Wenn Nichts Mehr Geht *

Mah... Non mi convince, ma vi prego, commentate in tante e sincere.

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  1. {~MiCh_OhNe_DiCh~}
     
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    Grazie mille *__*
    Continuo...



    “Hey, Markino!” salutò l’amico, con un bacio sulla guancia, “C’erano compiti per oggi?”
    “Ciao, Keka!” ricambiò, “Non credo... Comunque, come va? Ho saputo di Christian, mi dispiace”
    “Non parliamone, è peggio. Comunque, tiro avanti.”
    “Ok, dai. Se hai bisogno son qui”
    “Grazie mille, ora entriamo, sennò chi lo sente il prof.?”
    “Hai ragione!”
    Entrarono in classe, tutti compagni la salutarono affettuosamente, cedendogli, anche se solo a parole, il loro aiuto.

    Keka

    Ciao, sono Francesca, detta Keka, ho appena compiuto 16 anni e vivo a Colico, un piccolo paese in provincia di Lecco, in Lombardia. Dove c’è il famoso Lago di Como, lo conoscete, vero?
    Sono estroversa, quando sono di buon umore perlomeno. A mio giudizio, sono anche troppo permalosa e schizzinosa.
    Amo cantare, mi piace qualsiasi tipo di musica, esclusa la classica. Amo i musical, il teatro e tutto ciò che c’entra con la musica e con la recitazione. Senza il mio i-Pod non vado da nessuna parte, mi sentirei dispersa in un mondo che non conosco, il mondo dei rumori, come lo chiamo io.
    La musica è vita, è tutto ciò che mi tiene alto l’umore, che non mi fa cadere troppo in basso, che mi da consigli, che m’aiuta a dire frasi che, tante volte, sono difficili da pronunciare. Per me la musica è tutto.
    Sono alta, bionda, boccolosa e con occhi color nocciola. Porto l’apparecchio, ho la masticazione inversa, o qualcosa del genere, bo!
    Sono abbastanza magra, non anoressica e non obesa. Mi sento bene con me stessa e mi piace quando le altre persone mi fanno complimenti.
    La maggior parte delle volte sono una pazzoide, scherzo con e su tutto, sparo cavolate a tutta birra e se mi incontri per la strada che sto ascoltando il mio gruppo preferito, penseresti che hanno appena aperto i cancelli del manicomio!
    Anche da sola potrei divertirmi, ma se son con qualcuno che apprezza qualsiasi tipo di umorismo e sarcasmo... beh, questo qualcuno è con la persona giusta!
    Sono solare, sempre allegra, tranne nell’ultimo periodo.
    La scuola non va benissimo e i rimproveri di mio papà aumentano sempre di più il mio stress quotidiano, causando l’ennesima litigata, visto gli rispondo sempre male.
    Faccio una scuola turistica, il Marco Polo, a Colico, appunto. E’ una bella scuola, ma forse è troppo complicata e avrei dovuto scegliere qualcosa di più semplice. Ma di quell’indirizzo ce ne sono gran poche nella zona e non mi posso permettere di allontanarmi troppo da casa. È un indirizzo turistico, praticamente, quando hai finito i cinque anni, esci diplomata e puoi fare la guida turistica, a differenza del Liceo Linguistico, da quanto ho capito. Però, se voglio fare quello che voglio, ossia l’insegnante di lingua inglese o tedesca, devo per forza fare l’università, dunque ha ragione papà a dirmi che devo impegnarmi, sennò col cavolo che divento qualcuno!
    Ho un fratello gemello, si chiama Matteo e, come me, è permaloso e pazzo. Mi prende sempre in giro e ha la mania dei Tokio Hotel, è andato a tutt’e tre i concerti italiani e mi ci voleva pure portare! Gli ho detto semplicemente che io, con quei crucchi, non ci voglio avere nulla a che fare! Lui invece è in continua ricerca di loro informazioni, di biglietti per i futuri concerti italiani, per le signin session e per tutte le partecipazioni radiofoniche italiane. Mah, tante volte mi preoccupa, però penso sia giusto che una persona coltivi una passione, magari li conoscerà e sarà felice.
    È bravissimo a cantare, ha stile e si fa sentire, tirando fuori la voce e suonando la chitarra in modo divino. È davvero bravo, tante volte lo invidio...
    Tornando a me, ieri sera dovevo uscire con il ragazzo a cui andavo dietro da almeno due anni, si chiamava Christian e aveva 18 anni. Ero persa per lui, mi piaceva tantissimo e quando finalmente decise di provare ad uscire con me... ebbe un incidente d’auto, mentre veniva a prendermi.
    Sto male per questa storia, ma sono sicura che riuscirò a farmela passare, altrimenti non vado più avanti e, alla mia età, non si può non andare avanti.
    Sul luogo dell’incidente ho conosciuto un ragazzo, Mattia, un bel ragazzo. Simpatico e gentile, m’ha aiutato a non pensarci e questa sera mi porterà a fare un giro e mi farà conoscere un po’ dei suoi amici. Almeno mi distraggo un po’ e non penso a null’altro.


