Wenn Nichts Mehr Geht *

Mah... Non mi convince, ma vi prego, commentate in tante e sincere.

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  1. °RaCky°
     
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    Kate, don't worry, be happy! xD
    Oramai, siete rimaste solo voi due, am mi fa piacere comunque^^

    Continuo...



    Le ore passavano lente, quasi facessero apposta per far innervosire ancora di più la ragazza, che si torturava i numerosi anelli alle dita.
    “Cazzo” esclamò d’un tratto, forse fin troppo ad alta voce.
    “Taffinani, le sembra il modo?” la voce dell’insegnante le rimbombò nelle orecchie, risvegliandola da un cumulo di pensieri ammassati e confusi.
    “Mi scusi! Ero sovrappensiero.” Abbassò lo sguardo, arrossendo vistosamente.
    “Keka, ti senti bene?” ridacchiò Carolina, “Sei di un nervoso!!”.
    “Guarda, lascia stare, Caro!” rispose mormorando, “Sono impaziente, ma non so neanche perché!” .
    “Ma sei scema?? E’ figo, simaptico... Fooooorse egoista, ma dooolce” le pupille dell’amica si fecero a cuoricini pulsanti, mentre sognava ad occhi aperti, quasi fosse lei la protagonista di questa storia inaspettata.
    “Lo so, ma è un crucco che canta la canzone di un vento... Eddai” sbattè la mano sul banco, facendo cadere l’astuccio a terra.
    “Taffinani! Cosa le prende? Se ne vada fuori da quest’aula a farsi un giro!” la rimproverò la docente, ormai presa da un’ira esagerata.
    Francesca, allora, s’alzò e uscì dalla classe.

    Camminava avanti e indietro, girando i pollici, annoiata. Dopo pochi minuti, il telefono le vibrò nella tasca dei jeans e subito il suo fragile cuore iniziò a battere più del dovuto.
    Ciao, belisima” e chi poteva essere con tutti quegli errori d’ortografia, se non Bill?
    “Ciao, Bill! Che fai?” rispose eccitata.
    Passeggiava a passi corti, freneticamente, ticchettando con le dita. Poi il cellulare riprese a vibrare.
    Sto aspetando impasiente di vederti... Tu?
    “Mi hanno sbattuto fuori dalla classe, perché facevo casino!!” rispose, battendo veloce le dita sui tasti dell’aggeggio, ridacchiando.
    A differenza di prima, il telefono squillò quasi subito, ma questa volta era una chiamata.
    Heeeeeeey, esci!” esclamò il moro, dall’altra parte dell’apparecchio, “Sono qua fuori”.
    Il cuore della ragazza, preso da una tachicardia improvvisa, si perse qualche colpo.
    Guardò fuori dalla finestra del corridoio, che dava sul cortile della scuola... Lo vide.
    “Bill” sussurrò a sé stessa e così dicendo prese a scendere le scale, che sembravano infinite.
    Rischiò di scivolare all’ultimo scalino, ma si riprese e uscì dal portone.

    “Eccomi!” pronunciò entrando nell’auto, “portami via”.
    Partì, sfrecciando sulle mattonelle fredde del cortile, stupito del gesto della ragazza.
    “Ma che ti prende?” le chiese poi, una votla sull’autostrada, diretti a Milano.
    “Nulla, voglio conoscerti, voglio vedere che persona sei.” gli sorrise, per poi guardare avanti, felice di una scelta approvata fino in fondo, da cuore e mente.

    Era da tanto che Francesca voleva scappare, per un po’, ma non ne aveva ancora avuto un motivo valido, una scusa, qualcuno con cui ‘andarsene’.
    Lui rimase stupito delle sue parole, ma ne fu anche felice. Stava provando qualcosa di strano per quella ragazza, era non era roba da niente.
    La macchina mangiava la strada, a velocità sostenuta, mentre i due ragazzi stavano in un silenzio piacevole, vissuto di pensieri felice e sereni.
    A soli 16 anni, prendere e scappare, poi magari tornare la sera stessa, ma comunque mollare tutto e tutti per un periodo era forse un’azione azzardata, ma la pazzia ormai era stata fatta e tanto valeva tornare qualche ora dopo.

