...Stringimi.

Triste, comica, felice... Tutto e di più.

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  1. °iCh-uNd-DiCh°
     
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    Premetto che ho iniziato questa FanFiction per riprendere a scrivere in un modo diverso, uno stile nuovo per me. Diciamo che è un'esperienza e vorrei sapere il vostro parere. Vi prego, ditemi anche se non vi piace!
    Ah, aggiungo che i capitoli NON sono lunghi, anzi.



    Prologo

    Maggio 2009

    -non ci credo! Non è possibile!...Perché!?!?- Urlava Bill, in modo disumano,-Perché!?!?-
    -Calmati! Cazzo, peggiori solo la situazione. Dobbiamo andare avanti, riuscire a vivere come abbiamo fatto fin’ora. Se n’è andato, ma sarà sempre con noi, lo capisci?!?- interrupe il fratello, abbracciandolo dolcemente.
    -dobbiamo andare avanti, senza pensarci, perché georg sarà sempre qui, sempre con noi. Ok?-

    Marzo 2010

    Da quel terribile giorno nulla fu più uguale.
    Niente Georg, niente Tokio Hotel... Niente felicità.
    Già, da quel giorno fu tutto un litigare, sbattersi le porte in faccia e lasciare che gli umori sbollissero da soli, per poi ricominciare un’altra litigata da capo.
    Gustav li aveva lasciati e s’era trasferito a km e km da Francoforte, dove risiedevano i gemelli.
    Era difficile mantenere la calma in quella casa.
    Ogni sera, il moro, usciva e tornava a casa, il mattino dopo, sbronzo e fatto. Ogni sera, Tom, lo aspettava, con litri e litri di tisane.
    Ogni sera, il biondo, lo aspettava piangendo, con una lametta insanguinata in mano.
    Troppi giorni passavano in quel modo, troppe lacrime perse unutilmente a rincorrere un fratello che non aveva capito nulla della vita e la sprecava.
    La sprecava in vodka, rum e droga.
    Droga che non gli permetteva di vivere come un sano 21enne.
    Droga che non gli permetteva di trovarsi una ragazza che lo amasse, ma solo che lo voleva per una notte.
    Una notte che faceva male, una volta finito l’effetto della sostanza stupefacente. Una notte piena di lividi incosci, di grida irreali, che volevano essere felici per un motivo ancora difficile da chiarire.
    Lacrime lente che scorrevano dagli occhi rossi perore perse, fino ad arrivare al mento, bagnandolo amaramente di acqua sbagliata.


    Capitolo 1

    Marzo 2010

    Affacciato alla finestra, un ragazzo teso osservava la luna, che espandeva la sua luce in ogni dove.
    “chissà dove diavolo s’è cacciato. Sarà in giro, a scoparsi la prima che passa”

    I fari di una macchina lontana attirarono la sua atenzione, facendolo tornare nel mondo reale.
    La macchina era di Andreas, un’Audi A4 blu.
    L’auto si fermò sotto il balcone e scesero due figure ben distinte: il fratello Bill e Andreas, appunto.
    Il moro si reggeva a malapena in piedi e il platinato lo aiutava a salire le scale senza cadere.
    -su, Bill, dai, che se ti vede in queste condizioni tuo fratello, sei morto!- disse Andreas, sussurrando.
    -troppo tardi, Andreas. Ma ormai non mi fa più effetto, purtroppo non è la prima volta che si riduce così, oramai c’ho fatto l’abitudine- ribattè il biondo, con le lacrime che da poco avevano iniziato a scorrere a litri sul suo viso, e che difficilemente si sarebbero fermate.
    -Tom...Mi dispiace, l’ho perso di vista e ha iniziato a bere- cercò di rimediare Andreas, ma inutilmente.
    Qeull’errore l’aveva fatto troppe volte e, troppe volte, inutili scuse andarono in fumo.
    -certo, ci crederò. Come ho sempre fatto. Ma sappi che tu, mio fratello, non lo rivedrai mai più- chiuse Tom, con aria afflitta.
    Il biondo accompagnò il fratello, ubriaco, alla sua camera, facendo fatica a reggerlo.

