senza guardarlo. Poi, vedendo che lui abbassava lo sguardo, sospirò:- Avanti, Charlie... mi spieghi quale ragazza con un cervello in testa sarebe felice di ricevere fiori rossi proprio nel momento in cui sta cercando di comprendere in quale posto di criminali è rinchiusa?

    Charlie sfoderò un largo sorriso, la signora accanto a lei sbruffò indispettita, e Kathy scoppiò in una fragorosa risata. Ebbe un tuffo al cuore: non rideva così di gusto da quando Tom se n'era andato. Questo era uno degli aspetti che preferiva di Charlie: grazie a lui, Kathy, riusciva sempre, in un modo o in un altro, a dimenticare il passato e a concentrarsi su uno degli aspetti buffi della sua vita.
    -Ad ogni modo... Charlie, ti ringrazio per essere venuto- cominciò Kathy, tirnadosi le maniche di una buffa camicia da notte come per nascondere un improbabile rossore delle guance- Ora puoi tirarmi fuori da questa camera di sicurezza, vero?
    Concluse con il suo tono maternamente dolce, guardandolo come un rospo ammira una mosca particolarmente succulenta.
    -Oh, non dire sciocchezze! Sono solo venuto a vedere come stavi! Non puoi uscire in queste condizioni!
    Kathy lo scrutò, sospettosa come se volesse nascondergli qualcosa e particolarmente delusa.
    -Scusa, ma di cosa stai parlando? In quali condizioni? Io sto benissimo!
    Charlie la guardò, incuriosito.
    -Mi stai dicendo... che tu ignori cosa sia accaduto questa mattina?
    Kathy lo osservò sorpresa, con la bocca spalancata.

    -Per l'amor del cielo! - esclamò- Ma cosa vi prende oggi, a tutti voi?!
    A quale scopo sarei costretta a rimanere qui? Non comprendo ancora il motivo per il quale sono arrivata e, soprattutto, come ci sono arrivata!
    -Come...?
    -Intanto, chiedo spiegazioni, e il dottore non fa altro che rimprovararmi per il mio modo di parlare, quando non è a conoscenza del fatto che io non ricordi nulla...
    -Beh, è vero...
    -Insomma, tu stai dalla sua parte, vero?
    -Bene.- il dottore che, fino a quel momento, era rimasto in silenzio ad appuntare sulla lavagnetta, rivolse uno sguardo compassionevole ad un Charlie sconvolto- direi che la visita possa essere ritenuta conclusa. Charlie... la prego di seguirmi.
    Charlie si voltò a guardare una Kathy furiosa, per essere stata presa di nuovo "per il culo", prima di chiudersi la porta alle spalle, seguito a ruota dal dottore. Per tutta risposta, la ragazza si sdraiò sul letto e chiuse gli occhi, ancora stizzita, ancora stizzita per esser stata presa in giro, ancora stizzita, per non essere riuscita a scoprire la verità, ancora stizzita con quell'uomo e con Charlie.

    La mora al suo fianco tentò di ricominciare il suo sproloquio, ma Kathy la zittì con un "taci" secco. Nel corridoio all'esterno, un incombente silenzio era calato tra il goivane Charlie e il vecchio dottore.
    -Allora?- Charlie fu il primo a rompere il silenzio, a rompere il ghiaccio che si stava solidificando tra i loro complicati e flebili pensieri.
    -Allora... dovremmo prima aspettare l'arrivo di sua sorella, è l'unico parente vicino a lei, in questo momento.
    -Sono qui!- una voce si elevò in fondo al corridoio. Il ragazzo mosse un piede per andarle incontro, prima che la ragazza riuscisse a fermarsi.
    -Tutto bene?- tentò di chiederle, prendendola tra le braccia.
    Céline arrossì, poi concluse: -Npn è di me che dovresti preoccuparti ora. Dov'è Kathy? Cosa le è accaduto? Ho tentato di seguire il notiziario in ufficio, non sono potuta giungere prima, ma non hanno riferito nulla a proposito della salute dei malcapitati... ho sentito che un altro uomo è rimasto...
    -Calmati. Céline sembrava calma, apparentemente, ma ansimava, a causa della corsa in ospedale e riusciva a malapena a balbettare.

    -Bene. -ripeté il dottore. -Allora, lei vuol sapere, giustamente, le condizioni approssimative di sua sorella, e io tenterò di spiegarmi nella maniera più chiara possibile. Sebbene il caso in sé sembri abbastanza complicato, io tenterò...
    -Dottore- Céline interruppe il flusso dei suoi pensieri- lei mi preoccupa.
    -Kathy non se la caverà- tagliò corto il dottore, risistemandosi le lenti sul naso.


    Edited by ,Baby - 30/10/2009, 23:29
     
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73 replies since 5/9/2008, 17:55   913 views
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