Lettera a Sarah

"Mi piace volare"

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  1. »Baby
     
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    Del tipo "Devo essere impazzita, impazzita e basta" ò_ò
    Bene, con vostro sommo rammarico, mi è or ora baluginata l'idea di postare una OS in questa sezione O//O
    (In realtà, volevo rendere onore al mio decimillesimo messaggio, lo ammetto :uyu: )
    A mio avviso,comunque, non risulta assolutamente essere nulla di comparabile ad una OS di Simo o di Kate, anzi,si tratta di uno scritto alquanto viscerale, per dirla con i termini della Simo... Per di più, è lunga. In effetti, più che OS, oserei definirla un capitolo tratto dai Promessi Sposi. ò_ò
    Poi il titolo è puerile.
    Bene, vi lascio giudicare, tranquillamente. Fate un bel respiro profondo e immergetevi nella "lettura"...



    “Sarah,
    non hai idea di quanto sia faticoso, per me,dirti queste parole, eppure, più ci penso, e più mi persuado che sia la cosa giusta da fare. Oh,non puoi immaginare quanti ripensamenti, quanti rimpianti, quanti rimorsi, negli ultimi giorni… preferirei barattare la mia anima invece di solcare quella porta, e pensare di intraprendere un’avventura in cui tu non sarai più al mio fianco. Preferirei agire esattamente come Dorian Gray, il protagonista del tuo libro preferito, che arriva al baratto e al rendiconto della sua parte spirituale in cambio della giovinezza,l’eroe dell’opera di Oscar Wilde che tenevi stretta tra le tue diafane dita rattrappite il giorno in cui ci siamo conosciuti, ricordi? Era una tempestosa sera di settembre, e io ero accovacciato in un angolo della biblioteca che tu eri solita frequentare da bambina, anche se io ancora non sapevo che un luogo sudicio e muffito come quella biblioteca potesse diventare teatro di un’incantevole storia d’amore, la NOSTRA storia d’amore. Ebbene, mentre consultavo un libro da spulciare nel tempo libero, tu entrasti nella sala di lettura con l’aria di chi si sente a proprio agio nel suo habitat naturale, sorridendo alla vista di quelle grandi raccolte di libri stipate negli scaffali di legno antico. Ricordo che ti avvicinasti guardinga ad uno di essi, e, mentre esaminavi avida un libro impolverato dalla rilegatura nera a quadretti bianchi, io mi feci coraggio e avanzai verso di te, con l’apparente intento di chiederti se avevi voglia di aiutarmi a trovare una lettura leggera per i miei momenti di relax. Fu una mossa azzardata, in fondo, ma tu ridesti alla mia proposta e, dopo pochi minuti, mi mettesti in mano “Il ritratto di Dorian Gray”, assicurandomi che fosse un libro piacevole, che mi avrebbe fatto riflettere sulla condizione di vita dell’uomo e di ciò che è incline a fare pur di non abbandonar mai l’età in cui il fior degli anni raggiunge l’apice del suo splendore. Io pensavo che, in fondo, l’uomo non avrebbe avuto tutti i torti, se avesse espresso il desiderio di rimirare la propria bellezza attraverso i tuoi occhi profondi, scuri come la pece, eppur così espressivi sotto il tuo cipiglio severo. Distogliendomi in fretta da quel pensiero, cercai di spostare l’argomento dai libri a qualcosa di meno convenzionale che mi avrebbe permesso di conoscerti meglio, e ti invitai a prendere un drink nel bar di fronte. Ma tu non avevi intenzione di muovere un solo passo e mi pregasti di lasciarti sola, con i tuoi amati libri. Non mi rimase altra scelta, e me ne andai, pensieroso. Dovevi essere una ragazza un po’ balenga, e ne ebbi la certezza al mio secondo, casuale, invito a prendere un caffè, perché mi scacciasti nuovamente supplicandomi cortesemente di lasciarti in pace. Io, però, non avevo intenzione di mollare. Eri una ragazza balenga,sì, ma mi avevi conquistato, perché il terzo giorno scelsi di nuovo la biblioteca come luogo di ritrovo. Prevedibilmente, ti trovai lì, e prevedibilmente eri immersa in un’appassionante lettura; tuttavia, al mio saluto, alzasti immediatamente lo sguardo, e dicesti, con il tono più severo che una creatura incantevole come te riusciva a mettere in quel decasillabo: “Ma allora non ti arrendi mai?!” Scorgendo il tuo cipiglio severo, mi sentii vagamente in imbarazzo, allorché tu sorridesti compiaciuta e accettasti finalmente il mio invito a prendere una qualsivoglia bevanda. Eri balenga, Sarah, ma era piacevole parlare con te. Eri altezzosa, ma sensibile e molto insicura. Scoprii che i libri non rappresentavano tutto il tuo mondo: a te, infatti, piaceva volare. Sì, dicesti proprio così: a te piaceva volare per il mondo, sperimentare nuove avventure, scoprire luoghi inesplorati e approfondire le culture dei paesi della Terra. Traducendo, tu amavi viaggiare, anzi, leggere viaggiando. E io che pensavo ti spostassi in una biblioteca ambulante, rimasi sbalordito nel sentirti dire che ti piaceva perlopiù leggere, ma sugli aerei, in un posto che si protendesse oltre le nubi e che ti consentisse di immedesimarti nelle situazioni in cui erano immersi i protagonisti delle tue letture, dove la fantasia poteva librarsi in volo in compagnia degli stormi d’uccelli che attraversavano, di tanto in tanto, il cielo e che tu guardavi ammirata. Alla fine, avevo capito anche questo. Eri balenga, Sarah, ma c’era qualcosa di te che mi affascinava. Forse i tuoi occhi scuri come la pece, forse i tuoi capelli neri nei quali, di tanto in tanto, passavi le tue bianche dita affusolate, o forse quel modo di parlare e quel cipiglio severo che ti rendevano un po’ altezzosa. Mi ero innamorato di te, e cercai di dimostrartelo, ma, al mio folle tentativo di baciarti, tu inclinasti indietro la testa e scoppiasti a ridere.