    Le sue braccia erano ormai deboli per reggere un corpo che, inconsciamente fino ad un certo punto, aveva causato un dolore enorme, troppo pesante da trasportare.
    Ma dovevano continuare, dovevano resistere.
    Quel corpo aveva lo stesso DNA di quelle braccia e l’obbligo morale diceva di non mollare e di andare avanti, qualsiasi cosa fosse successa,
    Arrivati alla camerda, Tom stese il gemello sul eltto, gli tolse gli stivali in pelle, quelli che gli paicevano tanto, con la punta in ferro,quelli che indossò anche ai Comet ’08, vestito d’angelo.
    Perché Bill era un angelo, un angelo nero, come lo definivano i giornali.
    Un angelo buono con tutti, con le fan specialmente. Con i suoi capelli da istrice, sparati verso il cielo, quel cielo che ha chiamato a se la persona a cui teneva Bill, il bassista dei Tokio Hotel.

    Il biondo, che da tempo aveva tagliato i rasta per lasciare spazio a una spazzola corta, laccata e lucida, coprì lentamente il fratello e lo baciò sualla fronte, per poi uscire e chiudersi la porta alle spalle.
    Andò a stendersi sul divano, con la sua lametta affilata che lo attendeva, sporca di una sostanza che non avrebbe dovuto trovarsi lì, una sostanza liberata per sfogo, liberata per un inferno non meritato.


    Vi prego, commentate in tante...

     
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  2. ^^...IchLiebeBill...^^
     
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    Oddio, che triste.. ç__ç Però è bella e promette bene, continua presto! ^^
     
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  3. BabyBillinaKaulitz483
     
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    è bellissima...oltre che tristissima...oddio non ruscirei mai ad immaginarmi un Bill così...xD continua presto
    ^^
     
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  4. °Lulù
     
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    O___________________________________________O

    Georg è morto?
    Gustav se ne andato?
    Tom si taglia le vene?
    Bill si fa la prima che passa?

    O___________________________________________O

    Ma che.. oddio.. ç____ç
    è triste, si, ma molto carina!
    E sei brava a scrivere, complimenti ^^

    Aspetto il seguito..
     
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  5. °iCh-uNd-DiCh°
     
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    Grazie a tutte, domani posterò^^
     
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  6. °iCh-uNd-DiCh°
     
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    Continuo...


    Capitolo 2

    Le luci dell’alba s’infiltrarono fra le tende chiare, appese ad una porta-finestra di ciliegio.
    I raggi raggiunsero occhi assonnato e gonfi di lacrime piante troppo a lunge la notte appena passata.
    Il biondo si alzò lentamente barcollando, appoggiandosi allo schienale del divano nero. Raggiunse la cucina moderna, luogo di troppe litigate pericolose ed esagerate, causate dalle frequenti crisi d’astinenza di Bill, che se la prendeva col fratello perché non gli permetteva di comprarsi la dose giornaliera di eroina.
    C’erano ancora i resti, a terra, di quelle litigate. Bicchieri e piatti rotti sparsi per tutto il pavimento.
    Tom non aveva voglia di raccoglierli, tanto sapeva che ci sarebbero ritornati e, allora, tanto valeva ripulire.
    Prese una delle poche tazze rimaste intatte e si versò un po’ caffè, sorseggiandolo lentamente, goccia per goccia.
    Ripensò a tutte le urla di qualche giorno prima e alla forte crisi che ebbe Bill, tanto forte da farlo svenire, cadendo a terra pesantemente.
    Tom tornò al presente, rendendosi conto che aveva finito di bere il suo caffè. Posò la tazza nel lavandino e andò a farsi una doccia.
    L’acuqa calda scorreva sul suo corpo, portandosi via la sostanza rossa, ricordo di una notte sofferta, l’ennesima notte.
    Uscì dalla cabina, si asciugò velocemente e si vestì, con i primi capi che gli capitarono sotto mano. Non aveva più lo stile di una volta, si vestiva con quello che gli passava per la testa, qualsiasi cosa fosse. Solitamente erano jeans skinny neri, maglietta a maniche lunghe nera e, per finire, Dott. Martin’s, altrettanto neri.
    Andò in camera del fratello a vedere se s’era svegliato.
    Bill era lì, alla scrivania, con la luce accesa, in boxer.
    Capelli arruffati, trucco sbavato e un sorriso da ebete stampato in faccia.
    Sulla scrivania, qualche striscia bianca si intravedeva e, in mano al moro, una banconota arrotolata perdeva polvere.
    Lo sguardo perso el drogato incrociò quello del biondo, facendolo inumidire più del dovuto.

