Senza anima e un cuore nascosto

Solo una cosuccia: è la prima che scrivo. Non uccidetemi!

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  1. Lellenuccia.-*-.
     
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    Questa è la mia prima Ficcy... ero indecisa se postarla o no ma poi mi sono decisa grazie ad un'amica che mi ha spinta a farlo (danke amore mio!!!). Comunque.... siate sincere con i commenti e non esitte a dirmi che fa schifo se è davvero quello che pensate (perchè tanto so che qualcuna lo penserà di certo). Non è molto lungo però.... Basta divagazioni va... morte rapida e indolore.. non stiamo qui a cinicischiarci.. ecco il primo capitolo.


    Ancora qui, ancora sola, ancora io, ancora lacrime. Calde, lente e pesanti lacrime scendono copiose dai miei occhi. Non provo neppure a fermarle, tanto so che non ci riuscirei. Troppi sono i rancori che mi porto dentro, troppo il dolore e la solitudine che mi pesa sul cuore. Le lacrime scendono dai miei occhi fino al mento per poi cadere sulle fiamme sotto di me. Quella piccola, insignificante quantità d’acqua evapora subito al tocco bollente del fuoco. Quel fuoco è sempre stato presente sul fondo di questo burrone. Io come al mio solito sono seduta qui, sul bordo. Non ho paura di cadere, tanto non morirei. Questo è il mio posto preferito, ci vengo sempre a consumare il mio dolore da sola. Questo è l’unico posto cha amo. Tutto il resto è un inferno… anzi questo è l’Inferno. Io vivo qui da 3 anni. No, non sono morta, almeno non del tutto. Quelli come me non possono morire. Io sono un diavolo, seguace del Demonio, il mio capo. Noi non siamo molto diversi dalle persone “normali”. Abbiamo solo la coda e le corna in più. Tutto il resto è uguale. Anche perché prima di essere un diavolo eravamo persone normali. Come voi… è sempre stato lui a cercare le sue reclute, a trovarle, a prenderle le anime a portarle con lui per schiavizzarle ed usarle a suo piacimento per i suoi scopi. Già… avendo la nostra anima può fare di noi ciò che vuole, ma di solito le usa solo per punirci. Io non sono mai stata punita da Lui, ma mi hanno detto che in confronto la morte non è nulla. Molti hanno perso il senno per il troppo dolore inflittogli… Dolore…. Già troppo è il dolore che mi porto dietro… pesa, pesa sul mio cuore stanco. Ancora una lacrima scende sulle mie guance, e poi un’altra e un’altra ancora… non finiscono mai… Queste non sono solo lacrime. Sono anche la rappresentazione di ciò che provo, della mia debolezza e non dovrebbero esistere dato ciò che sono: un Diavolo, un mostro, una schiava, una persona orribile che porta le persone nell’aldilà senza possibilità di scelta. Mi odio per questo. Mi odio da morire…..
    Mi sta tornado alla mente il mio passato. Quell’unico ricordo che possiedo, il più triste, il più brutto e l’unico che ho. Io, in una camera, sporca di rosso, sporca di colpa, sporca di sangue. Il coltello che tenevo in mano era tutto sporco del sangue di quelle due persone che mi avevano accudito e amato. Una goccia scivolava sulla lama fino a cadere a terra vicino a quei due corpi senza vita. I miei occhi erano vuoti e rigati di lacrima e il mio viso macchiato da schizzi di sangue. Poi il buio. Non ricordo altro. Non voglio ricordare altro!!! Fa male.. anche se sono passati tre anni ormai… So solo che il giorno dopo lui mi ha cercata, mi ha rubato l’anima, l’ha messa in una boccetta che tiene sempre con se e mi ha portato con Lui qui, a farmi schiavizzare. Ma non ho scelta, come tutti qui del resto. Non possiamo fare altrimenti. Quelli come noi non possono morire, siamo costretti qui e se non obbediamo ci punisce. Non ho paura di Lui, ma di ciò che potrebbe farmi. Lui è, Lui sa, Lui può.
    -Cornelia!!!
    Eccolo, è Lui. Mi chiama. Asciugo velocemente la mie debolezze alzandomi. Mi volto.
    -Si?
    Nota i miei occhi, ma non gli importa. Si comporta come se nulla fosse. A Lui importa solo che svolgiamo il nostro lavoro e basta.
    -Ho un nuovo lavoro per te.
    -Lui chi è?- Chiedo rassegnata. Non si percepisce nulla nelle parole di quell’essere dal corpo umano ma dall’animo di pietra. Solo durezza e freddezza. Le sue parole fanno male, come la lama di un coltello. Come la lama di quel coltello rosso e sporco sulla mia pelle ancora macchiata di colpa e di dolore.
    -19 anni, tedesco, moro, occhi marroni. Questa è la foto. Si chiama Bill.
    -Quanto tempo ho?
    -3 mesi. È famoso. Ti servirà un po’ più di tempo. Tieni anche questi.- mi porse dei fogli- Qui c’è tutto su di lui.
    -Ok.- Non voglio, ma che altro potrei fare??
    Detto questo se ne va. Ecco. È questo il nostro lavoro: informare la persone che la loro vita è alla fine. Dobbiamo diventare loro amici, indurli a fidarsi di noi e poi portarli con noi nel Purgatorio dove verranno giudicati. Che schifo di vita…. Guardo la foto della mia prossima vittima. È carino, molto carino. Mi dispiace, non voglio farlo, ma non ho scelta… Lui ha la mia anima… lui ha il potere… lui ha il controllo… lui ha tutta me stessa….
     
