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Giungo in un momento in cui non si parla più di Eluana Englaro, ormai passata a miglior vita, ma voglio esprimere ugualmente il mio parere.
Dunque, in teoria, io sono sempre dalla parte della vita, ma ci tengo a precisare in primis che il mio discorso non ha nulla a che vedere con la religione, perché, solitamente, quando prendo una posizione, valuto i pro e i contro ed esprimo un mio parere, svincolata dalle opinioni altrui e attenendomi completamente a quelle che sono le cose in cui credo.
Tornando in tema, dicevo, io sono sempre dalla parte della vita, ma finché si può parlare di essa, di VITA. Nel momento in cui un individuo è in stato vegetativo e le speranze di risveglio sono nulle, io sì, sono favorevole a staccare la spina. Un uomo destinato, non a vivere, ma a sopravvivere, per 17 anni e oltre, nella condizione di Eluana, a mio parere non è vivo. Infatti, un uomo steso in un letto, con gli occhi spalancati fissi nel vuoto, e senza la minima speranza di risveglio dal suo stato comatoso, non vive. Un individuo in stato vegetativo ha perso le funzioni neurologiche cogitive e la consapevolezza dell'ambiente attorno a sé: non può far altro che restare sulla Terra perchè vincolato da un processo di cui la legge non consente l'interruzione.
Io non lo reputo giusto. Tra l'altro, Eluana ha sempre espresso il desiderio di morire, piuttosto che sopravvivere nelle condizioni in cui è stata costretta per 17 anni. Perchè il padre non ha potuto esprimere subito questa sua volontà?!
Ad ogni modo, io sono favorevole. Nel caso in cui non ci sia alcuna speranza di risveglio, io acconsentirei a staccare la spina.
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