    “Dove siamo diretti?” s’informò Bill, guardandola spensierato.
    “Dove mi porta?” chiese maliziosamente.
    “Dove vuole, signorina. Sono a sua disposizione”
    “Bene, allora mi porti sull’Isola Che Non C’è” si fissarono per un nano secondo, ma che sembrò durare un’eternità, poi lui annuì, quasi volesse portarla davvero lì, davvero nel mondo delle favole...
     
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  2. °oO.HoNey
     
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    *Me chiede perdono*
    Scusami se non ho commentato.
    ...Io...Non ho parole....è davvero Fantastica.
    Mi ero persa il capitolo precedente...
    *________________*
    Stupenda. :tytu: :uyu: posta al più presto teso, ciao!
     
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  3. °RaCky°
     
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    Ma Je, sei rimasta solo tu ç___ç
    Va beh! xD
     
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  4. Kate ~
     
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    L'Isola che non c'è *__________________*

    Oddeeeeeo, che cosa carina *_* Anche io voglio andare sull'Isola che non c'è =_=

    Cooooomunque, mi ero persa solo un capitolo! Rachi continua, siamo ansiose di sapere cosa succederà! Perchè SO che succederà qualcosa *_*

    Bravissima pata! *_*
     
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  5. °RaCky°
     
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    Tesore! xD

    Kate, non eri obbligata U___U Deve piacerti veramente, non devi sentirti in obbligo!
    Continuo..



    “Sei pronta a volare?” si girò verso di lei, mentre parcheggiava in una radura verde, circondata da alberi alti e fitti.
    “Che domanda è?” rispose maliziosa e piena di voglia d’avventura, “Certo che son pronta.”
    Bill scese dall’auto e si diresse verso il lato di Francesca, aprendole la portiera, come un gentiluomo.
    “Eccoci arrivati, signorina.” le sussurrò all’orecchio, mentre con la mano le sfiorava la sua, lentamente, leggiadro, come una piuma sfiora la guancia di un bambino.
    La fece distendere in una zona pulita e fresca, dove il sole batteva diretto, facendo luccicare l’erba.
    La ragazza, forse impaurita, forse stranita, forse imbarazzata, forse felice si distese piano, tenendo stretta la mano del giovane, fisandolo ogni tanto negli occhi.
    “Comoda?”chiese ridacchiando.
    “Certo, comodissima!” rispose seria ma serena, “Signor Kaulitz, lei non si sdraia?”
    “Subito, se proprio ci tiene” sghignazzò, distenendosi accanto a lei, che aveva chiuso gli occhi e lasciato la mano cadere pesantemente lungo il fianco.
    “Sai, dalla prima volta che venni in Italia, alloggiai qui a Colico e mi feci scortare in posto tranquillo e questo è l’unico che trovarono.” Parlava spensierato, come se stesse riflettendo con sé stesso.
    Sentiva che si poteva fidare di lei, che poteva raccontarle tutto. Non gli aveva dato la dimostrazione, un atto di fiducia da parte sua, ma se lo sentiva, sapeva di potersi fidare. Ed era così.
    “Bill, ogni tanto vorresti tornare indietro a quando nessuno ti conosceva?” lo chiese davvero interessata, come se volesse scavare in quel ragazzo che mai si era aperto davvero con una persona, se non con suo fratello.
    “No e sì.” si bloccò, pensando ad una possibile spiegazione a quella risposta un po’ contorta.
    “Tornerei indietro solo per poter vivere una vita normale, come un ragazzo di diciannove anni e non una star famosa, che ovunque va si ritrova circondato da macchine fotografiche e cineprese.”
    “E no perché?” ribattè Keka, che aveva ascoltato le parole incantata dalla sua voce e dal significato espresso.
    “Beh, perché questo, alla fine, è sempre stato il mio sogno, ma quando si avverò ero talmente giovane che ancora non sapevo i vari rovesci della medaglia. Ma mi accontento, sono felice”
    Ora Francesca era poggiata sui gomiti, che fissava le poche nuvole bianche che viaggiavano nel cielo limpido, mischiando i pensieri che le torturavano la mente, ricordi remoti e ricordi recenti.
    Chiuse gli occhi, appena prima di sentire due labbra morbide posarsi sulle sue.
    Non aprì gli occhi, non voeva rovinare quel momento.
    Bill le piaceva e anche tanto e non sarebbe di certo stato un attimo di tristezza ad allontanarla da quel bacio sincero.
    Per lei, Bill, era un ragazzo come tutti gli altri, perché non lo seguiva come cantante e quando lo conobbe, lo conobbe semplicemente come ragazzo.
    Egli si staccò e si sdraio nuovamente sul terreno soffice e fresco, chiudendo gli occhi.
    Lei dolcemente appoggiò il capo sul petto di lui, accarezzandolo piano.
    Si addormentarono così, dimenticandosi da dove erano scappati e perché.