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  2. angy-92-
     
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    more che bello finalmente hai messo questa favoloso fan fic..................anche se tu pensi il contrario sei bravissima abbi più fiducia in te stessa ok?..................cmq mi raccomando vedi di aggiornare presto non voglio aspettare secoli...............
    p.s.ti voglio un mondo di bene mi fa molto piacere che tu abbiai segiuto i miei consigli..
    kiss
    ti lovvo
    :uyu: :uyu:
     
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  3. ^^...IchLiebeBill...^^
     
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    che bella! Anche se.. non ho capito una cosa: Cornelia uccide la gente? :S Comunque, continua presto che voglio sapere che cosa succede! Ciaoooo ^^
     
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  4. Lellenuccia.-*-.
     
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    CITAZIONE (^^...IchLiebeBill...^^ @ 7/10/2008, 22:50)
    che bella! Anche se.. non ho capito una cosa: Cornelia uccide la gente? :S Comunque, continua presto che voglio sapere che cosa succede! Ciaoooo ^^

    Scusa se non è molto chiara la storia ma è la prima che scrivo....
    Comunque il compito di Cornelia è quello di avvisare le persone che la loro vità è giunta alla fiine. Poi quando sono morti lei devo portere la loro anima in purgatori ma non è lei stessa ad ucciderli anche se in passato ha ucciso i suoi genitori... Cercherò di essere più chiara quando scrivo.... scusa tanto...
     
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  5. « ¤Fede¤ «
     
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    Oddio Lellenuccia e veramente bella!!
    e po gli horror mi piaciono un sacco!

    Continua presto!!
     
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  6. ^^...IchLiebeBill...^^
     
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    CITAZIONE (Lellenuccia.-*-. @ 7/10/2008, 22:55)
    CITAZIONE (^^...IchLiebeBill...^^ @ 7/10/2008, 22:50)
    che bella! Anche se.. non ho capito una cosa: Cornelia uccide la gente? :S Comunque, continua presto che voglio sapere che cosa succede! Ciaoooo ^^

    Scusa se non è molto chiara la storia ma è la prima che scrivo....
    Comunque il compito di Cornelia è quello di avvisare le persone che la loro vità è giunta alla fiine. Poi quando sono morti lei devo portere la loro anima in purgatori ma non è lei stessa ad ucciderli anche se in passato ha ucciso i suoi genitori... Cercherò di essere più chiara quando scrivo.... scusa tanto...

    Ma no stai tranquilla non c'entra nulla il fatto di come scrivi o meno, non c'è bisogno che ti scusi! Avevo solamente capito un'altra cosa e volevo esserne certa, così te l'ho chiesto, capisci? Posta presto, mi raccomando! ^^
     
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  7. Lellenuccia.-*-.
     
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    Ragazze forse più tardi posto. Se finisco il capitolo in tempo...
    Kiss Lelle
     
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  8. Lellenuccia.-*-.
     
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    Come promesso ecco il cappy. Non succede molto però... Inoltre è diviso in due parti: nella prima è Cornelia che parla , nella secconda il narratore è esterno perchè nella sua testa c'è troppa confusione e nemmeno lei sa perchè...
    Spero vi piaccia lo stesso... va beh.. al massimo mi fucilate dai...