    Iniziò a scarabocchiare sul banco, frasi senza senso, lettere così a caso, evidentemente la lezione non la interessava poi più di tanto e si distraeva nel modo più semplice che le passò per la testa.
    “Pssst” si sentì chiamare da dietro, “Keka, la gara è iniziata”
    Carolina, la migliore amica di Francesca, tirò fuori la sua cerbottana dall’astuccio e prese a sparare pezzettini di carta arrotolati e inumiditi dalla sua saliva verso la professoressa, vittima delle sue solite ragazzate.
    Francesca si preparò la sua cerbottana in fretta e furia, strappando di tanto in tanto frammenti di carta e preparandoli per il tiro.
    “RAGAZZE!” strillò la professoressa, scattando in piedi, “Fuori da questa classe!”
    Le ragazze, sghignazzando, se ne uscirono in corridoio e, quando furono fuori, iniziarono a raccontarsi com’era andato il fine settimana. Un po’ ridendo, un po’ piangendo, sicure che una non avrebbe mai tradito l’altra...
     
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  2. Kate ~
     
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    *_*

    Ma brava Racky, è davvero bello anche questo capitolo!!!

    Dai dai, dicci di più di questo Mattia!!! *_*
     
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  3. °Aly°
     
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    caruccia tesoro ! cotinua !! e guai a te se anche in questa FF metti QUEL personaggio...me la pagherai per quello che hai fatto !!!! tsè...hehehe...
    Ti Adoro amore mio !!!!!!!!!!!!!!
     
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  4. spenkucciola
     
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    carino continua!!!
     
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  5. {~MiCh_OhNe_DiCh~}
     
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    Grazie!! Continuo...




    ‘Nasci, cresci, muori.’

