Banhoffstrasse 19

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  1. KleineHysteria
     
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    questa è la prima fanfic che posto qui...spero vi piaccia

    SPOILER (click to view)
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    CP1

    Il cartello “IN VENDITA” sventolava sotto la cassetta delle lettere della vecchia casa degli Linz. Ormai erano anni che nessuno degnava più di uno sguardo la piccola villetta all’inglese che affiancava casa mia e così ero rimasta l’unica ragazza a abitare nelle ultime case della Banhofstrasse, alla periferia di Loitsche.
    Come ogni giorno anche quella mattina guardai fuori dalla finestra per vedere se il cartello fosse ancore li. Era una bella giornata di fine aprile e sui rosai incolti della casa erano nate delle carnose rose rosse ma per quanto fossero belle e colorate il cartello rimaneva ancora li fermo e penzolante, attaccato alla cassette delle lettere. Mi vestii con i miei soliti jeans strappati sulle ginocchia e la mia solita felpa nera con il simbolo della Etnies, presi la cartella e una mela e uscii di casa diretta verso la fermata dell’autobus, ero fottutamente in ritardo ma per fortuna sarei riuscita a prendere il secondo autobus e a arrivare a scuola in tempo. Mi misi l’i-Pod nelle orecchie e appena lo accesi arrivò l’autobus e salii.
    Magdeburgo non mi aveva mai entusiasmato gran che come città, anzi ogni volta che ci dovevo andare mi veniva il voltastomaco ma Loitsche era troppo piccola per poter avere una scuola superiore e così ogni giorno mi trovavo a dover andarci.
    Entrai nel cortile spoglio della scuola, un cubo grigio e asettico, e corsi incontro a Nina una mia compagna, non potevo definirla un amica, diciamo che era una ragazza con cui era piacevole passare il mio tempo. Lei riusciva a capirmi e sapeva tutto di me ma io non sarei mai riuscita a considerarmi amica di qualcuno, non riuscivo a affezionarmi a lei. Era come se lei fosse lo psicologo e io la paziente, lo psicologo sa tutto di te però non ci si affeziona a lui in maniera tale da considerarlo un amico. Io e Nina ci vedevamo solo a scuola e questo già ci impediva di legarci in maniera indissolubile, non ci eravamo mai incontrate in giro anche se lei mi aveva invitato parecchie volte a casa sua e alle sue feste ma io avevo sempre rinunciato. Alcuni miei compagni di classe dicevano che ero fatta di plastica ma forse non sapevano cosa voleva dire perdere la propria migliore amica in un incidente d’auto dove tu non ti facevi niente e lei moriva sul colpo con un pezzo di lamiera conficcato nel cranio. Era per questo che non riuscivo a affezionarmi a nessuno e diciassette anni sono veramente pochi per diventare fredda come il ghiaccio.
    Entrammo in classe che la lezione stava per cominciare. Alla prima ora mate, alla seconda tedesco, la terza la quarta biologia e all’ultima ora inglese. Le ore passarono veloci come sempre, mi piaceva andare a scuola perché mi riuscivo a distrarre dal casino che avevo in testa e a ragionare ordinatamente. Suonò l’ultima campanella e io e Nina uscimmo. La mia compagna mi accompagnò fino alla fermata dell’autobus e li la salutai. Mi rimisi l’i-Pod nelle orecchie e poi salii sull’autobus.
    Qualcosa mi incuriosii appena scesi. Una Audi nera che non avevo mai visto era parcheggiata vicino alla fermata dell’autobus.
    Entrai in casa e buttai la cartella in un angolo, tirai fuori dal frigo quello che mi aveva preparato mia mamma per pranzo e lo misi a scaldare nel microonde. Un movimento mi fece cadere lo sguardo sulla casa di fianco alla mia, guardai attraverso la finestra dell’ex salotto e vidi un uomo in giacca e cravatta seguiti da una coppia, la donna bionda aveva una quarantina d’anni e l’uomo non più di quarantacinque. Finalmente sarebbe venuto ad abitare qualcuno li. Avrebbero dovuto metterci un bel po’ di soldi in quella casa mezzo diroccata. Portai la mia attenzione sul piatto ma rimasi a mangiare in piedi davanti al lavandino, ero curiosa di vedere com’erano quelle persone, dovevo sapere chi avrei potuto avere come vicini. La coppia rimaneva ferma al centro della stanza mentre il consulente spiegava con ampi gesti le “virtù” della casa. Quando si spostarono nell’altra stanza però, notai che non erano soli, a seguirli c’erano anche due ragazzi o almeno uno era sicuramente un ragazzo e l’altro era una creatura androgina ma appena vidi come camminava capii che era un maschio. Dovevano avere pressappoco la stessa età. Forse erano i figli della coppia.
    Svuotai i rimasugli nel cestino e salii di sopra, ero stanca, avevo bisogno di dormire. Mi accoccolai sul letto e mi addormentai.
    Appena mi svegliai guardai fuori dalla finestra e il cartello “IN VENDITA” era sparito.

