Stupratore di Roma, convalidato fermo

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  1. »Sally
     
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    Stupratore Roma, convalidato fermo
    Lunedì l'interrogatorio del 33enne




    Violenza sessuale, sequestro di persona e porto d'arma da taglio. Con queste accuse la Procura di Roma ha chiesto la convalida del fermo di Luca Bianchini, l'impiegato di 33 anni accusato di essere lo stupratore seriale di Roma. Il provvedimento è stato predisposto dal pubblico ministero titolare degli accertamenti. L'interrogatorio di garanzia si terrà lunedì prossimo in carcere. Diffuse anche le immagini di un suo tentato stupro in un garage.


    La Questura di Roma ha inoltre diffuso un video che mostra un tentativo di stupro da parte di Luca Bianchini. Il 33enne è stato arrestato perché ritenuto responsabile di almeno 15 violenze e tentate violenze sessuali avvenute negli ultimi anni a Roma. Le immagini, in bianco e nero e che risalgono al 26 maggio, sono prese da una telecamera a circuito chiuso di un garage del quartiere Tor Carbone, periferia sud della Capitale, nella zona dell'Ardeatino dove sono avvenute alcune violenze.


    Nel video si vede una Fiat Panda che a notte fonda, con a bordo una donna, entra nel garage per parcheggiare. Ad un tratto dalle immagini si vede lo stupratore seriale che, correndo un po' piegato su se stesso si lancia in direzione dell'auto. Vestito con una camicia di jeans e dei pantaloni chiari il maniaco si infila il mefisto e si avvicina alla Panda dal lato in cui la donna sta per scendere. Pochi istanti, forse per le urla della donna, ma lo stupratore seriale fugge via senza riuscire a portare a termine il suo obiettivo.


    Dvd porno e candele sataniche, nella sua casa il set della follia.




    C'E' UN FOGLIO a quadretti che, più di una qualunque confessione, racconta chi è Luca Bianchini. Quale malattia, a 33 anni non ancora compiuti, lo stesse mangiando vivo. Quale furore ne governasse gli impulsi. Poche righe che, quasi fossero un testamento, o un autoscatto della psiche, aveva infilato nel cassetto del comodino della sua stanza da letto comprata all'Ikea. La calligrafia è a tratti incerta. I caratteri stampatello. Si legge: "1. Guarire definitivamente dalla malattia il prima possibile. 2. Essere sereno e libero la sera quando torno a casa. 3. Avere tanti rapporti con donne grandi e stare tranquillo senza impulsi a breve".


    Luca Bianchini voleva "guarire". Forse. O, forse, ad aver voglia di guarire era solo il Luca che sapeva di essere malato. Che attraversava la notte con un mephisto e un coltello da cucina nella tasca, sulla sua "Musa" grigia, e prima ancora su una Ford Fiesta di identico colore, a caccia di una preda. Non l'altro Luca. Quello che si diceva e sapeva "guarito". Che ieri mattina, al momento dell'arresto, ha continuato a sfidare gli investigatori a farla pure quella benedetta prova di un Dna che sapeva essere il suo, ma continuava a spergiurare essere di altri. Che abitava una casa da single a Cinecittà. Quaranta metri quadri di un ordine gelido, alle spalle della sede dell'American Express. Un corridoio lungo e stretto su cui affacciano un bagnetto, un cucinotto con balcone, una stanza da letto spoglia e un salone. Senza quadri, senza foto, senza poster. Ingombro di due sole presenze. Due televisori. Uno in salone, l'altro in camera da letto.


    Il Luca che la mattina usciva di casa puntuale per timbrare il cartellino di contabile alla "Metropolitane srl.", società privata di manutenzione. Il figlio unico di una famiglia modesta, il "ragazzo" fuori corso iscritto a Giurisprudenza, con una passione per la politica che lo aveva fatto diventare vicesegretario del circolo Pd di Tor Carbone. E che lo faceva litigare con la sua fidanzata, C., almeno fino a quando, venti giorni fa, non si erano lasciati. "Praticamente, non facevamo mai nulla - ha raccontato la ragazza agli investigatori della squadra Mobile - Mi parlava solo di politica. Il massimo era accompagnarlo qualche sera al Parco della Caffarella, dove gli piaceva molto passeggiare in silenzio fumandosi un sigaro".


    Quel Luca lì, quello che si muoveva alla luce del sole, sovrappeso e con il passo caracollante, l'ovale rotondo e la calvizie precoce compensata da baffi sottili, credeva di essere guarito da 14 anni. Dal 1997. Quando la bestia che aveva dentro si era manifestata con furia la prima volta e lo aveva convinto a precipitarsi al piano di sotto della casa in cui viveva con i genitori, impugnando un coltello e minacciando la vicina che popolava le sue fantasie. A mostrarle il membro, prima di raggiungerla con un fendente.
    Luca Bianchini era stato arrestato, condannato per tentato omicidio e consegnato alle cure e ai farmaci di un Centro di Igiene Mentale.