    -Temerario, e tu credevi davvero che ti avrei baciato?!- mi chiedesti, facendomi sentire un idiota.
    -No, io non… sono stato uno sciocco, perdonami… -gracchiai.
    -Non importa. Coraggio, riportami a casa. – ribattesti, sempre sorridendo.
    Il giorno seguente quel folle tentativo di dimostrarti che ero innamorato di te, mi mandasti un sms, ragazzina balenga, che recitava esattamente queste parole (incredibile quanto io riesca a ricordare di quei giorni): “Ciao, come stai? Ascolta, ti andrebbe di vederci questo pomeriggio?! Nel caso in cui tu decida di sì, potrai trovarmi in biblioteca”. Prevedibile, no?! Già, perché tu trascorrevi più tempo in biblioteca che in qualsiasi altro posto. Ma cosa esattamente avesse di speciale quella biblioteca lo scoprii solo tempo dopo, quando ti raggiunsi lì, stordito e un tantino sorpreso dalla tua richiesta, bisogna ammetterlo. Entrai incespicando nella sala di lettura, e, dopo averti scorta seduta al tavolino, avanzai, timoroso, finché tu non levasti lo sguardo e sorridesti, sussurrando: “Sapevo che saresti venuto”.
    Inaspettatamente, e contro tutte le mie migliori speranze, per un attimo non vidi nient’altro che una folta moltitudine di cespugliosi capelli neri… poi, improvviso, repentino, brusco, ma incantevolmente romantico, un bacio che non ebbe mai più eguali nella mia vita, perché era il TUO bacio, erano le tue labbra al sapore di fragola sulle mie, eravamo noi, io e te , e il fatto che ci fossero altri studenti affaccendati nelle loro ricerche, decine di uomini immersi nelle loro fantastiche letture, e un incredulo bibliotecario che ci osservavano da lontano, non contava. Ricambiai con tanta foga quel bacio, che quasi ti sollevai da terra, intontito, lievemente sbalordito, ma felice. Rivolsi un sorriso beffardo al bibliotecario alla nostra uscita mio malgrado, e, in un batter d’occhio, come se fosse accaduto nel raggio di pochi chilometri, e non a decine di miglia dalla tua abitazione, ci ritrovammo nel luogo in cui io sto per lasciarti, Sarah.
    Mesto, affranto, contro la mia volontà, ma devo lasciarti. Ne sono convinto e tutt’altro che allegro. Le spiegazioni?! Un giorno le avrai. Ma non ora. Adesso non posso darti la benché minima spiegazione, ma sento che capirai, so che capirai. Mi fido di te, sei una ragazza balenga ma forte, e, anche se la tua natura è più insicura che decisa, so che non verserai una sola lacrima per queste mie parole, perché, in un certo senso, tutto questo lo avevi immaginato. Ti piaceva volare, spesso sognavi, ma, in fondo, sapevi che, su di te, i sogni non si avveravano mai. Tu eri così affaccendata a vivere i sogni degli altri attraverso le tue letture, che non ti sei mai curata di sforzarti e vivere un sogno tutto tuo, un sogno “da favola”. Un sogno come quello che i personaggi vivono nei loro romanzi. Una vita da favola non ti appartiene: vorresti essere la cenerentola che perde la scarpetta? No, tu sei quella che la lancia in testa al principe, perché non è stato in grado di trovarla prima di te.
    E, con queste ultime mie parole, sono giunto all’epilogo. Devo lasciarti, devo scappare, devo evadere da qui. Tu non mi vedrai mai più, e lo stesso dicasi per me. Quando troverai questa lettera, non so. Ma so per certo che sarò ormai troppo lontano per poterti nuovamente raggiungere. Ti ci vorranno giorni, mesi, o forse anni. Non mi illudo di sapere il momento in cui avrai nuovamente il desiderio di leggere “Il ritratto di Dorian Gray”, ma, quando lo farai, sarà quello in cui coglierai, a pagina 394, questa lettera stretta ora a sangue nelle tue bianche dita rattrappite, avvertirò il tuo sfogo di dolore sulla carta, su questo foglio bianco ripiegato in quattro alla meno peggio, perché il tempo incalza, vedo il sole sorgere all’orizzonte e un lieve bagliore sulla pelle diafana del tuo volto. Dormi nella stessa posizione in cui dormirebbe una principessa. Non conosco la posizione in cui dorme una principessa, ma, nella tua stravaganza, in fondo potresti esserlo. Mi beo dei secondi che posso ancora rimirarti senza avvertire le lacrime pungenti solcarmi il viso per quanto sto per compiere, senza essere costretto a mordermi a sangue le labbra per cercare di cambiare idea. Anche se volessi, non potrei cambiare idea: tutto ciò è stato deciso mesi fa, il mio piano messo realmente in atto da poche ore a questa parte, e, vivere accanto a te con il rimorso che mi logora l’anima è un prezzo che non son disposto a pagare, per quanto io desideri stare accanto a te e a Ginevra, ancora ancorata al suo “nido” protettivo, all’oscuro delle nefaste vicende del mondo. Devi cercare di comprendere. E so che, a malincuore, lo farai. Ti supplico di farlo, memore del nostro amore.