    Capitolo 2

    Pensieri di Cornelia inizio:
    Rassegnata e stanca vado nella mia stanza a prepararmi per il viaggio nel mondo umano, il mio vecchio mondo… a volte mi manca, a volte sono felice di averlo lasciato: troppi ricordi… ricordi dolorosi…
    Tutto in questa stanza mi trasmette tristezza e solitudine. Un grande armadio, una scrivania con la sedia abbinata, una cassapanca, un comodino con tanti cassetti e un grosso letto matrimoniale con lenzuola rosse e arancio come le pareti. Colori molto caldi ma qui io percepisco solo tristezza e freddo. A destra dell’armadio c’è una porta che conduce al mio bagno.
    Vado verso l’armadio e scelgo cosa mettermi. Opto per una gonna corta e rossa per nascondere la coda, una maglia semplice con un teschio sempre rosso su uno sfondo nero, All Star nere e un cerchietto rosso e spesso per nascondere le corna. Tiro fuori anche una valigia e la preparo Quando ho finito vado in bagno. Mi guardo allo specchio. I miei occhi non sono più arrossati e gonfi, però hanno un paio di occhiaie enormi sotto dovute alle varie e frequenti notti insonni passati sul mio amato burrone. Sospiro. È giunto il momento di indossare la mia maschera. Mi trucco nascondendo per bene quegli orribili segnacci e poi sono pronta. Sorrido. Questa è la mia maschera: sembro una ragazza allegra e spensierata ma in realtà non lo sono affatto… abbasso lo sguardo, non mi voglio vedere… mi faccio schifo da sola. Esco dal bagno e vado ad aprire il primo cassetto del comodino. Dentro ci sono tantissimi fogli scritti e macchiati qua e la da lacrime scese dai miei occhi mentre li scrivevo. Quello è il mio diario, squallido come la proprietaria. Sopra di esso c’è un piccola chiave d’oro, la chiave del portale. La prendo e con una catenina la lego al collo come un ciondolo.
    È giunto il momento, devo andare… Riguardo la foto di quel ragazzo che devo portare con me mentre cammino verso il portale. Non so perché ma non riesco a staccargli gli occhi di dosso. È davvero molto bello… mi incuriosiscono soprattutto i suoi occhi: contornati dal trucco ma molto espressivi, profondi… non so perché ma mi ricordano qualcosa… qualcosa di così distante ma così vicino, qualcosa che mi da contemporaneamente una bella ed una brutta sensazione, che mi da i brividi e allo stesso tempo mi fa venire caldo. Non capisco. Io… credo di averli già visti quegli occhi che mi hanno ipnotizzata, che mi stanno come portando in un’altra dimensione. Persa nei miei pensieri nemmeno mi rendo conto di essere arrivata davanti alla grande porta di legno intagliato. Poso la valigia un secondo e infilo la piccola chiave nella toppa. La giro. Emette uno schiocco sordo. Riprendo la borsa e varco la soglia senza voltarmi. Non mi mancherà questo posto. Proprio per niente. Lo odio. Per quanto cerchi di auto-convincermi non è casa mia ed io lo odio. Una luce mi abbaglia, non ci vedo. Ogni volta è così… Non mi abituerò mai. Cammino in linea retta e dopo poco mi ritrovo in un parco, in piedi. Wow, questa volta non sono caduta! Mi guardo in torno. Non c’è nessuno. Bene. nessuno mi ha vista. All’improvviso vengo colta da un capogiro fortissimo, quasi cado. Mi appoggio ad un albero li vicino facendo cadere a terra la valigia. Sempre sorreggendomi con la mano girai intorno all’arbusto. Mi cinsi lo stomaco con un braccio. Dio mio che dolore! Mi chino in avanti. Ho la nausea. Comincio a tossire e poi mi libero di qualcosa che nemmeno ho mangiato, poi ritorno dalle mie valigie. Mi siedo appoggiando la schiena all’albero. Lo guardo. Mi accorgo che è un salice piangente. Rimango li a fissarlo. La testa mi pulsa ancora e mi sento lo stomaco come un calzino: rivoltato. Che brutta sensazione.
    Quando il dolore si affievolisce mi alzo, raccolgo la mia roba ancora a terra e vado alla ricerca di un albergo.
    Pensiero di Cornelia fine.