    “Mamma, sono tornata!” esclamò, guardandosi in giro, mentre Carlito, il cucciolo di razza Carlino che aveva adottato qualche giorno prima, le faceva le feste scodinzolando e saltandole addosso.
    “Sì, arrivo.” la madre sbucò dalla porta del corridoio con la testa, sorridendo alla figlia, “Matteo dov’è?” chiese, cercandolo con lo sguardo per il salotto.
    “E lo chiedi a me? Oggi usciva un’ora prima.” esclamò la ragazza, alzando le spalle.
    “Ah” rispose sorpresa, Valentina, “Beh, quando arriva servi pure lui, la pasta è nella pentola. Io arrivo fra mezz’oretta, devo ancora fare i letti e il bagno.” spiegò, per poi sparire dietro la porta scorrevole.
    Subito, Francesca, si servì il pranzo e si sedette a tavola, da sola. Mentre inforchettava qualche spaghetto, tirò fuori dalla tasca dei jeans il suo cellulare ‘antico’, come la prendevano in giro i suoi amici, e inviò un messaggio al fratello, chiedendogli dove fosse finito.
    Dopo pochi secondi, il cellulare le vibrò accanto al piatto, lo prese e aprì la piccola cartellina dello schermo del telefonino.
    “Sono dalla Caro” rispose il fratello, dall’altra parte di Colico.
    “Vaaaaaaa bene! Ma che dico a mamma?”
    “Che sono dal Simo, ciao!” rispose secco Matteo, quasi lo rompesse il fatto di messaggiare con la sorella.
    Lei ci restò male e non gli rispose più.
    “Mamma! Matteo è dal Simone!Torna stasera!” urlò alla madre, continuando a mangiare.
    Finito, sparecchiò e se ne andò in camera, ad ascoltare un po’ di musica, di sana musica.
    Ama i Led Zeppelin e gli AcDc, la caricano e le ridonano il buon umore.
    “Thunder!!...Thunder!...” si dimenava sul letto, saltando e ogni tanto sbattendo contro il muro, “Thunderstruuuuck!” imitava l’assolo della chitarra, con le mani che strimpellavano lo strumento invisibile e che solo lei era capace di immaginare.
    “FRANCESCA! Abbassa quella cazzo di musica!” le gridò la madre, da fuori la porta.
    “Mamma, ma cos’hai!?” aprì di botto la porta, “Sei incazzata nera!”
    “Non ho niente, Keka. E’ solo che c’è la vicina che continua a lamentarsi e sono leggermente stufa.” spiegò, “Te lo chiedo per favore, tienila di un volume accettabile.”.
    “Ok, scusa mamma!” richiuse la porta e abbassò il volume, poi ci ripensò e spense direttamente lo stereo.

    Si accucciò sul letto, quando, proprio mentre si stava per accoccolarsi fra le braccia di Morfeo, il cellulare squillò, facendola spaventare e svegliare di colpo.
    Lo prese in mano e lesse il messaggio.
    “Ciao! Sono Mattia...Ti ricordi che stasera abbiamo un appuntamento, vero??Ho tanti amici da farti conoscere!Rispondi!”
    “Ma ciao! Sì che mi ricordo, come dimenticarlo! A che ora è, la grande serata?”
    “Uhm... Andiamo a mangiarci una pizza, naturalmente offro io, verso le 20:00?”
    “Sì, perfetto. A ‘sta sera, allora! Un beso, ciao!”
    Era lui, Mattia.

    Francesca corse subito in salotto, dalla madre, per avvisarla che la sera stessa, per cena, non ci sarebbe stata e che usciva con un’amica.
    “Va bene... Ma non fare tardi, è lunedì, oggi!”
    “Non ti preoccupare, alle undici in punto sono a casa!”
    Erano già le quattro e mezza, in tre ore e mezza non ce l’avrebbe fatta a stirarsi i capelli e prepararsi in tempo, quindi corse in bagno, si spogliò di fretta e si buttò letteralmente nella cabina-doccia.
    S’insapono dolcemente, poi, una volta risciaquata e rinfrescata, se ne uscì, altrettanto frettolosamente.
    I capelli fradici le cadevano leggeri sulle spalle, mentre la spazzola infilzava i suoi denti fra le ciocche.
    Il rumore forte del phon che faceva ondeggiare i lunghi capelli, togliendogli l’umidità che l’asciugmanao non ne era stato capace di togliere.
    Mano a mano si arricciavano, diventando morbidi e asciutti.

    5:30
    Francesca attaccò la piastra, l’accese e la lasciò scaldarsi. Intanto, mentre correva verso la stanza, pensava frenetica a cosa poter indossare e, una volta arrivata in camera, s’intrufolò fra le montagne di vestiti che riempivano l’armadio.
    “Mannaggia! La maglietta di ieri sera!” sbottò, appena si ritrovò davanti alla maglietta che aveva preparato per la sera prima, per l’appuntamento.
    “Al diavolo, la metto ‘sta sera” così dicendo, se la infilò, unendola ad un paio di jeans neri skinny e finendo l’opera con un paio di Kawasaki fuksia.
    Ritornò in fretta in camera e iniziò l’impresa: lisciaggio capelli.