    E’ finita. E’ finita la storia di Cenerentola, Sarah. Hai lanciato la scarpetta al principe, lui l’ha presa rancoroso ma, tuttavia, ora la porta via con sé, in ricordo di quanto è stato, come un fardello che gli pesa sull’anima ma dal quale non può distaccarsi. Sarai sempre nei miei pensieri, e, persino contro la tua volontà, so che anch’io sarò presente nei tuoi.

    James



    PS. Ginevra è il motivo per cui ti sono rimasto accanto per tutti questi mesi. Non nutro alcun dubbio che sarà una bambina straordinariamente dolce e sensibile e incredibilmente adorabile, è ingiusto che non possa crescere al fianco di una figura paterna. Sono certo di lasciarla in buone mani. Probabilmente lei sarà già grande quando leggerai questo mio scritto, ma voglio che lei pensi ugualmente a me come ad un qualcuno che le abbia voluto bene. "


    *







    -Uomini! – tuonò Ginevra, in un mite, tiepido pomeriggio primaverile, mentre, in piedi nella camera da letto di sua madre, scuoteva con forza il suo vestito da sposa color panna che aveva già indosso e urlava gesticolando, irrequieta. Ginevra,una ragazza di ventisette anni alla quale erano precocemente spuntate le ali, si apprestava a lasciare la dimora materna per sempre. Chiuse rancorosa il libro che si era accinta a leggere per “placare l’agitazione pre-matrimoniale”, si mise a sedere con l’aria di chi la sa lunga, e annunciò alla madre, senza preamboli: - Giuro che non li capirò mai! Emilio avrebbe dovuto essere già qui, precisamente da… - studiò per un attimo l’argenteo orologio da polso, regalo di nozze di sua madre Sarah, poi riprese: - da due ore, venticinque minuti, e cinquantasette secondi! E la cerimonia avrà luogo tra mezz’ora! – Esasperata, la giovane donna stava per mettersi le mani nei capelli, appena in tempo per ricordarsi che la sua acconciatura non avrebbe dovuto disfarsi prima di giungere al dolce; dopodiché, avrebbe avuto il permesso di scioglierli. La parrucchiera aveva acconsentito di malavoglia ad una pettinatura piuttosto semplice: si trattava di un’austera crocchia di capelli raccolti e variamente annodati sul capo, che, al confronto con la composizione tipicamente complessa che le sue amiche avevano sfoggiato sotto il velo in occasione dei loro matrimoni, Ginevra aveva di gran lunga preferito.
    -Ah ,eccoti, finalmente!- esclamò Ginevra, inalberandosi alla vista del ragazzo scarmigliato elegantemente sistemato in smoking, che aveva or ora fatto il suo ingresso, e aveva l’aria distrutta.
    -Carino, da parte tua, farti vedere! Per tua informazione, fra meno di venticinque minuti sarà in corso un matrimonio e tu avresti dovuto esser qui da non meno di due ore e mezzo!
    Il neomarito si fece piccolo piccolo, sotto lo sguardo tutt’altro che indulgente della sua futura consorte, e farfugliò qualcosa come “traffico”.
    -Avanti, Ginny, non essere così impaziente! Sono sicura che Emilio non ha tutti i torti. Adesso lasciaci sole. – aggiunse Sarah, rivolta a Emilio -La sposa deve ritoccare gli ultimi dettagli.
    Il moro fu alquanto sollevato di abbandonare la scena: chinò il capo e andò via, ossequioso. Sarah lo guardò allontanarsi, poi si rivolse a Ginevra, sussurrando: - Non trattarlo male. E’ un bravo ragazzo.
