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Con il termine superstizione si indicano credenze di natura irrazionale che possono influire sul pensiero e sulla condotta di vita delle persone che le fanno proprie, in particolare la credenza che gli eventi futuri siano influenzati da particolari comportamenti senza che vi sia una relazione causale.
Superstizione è una parola che deriva dal latino superstitiònem, composto da sùper (sopra) e stìtio (stato), sulla base di "stàre" o "sìstere". Nel significato originario (Cicerone) indicava coloro che insistentemente si rivolgevano alla divinità con preghiere, voti e sacrifici, affinché li serbassero "superstiti" (cioè sani e salvi). Da qui il termine, come espressione di atteggiamento di pavido uso del soprannaturale con lo scopo di scamparla.
Dalle varie dottrine religiose vengono normalmente bollate come superstizioni le teorie e credenze non condivise, oppure teorie e credenze desuete o divenute palesemente inaccettabili.
Nelle superstizioni è spesso possibile riconoscere il persistere (eventualmente in forma modificata) di credenze pseudoscientifiche non più compatibili con la moderna cultura o di antiche ritualità religiose non più accettate dalla religione prevalente.
Occorre inoltre registrare la sopravvivenza millenaria di superstizioni (nell'accezione contemporanea) che già nell'epoca romana erano considerate tali. Ad esempio l'inquietudine che a molti provoca il numero diciassette, una paura diffusa ed attuale di cui si è persa la motivazione. Tale superstizione deriva originariamente dall'usanza degli antichi romani di far scolpire sulla propria lapide la parola "VIXI" (vissi). Anagrammando la parola si ottiene "XVII", ovvero 17 nei numeri romani.
Una superstizione portata all'eccesso può essere un sintomo del disturbo ossessivo-compulsivo, un disordine psichico e comportamentale.
Nonostante la condanna implicita della cultura moderna verso la superstizione (come ad esempio la canzone degli Europe Superstitious), molte credenze di questo genere sono estremamente diffuse anche nella società occidentale e persino favorite dai media. È il caso per esempio dell'astrologia dell'oroscopo, una pratica divinatoria.
La superstizione è anche generalmente molto diffusa in relazione al gioco d'azzardo, in particolare a quelli basati esclusivamente sul caso, dalla roulette alle lotterie. Anche in questo caso la cultura dei media (e non solo) non contrasta, ma anzi spesso coltiva, la superstizione. Si può citare per esempio il caso dei numeri "ritardatari" nel gioco del lotto, che vengono ampiamente segnalati dai media con l'implicita (talvolta esplicita) indicazione che siano i numeri che hanno maggiori probabilità di venire estratti, il che va apertamente contro le leggi del calcolo delle probabilità. In casi del genere, le credenze superstiziose vengono rivestite di credibilità attraverso il riferimento improprio a leggi matematiche e scientifiche (come la legge dei grandi numeri).
Tutto copiato da Wikipedia. Bene, lo scopo di questo sondaggio è calcolare quante persone di voi sono superstiziose, e quante altre credano che la superstizione sia tutta finzione.
Comincio col dire che, prima, ero davvero superstiziosa. Mi angosciava osservare un gatto nero, ho sempre ritenuto che il numero diciassette portasse sfortuna, ed ero terrorizzata dal canto delle civette.
Alla fine, però, mi sono convinta che la superstizione fosse credenza popolare, magari anche modificata, essendo essa tramandata da generazioni, come sottolineato da Wikipedia.
Quindi, io no, ora non sono così superstiziosa. Non mi lascio condizionare dalle paure infondate del popolo.
E voi, ragazze? Siete superstiziose?
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