    6:30
    Non aveva ancora finito di piastrare i capelli biondi, quando Matteo entrò in camera sua, chiudendo la porta subito dopo.
    “Ha detto qualcosa mamma del fatto che non c’ero?” chiese mormorando, quasi avesse paura di essere beccato.
    “No, perché?”
    “Così” sembrò tranquillizzarsi.
    “Ma che c’hai fatto con Caro?” chiese, curiosa.
    “Ma che vuoi che c’abbia fatto! Qualcosina...” sghignazzò.
    “Dio, sei irrecuperabile!” rise la gemella.
    “E che vuoi?! Mi piace da morire Caro, ma non ho intenzione di perdermi dietro e non fare nulla... Le sembrerei un gaio!” rise, girando i tacchi e uscendo dalla camera, di certo più tranquillo di quando vi era entrato.

    Francesca, sorridendo al pensiero del fratello, osservò l’orologio.
    “Oh, cazzo!”
    Erano le sette e trenta, le mancava solo di vestirsi e truccarsi, visto che i capelli li aveva lisciati mentre chiaccherava col fratello, ma l’impresa era ancora lunga.
    Attraversò la camera, dirigendosi verso il piccolo comò, dove si trovavano i trucchi vari, e prese mascara, ombretto e matita.
    Prese a tracciarsi la piccola linea nera sotto l’occhio, si mise l’ombretto rosa con le sfumature azzurre e, infine, si mise uno spesso strato di mascara.
    Guardò l’ultima volta l’orologio: sette e quarantacinque.
    Era pronta, si tranquillizzò e scese le scale piano, per far diminuire quel battito cardiaco troppo veloce, per essere normale. Mentre scendeva incontrò la madre, tutta indaffarata, che faceva la polvere.
    “Hey, sei sicura che non hai un appuntamento con un ragazzo?” le chiese, insospettita.
    “Ma che dici, mamma... No! Te l’avrei detto, ora vado! Buon appetito!” la baciò sulla guancia e scappò via dalle sue grinfie, temendo di non essere stata abbastanza convincente.
    “Stai attenta e, mi raccomando, torna puntuale” le rispose, ma troppo tardi, la ragazza era già fuori dalla porta.
    S’appostò, come sempre, appoggiata al cancelletto, proprio mentre sentì il fischio di una sgommata provenire dall’incrocio pocco distante.
    Girò subito la testa e video una MiniCooper color panna avvicinarsi e rallentare, fino a fermarsi davanti alla villetta.
    “Heeeeeeey!Salta su!” le gridò fuori, Mattia, tutto sorridente.
    Salita in macchina si fissarono sorridendo, poi l’auto partì, mangiando la strada.
    “Destinazione... Flambè, a Domaso!”
     
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  6. °oO.HoNey
     
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    CITAZIONE ({~MiCh_OhNe_DiCh~} @ 8/11/2008, 17:39)
    “Mamma, sono tornata!” esclamò, guardandosi in giro, mentre Carlito, il cucciolo di razza Carlino che aveva adottato qualche giorno prima, le faceva le feste scodinzolando e saltandole addosso.

    Carlitoooooooooooooooooo!!! Mon amoooour!! :uyu: :wer4cw35:
    Brava Brava!! Sei troppo brava!!
    Continua al più presto!
    Baci!
    *____*
     
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  7. Baby ~
     
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    CITAZIONE
    Comunque, tiro avanti.”

    Questo lo dico sempre io. xD

    Comunque, perdonami per l'irrecuperabile numero di capitoli che mi sono persa, il modo in cui scrivi mi piace molto! Continua, voglio sapere cosa succede!
     
