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Tom e il pupo!!

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  1. =Reira=
     
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    Schließlich mein süßes


    Chiara, una ragazza giovane bella e intelligente.
    Una ragazza che avrebbe potuto fare molto per l’atletica tedesca, a soli 14 anni gia posava sugli sfalti della premiazione olimpionica, ma solamente al terzo posto.
    Avrebbe potuto raggiungere il primo posto nel mondo, se quel giorno la sua caviglia non avesse deciso di danneggiarsi permanentemente.
    Era bastato un attimo, una distrazione, un salto troppo difficile, e l’osso di era rotto.
    Con sei/sette, o forse più, mesi di convalescenza, perse la sua occasione della vita.
    Ancora affranta da quello sbaglio, Chiara, ormai diciottenne, decise di dedicare parte del suo tempo a un azienda di famiglia : un asilo.
    Suo nonno aveva fondato quell’asilo per chi non potesse permettersi troppo.
    Un asilo accogliente dove i genitori lasciavo a riprendevano i loro figli sorridenti.
    Con il passare del tempo quella struttura era diventata famosa e allargatasi in un più ampio edificio accoglieva a braccia aperte anche quei bambini, i quali genitori, non sarebbero mai ritornati a prenderli, per volere e non.

    -Chantal! Non correre per i corridoi!- Chiara continuava a rimproverare quella stessa bambina, che per raggiungere prima degli altri il posto della colazione spintonava e cadeva spesso sbucciandosi i ginocchi.
    La ragazza si legò i capelli in una coda alta e allacciatosi un grembiule corto sopra i jeans afferrò la sua borsa, dirigendosi all’ispezioni delle piccole camerette.
    Tutti i bimbi, dai 2 ai 10 anni la salutavano sventolando le mani urlando- Buongiorno Mary!-
    Mary, era iniziato tutto quel giorno che aveva deciso di mostrare loro un film “Mary Poppins”.
    I bimbi identificandola in quella figura continuavano a chiamarla in quel modo affettivo.
    Al secondo piano dell’edificio azzurrino tutte le porte erano spalancate con tantissimi bambini che correvano verso le scale.
    -Per favore bambini non correte, poi vi fare male..- Ubbidendo tutti iniziarono a camminare composti.
    Si affacciò a una finestra respirando l’aria pura della periferia tedesca.
    Sentì poi una manina afferrare la sua, si voltò e si chinò verso quella bimba.
    -Jessica, che succede?- La bambina sui 6 anni circa mollò la presa toccandosi le trecce mal fatte –Mi aiuti??- Domandò sperando in una risposta affermativa.
    -Certo andiamo!- La prese tra le braccia dirigendosi verso la cameretta, dove la bimba e le amichette dormivano la sera.
    Adorava il suo lavoro, era un impresa dove ogni elemento era importante.
    Suo fratello Mark era come il preside di quella scuola senza sospensioni, sua madre era la cuoca, con il quale i bambini facevano la merenda all’italiana: pane e nutella.
    Per quando riguarda suo padre, bhe, lui adorava mostrare la sua cultura agli altri, si era quindi preso carico dello studio dei bambini dai 6 ai 10 anni.
    Sua nonna era come la nonna di tutti i bambini, raccontava storie alla sera e provvedeva all’aiuto della figlia in cucina.
    E Chiara infine aveva deciso di dedicarsi a tutto il resto : i bambini e la loro educazione.
    Trovava soddisfazione nel aiutare chi come lei non aveva una famiglia.
    E quei 100 bambini avevano bisogno di un affetto innato.
    Si sedette sul letto della bambina e iniziò a farle le trecce basse con i suoi capelli rossi.
    Fece l’ultimo girò quando si accorse di un sobbalzo delle spalle della bimba –Piangi Jessica??-
    La bimba si voltò con le manine sugli occhi – I miei capelli sono brutti vero?-
    Chiara corrugò le sopracciglia –No piccola! Perché dici questo?-
    -Jan, dice che sono l’unica ad averceli perche sono la più antipatica bambina qua dentro… perche sono diversa..-
    Chiara le accarezzò i capelli –Ascoltami piccina, i tuoi capelli sono favolosi! Sono particolari, sono speciali proprio perchè sei tu a possederli. Dimmi, qual è il tuo cartone preferito?-
    -La sirenetta…- disse tirando su con il naso la bimba.
    -E di che colore ha i capelli?- Continuò la ragazza porgendole un fazzoletto.
    -Rossi…- Disse accennando un sorriso
    -Visto che non sei la sola? Fai vedere a Jan che puoi essere sua amica, cambierà opinione!-
    L’altra sorrise finalmente e corse fuori dalla stanza.
    Chiara sorrise riponendo in un astuccio il pettine.
    -Mary?-Alzò lo sguardo incontrando quello della bambina
    -Grazie!!- Sorrise timidamente ritornando alla sua corsa verso la mensa.
    Nella stanza entrò suo fratello sfoggiando una capigliatura bruna
    -Chiara vieni nel ufficio per favore…-
    L’altra annui –Chi mi cerca?-Rispose alzandosi
    -Tom kaulitz…-