    -finiscila, ti stai fottutamente rovinando- disse il biondo, in modo schifato, producendo nel moro uno stato di delusione.
    -lo faccio per essere felice, Tom- rispose,- non è giusto che solo tu puoi essere felice!- finì.
    -io sarei felice?! Secondo te sono felice?! Io non sono felice, Bill! Non posso esserlo con una morte alle spalle, un fratello che, ogni singola sera, arriva a casa strafatto e ubriaco fradicio e un amico che, invece di aiutarmi, peggiora solo la situazione!- gli rispose Tom, inalberato, anche se, pronunciando quelle parole, si era sfogato.
    -oggi vieni con me, andiamo in una comunità- gli ordinò il biondo.
    -che cosa!??!Dovrei allontanarmi da tutto!? Tu sei fuori!- protestò Bill, con fare sufficente.
    -non fare storie. Così è, così rimane. Fatti una doccia e prepara le valige. VELOCE!.ribattè Tom, ormai incazzato.
    -ok ok... calma amico!-rispose Bill, leggermente spaventato.
     
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  7. »•Nicky°
     
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    Racky, questa è la prima tua ff che leggo, è tirstissima ma bellissima al contempo!!Continua presto!!
     
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  8. ^^...IchLiebeBill...^^
     
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    Ma che bellaaaaaa, povero Billllll T.T.. continua prestissimo! Ciaooo ^^
     
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  9. *Piccola Stella*
     
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    Amur è davvero bella...sisi...continua presto !
     
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  10. Lellenuccia.-*-.
     
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    .........o__O...... Wowwowwowwowwowwowwowwowwowwowwow!!!!!
    Particolare.... Morte, droga e rasoi... il genere che piace a me!!!!
    Complimenti Racky!!!!! Posta presto!!
    Kiss Lelle
     
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  11. °iCh-uNd-DiCh°
     
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    Grazie a tutte per i commenti^^
    Continuo...


    Capitolo 3

    *Vorresti Ritornare Indietro Solo Per
    Cambiare Quei Piccoli Istanti Fragili
    Che Dentro Te
    Hai Chiuso Ormai
    Da Troppo Tempo...*
    (Lost-Ascolta)



    La guida di Tom era instabile, spastica.

    La Casa Amica di Francoforte distava solo un paio di km, dalla dimora dei gemelli, ma sembravano km interminabili.
    Dopo due minuti dalla partenza, arrivarono a destinazione.
    Il cancello verte, arruginito e soprattutto enorme, si aprì davanti alla Caddillac, altrettanto grande.
    Il sole spaccava gli occhi, riflettendo sul parabrezza grigio, mentre l’auto avanzava sulla strada sterrata.

    Scesero dall’auto, lentamente, quasi spaventati da quel posto dove mai avrebbero pensato di alloggiare, anche solo per poco.
    Una casa abnorme, come vagoni di treno sovrapposti l’uno sull’altro.
    Dal portone uscì un uomo di mezza età, di bassa statura, baffi e pizzetto, vestito sportivo.

    Bill scoppiò a ridere.
    Il bindo gli lanciò un’occhiata fulminea, seguita da una gomitata al fianco destro.

    - Ma sei scemo?Che ti prende?- lo rimproverò Tom.
    - ahahaha!!! E questo sarebbe il direttore della comunità?- rispose Bill, fra le risate soffocate – ma questo è il pusher!!- finì scoppiando di nuovo a ridere.
    -cretino, finiscila! Cito, ora gli parlo io.- lo zittì il fratello.

