Dignity

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  1. Esty92
     
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    Bene, è la prima os che posto qui. E' abbastanza vecchia, risale all'estate scorsa. Se non reggete le storie forti, con scene di sesso esplicite, allora vi sconsiglio la lettura. Comunque potete benissimo saltarle visto che saranno sotto spolier. Detto questo mi dileguo. Buona lettura!




    Dignity







    TIC TAC
    TIC TAC
    TIC TAC




    Il ticchettio dell’ orologio echeggia in tutta l’ immensa e sfarzosissima suite, immersa nel più rumoroso dei silenzi.

    Ho sempre odiato gli orologi.

    Quella maledettissima lancetta non fa altro che indicare il trascorrere del tempo.

    Il tempo trascorre e le cose cambiano.
    Il tempo trascorre e le persone cambiano.
    Il tempo trascorre e tutto cambia.

    Anche lui è cambiato ed inevitabilmente, i suoi sentimenti non sono quelli di un tempo.
    Forse io come lui non sono più quella di una volta ma il mio sentimento è rimasto immutato.

    Improvvisamente la serratura della porta scatta, interrompendo il riflusso della mia coscienza, quella vocina insopportabile che si fa largo nella mia mente ogni qual volta mi soffermo a riflettere.


    Ed eccolo.
    Si avvicina con passo felpato ed elegante fermandosi davanti a me, che siedo ai piedi del letto.

    Ancora silenzio.

    Non parliamo.
    Non perché non sappiamo cosa dire, ma perché non c’è proprio niente da dire.
    Ogni volta succedono le stesse cose, più il tempo passa e più mi rendo conto di quanto stia diventando monotona questa assurda situazione.

    Ma il sesso con lui non è mai monotono.

    Si sposta sul lato sinistro del letto sbottonandosi i jeans e io lo seguo con lo sguardo.


    “ Perché sei ancora così? Cosa stai aspettando?”


    Me lo chiede con un tono calmo ma so che in realtà è seccato;
    Riesco a scorgere fra l’oscurità la sua fronte leggermente corrucciata e il sopracciglio inarcato in modo interrogativo e superbo al contempo.
    Sua maestà si aspettava di trovarmi già nuda sotto le lenzuola.
    Senza fiatare inizio a privare il mio corpo da ogni genere di indumento, eseguendo i suoi ordini.

    Si, sono ordini.
    Anche se formulati come inviti velati da un sottile strato di gentilezza,
    sottilissimo, quasi inesistente.
    Rimangono pur sempre ordini.

    SPOILER (click to view)
    Così mi ritrovo per l’ennesima volta nuda al suo cospetto.
    Mi metto a carponi sul letto mentre lui, dopo essersi spogliato, affonda le ginocchia sul materasso.
    Con l’indice destro mi fa segno d’avvicinarmi, mentre con la mano sinistra si abbassa i boxer neri fino a metà coscia. Affonda le dita fra i miei boccoli scuri, così scuri da permettere alle sue unghie di mimetizzarsi fra di essi. Spinge violentemente la mia testa verso il suo organo e io inizio ad “amarlo” come lui desidera, soddisfacendolo in ogni “ richiesta”.
    Porta la testa indietro e socchiude quei due fari color oro, un oro impreziosito e valorizzato dai contorni neri.
    Schiude appena le rosee labbra e sospira pesantemente lasciandosi sfuggire qualche ansimo di piacere.

    Quelle mani sempre ben curate.
    Affusolate.
    Eleganti.
    Sottili.
    Tradivano la loro abituale gentilezza, accompagnando con fermezza i movimenti della mia testa;
    E poi il suo bacino che spingeva contro di me.
    Riuscivo a scorgere a malapena i contorni della stella grazie a uno spiraglio di luce lunare, donato dalla trasparenza della finestra.
    Quel bacino;
    Che continuava a sbattere sul mio viso e quelle mani che si stringevano sulla mia testa.
    Come una morsa.
    Una morsa mortale.
    Una morsa dove mi sarei lasciata morire senza rimpianti.
    Una morsa che poteva uccidermi, se solo lui lo avesse voluto.
    E io non avrei avuto il coraggio di oppormi.
    Come sempre.
    Troppo debole.
    Troppo debole da quando c’era lui.
    Lui che mi aveva fatto vivere e poi mi aveva uccisa.
    Lui che mi aveva uccisa con delle semplici parole.
    Le parole di un poeta che urla al mondo il suo dolore.
    Il dolore di un amore morto.
    Ma non è il nostro.
    Forse il nostro di amore non è mai nato.
    Qualcuno prima di me ti ha fatto soffrire amore mio.
    A quanto pare quel sentimento era così forte da strapparti il cuore
    rendendoti incapace di amare di nuovo.