    -Lo so, mamma, lo so! – replicò Ginevra, accalorata – Ma sono così ansiosa, e il suo ritardo non è affatto stato una manna dal cielo! – disse, adirata. Guardò sua madre, come sfidandola a contraddirla, ma, quando essa non aggiunse nulla, anzi, si avvicinò alla figlia, meditabonda, per sistemarle in testa il velo, lei distolse lo sguardo e aprì il libro portogli dalla madre alla pagina segnata antecedentemente. Mentre rifletteva su qualche passo letto in precedenza, il libro le cadde dalle dita frementi e atterrò sul pavimento, con un profondo tonfo. Quando Ginny lo raccolse da terra, intravide un foglietto ripiegato alla meno peggio qualche pagina dopo quella che stava leggendo, e, alla scritta “Per Sarah”, lo porse a sua madre, che la osservava interrogativa. Sarah afferrò la lettera, poi esaminò attentamente la scritta sul retro, e la aprì, timorosa, come se temesse un attacco da quel foglio di carta inanimato. Aveva riconosciuto la calligrafia leggermente obliqua di James, la favola di una vita che si era conclusa ventisette anni prima, con la nascita di Ginevra. Cominciò a leggere, timidamente, e, ad ogni parola, la sua vista diventava più annebbiata, il suo cervello si offuscava, come se stesse cercando di tuffarsi in una prima infarinatura di nozioni inapprendibili, e la sua bocca si contorceva in una smorfia che somigliava alquanto ad un falso tentativo di gridare e piangere nello stesso tempo, ma, a parte questo, non diede segno alcuno di aver appena ricevuto una lettera scritta un quarto di secolo prima dal suo ex marito. Ginny la osservava, apprensiva. Nel momento in cui sua madre si sedette sul letto, con gli occhi fissi nel vuoto e lo sguardo vitreo, perfettamente riconoscibile anche dietro le spesse lenti, per Ginny fu chiaro chi era l’autore della lettera, tuttavia, preferì fingere distacco e indifferenza.
    - Mamma! Cosa… cosa succede? – esordì, meditabonda.
    Sarah non rispose, ma le porse il foglio spiegazzato, quasi a voler essere la risposta alle mille domande che si era posta da ragazza, e che, tuttavia, ponevano nuovi, complicati interrogativi. Non aveva innanzitutto compreso lo scopo di quella lettera. Cosa voleva annunciarle, ad eccezione della sua imminente partenza? Che non sarebbe più tornato? E, soprattutto, per quali cause era andato via? Non voleva che Ginevra esistesse? Era stanco di vivere accanto a quella “ragazza balenga”? Anche se, a pensarci bene, uno scopo lo aveva…
    Ginevra la lesse tutta d’un fiato, e, giunta all’epilogo, era anch’essa turbata quasi quanto sua madre.
    -Mamma – mormorò Ginny, gettando a terra la lettera, spaventata, come se potesse morderla – Oh, mamma…
    Sarah non disse nulla per cinque minuti, cogitabonda. Poi, quando Emilio si affacciò per avvertire che mancavano meno di dieci minuti all’inizio della cerimonia, Ginny sussultò, come se si fosse scottata, e Sarah annunciò, sorridendo: -Arriviamo immediatamente.
    Successivamente, continuò, rivolta a Ginevra: -Questo è il giorno del tuo matrimonio, probabilmente il giorno più importante della tua vita. Non voglio che si sciupi a causa di queste insensate reminiscenze, da parte di un lurido… schifoso… scarafaggio… qual era tuo padre – aggiunse, stracciando la lettera in mille pezzi ad ogni parola, che volarono fluttuando sul pavimento immacolato. Sarah sembrava più allegra e meno vecchia. Ginny la osservava, palesemente esterrefatta.
    -Non c’è bisogno di aggiungere altro – proseguì la madre – Ma tuo padre aveva ragione: in un certo senso, tutto ciò che hai potuto leggere in questa lettera, io l’ho sempre saputo, ma non volevo accettarlo.
    Ginny annuì. Poi, prendendosi per mano, madre e figlia si avviarono verso la sala in cui, di lì a pochi secondi, si sarebbe tenuta la cerimonia di Emilio Russo e Ginevra Martini.
     