    Non era servito a nulla. Il "Luca di giorno" lo ignorava. Il "Luca di notte" lo sapeva perfettamente. Gli "impulsi a breve" lo avevano riprecipitato in strada. Per colpire, colpire e colpire ancora. Sempre nel perimetro del quartiere in cui non abitava più, ma in cui era cresciuto e che conosceva come le sue tasche. "Almeno 15 volte dal '97 in poi", dicono oggi alla squadra Mobile. "Almeno".


    La sua casa di Cinecittà era diventata lo specchio della sua ossessione. Lunghe candele per riti esoterici, fascette di plastica nera con cui annodare i polsi delle vittime. Materiale scaricato da Internet su decine di episodi di violenza sessuale. Sul comodino, il saggio del criminologo Massimo Picozzi sullo studio dei crimini seriali, "Criminal profiling". Nascosto tra i libri di giurisprudenza, un libello dalla copertina gialla, edizioni Olympia press, di Franco Pola, "Ladri di piacere, stupri e violenze su donne".


    E poi, la videoteca in cui ora spegnere il desiderio, ora costruire il canovaccio delle sue violenze. Accanto ad "Arancia Meccanica", di Stanley Kubrick, un campionario scelto di "snuff movies": "Stupri gallery", "La violenza dei gatti", "Violentata sulla sabbia", "La belva con il mitra". E "Realmente stuprate". L'ultimo e il più prezioso dei suoi dvd. Uomini con il "mephisto" nero che, accovacciati al riparo di un muro o di una siepe, attendono donne che alla violenza si arrenderanno, provandone piacere. Il format che avrebbe scelto. E che avrebbe offerto, a chi lo inseguiva, il più significativo e inequivocabile dei marker seriali.


    Nella sua scissione bipolare, nel format di "Realmente stuprate" che decide di emulare e recitare con furia tra i quartieri Ardeatino e Bufalotta, Luca Bianchini infatti non riesce a nascondere quello che davvero è. E che le vittime delle sue violenze ricordano nitidamente nei loro verbali di testimonianza alla squadra Mobile. Un maschio disturbato che, se non viene costretto a fuggire, avvolge la sua vittima in una premura protettiva quando la sua furia si è spenta e il desiderio sessuale appagato. "Dopo la violenza - racconta una di loro - mi rivestì con delicatezza, tanto da farmi sentire una bambina".


    Non è chiaro come Luca Bianchini abbia scelto le sue vittime. Se un qualche criterio che non fosse "l'impulso a breve" ne governasse la furia. La squadra Mobile ci lavorerà, anche per sapere se quel numero - 15 - è destinato o meno a salire. Forse, alla fine, il "Luca di notte" li aiuterà. Il "Luca di giorno", ieri sera, negli uffici della Mobile, continuava a scuotere la testa sconvolto, come se nulla di ciò che lo circondava gli appartenesse. Mentre il padre, 55 anni, qualche stanza più là, aspettava di essere sentito e forse di vedere ancora per una volta quel suo unico figlio che non è mai guarito.
     
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  2. Kate ~
     
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    Da Libero.it


    Violenza sessuale: dal carcere nega, non sono io il mostro
    di Annalisa Sturiale


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    ROMA - Luca e il suo doppio ora sono in carcere, in isolamento. Luca e il suo doppio negano di essere lo stupratore seriale di Roma. "Ho sbagliato solo una volta nella vita, quando ero giovane, ecco perché mi trovo qui, ma è tutto un errore", ha detto in carcere agli psicologi il ragioniere di 33 anni fermato con l'accusa di avere stuprato almeno tre donne in garage condominiali. E in una cella di Regina Coeli Luca Bianchini ha passato la sua prima notte da presunto stupratore. In una cella di isolamento nel reparto 'Nuovi Giunti'.


    E mentre la Procura di Roma ha chiesto la convalida del fermo per il ragioniere dalla doppia vita accusandolo di violenza sessuale, sequestro di persona e porto d'arma da taglio, lui sembra essere apparentemente tranquillo. Anche in carcere ha negato ogni addebito, scandendo le parole con calma, come se le terribili accuse riguardassero un'altra persona. Luca Bianchini è riuscito anche a dormire tutta la notte e ha mangiato rifiutando soltanto l'ora d'aria nel cortile del carcere. Sempre controllato, padrone di sé stesso. Come quando, al momento in cui è stato necessario comparare il suo Dna con quello dello stupratore seriale che aveva colpito per ben tre volte all'Ardeatino e alla Bufalotta, lui non si è tirato indietro. "Prendetelo pure il mio Dna tanto vi state sbagliando", ha detto il ragioniere, militante Pd e laureando, agli investigatori che avevano il compito di tracciare anche il suo profilo genetico.