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  8. Kate ~
     
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    Mmh... ancora non riesco a decifrare questo Mattia. Quindi, sei moralmente costretta a postare il più presto possibile per farci capire la situazione! E soprattutto, vorrei sapere chi sono i "tanti amici" che il ragazzo le deve presentare!

    Brava Racky!!!
     
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  9. {~MiCh_OhNe_DiCh~}
     
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    Grazie a tutte *___* Che dolsi che siete!
    Continuo!




    L’automobile sfrecciava fra curve e tironi, lungo la strada che portava al locale prescelto.
    “Allora... Immagino tu sia una fan sfegatata dei Tokio Hotel, sbaglio?” le chiese, curioso.
    “Ti sbagli di grosso! Non li considero il mio genere, non mi piace proprio la loro musica.” spiegò la ragazza, “Perché questa domanda tutta d’un colpo?”.
    “No, così.” Alzò le spalle, in senso di indifferenza, “Ma se dovessi conoscerli, cosa faresti?” chiese, sempre più interessato.
    “Beh, non lo butterei via, il chitarrista. Ma, nella mia famiglia, la persona a cui interesserebbe di più conoscerli, è mio fratello.” chiarì Francesca, con un leggero sorriso.
    “Ok...” il ragazzo ci rimase male, dalla prima parte della risposta della ragazza, ma non ne diede molto peso.

    “Siamo arrivati.” Esordì, cambiando discorso.
    “E’ da tanto che non vengo qui,” esclamò, osservando in giro quali particolari fossero cambiati, “ma non è cambiato molto.” proseguì poi, fissandolo dritta negli occhi.
    “Beh, è già mello così, non dovrebbe cambiare nulla...Dai entriamo” le mise la mano dietro, come per incitarla ad entrare nel locale.
    La luce un po’ forte, un po’ debole del Flambè accecò momentaneamente la ragazza, che si coprì gli occhi con il braccio, facendosi strada con l’altro, in cerca di un tavolino libero.
    “Heey, vieni di qua!” la prese per il braccio appena in tempo e l’accompagnò al tavolo dove una quindicina di ragazzi avevano preso posto.
    “Ma quanta gente c’è qui?!” esclamò una volta vista tutte quelle persone, “Sappiate che è inutile che mi diciate i vostri nomi, ora delle dieci ne ho già dimenticati la metà!” sorrise, prendendo posto fra il gruppetto.
    “Beh, il mio lo saprai già!” esordì uno che si trovava proprio davanti a lei.
    “Ehm...Chi sei?” imbarazzata, l’osservò meglio, cercando di captare qualche lineamento. Era inutile, tutto quell’equipaggiamento che lo copriva, nascondeva praticamente tutto. Ma qualcosa di familiare c’era comunque...
    “Come ‘chi sono?’ ” fece l’offeso, il ragazzo, “Sono il cantante più famoso, al momento, del mondo!” sorrise, guardandola fissa.
    “Aspetta! Sei quello che canta il vento??” gli sgranò gli occhi addosso, con la bocca spalancata.
    “Ahaha, il vento! Sì, comunque! Piacere, Bill.” Le porse la mano, scherzosamente.
    Francesca gli porse la sua, osservando le unghie curate del ragazzo, affascinata dallo smalto senza neanche un graffio leggero. “Francesca.”
    “Ordinate qualcosa?” la voce della cameriera s’infiltrò nella conversazione, sfacciatamente.
    “Allora, noi ci siamo messi d’accordo prima, prendiamo dieci Vodka alla fragola con RedBull e quattro Angeli Azzurri” esordì un ragazzo biondo, con il piercing al labbro, “Voi, ragazzi?”
    “Noi ci prendiamo due succhi all’arancia rossa misti a Martini, grazie.”