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  2. Mrs•Littlepoint
     
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    Dunque, non ci crederai, ma stamattina mi sono svegliata presto apposta per avere tempo per leggerla XD ero curiosissima!!!

    Premetto che, tanto per cominciare, non ti è concesso parlare in maniera simile:
    CITAZIONE
    A mio avviso,comunque, non risulta assolutamente essere nulla di comparabile ad una OS di Simo o di Kate

    Le sciocchezze non sono mai una bellla cosa u_u quindi non dirle

    Detto questo, passiamo alla tua shottina.
    Devo dire che mi aspettavo moltissimo questo stile, così curato nei dettagli, dal registro piuttosto formale ^^ è proprio nel tuo stile.
    Mi è piaciuta molto la parte riflessiva, quella della lettera, perchè non è affatto risultata pesante, come invece capita in molti casi. E' curata, ma non pesante, e questa è una cosa bellissima.
    La seconda parte, però, è quella che ho preferito: questa sposa che, caratterialmente, nonostante le poche parole, mi è sembrata familiare ^^
    Anche se non hai curato l'aspetto esteriore ed in parte (esclusa Sarah) interiore dei personaggi, mi è sembrato di vederle: madre e figlia in attesa della cerimonia più importante nella vita di una donna ^^ l'apprensione era palpabile, te lo assicuro!

    In conclusione scrivi in maniera posata e colta, forse più di chiunque altro qui dentro, e per questo ti faccio i miei complimenti ^^ scommetto che le tue letture preferite sono tra i classici...

    Mi è piaciuta moltissimo ^^ spero che a breve posterai qualcos'altro di tuo!

    xxx
    simo
     
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  3. »Baby
     
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    CITAZIONE (Mrs•Littlepoint @ 29/7/2009, 10:33)
    Dunque, non ci crederai, ma stamattina mi sono svegliata presto apposta per avere tempo per leggerla XD ero curiosissima!!!