    Dovette girare un po’ per la città (anche se non le dispiacque affatto visitare Berlino) e dopo un po’ trovò un hotel. Salì nella sua stanza, disfò le valigie e si fece una doccia. Non appena si tolse la gonna la coda le ricadde morbida sulle gambe ricordandole chi fosse e la sua missione. Per un momento era riuscita a dimenticarlo, ma la realtà era quella e non poteva negarla. Entrò nella doccia sperando che almeno l’acqua portasse via la sua esistenza e buoni consigli, ma questo non l’aiutò. Decise di andare a visitare Berlino come si deve prima del gran concerto della sera dopo.
    Dopo molti giri e dopo molte spese ritornò in albergo, lanciò la borsa sul letto e poi ci si buttò sopra atterrando di schiena. Fissava il soffitto senza sapere nemmeno lei a cosa stesse pensando. Si girò a pancia sotto e si stese fino a raggiungere la borsa. Cercò con una finta calma qualcosa che si mise ad osservare intensamente. Ancora quella foto, ancora quegli occhi che solo con una foto l’avevano come ipnotizzata. Non sapeva nemmeno perché l’avesse voluta riguardare. Tenendo la foto in mano appoggiò la testa sul cuscino che tirò a se. Non staccò mai lo sguardo dagli occhi di quel ragazzo. Dopo poco, con la tasta confusa, un peso sul cuore e una foto ormai stropicciata in mano si addormentò.
    Fine capitolo 2

    Kiss Lelle
     
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  9. angy-92-
     
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    image bellissimaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa............favolosaaaaaaaaaaaaaaaaaa...............fantasticaaaaaaaaaaaaaaa....penso di aver espresso chiaramente quelllo che pensavo.
    mi raccomando continua così e posta prestissimo.
    kiss image image
     
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  10. ^^...IchLiebeBill...^^
     
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    Che bella!!! Voglio sapere se ci sarà una storia d'amoreeeee!!! Continua presto, eh? Ciaooo =)
     
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  11. Lellenuccia.-*-.
     
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    Davvero piace o__O ??? A me non convince molto....
     
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  12. ^^...IchLiebeBill...^^
     
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    A te no, ma a me sì!
     
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  13. Lellenuccia.-*-.
     
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    Beh... allora posso dirti solo: Danke shon!
     
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  14. ^^...IchLiebeBill...^^
     
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    Ma di nullaaaaaa!!! ^^
     
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  15. Lellenuccia.-*-.
     
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    Allora ragazze... nella parte iniziale di questo capitolo volevo cercare di trasmettere ansia a paura ma non so se ci sono riuscita bene... comunque sta a voi giudicare.
    Ecco il continuo.

    Capitolo 3

    Non sapeva nemmeno perché si trovasse li, ne come ci fosse arrivata. In realtà non sapeva nemmeno dove si trovasse.. però… quel posto le trasmetteva una bella sensazione. Era tranquilla come non mai. Teneva gli occhi chiusi perché temeva che aprendoli sarebbe sparito tutto. Si sentiva leggera come l’aria… era davvero stupendo. All’improvviso qualcosa ruppe quell’armonia che si era creata. Un grosso rumore, come un colpo di cannone, un tuono. L’equilibrio e la tranquillità di quel luogo erano stati spezzati. L’aria si faceva più fredda e pesante. Quasi non si respirava più. Cornelia cominciò a tossire. Non riusciva più a respirare. Aprì gli occhi terrorizzata. Quello che vide fu solo due corpi bianchi e freddi stesi per terra in una macchia rossa. Poi una goccia che cadeva da un coltello, fino al pavimento. La sensazione di soffocamento non diminuiva, anzi, aumentava. Non poteva morire, ma non era del tutto viva, per sempre condannata a vivere a metà tra il regno dei morti e il regno dei vivi. La nausea iniziava a farsi sentire e la testa le girava vorticosamente. Avrebbe dato tutto pur di farla finita in quel momento. C’era ancora il coltello, li, steso vicino ai suoi genitori. Lo prese e se lo conficcò nello stomaco. Non aveva nemmeno la forza di urlare, spalancò semplicemente gli occhi e emise suoni strozzati, stroncati sul nascere. Il dolore cresceva sempre più fino a negarle perfino il pensiero, l’unica cosa che le rimaneva era la paura. Inutile, non moriva. Continuava distorcersi piegata dal dolore senza poter fare nulla… Ma che aveva fatto per meritarsi questo?? Si ritrovò ad urlare con le poche forze che le restavano, ma non era un urlo. Era un’ombra nera che usciva da dentro di lei, un fumo scuro, una nube. In quel momento tutto svanì, i ricordi, il calore, i battiti del suo cuore, il suo respiro, la sua vita. Aveva appena perso una parte di se, una delle parti più importanti per un umano, la sua anima…!!

