La vicenda di Stefano Cucchi, il giovane morto in carcere

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  1. -Bea
     
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    Volevo postare qualcosa di questa vicenda gravissima che avrete sicuramente sentito al tg.
    La vicenda di Stefano Cucchi, arrestato per possesso d’erba,uscito morto dal carcere dopo 6 giorni di detenzione.
    Oggi spunta un testimone.

    Da Leggoonline.it

    Avrebbe visto tutto dallo spioncino della sua cella ed è, secondo "Repubblica", il testimone chiave della vicenda Cucchi. Il ragazzo sarebbe stato effettivamente picchiato nella sua cella. I pm che indagano ritengono che siano coinvolti tre, forse, quattro, agenti penitenziari, ma non è escluso uno scontro con un altro ergastolano.


    Arrivano i primi indagati per la morte di Stefano Cucchi, avvenuta nell'ospedale Sandro Pertini, a Roma, sei giorni dopo l'arresto per possesso di droga. Gli indagati, accusati di omicidio preterintenzionale, dovrebbero essere carabinieri, agenti di polizia penitenziaria e detenuti. In tutto circa sei persone, che si sarebbero trovate in contatto con Stefano Cucchi nelle camere di sicurezza del Tribunale di Roma.


    Dai primi esami degli esami clinici e della documentazione autoptica compiuti dai medici legali incaricati dalla procura la tipologia delle lesioni riscontrate sul detenuto sono compatibili sia con un evento accidentale, come potrebbe essere una caduta, sia con le percosse. Al momento dunque non sarebbero coinvolti nelle indagini dei pm Vincenzo Barba e Francesca Loy il personale medico dell'ospedale, nei confronti dei quali, se emergessero responsabilità a livello di negligenze, si procederebbe per omicidio colposo.


    POLEMICA SU GIOVANARDI Stefano Cucchi è morto perché era drogato e anoressico. Le parole del sottosegretario Carlo Giovanardi riaccendono la polemica sulla morte del giovane, deceduto nel reparto detenuti dell'ospedale Sandro Pertini 6 giorni dopo l'arresto, con vistosi ematomi in volto e sul corpo. Parole contro le quali si scagliano i familiari di Stefano che dal 22 ottobre chiedono giustizia per Stefano, l'opposizione e anche alcuni esponenti della maggioranza, secondo i quali quello di Giovanardi è uno «scivolone».
    «Cucchi era in carcere perché era uno spacciatore abituale. Poveretto, è morto, e la verità verrà fuori, soprattutto perchè pesava 42 chili» dice Giovanardi di primo mattino, sottolineando che la «la droga ha devastato la sua vita, era anoressico e tossicodipendente».
    Certo, prosegue, «il fatto che in cinque giorni sia peggiorato» dimostra che «bisogna vedere come i medici l'hanno curato. Ma sono migliaia le persone che si riducono in situazioni drammatiche per la droga, diventano larve, diventano zombie: è la droga che li riduce così».
    Parole ammorbidite nel pomeriggio, anche se la sostanza cambia poco. «Sono stato il primo ad esprimere la solidarietà alla famiglia Cucchi per quello che di certo c'è nella sua tragica fine e cioè che nei giorni della degenza ospedaliera si è permesso che arrivasse alla morte nelle terribili condizioni che le foto testimoniano.
    Ma in tutto questo - ribadisce il sottosegretario - la droga c'entra, perchè è stata la causa della fragilità di Stefano, anoressico e tossicodipendente».





    Ma a voi non sembra che se ne stia parlando troppo poco?!
    Per me questo è un fatto gravissimo e merita molta più attenzione di quella che sta avendo.
     
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  2. hachiko^^
     
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    CITAZIONE (-Bea @ 10/11/2009, 08:57)
    Ma a voi non sembra che se ne stia parlando troppo poco?!
    Per me questo è un fatto gravissimo e merita molta più attenzione di quella che sta avendo.