    La serata proseguiva bene, mentre l’alcoohl iniziava a fare effetto.
    Francesca si alzò ed uscì a fumarsi una delle sue Marlboro Light, barcollando.
    Il freddo le graffiava le guance, ma, con l’alcoohl in corso nel sangue, il freddo non si sentiva per nulla.
    “Hey, che fai qui, tutta sola?” una voce alle sue spalle la spaventò.
    “Fumo... Ne vuoi una?” mormorò, non sapendo che dire.
    “No, grazie, devo...Cioè, dovrei smettere.” Spiegò il moro, semrpe tenendo gli occhiali scuri.
    “Come vuoi...” disse indifferente.
    “Che palle, sono già le due... Ma tu, domani, non vai a scuola?”
    “Le due?! Cosa?!” urlò, scendendo le scale, verso l’entrata del locale.
    “Mattia, riportami a casa, sono le due!” gridò, appena fu dentro.
    Mattia corse verso di lei, poi la superò e uscì dal locale, seguito dalla ragazza.
    “Merda” esclamò Francesca, appena furono saliti in auto, “Che cazzo, lo sapevo!”.

    L’auto sfrecciava, ad alta velocità, lungo la strada deserta a causa dell’ora.
    Mattia era estremamente agitato, ma Francesca lo era il doppio, se non il triplo.
    “Dio, è la volta buona che non mi fa più uscire!” esclamò, nervosa.
    “Cazzo, scusa!” cercò di discolparsi, “Non era mia intenzione farti tornare così tardi, giuro!”.
    “Non ti preoccupare!” gli rispose, tranquillizzandolo, “Portami sul lungo lago, mi fermo a dormire da un’amica, così ho la scusa che il telefono non manda i messaggi e le dico che invece gliel’ho scritto.” Spiegò a mo’ di Mission Impossible.
    “Hey, che mente!” esclamò ridendo, ormai tranquillo, “Ma allora potevi fermarti da noi ancora un po’” azzardò.
    “No, meglio così.” rispose amareggiata, “Metti che chiamava e sentiva tutto quel fracasso, ero morta!” gli sorrise.
    Lui sorrise di ricambio e girò la macchina all’incorcio che portava al lungolago di Colico.
    “Eccoci, dove ti lascio?”
    “Davanti a quella casa marroncina” indicò lontano, “Ecco, sì, proprio qui.” disse una volta arrivati.
    “Bene, allora.” abbassò lo sguardo, arrossendo.
    “Domani lavori al bar?” gli chiese, scogliendo l’imbarazzo creatasi.
    “Sì, inizio alle sette, come al solito. Perché?” chiese, curioso, come sempre.
    “Magari passo, prima di andare a scuola. Ora scappo! Ciao, Tia!” lo salutò con un bacio leggero sulla guancia e se ne uscì dalla macchina, dirigendosi al portone dell’abitazione.
    “Ciao, Keka. A domani!” sfrecciò via, con la sua Mini. Forse in direzione del Flambè, forse in direzione della sua dimora.
    Francesca tirò fuori il cellulare dalla tasca degli skinny neri e chiamò l’amica.
    “Caro, stai dormendo?” mormorò.
    “No, guarda. Sono sulla Statale a fare la puttana, ma che domande fai, Keka?” le rispose sarcastica Carolina.
    “Hihi, scusa Amo, se t’ho svegliata.” si scusò, sorridendo per la battuta dell’amica, “Comunque, non è che hai un posticino per me, in casa?” chiese, incrociando le dita.
    “Dai, entra... Domani, però, mi spiegherai il perché!”
    Il portone s’aprì di scatto, permettendo così alla ragazza di entrare.
    “Ora non iniziare a parlare, ho sonno e voglio dormire!” fece la finta arrabbiata Carolina, “Notte!”
    “Ok, ok! Notte, Caro xD”
     
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  10. °oO.HoNey
     
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    Stupendo questo!!!
    *___*
    Il tipo che canta il vento! :wer4cw35: :wer4cw35:
    Sia chiaro che voglio un altro capitolo al più presto!!!
    SPOILER (click to view)
    Ok?!!! :stt4e5:

    Baci.
     
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  11. Baby ~
     
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    Bello questo capitolo, Racky!