    Urlava e scalcia, sudava e tremava, balbettava e all’improvviso… BUM! Un tonfo sordo. Si svegliò di soprassalto ancora tremante, sudata e ansimante. Era stesa per terra, di fianco al letto. Il suo respiro era veloce come il suo cuore che sembrava volesse uscirle dal petto. Perché?? Perché le era venuto in mente l’unico ricordo che voleva cancellare, l’unico che non voleva vedere… E poi perché adesso?? Il respiro si stava regolarizzando mentre formulava questi pensieri. Con le poche forze che aveva si tirò su e appoggiò la schiena al letto. Le braccia stese lungo i fianchi. Eccole, le sentiva pungere, stavano tornando. Non poteva trattenerle, ne tanto meno fermarle. Lasciò che quelle lacrime le rigassero il viso. Che altro poteva fare? Strinse con le braccia le gambe al petto e si mise a singhiozzare in silenzio appoggiando la testa sulle sue ginocchia. In quel momento più che mai si rese conto di quanto fosse sola e disperatamente piccola in quell’enorme mondo la fuori.
    Dopo molto tempo passato a piangere guardò l’orologio. Erano le 3.45. chissà se riuscirà ancora a dormire, non lo sapeva ma doveva. Aveva un lavoro da svolgere. Si fece una doccia per calmarsi un po’ e poi si ristese sul quel letto che aveva accompagnato il suo dolore. Si girò dall’altra parte e notò che c’era ancora la foto di quel ragazzo. La prese e la mise sul comodino. Dopo molto tempo si riaddormentò. Un po’ turbata.

    Si svegliò quando il sole era già alto nel cielo. Le 13.56… Tardi, non si era mai alzata così tardi, ma in quel momento non le importò.
    Passo tutto il resto della giornata a prepararsi per lo spettacolo. Quando fu pronta si accorse che non aveva il biglietto per il concerto! Chiamò con il suo cellulare umano il suo capo che scocciato gli disse:
    - Uff… guarda nel libro che ti ho dato…
    - Ah… grazie…
    Quanto odiava quel tipo! Era davvero odioso!!! Nonostante ciò fece ciò che le aveva detto e trovò un pass. Non aveva il biglietto ma bensì un pass! Avrebbe potuto stare con loro dopo il concerto. Sbuffò… non voleva e inoltre le dispiaceva anche un po’ per quel ragazzo…
    Nonostante la riluttanza andò al concerto ed era anche in prima fila. C’erano molte ragazze che sbraitavano per i loro idoli, alcune addirittura piangevano. Per lei era assurdo tutto questo, ma appena calarono le luci e iniziò a riecheggiare nell’aria il suono di una chitarra il suo cuore accelerò. Dopo poco si unirono anche un basso e una batteria. La musica era una cosa magnifica e nonostante non conoscesse il testo della canzone, ne l’avesse mai sentita prima si sentì felice e in pace con se stessa. Poi eccolo. Salì sul palco con sicurezza e uno sguardo penetrante ed espressivo. Cornelia ne rimase spiazzata. Mentre tutte saltavano, urlavano, si dimenavano e davano di matto lei rimaneva così, ferma immobile a fissare quegli occhi che aveva visto solo in foto. Le note di una canzone che pensava si chiamasse “Rette Mich” si sparsero nell’aria. Cornelia si sentì tremendamente attaccata a quella canzone perché anche lei aveva bisogno di essere salvata. Si chiese come poteva uno come lui, ricco, famoso e bello anche solo lontanamente pensare cose così profondamente tristi, ma vere. L’emozione che provò in quel momento era incredibile ed era convinta che nessuna sarebbe stata meglio di quella, ma presto avrebbe scoperto che non era quella la migliore sensazione che potesse provare…

    Fine capitolo 3

    Kiss Lelle
     
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38 replies since 7/10/2008, 21:05   446 views
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