     
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  2. fre 93
     
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    wow e che cosa vorrà tom da chiara??
    continuala dai che voglio sapre come va avanti...
    baci^^
     
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  3. hachiko^^
     
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    si si sono proprio curiosa anche io ^^
     
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  4. =Reira=
     
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    2

    Tom kaulitz.
    Chiara non conosceva questo nome, si alzò e dubbiosa si avvicinò al fratello.
    -E’ parente di qualche bambino?- Chiese la ragazza
    -Non ne ho idea, mi ha solo chiesto di parlare con la tata dell’asilo…-
    Lei annuì e seguì il fratello verso i piani inferiori, verso l’ufficio dove il ragazzo e la sua impazienza attendevano.


    Chiara camminava tranquilla dietro la schiena di Mark.
    Era serena, si erano presentati tanti ragazzini che non sapendo che cosa fare lasciavano il pupo, un po di denaro, e andavano via, spedendo per posta il giusto compenso.
    Come il padre il Shin: troppo giovane, troppo inesperto, aveva deciso di affidare suo figlio a quell’asilo, il San Mariu, spedendo 350 euro ogni mese per le cure del bambino.
    O come il padre di Federik: che dopo avere preso seconda moglie decise di disfarsi della vecchia famiglia, abbandonando il piccino davanti al portone.
    In questo caso nessun compenso arrivava nelle borse nel San Mariu, che si affidava alla benevolenza di un papà Gambalunga: una persona che adottava a distanza un bambino.

    Pensando e ripensando arrivarono nell’ufficio, dove finalmente Chiara potè osservare il “famoso” Tom Kaulitz.
    Portava un abbigliamento troppo largo rispetto alla sua muscolatura, dei lunghi dread biondi e un cappellino azzurro davvero enorme.
    IL suo volto era coperto da un paio di occhiali scuri ma Chiara poteva notare il pircing al lato del labbro.
    Corrugò la fronte per poi sospirare, di sicuro quel ragazzo voleva lasciare suo figlio sotto la custodia del San Mariu.
    -Salve- Salutò la ragazza sedendosi accanto a lui su una sedia.
    Lui ricambiò per poi rivolgere la parola a Mark che sedeva dall’altra parte della scrivania di noce scura.
    -Io sono qui, perché vorrei offrire un lavoro temporaneo alla vostra tata…- Disse tutto d’un fiato il ragazzo levandosi gli occhiali.
    -Io non sono una tata, sono un educatrice…- Disse la ragazza scorbuticamente.
    Dicendo tata il suo compito veniva sminuito, non bastava guardarlo un bambino, bisognava donargli un sacco di altre cose come l’affetto.
    -E poi – continuò – non posso accettare, ci sono altri bambini qui..- Non finì di parlare perché Tom portò sotto il naso di Mark un assegno.
    Il ragazzo strabuzzò gli occhi, non aveva mai visto cosi tanti soldi per un solo mese.
    -7000 Euro al mese, nessuna spesa in più, tutto questo per almeno –Portò un dito al pircing – per almeno 2 anni …-
    Mark annuì distrattamente –Io… Chiara è un ‘occasione, le nuove suore arriveranno nei prossimi giorni e riusciranno a tenere a bada tutti quanti… farai un periodo di prova di ..- Cercò lo sguardo del rastaro –Di una settimana – Concluse Tom.
    Sia lui che Mark sembrarono soddisfatti dell’accorso, e Tom si congedò, promettendo di passar a prendere la ragazza il giorno dopo.
    -Ma da quando facciamo questo tipo di servizio?- Chiese Chiara al fratello
    -Bhe da quanto guadagniamo per un bambino ciò che guadagneremmo con 20 bambini- Concluse addentando una mela e uscendo dall’ufficio.
    -E ora che dico ai bambini…- Pensò tra se e se.
    Doveva affrontare la cosa di petto, non era ancora detto che la prova non sarebbe fallita.