    Ma quella non era una frase di sfida, riflette uno degli investigatori della mobile. E' perfettamente compatibile anche con il modo di agire dell'uomo che si intrufolava nei garage di notte, calzava il Mephisto nero e poi si pentiva. Avveniva proprio così: prima c'era il raptus, "l'impulso a breve e poi arrivava la vergogna, il pentimento". Questo il copione di almeno tre violenze sessuali che hanno avuto come vittime donne che rientravano di notte a casa e parcheggiavano l'auto in garage. E tutte e tre, come fosse una sorta di canovaccio da seguire, hanno raccontato un particolare prezioso agli investigatori della polizia. Dopo essere state violentate le donne hanno infatti raccontato tra le lacrime che lui prima di fuggire "tremava come una foglia, tremava ed era insicuro cercando di rassicurarmi tanto che temevo che potesse fare un gesto estremo come togliermi la vita". Invece no, lo stupratore fuggiva e secondo quanto accertato dalla polizia, ricominciava la sua vita di sempre, di ogni giorno. Lavoratore ineccepibile, "una persona sulla quale contare nel momento del bisogno". Ma la doppia personalità di Luca Bianchini sembra emergere anche nei sentimenti che suscitava.


    E sono i suoi vicini a farne un ritratto a due facce. Un ragazzo gentile ed educato per qualcuno ma "scostante, aggressivo e succube di un padre-padrone" per altri. Un padre-padrone sembra ora emergere che lo trattava male. E il profilo psicologico dell'uomo accusato di essere lo stupratore seriale sembrava emergere in tutta la sua angosciante chiarezza già dal 1996. Secondo l'avvocato della prima vittima di Bianchini, Francesco Caroleo Grimaldi, "si poteva evitare tutto ciò solo se si fosse stati più attenti e rigorosi. Devo constatare con avvilimento che quanto avevo denunciato 14 anni fa si è drammaticamente verificato". Per lui domani arriverà l'interrogatorio di garanzia in sede di esame della richiesta di convalida del fermo. Intanto il magistrato che si occupa dell'inchiesta, Antonella Nespola, ha chiesto per lui anche l'emissione dell'ordinanza di custodia cautelare. Questa volta, per adesso, Luca e il suo doppio restano in carcere.

     
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  3. »Sally
     
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    Ma con che coraggio si dichiara innocente questo schifoso?
    Ormai l'hanno incastrato, è inutile che menta, adesso non serve a niente.
    Spero che questo schifoso passi il resto della sua esistenza in carcere perchè non merita altro dalla vita.
     
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  4. Kate ~
     
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    E' malato di mente, ecco perchè è convinto di essere innocente... almeno, da quanto ho letto.
     
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  5. »Sally
     
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    Mah, io non credo a quelli che si dichiarano malati quando il danno è fatto.
    Ma era malato anche quando stuprava?!
    Non mi interessa, anche se è malato NON può restare libero.
     
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    CITAZIONE (»Sally @ 12/7/2009, 22:07)
    Non mi interessa, anche se è malato NON può restare libero.

    Quoto.
    Malato o non malato non fa differenza, è pericoloso e deve pagare per quello che ha fatto.
     
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  7. -Bea
     
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    Per me uno che ha un lavoro fisso, sta per laurearsi, vive solo, ha una relazione da un anno e presiede un circolo del partito democratico non è uno sprovveduto ed è in grado di capire che può e deve farsi curare.
     
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  8. hachiko^^
     
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    Per me non soffre affatto di sdoppiamento della personalità... Piuttosto credo sia una persona molto "furba" e che si sia costruito l'immagine del bravo ragazzo per crearsi una specie di alibi e l'attenuante dell'instabilità mentale...
    Comunque concordo con Silvia e Bea:
    CITAZIONE
    Malato o non malato non fa differenza, è pericoloso e deve pagare per quello che ha fatto.

    Il garage nel quale è avvenuto lo stupro nella zona Bufalotta, è lo stesso palazzo di una mia amica, che ha due bambini piccoli... Se penso che poteva capitare a lei, mi viene la pelle d'oca...
     
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  9. -Bea
     
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    Cavoli Ale che brutto!
    Pensa che io da quando ho visto com'è fatto il garage lascio la macchina fuori,perchè è uguale al mio O.o

    Certo che quella che è stata con lui un anno dev'essere una bella furba eh!
    Possibile che in un anno non sia mai andata a casa sua?
    Anche volendo,in un appartamento di 40 metri quadri non ci nascondi niente.
     
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  10. hachiko^^
     
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    Ti capisco Bea, io evito di uscire da sola la sera... Il mio garage non è come quello ma è molto grande e buio, inoltre il cancello ci mette una vita a chiudersi >.<
    ...Ma guarde te se per colpa di questi pervertiti del c***o una deve avere paura anche di uscire le sera!!! Li metterei tutti al rogo... Come si faceva con le streghe (poverine) nel Medioevo!!!
     
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9 replies since 11/7/2009, 14:37   61 views
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