    Si Bea, sono daccordo con te!
    Questa vicenda è gravissima e mi fa accapponare la pelle il pensiero che la cosa sia stata trattata con una certa superficialità...
    Il fatto è che quando la colpa è della Poliza, si tende sempre a nascondere la verità... Passano anni e anni di indagini e poi si prendono pochi mesi di reclusione o gli arresti domiciliari o peggio, non viene fatto loro nulla! Mi viene in mente anche il caso di Gabriele Sandri, il tifoso della Lazio ucciso senza motivo da un agente... L'agente non è stato nemmeno sospeso dal servizio... E' incredibile!!


    Credo che Giovanadri dovrebbe scicquarsi la bocca prima di sparare sentenze su questo caso... L'unica verità è che Stefano è morto perchè è stato massacrato di botte da chi dovrebbe tutelarci e sorvegliare sulla nostra sicurezza, da chi dovrebbe mantenere l'ordine!!!


    Chi l'ha ridotto così deve pagare!!! Il fatto che indossino una divisa non li rende "intoccabili"!!!
     
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  3. Littlepoint.
     
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    CITAZIONE (hachiko^^ @ 11/11/2009, 09:12)
    CITAZIONE (-Bea @ 10/11/2009, 08:57)
    Ma a voi non sembra che se ne stia parlando troppo poco?!
    Per me questo è un fatto gravissimo e merita molta più attenzione di quella che sta avendo.

    Si Bea, sono daccordo con te!
    Questa vicenda è gravissima e mi fa accapponare la pelle il pensiero che la cosa sia stata trattata con una certa superficialità...
    Il fatto è che quando la colpa è della Poliza, si tende sempre a nascondere la verità... Passano anni e anni di indagini e poi si prendono pochi mesi di reclusione o gli arresti domiciliari o peggio, non viene fatto loro nulla! Mi viene in mente anche il caso di Gabriele Sandri, il tifoso della Lazio ucciso senza motivo da un agente... L'agente non è stato nemmeno sospeso dal servizio... E' incredibile!!


    Credo che Giovanadri dovrebbe scicquarsi la bocca prima di sparare sentenze su questo caso... L'unica verità è che Stefano è morto perchè è stato massacrato di botte da chi dovrebbe tutelarci e sorvegliare sulla nostra sicurezza, da chi dovrebbe mantenere l'ordine!!!


    Chi l'ha ridotto così deve pagare!!! Il fatto che indossino una divisa non li rende "intoccabili"!!!

    Sono completamente d'accordo! Non è raro trovare gente che approfitti della propria autorità, è una cosa orribile!! Non ci si può nemmeno più fidare di chi dovrebbe darci sicurezza...


    xxx
    simo
     
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  4. -Bea
     
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    Stefano Cucchi sarebbe stato picchiato da almeno due agenti di polizia penitenziaria mentre era nella cella del palazzo di Giustizia di Roma, in attesa del suo processo per direttissima. È la testimonianza, secondo quanto riferiscono alcuni quotidiani, resa ai magistrati da un immigrato clandestino di 31 anni, arrestato il 15 ottobre per stupefacenti. Sarebbe lui il testimone che il 3 novembre ha raccontato al pm Vincenzo Barba il pestaggio di Stefano Cucchi. Secondo il racconto dell'avvocato di S.Y., Francesco Olivieri, il 16 ottobre il suo assistito è in una delle celle del palazzo di Giustizia, in attesa del processo. Di fronte alla sua c'è quella in cui viene rinchiuso Cucchi. È attraverso lo spioncino della sua cella che «in tarda mattinata» S.Y., allarmato dalle «grida» che sente, si affaccia e vede due agenti di polizia penitenziaria picchiare Cucchi che, uscito di cella per andare in bagno, non voleva più tornare in camera di sicurezza. Secondo il racconto del detenuto, che oggi si trova al Regina Coeli, Cucchi sarebbe stato colpito prima con due manrovesci che l'hanno gettato in terra, poi preso a calci mentre era steso sul pavimento. Infine trascinato in cella dagli agenti. Dopo i processi per direttissima, S.Y. e Stefano Cucchi vengono sistemati nella stessa cella. Qui, S.Y. avrebbe visto i lividi che gonfiano il volto di Cucchi. Infine, entrambi vengono portati al Regina Coeli, i polsi legati con le stesse manette. È in questo momento, sempre secondo quanto riferisce l'avvocato Olivieri, che Cucchi sussurra a S.Y.: «Hai visto questi bastardi come mi hanno ridotto?».
     