    No! XD Non dirai sul serio! In effetti, stamattina mi sono connessa con la speranza di leggere un tuo commento! Sono felice che tu l'abbia fatto *_*

    CITAZIONE (Mrs•Littlepoint @ 29/7/2009, 10:33)
    Detto questo, passiamo alla tua shottina.
    Devo dire che mi aspettavo moltissimo questo stile, così curato nei dettagli, dal registro piuttosto formale ^^ è proprio nel tuo stile.
    Mi è piaciuta molto la parte riflessiva, quella della lettera, perchè non è affatto risultata pesante, come invece capita in molti casi. E' curata, ma non pesante, e questa è una cosa bellissima.
    La seconda parte, però, è quella che ho preferito: questa sposa che, caratterialmente, nonostante le poche parole, mi è sembrata familiare ^^
    Anche se non hai curato l'aspetto esteriore ed in parte (esclusa Sarah) interiore dei personaggi, mi è sembrato di vederle: madre e figlia in attesa della cerimonia più importante nella vita di una donna ^^ l'apprensione era palpabile, te lo assicuro!

    In conclusione scrivi in maniera posata e colta, forse più di chiunque altro qui dentro, e per questo ti faccio i miei complimenti ^^ scommetto che le tue letture preferite sono tra i classici...

    Sì, suppongo che molti, qui dentro, si siano già resi conto che il mio modo di scrivere è piuttosto "formale", qualcuno lo definisce raffinato. Posso affermare che si tratta di uno stile che rispecchia in pieno quella che sono... ma presumo che sia per tutti così.

    Mi hanno fatto davvero tanto piacere le tue parole riguardo la parte della lettera. Sono felice di non aver annoiato; in effetti, era la mia paura maggiore ^.^''
    Per questo ho deciso di rendere il linguaggio più semplice, lì dov'era inevitabile.

    Passando alla seconda parte, ecco, mi hai ricordato di mettere in evidenza un particolare che non mi sono curata di precisare. Insomma, diciamo che l'ho scritta di getto nel pomeriggio soltanto per creare una situazione (27 anni dopo la nascita di Ginny) in cui lei e Sarah avrebbero potuto leggere insieme la lettera. E quale miglior situazione, mi sono detta, se non un evento importante, magari un matrimonio? L'atmosfera magica e prodigiosa di un matrimonio avrebbe reso tutto più "emozionante". O almeno, è quello che mi auguravo.
    Come da titolo, la mia idea principale era la stesura di una lettera, che Sarah avrebbe letto soltanto... un quarto di secolo dopo, insomma. Coincideva con un possibile matrimonio (Ginevra è in età da marito, se vogliamo), e così l'ho scritta, ma per creare una scena fiabesca in cui la mamma avrebbe letto la lettera. E' per quello che non mi sono soffermata né sulla descrizione fisica, né su quella caratteriale di Ginevra. Non risultava necessario a questi fini.


    In conclusione, devo dire che mi ha fatto davvero tanto piacere il tuo commento, e ti ringrazio per i tuoi complimenti :uyu:

    Ma non fatevi scrupoli anche a mettermi in evidenza possibili errori o probabili imperfezioni lessicali e linguistiche. Anche le correzioni sono importanti, per me! Le accetto, senza problemi.
     
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  4. Mrs•Littlepoint
     
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    Guarda, personalmente errori lessicali nella mia ignoranza non ne ho trovati XD
    l'unica cosa che posso dire, magari, è che non si è capita bene la situazione in cui Sarah trova la lettera, e come mai questo succede a distanza di tanto tempo.. ma mi sa che è un fatto soggettivo, magari sono io a non averlo capito ^^

    xxx
    simo
     
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  5. »Baby
     
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    CITAZIONE (Mrs•Littlepoint @ 29/7/2009, 12:53)
    l'unica cosa che posso dire, magari, è che non si è capita bene la situazione in cui Sarah trova la lettera, e come mai questo succede a distanza di tanto tempo.. ma mi sa che è un fatto soggettivo, magari sono io a non averlo capito ^^

    In realtà,lo stesso James fa un'ipotesi ^_^
    Lui dice chiaramente che: "Quando troverai questa lettera, non so. Ma so per certo che sarò ormai troppo lontano per poterti nuovamente raggiungere. Ti ci vorranno giorni, mesi, o forse anni. Non mi illudo di sapere il momento in cui avrai nuovamente il desiderio di leggere “Il ritratto di Dorian Gray"

    Da quando James è partito, Sarah non prende più in mano quel libro, o, se lo fa, non presta particolare attenzione quando lo sfoglia. E' Ginevra a trovare casualmente la lettera, mentre legge "Il ritratto di Dorian Gray", precisamente nel momento in cui le cade a terra e scorge la scritta sul retro del foglio: "Per Sarah".