    Un gemito più acuto.
    Una botta di bacino più violenta.
    La stretta alla nuca più forte.
    Si stacca senza preavviso e senza accorgermene mi ritrovo in una posizione diversa; Mi gira e rigira come una bambola.
    La sua bambola.
    Ancora a carponi sul letto e lui da dietro mi tira a sé per i fianchi.
    Il suo membro pulsante sfiora la mia intimità;
    Stranamente delicato, delicato come non lo è da tempo.
    E poi un colpo.
    Secco.
    Deciso.
    Ed è dentro di me.
    Ed ora non c’è nemmeno l’ombra della sua gentilezza.
    Entrambe le sue mani che stringono i miei fianchi a più non posso,
    botte veloci e irruente. Sento le sue unghie affondare su di un fianco,
    forse un gesto involontario o forse no .
    La sua mano destra affonda nuovamente fra i miei capelli e mi ritrovo con il viso pressato sul cuscino, con la sua mano ferma fra il collo e la nuca, rendendomi impossibile ogni movimento.
    Affonda sempre di più.
    Il suo bacino sbatte con ritmo violento sul mio sedere e con lo stesso ritmo sento il tessuto elastico fregarsi sulle mie cosce. I suoi boxer sono ancora lì,come prima;
    Non ha neanche avuto l’accortezza di toglierli.

    Spinge
    Spinge
    Spinge

    Lui geme e mi lascia senza fiato.
    Troppo veloce.
    Troppo violento.

    “ aia… mi fai male”
    “ shhhhh”

    Sposta la mano e riesco ad alzare nuovamente la testa, dal collo arriva fino a serrarmi la bocca.
    Si ostina a continuare, non badando ai mugolii che emetto a causa della sua mano che mi tappa la bocca. Aveva previsto che avrei urlato.
    Avrei urlato di dolore e goduria.
    Troppo prevedibile.
    Oramai mi conosce come le tasche dei suoi jeans.
    E invece io…
    Io lo conoscevo o almeno credevo di conoscerlo.
    Ma solo ora mi rendo conto che probabilmente non conoscerò mai il vero
    Bill Kaulitz.

    Continua imperterrito.
    Nella sua testa, la ragione ha lasciato il posto all’istinto e l’istinto gli suggerisce di spingere più forte che può.

    Godere
    Godere
    Godere

    In questo momento non siamo una coppia, non siamo amanti, non siamo amici.
    Siamo meno di niente.
    C’è solo lui
    Che soddisfa i suoi istinti primordiali.

    Dal basso ventre nasce una sensazione calda, piacevole e appagante che in poco tempo si diffonde in tutto il corpo.
    Sono esausta, le ginocchia e le braccia non reggono più;
    Cado priva di forze sul letto e lui mi riafferra prontamente con l’intento di ricordarmi che non ha ancora finito, non è ancora soddisfatto;
    Non ancora.

    Seguono botte rapide e profonde; Sospiri sempre più affannati.
    Poi, una botta lenta e profonda che interrompe il suo ritmo celere.
    Ed un’altra ancora.
    Questa volta profondissima e fulminea.
    L’ultima.


    Si lascia cadere su di me, pressandomi sul materasso.


    Durante quel percorso tortuoso che è la vita, sono pochi i momenti che si ricordano con nitidezza.
    Solitamente sono i più intensi, i più piacevoli, i più dolorosi…
    Questo è uno di quei momenti, certe cose non si scordano facilmente.
    Il suo corpo disteso sul mio.
    I brividi che mi procura il suo respiro irregolare sul collo.
    Il suo petto madido sulla mia schiena sudata.
    Le sue braccia che mi avvolgono.
    Le sue mani sul mio seno.
    Il bacino che sfiora il mio fondoschiena.
    Le gambe intrecciate, i suoi boxer sotto il deretano e le sue umide ciocche nere che si uniscono ai miei boccoli afflosciati, appiccicosi ed altrettanto scuri.

    Esce da me e si dirige in bagno silenziosamente.
    Non una parola.
    Non una.

    Nonostante le cose siano cambiate radicalmente, di solito mi fermo per tutta la notte, insieme a lui. La maggior parte delle volte non riesco a dormire;Troppo impegnata ad ammirare quei lineamenti così delicati, così eccitanti, così desiderati;
    E poi quella maledetta vocina che mi tormenta, non mi dà tregua.
    Non quando sto con lui.
    Con lui oramai tutto è sbagliato, anche il solo stargli accanto è errato.
    La situazione è insostenibile, non ci riesco ma devo provare ad allontanarmi.
    Ancora frastornata incomincio a raccattare gli indumenti sparsi sulla moquette , sforzandomi di essere il più veloce possibile.
    Rimetto le scarpe con i tacchi, quelle di camoscio nere, le sue preferite.
    Prendo lo spolverino poggiato sulla sedia e proprio in quel momento lui esce dal bagno, con solo indosso gli ormai celeberrimi boxer neri e il trucco leggermente sbavato che gli da quel tocco da bello e dannato.
    Mi squadra dalla testa ai piedi per svariati secondi in modo interrogativo.