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  5. hachiko^^
     
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    Più leggo notizie su questa cosa e più mi si accappona la pelle... Non capisco cosa cavolo aspettano ad arrestere questi bastardi!!! Ah gia... Aspettano che altri detunuti muoiano massacrati di botte!!!
    Ci si indigna tanto quando vediamo i poliziotti americano che prenodono a manganellate la gente, quando veniamo a sapere che i solati torturano i prigionieri di guerra, ma quando questa m***a accade nel nostro paese, nessuno dice nulla... Qui c'è sempre il beneficio del dubbio... Che schifo... Che schifo!!!

    Aggiornamento

    "Botte in tribunale? Che orrore"
    Non può crederci il presidente De Fiore


    "Il pestaggio in tribunale di Stefano Cucchi aggiungerebbe orrore all'orrore". E' esterrefatto, il presidente del Tribunale di Roma Paolo De Fiore, all'idea che l'ipotesi possa corrispondere alla verità. A riferire le sue dichiarazioni è il "Messaggero", secondo cui De Fiore non riesce a credere che all'interno del Palazzo di giustizia possa essersi verificato un fatto simile.

    De Fiore ha voluto andare con i familiari di Stefano nei sotterranei, dove la mattina del 16 ottobre Cucchi, in attesa del processo, secondo la testimonianza di un detenuto sarebbe stato pestato. Insieme con il presidente c'erano il padre di Stefano, Giovanni, la sorella Ilaria e il senatore dell'Italia dei Valori, Stefano Pedica. "Auspico che possa essere creata una struttura ad hoc, per verificare le condizioni dei detenuti in entrata e in uscita dagli uffici di piazzale Clodio", ha detto De Fiore. Che, a tu per tu con i familiari, dice di essere vicino al dolore della famiglia.

    E' stata Ilaria a chiedere al presidente di conoscere i modi in cui si verifica il passaggio di custodia dei detenuti tra carabinieri e agenti di polizia penitenziaria. In particolare, Ilaria voleva sapere "di chi era il compito di accompagnare mio fratello in bango prima dell'udienza". Il testimone infatti ha detto che Stefano è stato pestato quando voleva andare in bagno.

    Ad arrivare fino alle camere di sicurezza è stato soltanto il senatore Pedica. Papà e sorella non sono arrivati fin là. Ed è lo stesso Pedica a descrivere la disposizione delle celle. "Quindici, disposte in fila su un solo lato, lungo uno sretto corridoio, non più di un metro e mezzo di larghezza. Di fronte, solo un muro bianco. All'interno delle celle, circa tre metri per tre, ci sono due panche, sulle quali possono sedere circa 12, forse 15 persone. Nelle celle, non ci sono finestre, ma su ogni porta uno spioncino quadrato, di circa 30 centimetri, che si può aprire solo dall'esterno".

    TgCom


    Edited by hachiko^^ - 12/11/2009, 13:23
     
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  6. Kate ~
     
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    E' una storia vergognosa! Ho visto le foto dell'autopsia, il corpo di questo ragazzo era a dir poco devastato!
    Cosa aspettano a processare e rinchiudere in cella chi ha commesso questo schifo?!
    Mi pare palese il fatto che sia stato massacrato di botte!

    Hai ragione Ale: ci si indigna quando i poliziotti americano prendono a manganellate la gente, quando i militari torturano i prigionieri di guerra ma poi, quando succede a casa nostra, nessuno dice nulla!

    Ma stiamo scherzando!?
     
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  7. -Bea
     
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    Ma poi io dico,quanti agenti ci saranno li dentro? E’ tanto difficile prendere i tabulati e scoprire chi era di servizio in quei giorni?!
    Ci sono 15 celle quindi non penso ci sia stato un via vai tipo supermercato.

    Ho proprio l’impressione che nei confronti di questa vicenda ci sia un finto interessamento,perché non è possibile che ancora non si sappia nulla.
    Volevo vedere se al posto di quel povero cristo moriva un poliziotto! Ribaltavano tutto fino a che non trovavano il responsabile.
     