    Si avvicinarono all’uomo brizzolato, salutandolo gentilmente.
    -salve, siamo i gemelli Kaulitz. Ho prenotato ieri pomeriggio una camera per due.-spiegò Tom, serio.
    Certo, seguitemi.- ordinò l’uomo, -io sono Klaus, il direttore della Casa Amica. Quando uscirete da qui, sarete come nuovi. Non penserete né a droga, è ad alcohl, né a lamette.- concluse Klaus, aprendo le porte dell’ascensore metallico.
    Salirono fino al 5° piano, dove, appena usciti dalla cabina, si trovarono davanti un cartello, con scritto: “Robby Williams”.
    Klaus svoltò a destr, imboccando un lungo corridoio scuro, con le luci sul pavimento.
    Guardando a destra e a sinistra, i ragazzi, poterono notare molti nomi, tipo Britney Spears, Katy Perry, Miley Cirus... Nomi più o meno sospettabili.

    Un leggero disappunto si dipinse sul volto di Bill, che iniziò piano piano a rendersi conto della gravità del suo problema.

    -ma spiegami una cosa, Tom- ruppe il silenzio il moro, - cos’è la storia delle lamette?Io non mi taglio le vene!- concluse poi il giovane.
    -tu non ti tagli. Il sottoscritto sì. – finì in modo secco il biondo, incurante della possibile reazione di Bill.
    -cosa fai te?!- lo disse tanto forte da far girare Klaus, spaventato per quella frase.
    -oh, Bill, in confronto a quello che fai tu, è una medicina!- rispose Tom, con fare superiore,- ora non fare il più grande e fai silenzio!- proseguì poi, irritato.
    - tuo fratello ha pienamente ragione- s’intrufolò il direttore, - non poui paragonare quello che hai fatto tu per mesi a quello che ha fatto lui da un mese a questa parte- finì Klaus.
    -ora, se volete accomodarvi, siamo arrivati alla vostra stanza. Vi lascio riodinare le vostre cose, quando avrete finito, scendete. Sarà pronto il pranzo.- finito di spiegare, uscì e si chiuse la porta massiccia alle spalle.

    La camera era solare, un grande finestrone, con un altrettanto grande balcone, faceva entrare i raggi del sole mattutino, tanto da illuminare al punto giusto i mobili antichi cinquecenteschi.

    -che bella camera!beh dai, almeno un vantaggio c’è!- irruppe Bill, - ti piace, Tomi?- interrogò il gemello, che sembrava perso nei suoi pensieri.
    -Tooooom!!Sei fra noi?- scherzò ironicamente il moro.
    -eh?? Ah! Sisi...bella...Allora, che famo?Destro tuo, sinistro mio?- rispose, ritornando alla relatà, indicando i due letti che si trovavano davanti.
    -uhm...Vediamo...- si concentrò Bill, agiando l’indice a destra e a manca, come per vedere i possibili vantaggi e svantaggi di un letto e l’altro.
    -destra!- esclamò poi, felice.
    -ok...-
    senza proferire più parola, si misero a svuotare le valigie, per poi scendere a pranzare.


    Commenti, grazie^^
     
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  12. Lellenuccia.-*-.
     
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    Ma si disintossicano vero????????????
    Tornato normali vero?????????
    Da dimmelo!!!!!!!!!
    Ti preeeeeegooo!!!!!!!!!!!!
    Kiss Lelle
     
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  13. °oO.HoNey
     
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    Racky!!! é tristissima!! :thyftyhu:
    :tytu: Biiiiiiiill !!!!
    :tytu: Georg !!!!
    :tytu: Tooom !!!!
    Comunque, anche se è molto triste, è davvero bella!! Brava!
    Un bacio.
     
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  14. »•Nicky°
     
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    Anche questo capitolo è bellissimo, continua presto!!Sono curiosissima di sapere cosa succede!!^^
     
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  15. ^^...IchLiebeBill...^^
     
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    Poveri ragazziiiiii.. ç________ç Bellissima, continua presto! ^^
     
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24 replies since 12/10/2008, 14:37   233 views
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