    E così, Francesca ha fatto conoscenza con Bill, sono proprio curiosa di sapere cosa succederà.

    Brava, continua!
     
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  12. {~MiCh_OhNe_DiCh~}
     
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    Grazie, patatine fritte mie!!! xD
    Sto zitta e continuo va'... xD


    “Keka... Keka svegliati…” una voce lontana sfiorava il timpano di una ragazza addormentata, tormentata da una specie di ronzio frequente.
    “KEKA! MUOVITI E ALZA IL CULO!” la voce dell’amica la svegliò di colpo, facendola cadere dal letto, mugugnando parole indecifrabili.
    “Eccheccavolo, ti pare il modo?” si massaggiava il capo, fissando un punto impreciso della stanza di Carolina, “Mi sono sfracassata la testa!”.
    “Dai, scema, alzati. Sono le sette e trenta, vestiti che andiamo al bar, facciamo colazione e andiamo scuola.” Disse, “T’aspetto fuori.” E se ne uscì, lasciandola in camera, sola con sé stessa.
    Francesca s’alzò da terra e s’avviò in bagno, si sciaquò e tornò in camera. Una volta vestita, uscì e non fece in tempo ad iniziare a speigare la situazione all’amica che il telefono squillò.
    “Francesca, dove diavolo sei?” la madre urlava al telefono, pretendendo spiegazioni, “Mamma, non ti è arrivato il messaggio??” mentì spudoratamente.
    “Che messaggio, Francesca?” si calmò, stupita.
    “Quello che t’ho scritto alle dieci, dove dicevo che sarei rimasta a dormire dalla Caro” spiegò, mentre gli occhi dell’amica la guardavano divertita e stupita insieme, sghignazzando.
    “No, Keka. Va beh, se dici di avermi mandato il messaggio allora ritiro tutto, scusami.” Si scusò imbarazzata la madre, “Ora stai andando a scuola, vero?”
    “Sì, mamma. Ora siamo al bar a fare colazione, poi vado a scuola, non ti preoccupare!! Ora vado, ciao” chiuse la chiamata, indifferente alla risposta della madre.
    “Certo che hai una mente!!!!” rise l’amica, “Lo so” si spolverò la spalla, vantandosi e ammiccando a Carolina.