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  8. Kate ~
     
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    CITAZIONE (-Bea @ 12/11/2009, 15:03)
    Ma poi io dico,quanti agenti ci saranno li dentro? E’ tanto difficile prendere i tabulati e scoprire chi era di servizio in quei giorni?!
    Ci sono 15 celle quindi non penso ci sia stato un via vai tipo supermercato.

    Ho proprio l’impressione che nei confronti di questa vicenda ci sia un finto interessamento,perché non è possibile che ancora non si sappia nulla.
    Volevo vedere se al posto di quel povero cristo moriva un poliziotto! Ribaltavano tutto fino a che non trovavano il responsabile.

    Vedrai che verrà tutto messo a tacere... piano piano, non ne parleranno più ed è una vergogna!
    Io sono convinta che chi di dovere sa sicuramente i nomi dei responsabili.
     
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  9. hachiko^^
     
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    CITAZIONE (Kate ~ @ 12/11/2009, 19:58)
    CITAZIONE (-Bea @ 12/11/2009, 15:03)
    Ma poi io dico,quanti agenti ci saranno li dentro? E’ tanto difficile prendere i tabulati e scoprire chi era di servizio in quei giorni?!
    Ci sono 15 celle quindi non penso ci sia stato un via vai tipo supermercato.

    Ho proprio l’impressione che nei confronti di questa vicenda ci sia un finto interessamento,perché non è possibile che ancora non si sappia nulla.
    Volevo vedere se al posto di quel povero cristo moriva un poliziotto! Ribaltavano tutto fino a che non trovavano il responsabile.

    Vedrai che verrà tutto messo a tacere... piano piano, non ne parleranno più ed è una vergogna!
    Io sono convinta che chi di dovere sa sicuramente i nomi dei responsabili.

    Si, e chi li copre è colpevole quanto chi ha commesso questo schifo!!!

    Aggiornamento 13.11.2009
    Cucchi, indagini anche sui medici
    Si sono contraddetti: dieci avvisi?
    image


    Si sta per allungare la lista degli indagati sulla morte di Stefano Cucchi. Oltre ai 2-3 accusati di omicidio preterintenzionale potrebbero aggiungersi soprattutto sanitari dell'ospedale Sandro Pertini, dove il geometra di 31 anni, arrestato per droga, è morto il 22 ottobre. Secondo la stampa si tratta di almeno una decina di persone che, durante le indagini, avrebbero fornito deposizioni contraddittorie.

    Due i filoni di inchiesta aperti dai pm Vincenzo Barba e Francesca Loy: il primo è quello relativo al presunto pestaggio subito da Cucchi; poi c'è il braccio dell'inchiesta relativo alle eventuali responsabilità del personale del Pertini. Due detenuti sostengono di avere saputo del pestaggio nei confronti di Cucchi in una cella del Tribunale, lo scorso 16 ottobre, quando il giovane comparve davanti al giudice per la convalida del fermo. Tra le loro deposizioni, comunque, sembra ci sia qualche discordanza: ecco perché la Procura potrebbe decidere di ascoltarli di nuovo in sede di incidente probatorio.

    I pm hanno anche ascoltato alcuni sanitari dell'ospedale dove è morto Cucchi, uno per uno e separatamente dalla commissione d'inchiesta sul Sistema sanitario nazionale, presieduta da Ignazio Marino. Tra i medici dei vari ospedali che a vario titolo hanno avuto a che fare con Cucchi, ascoltati in questi giorni in Senato dalla commissione, sarebbero emerse delle contraddizioni "in particolare in relazione alle lesioni del giovane" ha spiegato Marino. Una situazione che ha portato la commissione, ha aggiunto il senatore, "a secretare tutti gli atti fino alla conclusione dell'inchiesta. Abbiamo chiesto ai medici le condizioni di Stefano nel momento in cui è arrivato al Pertini e poi le sue condizioni cliniche fino al decesso. Abbiamo chiesto specificamente quali trattamenti sono stati effettuati sul ragazzo", anche in relazione al suo comportamento e alla sua alimentazione.