    RRRR RRRR

    RRRR RRRR

    Due occhi deboli si aprirono, guardando davanti a loro offuscati dal sonno.
    Il cellulare nella tasca continuava a vibrare incessantemente, così Francesca decise che forse fosse stato meglio rispondere.
    “Pronto?” rispose alla chiamata, con la voce impastata e la gola secca.
    “Dove cazzo sei?” la voce di Carolina era tutt’altro che impastata e le fece ricordare che quella mattina era scappata da scuola.
    “Oh cazzo!Caro, sono con Bill!” spaventata si alzò di scatto in piedi, agitando anche Bill, che non dava segno di vita, addormentato come un sasso.
    “Reggimi il gioco, ma che ore sono?”
    “Sono le tre di pomeriggio, cogliona che non sei altro!” le urlava dall’altro capo del telefono, più che incazzata.
    “Oh cazzo e la mamma?”
    “E’ in giro a cercarti perché il tuo caro telefono non prendeva!”
    “FRANCESCA TAFFINANI” Keka si sentì tirare un orecchio e con la coda dell’occhio notò con gran poco piacere che la mano che le sformava il suo caro orecchio era quella della madre.
    “Mamma, che sorpresa!” emise un gridolio di dolore, mentre si faceva trascinare alla Mercedes grigia accanto a quella di Bill.
    Il ragazzo, durante tutta la scena, dormiva pacifico, senza neanche muoversi, senza nemmeno accorgersi di tutto il trambusto accaduto.



     
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  6. °oO.HoNey
     
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    Oddeo...
    *__________________*
    (Povero l' orecchio di Francesca! XDDD)
    Amore..Continua!! *-*
     
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  7. °RaCky°
     
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    Dopo un bel po', mi ritrovo a postare un capitolo mucho corto, ma che a me piace davvero tanto... ^^



    “Mamma, lasciami!” le urlò Francesca, stretta dalla mano ossuta della madre.
    “Non credere di poter uscire, cara la mia bella, hai capito?” una volta in macchina la donna mollò un schiaffo sonoro sulla guancia candida della ragazza, che urlò di dolore.
    “Dio, non farlo mai più, vattene!” così dicendo Keka uscì dalla macchina sbattendo la portiera, mandando poi a quel paese la madre, che partì incazzata.

    “Bill... Bill svegliati!” scrollò le spalle del ragazzo, che emise uno strano verso e si girò dall’altro lato, scoprendo l’altra parte di viso tutta sporca di terra e erba.
    “Bill -.-’ ” gli diede un ruzzone, che lo fece rotolare e svegliare bruscamente.
    “Ma checcazzo... Keka! Ma ti sembra il modo?” disse massaggiandosi il capo.
    “Scusa, ma non ti alzavi!” rispose seccata, “E’ arrivata la mia mammina, abbiamo litigato e... Mi sa che non la rivedrò per un bel po’ ” si guardò in giro, con fare ironico.
    “Stai scherzando?E io non avrei sentito nulla?Ma non contarne più!” scoppiò in una fragorosa risata, quasi ne sapesse una in più del libro poi si accorse dello sguardo sarcastico di Francesca.
    “Stai dicendo sul serio?” la bocca spalancata di Bill faticava a chiudersi, “Dio, sono da ricovero!”
    “Dai, scemo...” rispose ridendo, “C’è un piccolo problema: dove sto?”