    Arrivate al bar, entrarono tranquille e presero posto.
    Mattia s’avvicinò al tavolo, arrossendo vistosamente.
    “Cosa prendete, ragazze?” chiese, imbambolato da Francesca.
    “Per me un cappuccino e una brioches, grazie Tia” sorrise dolcemente.
    “Anche a me, grazie!” Carolina fissava il ragazzo, scrutandolo in ogni suo piccolo particolare, impaziente che se ne andasse, per chiedere spiegazioni all’amica. Così fu.
    “Keeeeeeka!! Come fai a conoscere quel pezzo di figo?” chiese, quasi sbavando.
    “Hihi... Allora, sai di Christian, no? Beh, sul luogo dell’incidente lo conobbi e ci parlammo poi mi propose di uscire insieme a dei suoi amici e... Colpo di scena!” Keka si fermò di colpo, trattenendo a stento la risata che trapelava dalle labbra, guardando la faccia ansiosa dell’amica che aspettava impaziente il continuo del racconto di Francesca.
    “Se ti dicessi che ho conosciuto il cantante dei Tokio Hotel?” sfidò con lo sguardo l’amica, che nel frattempo rimase a bocca aperta, pregando Keka con gli occhi di dirle se era vero o no.
    “Keka, dimmi che stai scherzando!” battè un pugno sul tavolino del locale, con gli occhi sbarrati verso l’amica, “Keka! Dimmelo!”
    Proprio in quel momento, un ragazzo al bancone del bar parlò talmente ad alta voce da far girare le ragazze, che si misero ad ascoltare senza difficoltà quello che diceva.
    “Cavolo, Mattia, ieri sera... Sognavo ad occhi aperti! E’ troppo bella quella ragazza!” le ragazze intravidero che il moro incappucciato sorrideva, guardando nella loro direzione.
    Mattia si girò verso le ragazze e sorrise a Francesca, che ricambiò. Subito, il ragazzo dall’altra parte del bancone, si girò verso di loro e, notando Francesca, s’vvicinò velocemente, portandosi dietro il caffè ordinato poco prima.
    “Finalmente ti ho ritrovato, ieri sera sei scappata così in fretta!!” parlava l’italiano benissimo, cosa a cui non aveva fatto caso Francesca la sera prima, “Stai per andare a scuola?” chiese poi, fissandola dritta negli occhi.
    “Oh, ehm… Bill... Sì, sto andando là, con la mia amica. Carolina, questo è Bill” cambiò discorso, porgendo la mando dell’amica a quella del ragazzo, quasi forzatamente.
    “P- piacere, Carolina” balbettò la ragazza, stringendo la mano di Bill, “Piacere mio, Bill” rispose gentilmente.
    “Comunque, tornando a noi, Keka, dopo scuola cosa fai?” la guardò, cercando di strappare qualche emozione dai suoi occhi, ma che non tralasciavano nessun segno d’interessamento... Solo un enorme luccichio.
    “Eddai... Lo so che non hai nulla da fare!” la incitò a rispondere, vedendo che era impacciata.
    “Hai ragione, non ho nulla da fare. Beh, perché me lo chiedi?” fece la finta tonta, ingenua ma felice, stranamente.
    “Benissimo! Allora tieniti prenotata per un pomeriggio con me!” esclamò sorridendo Bill, intento in uno strano saltellamento per il salone del bar.
    Le ragazze, di colpo, si alzarono e, dopo aver pagato Mattia, fecero per uscire, ma Bill le bloccò.
    “Hey, tu, dove scappi senza neanche avermi lasciato un bacio?” la scrutava dolcemente negli occhi, aspettandosi una sua qualsiasi reazione, ma nulla, la ragazza non si mosse. Fece così lui il primo passo, lasciandole un leggero bacio a stampo sulle labbra morbide che si schiusero subito dopo.
    “Ora puoi andare, fammi uno squillo quando sei fuori da scuola” manteneva il suo sguardo fisso su quello della ragazza, che faceva altrettanto imbambolata.
    “E... Il- il numero?” sussurrò, quasi impercettibilmente, “Sennò come faccio a chiamarti”.
    “Oh, giusto tesoro... dunque” si mise a pensare, poi prese a dettare: “+49 8996578346, è questo. Ora vai, sennò fai tardi!” la ragazza, dopo aver memorizzato accuratamente il numero, girò i tacchi e se ne uscì dal locale, con la cartella sulle spalle e il braccio dell’amica sconvolta avvolto al suo.

    Dopo pochi minuti furono all’entrata di scuola e, essendo abbastanza lontane dal bar, Carolina non riuscì più a trattenersi.
    “Cazzo, Keka!!” urlò, saltando più in alto che poteva, tanto da farsi notare almeno a qualche miglio di distanza, “Ma dico, è lui!”.
    “Già” Francesca faticava ancora a crederci, faticava a credere a qul bacio ricevuto da una persona che non si sarebbe mai aspettata, a cui aveva dato poco conto... Almeno fino ad ora.
     
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  13. Baby ~
     
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    *_* *_*

    Oddeo, mia cara! Che bello! Bill mi sembra un pò troppo egocentrico, comunque, ma te sei brava lo stesso! XD

    Continua!
     
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  14. {~MiCh_OhNe_DiCh~}
     
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    Baby, sei rimasta solo tu??? ç___ç E beh, meglio di nulla, grazie pata!
     
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  15. Kate ~
     
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    Oddeo, mi ero persa due capitoli, scusa!!

    Comunque... wow! Che incontro inaspettato!!!

    Adesso continua Racky, complimenti!! ^^
     
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42 replies since 31/10/2008, 23:58   359 views
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