    Dopo 30 lunghi minuti era ancora li.
    Seduta dietro al scrivania a digitare un nome sulla tastiera: Tom Kaulitz.
    Era famoso, se lo sentiva.
    Era matematicamente impossibile che pagare una tata 7000 euro al mese, se non era qualcuno.
    O era un eredititiero, e inevitabilmente doveva essere una…
    Chiara prese respiro –Una rock star?-
    Prese a leggere la grande pagina dedicata interamente a lui :”Tom Kaulitz, nato a Lipsia il 1/09/1989, fin dalla nascita condivise il mondo con il suo gemello Bill Kaulitz.
    Quando i loro genitori si separarono i gemelli trovarono nel nuovo patrigno una passione: la musica.
    Con la passione per la chitarra Tom, insieme al gemello e ad altri 2 componenti, crea la band Tokio hotel, che tutt’ora scala le classifiche musicali.”
    Ciò che le interessava era li, tutto scritto su quella pagina azzurrina.
    La ragazza chiuse il portatile pensando.
    Non aveva accennato a un bambino ne a una bambina, ne all’età o alla madre.
    Troppe lacune c’era in casa Kaulitz e lei doveva solo aspettare l’indomani mattina per capirne la natura.

    Il nel pomeriggio una Cadillac enorme entrò nel giardino, nonostante ci fosse un divieto.
    Chiara che aveva portato i bambini a giocare fuori si accorse della presenza della macchina e le si avvicinò.
    Tom Kaulitz uscì, aveva un ‘abbigliamento decisamente diverso dal giorno prima, ti rasta infatti erano coperti da un cappello grigio davvero orrido.
    -Non si può entrare con la macchina qui, c’è il cartello fuori…- Disse pazientemente.
    -Oh scusa non l’avevo visto..- Disse esibendo un sorriso sghembo
    La stava prendendo il giro, e Chiara non tardò ad accorgersene.
    -Avevi detto domani, che ci fai qui? Non sei impegnato con i tuoi impegni da rockstar?- Disse punzecchiandolo.
    Lui si accigliò –Ti sei documentata eh?- Disse ridendo
    -allora?-Continuò incalzandolo a continuare
    -Volevo presentarti una persona… -Aprì lo sportello anteriore del macchinone dal quale uscì un omone enorme.
    La ragazza trovateselo davanti dovette alzare completamente la testa per guardarlo in viso.
    -Questo è mio figlio!!- Esclamò il rastaro soddisfatto.
    Chiaro lo guardò per un attimo poi tornò sull’omone, era davvero enorme, sarebbe stato difficile calmarlo o cullarlo.
    Tom non aveva mai illuso all’età del bambino, ma a questo dubbio Chiara dubitava del fatto che fosse suo padre quello al quale dover fare la balia.
    -Ehm, è qua giù!- Esclamò l’uomo, subito lei pensò male vedendolo indicare il pavimento poi però abbassò il volto fino a scorgere una puffetto di bambino dietro l’omone.
    -Ciao..- Disse piegandosi fino al livello del bambino.
    Questo afferrò le gambe del suo protettore nascondendocisi dietro.
    Aveva una tutina blu scura con le scarpine azzurre, una giacchetta bianca con una sciarpa azzurra e un cappellino di lana dello stesso colore
    Aveva i capelli biondo scuro e due occhi nocciola grandissimi, le sorrise.
    -Io sono Chiara…- Disse porgendogli la sua mano curata
    -Tao…- Disse il bambino stringendola poco sempre rimanendo aggrappato ai pantaloni neri.
    La ragazza portò uno sguardo su Tom.
    Sorrideva al bambino amorevolmente, poi la guardò ed esclamò –Bello come me, vero?-



    Ecco qui l secondo capitolo...ditemi che ne pensate!!!
     
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  5. fre 93
     
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    che bello!!!
    oddio pensavo che il bambino fosse l'omone... mi stavo già preoccupando...
    comunque continuala dai che è bella!!
    baci^^
     
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  6. hachiko^^
     
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    Oddio, che tenero il figlio di Tom!
    Non vedo l'ora di avere maggiori dettagli >.<

    Continua Reira ^^
     
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  7. anneTHa
     
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    non la continui?? ç__ç
     
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  8. ale_schrei483
     
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    Bella...
    Hihi anch'io aveva pensato all'inizio che il figlio di Tom fosse l'omone...xD
    Continua che mi ha incuriosito!!!
     
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  9. ROKETWETY
     
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    eccome se è bello il capitolo , continui?
     
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  10. tokietta_sb
     
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    oddio ma che amore..pure io pensavo che il figlio fosse l'omone ahahah ma non la continui più??
     
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9 replies since 17/2/2009, 16:09   298 views
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