    “ Dove credi di andare?”

    Povero, è abituato ad avere compagnia durante la notte. Chissà quante ragazze gli hanno tenuto compagnia, lo hanno intrattenuto durante questa separazione. Una separazione quasi inesistente. Ha solo represso i suoi sentimenti, offuscato il cuore e troncato il nostro rapporto sentimentale ma non quello carnale è quello che ci tiene ancora uniti. L’unico appiglio che mi permette di stargli accanto ogni qualvolta lui lo desidera.

    “ Vado via”

    Dico impassibile indossando lo spolverino.

    Sorride perfidamente sfilando una sigaretta dal pacchetto.

    “ Perché?”

    “ Perché sono stanca. Sono stanca di te, di me, di noi”

    Lancia il pacchetto sul tavolino e mi guarda con aria altezzosa.

    “ Quindi hai intenzione di non vedermi più?”

    “ Esattamente”

    Dopo aver riso maliziosamente mi guarda con una strana luce negli occhi.
    Superbia?
    Arroganza?
    Malizia?
    Perfidia?
    Non saprei dirlo con esattezza.

    “ Tu tornerai. Come sempre”

    Si volta verso la finestra e porta alle labbra la sigaretta aspirando a pieni polmoni.

    “ E cosa te lo fa pensare?”

    Si rigira, questa volta nei suoi occhi vedo solo consapevolezza.

    “ Tu hai bisogno di me”

    Lo dice con tono serio e pacato.

    Ed è maledettamente vero. Io ho bisogno di lui e ne è consapevole.
    Senza fiatare esco da quella camera d’hotel.
    Una delle tante.
    Una delle tante camere che ha goduto dell’unione lussuriosa di due corpi e di due anime.
    Una ferita, sanguinante d’amore a tratti perfida;
    E l’altra , un’anima solitaria, priva di dignità ed ossessionata dal tempo, perché esso le ha portato via i momenti migliori, momenti che non torneranno mai più;
    È palese che quest’ultima sia la mia di anima.
    Il mio sogno è svanito con la stessa facilità con cui la luna lascia il posto all’alba. Da allora vivo ogni istante come se fosse l’ultimo.









    Arrivata a casa mi lascio cadere poco elegantemente sul letto, sono stremata ed è tardissimo. Per mia grandissima fortuna, almeno la stanchezza riesce a non farmi pensare;
    Morfeo da dietro l’angolo si avvicina in punta di piedi pronto ad avvolgermi fra le sue braccia.
    Lo sognerò e poi puntualmente arriverà lei, quella vocina che non mi da pace neanche in sogno.



    *





    Come previsto… si è ripresentato nei miei sogni, rendendoli talvolta strabilianti e talvolta angosciosi, c’era anche lei… la mia coscienza.




    *






    “ Pronto?!”
    “ Lousia’s Place, camera 42 “






    È tornato.
    Come è solito fare da sei mesi a questa parte, mi chiama.
    Chiamate brevissime scarne ed essenziali.
    Non mi ha mai dato il tempo di rispondere con un’ affermazione o una negazione… non ce né mai stato il bisogno;
    Sa di essere irresistibile e ne ha sempre approfittato.
    È un dato di fatto che avrei acconsentito, sempre e comunque.
    La mia mente suggerisce di non andare, lo ha sempre fatto ma il cuore invece urla a più non posso di correre da lui.

    Una parte degli uomini crede che seguire ciò che indica la ragione sia la cosa più giusta da fare, ma così si rischia di condurre una vita razionale,
    costruendo un castello di rimpianti.
    Io non voglio avere rimpianti.
    Soffrirò ma non avrò rimpianti.
    Mai.

    Prendo il cappotto nero e scendo giù dove mi attende un taxi.
    Non ho resistito, anche questa volta ho ceduto alla dolce tentazione.
    Busso alla porta, piano, con la speranza che non senta il mio tocco leggero. Ma come sempre, succede tutto il contrario di quello che desidero.
    La sua figura snella e slanciata appare sul ciglio della porta;
    Indossa solo un paio di jeans e il mio sguardo ricade subito sulla stella. Quanto tempo è passato dall’ultima volta che ho potuto sfiorarla, non lo ricordo più.
    Entro e lui dopo aver chiuso la porta mi cinge la vita da dietro, iniziando a baciare il mio collo. Giro la testa e con la mano prendo il suo viso avvicinandolo al mio.
    Un bacio.
    Un bacio calmo, lento, quasi romantico oserei dire.