    Il viaggio in macchina sembrò non finire mai, con le risate che i due facevano, i discorsi idioti, le prese per il culo che si scambiavano.
    “Ma lo sai che sei proprio buffa quando fai così?”
    “Ma dico, ma ti sei visto?” e giù spintoni, che facevano sterzare di colpo il ragazzo, che poi tornava sulla giusta corsia di marcia.
    “Scema, vuoi proprio morire allora!” così dicendo al macchina sviò nella stradina di un hotel, dirigendosi al parcheggio sotterraneo.
    “Hey, dove diavolo stai andando?” chiese quasi urlando.
    “Shhh!” scesero dalla macchina, presero l’ascensore ed entrarono in camera.
    La baciò, prima a stampo poi più passionalmente, spingendola verso il letto. I suo ridolii si diffondevano per la piccola stanza.
    Raggiunto il letto, il ragazzo ce la spinse sopra, facendola sdraiare comodamente.
    Iniziò a torturarla con il solletico, in ogni parte del corpo morbido che si trovava sotto di lui.
    Poi, piano piano, la velocità delle mani calò, lasciando spazio a movimenti lenti, pelle sfiorata da fini dita, piccoli baci stampati dove capitò.. Dolcezza a non finire.
    Il collo, caldo, umido, pulsante, riempito da dolci buffetti. Le loro mani vagavano per i corpi accaldati, bramanti di gesti d’amore da troppo tempo.

    I vestiti gettati ovunque, leggeri sospiri gremivano quei momenti di unione dei due ragazzi, che da pochi minuti si ero ceduti uno all’altro, dando vita alla cosa più bella del mondo.

    Era forse amore?


    Pochi minuti dopo furono lì, a fissarsi negli occhi, senza staccare il loro sguardo da quello dell’altro.
    “Sei stupenda..” le disse Bill, mentre con le mani arricciava le ciocche bionde della ragazza.
    Lei arrossì subito e quando Bill se ne accorse le stampo’ un bacio leggero sulle labbra quasi a dire che con lui, non doveva avere paura, non doveva imbarazzarsi, lui l’avrebbe protetta, fino alla fine dei suoi giorni..



     
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  8. °oO.HoNey
     
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    *-*
    Amouuur!
    Troppo bella!!
    Postaaa!
     
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  9. °RaCky°
     
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    Beh, dai.. M'accontento di te, Je!



    *Naach diiiiiiiiir kommt niiiiiiiiichts
    Unsern ersten Tag verfluch ich
    Nach Diiiir kommt niiiiiiiiichts
    alles Neue macht mich fertiiig*



    Bill cantava a squarciagola nella cabina doccia del bagno, mentre la ragazza, seminuda, era appoggiata alla porta ad ascoltare di nascosto quella voce meravigliosa.
    L’acqua si spense e la ragazza, spaventata, si spostò di colpo, buttandosi sul letto e prendendo il primo giornale che le capitò a tiro.
    “Che si fa oggi?” spuntò la testa tutta bagnata del moro dalla porta del bagno, sorridente come sempre.
    “E’ uguale... Tu cosa vuoi fare?” abbassò il giornale e lo guardò fisso negli occhi, aspettando una risposta.
    “Uhm.. Potremmo andare a parlare alla tua cara mammina!” esclamò, quasi avesse la classica lampadina accesa sopra la testa, “Sennò, il giorno che parto... Che fai??”
    Un tonfo al cuore colpì Francesca, che abbassò lo sguardo, incredula dell’effetto che quella frase ebbe su di lei.
    “G-già... Hai ragione. Bene, ma cosa le diremo?”
    “Non so... Dai ci penseremo mentre andiamo in là. Ora preparati!!” così dicendo le diede un bacio e si vestì.