    La commissione ha inoltre nominato come suo esperto il professor Vincenzo Pascali, dell'ospedale Gemelli di Roma, che parteciperà agli esami sulla salma del trentunenne che sara' riesumata su disposizione della Procura di Roma. Anche gli indagati potranno nominare a loro volta dei consulenti per prendere parte agli accertamenti. Intanto, a difesa delle guardie carcerarie, è intervenuto il capo del Dap Franco Ionta. "Ho piena fiducia nell'operato degli inquirenti - ha detto -, ma nello stesso tempo stima e riconoscimento agli uomini della polizia penitenziaria".

    TgCom

    Edited by hachiko^^ - 13/11/2009, 09:26
     
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  10. -Bea
     
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    Si kate sicuramente, è impossibile che non si sappiano i nomi.

    Cioè quella della salma è bella eh! Ma porca t**ia, non potevano farli subito gli esami? Più passa il tempo e meno cose si vedono e i colpevoli rischiano di farla franca.
    Quanto lo vogliono martoriare ancora quel corpo?

    Onestamente il capo del Drap farebbe meglio a starsene zitto,perché non è proprio il momento di generalizzare spargendo lodi sugli agenti penitenziari. C’è un testimone ca**o, che fiducia hai?? Anche se Stefano avesse rotto le pa**e fino alla nausea,come fai a pestare uno che pesa 41 kg!!!???
     
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  11. Kate ~
     
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    CITAZIONE (-Bea @ 13/11/2009, 10:03)
    Si kate sicuramente, è impossibile che non si sappiano i nomi.

    Cioè quella della salma è bella eh! Ma porca t**ia, non potevano farli subito gli esami? Più passa il tempo e meno cose si vedono e i colpevoli rischiano di farla franca.
    Quanto lo vogliono martoriare ancora quel corpo?

    Onestamente il capo del Drap farebbe meglio a starsene zitto,perché non è proprio il momento di generalizzare spargendo lodi sugli agenti penitenziari. C’è un testimone ca**o, che fiducia hai?? Anche se Stefano avesse rotto le pa**e fino alla nausea,come fai a pestare uno che pesa 41 kg!!!???

    Chi indossa la divisa spesso, troppo spesso, pensa di essere onnipotente. Il fatto di essere un "uomo di legge" non da affatto il diritto di ridurre così un essere vivente!
    Anche se Stefano avesse, come dici tu, rotto i maroni non era di certo il caso di mettergli le mani addosso!

    Vedrete, andrà tutto a finire nel dimenticatoio perchè va sempre così, purtroppo.
     
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  12. hachiko^^
     
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    TgCom

    Cucchi,agente accusato:quali botte?
    "A Stefano abbiamo offerto il caffè"


    "Ma quali botte e quale pestaggio? A quel ragazzo abbiamo offerto anche il caffè, una sigaretta". Il riferimento è a Stefano Cucchi e a parlare è Nicola Minichini, uno dei tre agenti della polizia penitenziaria indagati con l'accusa di omicidio preterintenzionale dalla Procura di Roma. "Stava male - continua - e abbiamo chiamato il medico. Noi lo abbiamo preso in consegna e poi lo abbiamo dato alla scorta".

    L'agente continua così il racconto: "Dopo l'udienza, se l'era presa con i carabinieri che lo avevano arrestato". E affida queste parole al suo legale, l'avvocato Diego Perugini.

    Minichini, originario di Pomigliano d'Arco, in provincia di Napoli, è da circa 20 anni in servizio alle camere di sicurezza del Tribunale a Piazzale Clodio e respinge le accuse formulate dalla Procura.

    "Se c'è qualcuno che intende piantare chiodi e cercare un capro espiatorio, ha sbagliato, si scelga un'altra croce - dice il suo legale - E' fin troppo facile sbattere il mostro in prima pagina come è stato fatto per il mio assistito e i suoi colleghi. Questa vicenda è ancora all'inizio e si dovranno verificare molte cose: tanti particolari non tornano a cominciare dalle cause della morte di Stefano, al suo ricovero in ospedale. Ci sono molte zone di ombra a cominciare dal fatto che si è dato credito a un presunto 'supertestimone', alle parole di uno spacciatore nonché immigrato clandestino".

