Bolzano, violentata rimane incinta: impossibile test del Dna

Bolzano, inchiesta su aborto 13enne
Distrutte le tracce del Dna stupratore

La procura di Bolzano ha aperto un'inchiesta su uno stupro subito da una tredicenne, che poi ha abortito. "Sarà difficile risalire al responsabile, perché il feto è stato conservato nella formalina e questo rende quasi impossibile l'analisi del Dna", ha detto il procuratore Cuno Tarfusser. I medici dell'ospedale bolzanino, probabilmente, non sapevano che la ragazza era stata vittima di una violenza e così non hanno congelato il feto.

La ragazzina, che proviene da una famiglia di immigrati, con molte difficoltà linguistiche ha raccontato agli investigatori di essere stata stuprata alcune settimane fa: uno sconosciuto l'ha prima trascinata nella sua macchina e poi violentata. Pochi giorni fa, quando la 13enne si è accorta di essere rimasta incinta, si è recata in ospedale e ha abortito.

Al termine dell'aborto, però, il feto è stato messo in formalina: una pratica comune poiché, spiega il primario del reparto di Patologia dell'ospedale di Bolzano, Eduard Egarter, "tutti i tessuti organici prelevati in sala operatoria, in sala parto e in ambulatorio vengono trasmessi al reparto di patologia per essere sottoposti ad un esame istologico e per essere documentati. Per bloccare la decomposizione, questi tessuti vengono conservati nella formalina che agisce sulle proteine e proprio questo fatto annulla la possibilità di poter isolare il dna del padre, danneggiato dalla sostanza chimica".

L'anatomopatologo non esclude comunque che in laboratorio qualche piccola traccia possa ancora essere individuata, e per questo il feto è stato inviato al Ris di Parma, ma secondo il medico "di sicuro le tracce non saranno sufficienti per incastrare l'uomo e portarlo in tribunale". Ciononostante, il procuratore Tarfusser ha spiegato che l'indagine prosegue, perché gli investigatori stanno seguendo alcune piste.