    Pochi minuti dopo furono in macchina, sulla strada che porta a Colico centro.
    “Dio, ho una paura!!!” esclamò nervosa Francesca, mentre con i suoi pollici giocherellava nervosa.
    “Calmati, vedrai che farà la sua sclerata e poi si sarà già dimenticata!” la tranquillizzò, “ Poi, figurati, dopo aver visto me si scioglierà e ti lascerà fare quello che vorrai!” scoppiò a ridere, come al solito dopo una delle sue battutine idota, dove ride solo lui.
    “Non sei simpatico, lo sai, vero?” lo fissava ironica, ma con quella voglia di baciarlo che invadeva il suo corpo.
    Tornò a guardare la strada, vistosamente arrossita, come sempre.
    “Non hai il senso dell’humor, amore mio!” spontaneo pronunciò quelle parole, quasi conoscesse quella ragazza da sempre.
    “Cos’hai detto, Bill?” si girò verso di lui di colpo, rossa come un peperone, che aspettava spiegazioni.
    “Ho detto che non hai il senso dell’humor!” la guardava stupito per quella reazione un po’ strana da parte sua. Cosa aveva mai detto di male?
    “No, come mi hai chiamato?”
    “Amore mio... Perché, non lo sei?” ora il suo sguardo era più profondo e lasciava scappare amore e dolcezza.
    “Cioè...” iniziò a tremare, ma riuscì a nasconderlo, “Vorresti dire che mi ami?”
    “Forse non proprio, ma ci sto andando davvero vicino. E’ bello stare con una ragazza che non mi considera Il gemello Kaulitz, ma mi considera Bill. Non trovi?” era così spontaneo nei suoi discorsi, che anche Francesca si lasciò trasportare dalla sua tenerezza e posò la sua mano su quella del ragazzo, che si trovava sul cambio..

    Poco dopo arrivarono davanti a casa della ragazza, scesero dall’auto e si diressero verso il portone d’ingresso.
    Suonarono il citofono.
    “Chi è?” la voce della madre di Francesca rimbombò per il pianerottolo. Non sapeva neanche che erano loro e già era arrabbiata.
    “M-mamma... Sono io”.
    Il protone si aprì di scatto e da dietro apparve la donna con il volto che più che arrabbiata era risollevata, saltò al collo della giovane ragazza, stringendola a sé e accarezzandola, mentre Franscesca stupita lasciava fare.
    “Mamma, ma non dovresti essere arrabbiata?” sussurrò la ragazza.
    “No, no e ancora no! Scusami!” disse, sempre accarezzando la figlia, “Ho esagerato, scusa!” proseguì.
    “Mamma calmati, non è successo nulla! E’ normale che tu te la sia presa!” era pronta a scattare indietro, nel caso la madre fosse ‘tornata in sé stessa’.
    La madre, dopo essersi staccata dalla figlia, entrò in casa, seguita dai due ragazzi, che si tenevano mano nella mano, spaventati da quella reazione.
    “Mamma, aspetta!” disse Francesca, notando che Valentina stava entrano in bagno.
    “Che c’è?” chiese girandosi.
    “Questo è Bill, il ..” abbassò la voce e continuò: “il cantante dei Tokio Hotel!”
    “Cooosa?” esclamò, “E non lo presenti a tuo fratello!?”
    “Sì, ora vado!” prese per mano Bill e iniziò a correre verso la stanza del suo gemello.
    “Teeeeeeeeeooooooo!” urlò e subito dopo uscì il biondo assonnato, che si stropicciava gli occhi.
    “Hey, buongiorno!” esclamò ironico Bill, guardando lo stato di Matteo.
    Il ragazzo alzò di scatto lo sguardo, stupito della voce che sentì.
    “Che c’è?” disse impaurito il moro, “Va bene che son pallido, ma non mi sembra di essere così cadaverico!” sorrise.
    “M-ma tu sei B-bill?” mormorò con gli occhi lucidi.
    “Non guardarmi così!Mi fai paura, sennò!!” Matteo continuava imperterrito a tenere la bocca spalancata, incredulo di chi si trovava davanti, “Daiii!”.
    “Matteo... Ti sta parlando!” lo incitò al sorella, così il gemello si svegliò d quella specie di trance che lo aveva assalito.
    “P-piacere, sono Matteo.” Porse la mano a Bill, tremando.
    “Sì, lo so. Piacere mio, io sono Bill.”