    E' questo che intendevi?
     
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  6. Mrs•Littlepoint
     
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    Ah, ora ci sono arrivata o_o ha nascosto la lettera fra le pagine del libro...
    Perdona la lentezza di ragionamento XD

    xxx
    simo
     
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  7. »Baby
     
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    Figurati! XD

    Forse avrei dovuto specificarlo meglio, oltre a nominare soltanto il numero della pagina! Pardon XDXD
     
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  8. Mrs•Littlepoint
     
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    Ma figurati, è giusto così ^^ l'ho riletta prima e mi sono accorta che capivo, quindi non è colpa tua!

    xxx
    simo
     
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  9. »Baby
     
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    Sono lieta che tu abbia compreso! ^_^
    Vi raccomando, ragazze, segnalatemi eventuali errori lessicali ecc ecc, perché dubito che non ci siano!
     
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  10. Kate ~
     
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    CITAZIONE (Mrs•Littlepoint @ 29/7/2009, 10:33)
    Premetto che, tanto per cominciare, non ti è concesso parlare in maniera simile:
    CITAZIONE
    A mio avviso,comunque, non risulta assolutamente essere nulla di comparabile ad una OS di Simo o di Kate

    Le sciocchezze non sono mai una bellla cosa u_u quindi non dirle

    Esatto! =_=

    Ad ogni modo, veniamo a noi: che splendore!
    Splendida Baby, scritta talmente bene da sembrare davvero la pagina di un romanzo. Anzi, sarebbe un bellissimo inizio per un romanzo, pensaci!

    E poi, sai una cosa? Mentre leggevo la lettera di James, non so per quale motivo, ho immaginato Ron ed Hermione! Insomma, un'associazione mentale del tutto spontanea!

    Io ti consigliereri di continuare questa storia, perchè merita. E, secondo me, nella tua testa c'è già un seguito! ;)

    Complimenti, sinceri!
     
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  11. »Baby
     
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    CITAZIONE
    Ad ogni modo, veniamo a noi: che splendore!
    Splendida Baby, scritta talmente bene da sembrare davvero la pagina di un romanzo. Anzi, sarebbe un bellissimo inizio per un romanzo, pensaci!

    Tu... tu dici che dovrei continuarla? ò_ò

    In effetti, in passato ci avevo fatto un pensierino, poi mi sono persuasa che, sottoforma di OS, sarebbe stata migliore! Ci penserò, Kate! Grazie ^_^


    CITAZIONE
    E poi, sai una cosa? Mentre leggevo la lettera di James, non so per quale motivo, ho immaginato Ron ed Hermione! Insomma, un'associazione mentale del tutto spontanea!

    Dici sul serio, Kate? :awe3wrt:
    Oddeo, sarà anche stata un'associazione mentale spontanea, ma che io ho davvero tanto apprezzato, benché non c'entri apparentemente nulla con la lettera scritta da James! Beh, se vogliamo andare a inquadrare i dettagli, avrai notato che la lettera è stata scritta da un uomo di nome James, maritato con una donna che ha chiamato la figlia Ginevra (alias Ginny) :gtyt:

    Diciamo che, per i nomi, mi sono ispirata a loro! Naturalmente sarebbe risultato un tantino monotono,da parte mia,denominare i personaggi Ron e Hermione, perciò ho optato per qualche figura più in retroscena! XD



    A parte ciò,ti ringrazio per i complimenti, Kate, grazie mille! Apprezzo il fatto che l'abbia letta anche tu!
     
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  12. Kate ~
     
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    Ma figurati! L'ho trovata davvero brillante!!
    Pensaci sul serio ad una continuazione... Magari Sarah potrebbe decidere di cercare James oppure Ginny potrebbe voler scoprire qualcosa di più sul padre. Non so, la cosa mi ispira...
     
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11 replies since 29/7/2009, 00:05   134 views
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