    Nel frattempo il supertestimone, S.Y., è stato scarcerato e, secondo quanto appreso da fonti giudiziarie, ora l'immigrato afircano, che era detenuto a Regina Coeli, è stato affidato a una comunità di tossicodipendenti, dove si trova agli arresti domiciliari. L'uomo era senza fissa dimora.

    La scarcerazione sarebbe stata adottata anche per il timore che l'immigrato, perdurando la detenzione a Regina Coeli, come scrivono i pm Vincenzo Barba e Maria Francesca Loy negli avvisi di garanzia consegnati agli agenti della penitenziaria accusati di omicidio preterintenzionale, poteva "subire pressioni psicologiche finalizzate alla ritrattazione ovvero al mutamento delle precedenti dichiarazioni".

    La testimonianza di S.Y. sarà assunta in incidente probatorio la prossima settimana. L'immigrato ha riferito di aver "udito e visto appartenenti alla polizia penitenziaria in divisa colpire Cucchi, nonchè raccolto le sue confidenze durante il tragitto dal Tribunale a Regina Coeli".
     
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  13. hachiko^^
     
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    Cucchi, "macchie rosse sui jeans"
    Richiesto test Dna, salma riesumata


    Ci sono macchie rosse, forse di sangue, sui pantaloni di Stefano Cucchi, il 31 anni morto il 22 ottobre scorso a Roma in circostanze da chiarire. Saranno esaminati i jeans che indossava il 17 ottobre scorso quando fu ricoverato nell'ospedale Sandro Pertini, perché la procura di Roma vuole accertare se quelle tracce siano effettivamente ematiche e se appartengano a Cucchi, tramite test del Dna. La sua salma sarà riesumata il 23 novembre.

    L'indumento, che si trovava ancora all'ospedale e che non era stato restituito ai familiari del geometra 31enne deceduto il 22 ottobre, dopo essere stato arrestato per detenzione di droga, sarà analizzato dalla professoressa Carla Vecchiotti, medico legale della Sapienza.

    Accertare le cause della morte
    La procura ha chiesto di accertare quando il giovane è morto e le cause del decesso, eventuali lesioni sul corpo e quando sono state procurate per chiarire se ve n'erano di pregresse. I magistrati vogliono sapere anche se durante il ricovero al Pertini il paziente è stato curato con tempestività ed adeguatamente, e se è stato infromato correttamente. Se il comportamento del personale sanitario può aver contribuito alla morte. All'accertamento prenderanno parte anche consulenti dei sei indagati: tre agenti penitenziari e tre dipendenti del Sandro Pertini.

    Prima dell'arresto stava bene: andò in palestra
    Prima di essere arrestato dai carabinieri, Stefano Cucchi stava bene. Quattro ore prima di finire in manette per spaccio di droga, si trovasse in una palestra del quartiere Anagnina per un allenamento (pesi e tapis roulant). Lo prova il badge di presenza nel centro sportivo acquisito dai legali della famiglia assieme ad un certificato medico di sana e robusta costituzione del 3 agosto. "Era magro - hanno dichiarato i responsabili della palestra - ma anche molto forte. Non avrebbe potuto svolgere esercizi se avesse avuto acciacchi fisici".

    Trovato un kg di hashish a casa di Cucchi
    Intanto i genitori di Stefano Cucchi hanno trovato 925 grammi di hashish e 133 di cocaina in un loro appartamento in ristrutturazione a Morena, alla periferia di Roma, spesso utilizzato dal giovane quando non dormiva a casa. La droga era all'interno di un armadio. La famiglia ha comunicato il ritrovamento alla procura che ha incaricato la polizia di sequestrare gli stupefacenti.
     
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  14. hachiko^^
     
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    Autopsia su Cucchi,lividi sul corpo
    Il teste: "Mi disse che fu menato"


    Una profonda ferita circolare, aperta, sul polpastrello del pollice della mano sinistra e tante piccole ferite simili tra i capelli, sulle ginocchia, sulla gamba destra che sembrano bruciature di sigaretta. Sono alcune delle foto del corpo di Stefano Cucchi scattate durante l'autopsia. Sotto il labbro superiore presente un grande livido. "Mi hanno menato questi stronzi", è quanto avrebbe detto Cucchi a un teste, originario del Gambia.