    Pochi minuti dopo, seduti al tavolo della cucina, chiaccheravano del più e del meno, chiedendo al cantante cosa si prova ad essere sempre in giro, sempre su un palco... Le solite cose.
    Lui, come sempre, rispose a suo modo.
    “E’ bellissimo, non c’è nulla da dire. L’unica cosa è che non hai privacy.”
    Matteo guardava incantato la rockstar, coem se non l’avesse mai vista prima d’ora.
    “Senti, bello. Sono una persona come le altre, non mi devi fissare così ogni volta che parlo, sennò mi fai veramente pau...” non riuscì a finire la frase, perché due labbra si stamparono sulle sue.
    “Ma che cazzo fai? Ma sei scemo?!” spinse via il ragazzo, che si toccò piano la bocca, con gli occhi sbarrati.
    “Matteo, vai in camera tua per favore, va...” lo spronò Francesca, che si era vista la scena.
    “Potevi dirmelo che era omosessuale, sai?” Bill la guardava spaventato, poi scoppiò in una risata nervosa.
    “Ma mio fratello non è omosessuale!” scoppiò pure lei in una risata liberatoria.
    Poco dopo si ritrovarono con le labbra attaccate, senza accorgersi che il mondo, intorno a loro, girava comunque e sempre a 500 km/h.


    Bill era in quella stanza d’albergo da dieci buoni minuti, a leggersi un giornalino per ragazzine, con lui in compertina.
    “Che schifo quella foto, ma cazzo... Con tutte quelle che girano in Internet, quell dovevano mettere?!” pensò ad alta voce, senza accorgersi che da poco era entrato nella camera il fratello.
    “Perfetto, ora parli pure da solo?” lo scherzò Tom, mentre si sedette accanto al gemello.
    “Eddai, sempre ad ascoltarmi stai... Voglio la mia privacy!” ironizzò ridacchiando.
    “Se sei scemo...” fece di no con la testa e nel frattempo lo fissava, con il sorriso stampato in faccia.
    Bill si spaventò e, ripensando a quello che successe a casa di Keka, si alzò di scatto, quasi cadendo.
    “Ennò eh! Ora basta con queste manie omosessuali!” scalciava ovunque, la scrivania, le sedie, sembrava impazzito. Il fratello lo guardava spaventato e si tirò a sé le gambe, accucciandosi contro il muro, quasi volesse entrarci in quel muro.
    “B-bill... Che ho fatto?!” lo guardava mentre sbraitava con i capelli che svolazzavano nell’aria.
    Bill si girò di scatto verso il gemello, tutto sudato.
    “Mi hai guardato come se volessi scoparmi” urlò di colpo.
    “Ma sei rincretinito?” rispose Tom, incredulo di quella frase, “Ti rendi conto di quello che m’hai appena detto?! Cioè secondo te, io ti vorrei scopare?! Ma rientra in te stesso e datti una calmata, questa pazzia improvvisa mi spaventa un bel po’!” uscì sbattendo la porta della stanza.
    Neanche il tempo di un respiro che la porta si aprì di nuovo.
    “E fatti una bella doccia fredda!” di nuovo un tonfo e la porta richiusa.


    _________


    Spero vi piaccia... o TI piaccia -.- xD
     
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  10. °oO.HoNey
     
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    Siiiiiiiiii!
    Mi piace tantissimo, tesoro!!
    Matteo XDXD Oddeo!XDXD
    Fantastico questo capitolo! Posta
     
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  11. Kate ~
     
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    Ehm...

    Ma... Matteo che fa?! E... e a Bill che gli prende?!

    Mi sa che ci devi delle spiegazioni, Racky! XD

    Ad ogni modo, se io avessi una sorella che mi porta a casa Bill, penso che sverrei... sìsì, decisamente...
     
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  12. °RaCky°
     
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    xDxD La Kate è riapparsa magically xD

    Grazie dei commenti, pate! Davvero*_*

    Le spiegazioni arriveranno! Appena scrivo il chap! xD

    Grazie ancora!
     
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  13. Baby ~
     
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    Perdonami, Racky, sono tornata anch'io!!^^

    Beh... credo proprio che quel comportamento non sia da Bill e poi, che cavolo... mi dispiace per quello che ha detto al bambino, a Matteo... ehm...

    Ok, Racky, noi aspettiamo con ansia il capitolo nuovo! Ti prometto che non me ne lascerò scappare più nessuno (o almeno spero)... continua!!^^
     
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42 replies since 31/10/2008, 23:58   359 views
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