    Edited by »Sally - 28/7/2009, 21:28
     
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  2. kaulitzkristina4ever
     
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    lo hai postato anche su netlog
     
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  3. »Sally
     
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    CITAZIONE (kaulitzkristina4ever @ 28/7/2009, 20:49)
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    Presentati in Welcome prima di postare!^^



    KleineHysteria ho messo in spoiler l'immagine perchè slargava la pagina!^_^

     
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  4. KleineHysteria
     
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    CITAZIONE (»Sally @ 28/7/2009, 21:30)
    CITAZIONE (kaulitzkristina4ever @ 28/7/2009, 20:49)
    lo hai postato anche su netlog

    Presentati in Welcome prima di postare!^^



    KleineHysteria ho messo in spoiler l'immagine perchè slargava la pagina!^_^


    Mi sono già presentata parecchio tempo fa ma ho avuto problemi di connessione e non sono stata presente sul blog....

    CITAZIONE (kaulitzkristina4ever @ 28/7/2009, 20:49)
    lo hai postato anche su netlog

    Si lo so e visto che li han avuto un disceto successo la posto anche qui...

    Cp2

    Inutile dire che anche quella mattina mi sporsi alla finestra per vedere se qualcuno fosse arrivato nella casa di fronte ma ancora niente. “Riciclo di denaro sporco?!?” la mia vocina interiore che aveva visto troppi CSI mi fece questa domanda. “Che idiota che sono….”
    Arrivata a scuola vidi che sul volto di Nina c’era una certa euforia mista all’ansia che non prometteva niente di buono per me. Infatti doveva essere già pronta una “notizia bomba” che avrei scartato con dei “veramente?!?!?!” “ma dai?!?!?” “di sul serio?!?!??!”. Nina mi corse in contro e mi abbracciò non lasciandomi quasi respirare. <<ho una notizia bomba…>> “e te pareva” <<spara…>> <<hai presente Erik…quello di 5C con cui mi sto scrivendo da almeno due mesi…>> “e come non ricordarlo mi hai fatto leggere un centinaio di suoi messaggi!” <<si ho presente….carino…>> “cesso, cesso, cesso,cesso!!” <<bhè siamo usciti l’altra sera e mi ha chiesto di mettermi insieme a lui!!!!>> <<bello!!!!>> li troncai la conversazione.
    Non avevo voglia di sentirmi ogni minima parte di quella serata ormai ero morta dentro non riuscivo più a provare felicità quando una mia “amica” mi raccontava le sue avventure, non riuscivo più a far uscire un sorriso, o anche una smorfia che gli assomigliasse, quando una bella notizia mi arrivava alle orecchie. Ero di plastica e me ne rendevo conto ogni giorno di più.
    Non sapevo per quale motivo ma quella mattina pensai molto alle parole di Nina all’allegria che vidi nei suoi occhi quando mi raccontò cos’era successo, quando durante matematica mi aveva spiegato cos’era lui per lei. Per lei Erik era il ragazzo perfetto anche se aveva innumerevoli difetti. Mi raccontò di come l’abbracciava e di quanto la faceva ridere e la rendesse sempre felice. Diceva che emanava un aura di felicità a cui non potevi resistere. Ma io sarei mai stata capace di piegarmi a quei sentimenti? Sarei mai riuscita a amare una persona più di me stessa? Mi risposi con un “NO” secco, mi conoscevo fin troppo bene.
    Ancora dieci minuti e poi la campanella sarebbe suonata, ancora dieci minuti e sarei caduta nell’oblio. Sarei rimasta sola come ogni fine settimana. Ma questa volta mi faceva paura. Avevo troppo su cui pensare. La mia vita. E cominciai a pensarci appena l’autobus partì lento. Non ero una normale adolescente, non lo ero mai stata, mia madre mi diceva spesso che io ero nata che già avevo quarant’anni. Non avevo mai avuto un ragazzo, non ero mai riuscita a amare qualcuno, a provare felicità nel vederlo sorridere o a perdermi nei suoi occhi…MAI.
    Finalmente l’autobus arrivò davanti casa, l’Audi nera era ancora li davanti alla casa dei Linz e vicino c’era il furgone dell’elettricista.
    Dopo mangiato decisi che la giornata era decisamente adatta per studiare in giardino così presi un vecchio tappeto qualche libro e mi distesi sul piccolo quadrato di prato davanti a casa mia. Il sole scaldava e la temperatura era perfetta. Arrivò una gigantesca Cadillac nera seguita da un’Audi una q7. Dalla q7 scese quel ragazzo androgino. Era alto e magro, troppo magro. I capelli neri scendevano lisci sulle spalle e sulla schiena. Dalla Cadillac invece scese un altro ragazzo con dei lunghi rasta biondi. Mi rimisi a studiare come se niente fosse. I ragazzi e il loro presunto padre continuavano a andare avanti e indietro per almeno tutto il pomeriggio e buona parte della sera. Portavano dentro mobili e portavano fuori i teli dell’imbianchino, appoggiavano scatoloni vicino al portone e buttavano nel cassonetto sacchi neri di plastica. Finalmente non ero più sola in quell’isolato.

     
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  5. »Sally
     
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    Mi sono già presentata parecchio tempo fa ma ho avuto problemi di connessione e non sono stata presente sul blog....

    Non mi riferivo a te!^_^
     
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4 replies since 27/7/2009, 22:34   103 views
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