    Le foto del volto in primissimo piano, oltre a quei profondi segni blu-rosso-viola intorno agli occhi, mostrano un grande rigonfiamento tra la palbebra sinistra e il sopracciglio e fanno vedere chiaramente l'osso del naso che sembra fratturato ed ecchimosi sulla mascella e sul collo. Lividi, segni rossi e macchie si vedono anche sulle anche, in particolare quella destra. Un corpo praticamente scarnificato, dove sono evidenti almeno tre tatuaggi: uno grande sul braccio sinistra, uno sulla gamba destra ed uno sul fianco destro. Macchie rosastre, lividi ed ecchimosi blu del possibile pestaggio si mischiano a quelle del cosiddetto ''post mortem''.

    Trasferiti i tre medici indagati
    Sono stati trasferiti i tre medici dell'Ospedale Sandro Pertini coinvolti nelle indagini sulla morte di Stefano Cucchi. Lo ha reso noto Flori Degrassi, direttore generale dell'Asl Roma B, dal quale dipende il reparto penitenziario dell'ospedale romano. I medici trasferiti sono il primario Aldo Fierro, responsabile del reparto penitenziario, e i medici Stefania Corbi e Rosita Caponetti. I tre avevano ricevuto un avviso di garanzia per omicidio colposo, perché accusati di aver omesso le dovute cure sanitarie a Stefano Cucchi.

    "Mi hanno menato questi stronzi''
    Lo avrebbe detto Stefano Cucchi in una delle confidenze che il testimone 31 anni originario del Gambia, sostiene di aver avuto dal geometra romano il 16 ottobre scorso quando entrambi si trovavano nel tribunale di Roma per la convalida dei loro fermi. La frase è contenuta nella testimonianza resa a verbale ai pubblici ministeri che indagano sul decesso avvenuto il 22 ottobre nell'ospedale Sandro Pertini.

    Sabato l'incidente probatorio
    Sabato prossimo davanti al gup del Tribunale di Roma, Luigi Fiasconaro, si terrà l'incidente probatorio durante il quale si assumeranno le dichiarazioni del testimone oculare, un senegalese agli arresti domiciliari in una comunità di tossicodipendenti, del pestaggio ai danni del giovane.

    Il teste: "Erano tre, non carabinieri"
    "Erano in tre a picchiare, ma non carabinieri". E' quanto dichiarato il 3 novembre scorso ai pm romani che indagano sulla morte di Stefano Cucchi dal cittadino del Gambia, S.Y., detenuto per droga in una struttura di assistenza per tossicodipendenti e principale testimone dell'inchiesta. Il verbale di assunzione di informazioni, di 29 pagine, è stato redatto con l'assistenza di un interprete. E proprio alcune difficoltà di traduzione sono state incontrate dagli inquirenti nel corso dell'atto istruttorio tanto da dover far ripetere più volte alcune circostanze relative alla ricostruzione dei fatti. S.Y. è il detenuto che, insieme con Cucchi, il 16 ottobre scorso si trovava in una delle celle di sicurezza del tribunale di Roma per l'udienza di convalida del fermo.

    All'inizio del suo colloquio con i pm, il teste - si legge nel verbale - afferma di non ricordare che lui e Cucchi furono ammanettati insieme prima di essere portati a Regina Coeli, poi confonde la data del 16 ottobre con quella del 18, alla fine ricorda di essere stato con Stefano nella stessa cella. "Era magro - afferma - la faccia carina, il cappuccio in testa". Quindi l'extracomunitario parla delle prime parole scambiate con l'italiano: "Lui dire me - traduce l'interprete - se ho droga, io dire 'no, non ce l'ho', e lui dire 'io ce l'ho dentro'". Descrivendo le modalità della presunta aggressione a Cucchi, S.Y. inizialmente afferma: "l'hanno aggredito, gli hanno dato un calcio... carabinieri...". Poi, a domanda se siano stati i militari dell'arma, risponde: "no - traduce l'interprete - gli accompagnatori... quindi sarà la penitenziaria".
     
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13 replies since 10/11/2009, 08:57   205 views
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