    “ Vuoi qualcosa da bere?”

    Dice dirigendosi verso il minibar

    “ Si, grazie”


    Torna con due bottigliette di vodka e con aria soddisfatta.
    Anche questa volta ha avuto la meglio, sono tornata come aveva previsto ed è estremamente compiaciuto di se stesso , perché per l’ennesima volta ha avuto ragione.


    “ Brindiamo!”

    “ A cosa dovremmo brindare?”

    Domando con aria scettica.

    “ A questa serata e al mio infallibile istinto”

    Dice le ultime parole con tono ironico, vuole sottolineare il fatto che non riesco a resistergli… come se non lo sapessi già!
    Ride maliziosamente e porta la mano dietro la mia testa con l’intento di farmi avvicinare per poi baciarmi avidamente.
    Beviamo velocemente e dopo aver scaraventato le due bottiglie sul tavolino riprendiamo a baciarci con passione.


    SPOILER (click to view)
    Mi sfila la maglietta gettandola in un angolo imprecisato della suite.
    Bacia e succhia i lembi di pelle non coperti dal reggiseno mentre mi sfila i pantaloni.
    Con un po’ di difficoltà slaccio la sua cintura e lo aiuto a spogliarsi del tutto.
    Preso dalla troppa eccitazione, toglie slip e reggiseno violentemente e mi butta sul letto, allargo le gambe e lui si distende su di me;
    Strofina il suo piacere contro il mio guardandomi negli occhi, nei suoi leggo solo desiderio, eccitazione e superbia, quella non manca mai.
    Li assottiglia leggermente ed io sfioro il suo naso con il mio.
    Segue un bacio lunghissimo ed ardente.

    Lo bramo.

    Spingo il mio bacino contro il suo; Afferra il messaggio ed entra in me.
    L’ ho desiderato e lo desidero tuttora;
    Lo sento inevitabilmente mio, ma non lo è.
    Lo vedo dovunque, come se fosse sempre accanto a me, ma non lo è. Desidero respirare la sua stessa aria ma lui non me lo permette, non più e non riesco a farmene una ragione.
    Lo stringo più forte ma in realtà vorrei stringere fra le braccia questo momento per non lasciarlo andare via.
    Anzi, di più, vorrei fermare il tempo.
    Lui continua ad aumentare il ritmo delle spinte e i nostri gemiti aumentano accompagnati dai respiri sempre più irregolari e dai pesanti sospiri.

    Dentro e fuori.
    Dentro e fuori.
    Fuori ed ancora dentro.

    Potrei anche passare il resto della vita così, adoro sentirlo dentro di me; Dentro la mia intimità, dentro il mio cuore e dentro la mia anima.
    Gli spasmi di piacere al basso ventre si fanno più intensi e un brivido percorre tutta la schiena.
    Piacere.
    Così tanto da farmi morire l’urlo di goduria in gola.
    Lui, invece, viene sonoramente subito dopo e si distende accanto a me.


    Silenzio. Regna il silenzio, durante i nostri incontri.

    Mi giro e lui dorme di già.
    I miei sogni sono svaniti nel vuoto e persa fra l’oscurità ed il silenzio cerco risposte a domande mai poste prima.

    Ho tradito.

    Ho tradito tanti di quegli uomini, solo perché lui aveva voglia di avermi;
    Ma la cosa che mi fa più male è che non mi sono mai sentita in colpa.
    Il tempo cambia sempre le cose e forse il mio piccolo e per adesso innocuo ritardo sconvolgerà le nostre vite. Ma non posso saperlo adesso.



    Quello che ci riserva il domani non ci è dato saperlo.



    Nel frattempo resto qui sveglia, osservandolo mentre dorme beato e ignaro di tutto.
    Lui è l’ angelo nero che mi ha sempre tenuto compagnia durante le mie interminabili notti bianche.
    Non so cosa mi riserva il domani e non mi resta altro che vegliare su di lui, avvolta dall’oscurità mentre una lacrima solitaria solca la guancia.
    Tutti mi dicono che vado incontro al pericolo e che prima o poi mi lascerà andare … ma cosa possono sapere loro?
    Non hanno la minima idea, di quanto sia grande il mio sentimento.
    Ho perso amici cari ed ho perso la mia dignità.
    Lui se ne è impossessato, privandomi di essa.
    Dinanzi a lui sono priva di difese, è assurdo come mi sia potuta far sottomettere così da un uomo.
    Uno stupido uomo.
    Un normalissimo uomo.
    Mi avvicino a lui per sentire il suo calore e cerco di prendere sonno ma la coscienza continua a tormentarmi.
    Così rimango ancora sveglia, nella speranza che il tempo cambi ancora le cose e nella speranza di riappropriarmi della mia dignità.
    Una dignità perduta.
     
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