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» Je..
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Ecco, questa OS non è mia, ma di una mia cara amica (ilaria,) ci tenevo a postarla perchè è stupenda.
Buona lettura.Time
Il tempo è un qualcosa di contraddittorio. Veloce, lento, complice, pericoloso. Ma questi sono punti di vista.
Quel che invece è certo, è che il tempo è irreversibile. E non ci sono mezzi termini.
Una volta trascorso, non può più tornare indietro.-
Due ragazzi, due gemelli, un aeroporto.
Il gemello biondo mostra le spalle alla pista di decollo, stando di fronte al ragazzo moro in lacrime.
-Bill, stai tranquillo... tornerò.- Era il biondo a parlare, con una nota di pianto nella voce. Bill non parlava, scosso da irrefrenabili singhiozzi.
-Tom...- l’unica parola che le sue labbra pronunciavano era il nome di suo fratello.
Bill aveva così tante cose da dirgli, ma era come se tutte le frasi si ingarbugliassero e gli morissero in gola.
Si gettò tra le braccia di Tom, si avvinghiò a lui e iniziò a piangere più forte. Dal canto suo, il biondo, non capiva il perché di quello strano comportamento del gemello, ma non perse altro tempo e lo strinse forte a sé, avvolgendolo sotto la sua felpa.
Rimasero in quella posizione per una decina di minuti, senza parlare. Bill aveva continuato a piangere e Tom l’aveva cullato, accarezzandogli la schiena con movimenti lenti delle mani.
-Ultima chiamata per il volo diretto a New York, volo 43751, binario A8-
Una voce metallica li fece sussultare entrambi.
Il moro si sfilò velocemente dalla stretta del fratello, ponendoglisi davanti in maniera composta, forse anche troppo.
In una frazione di secondo strinse le mani di Tom tra le sue, lasciando scivolare un foglio piegato su se stesso, tra quelle del biondo. Quest’ ultimo alzò il sopracciglio, sorpreso e incuriosito, e fece per spiegare il pezzo di carta.
Ma fu subito bloccato da Bill, che ora era di nuovo sul punto di una crisi di pianto.
-Voglio che...che tu la legga quando...- fece fatica a continuare -...quando sarai su quel volo.-
concluse poi quasi disgustato facendo un cenno affrettato verso l’aereo, al di là dell’opaco vetro dell’edificio.
Tom guardò Bill, titubante, ma ormai era ora.
Annuì lentamente, continuando a fissare gli occhi del gemello. Passarono pochi secondi, che ad entrambi sembrarono una vita.
-Devo andare...- sussurrò Tom all’improvviso -...Ciao Bill...-
-Addio Tom.-
Il moro scappò via, lasciando il gemello immobile e non del tutto pronto a partire.
Ma non c’era tempo per le spiegazioni, non più. Ne avevano sprecato tanto, e adesso, quello che era rimasto, non bastava.-
Nonostante tutto, Tom partì. Quel viaggio era necessario per lui.
Sarebbe tornato, prima o poi. Cercava di convincersi che sarebbe stato così. La verità era un’altra.
Stava scappando, forse troppo lontano, ma alla fine che importava?
L’aereo era pieno, non c’erano sedili liberi, forse un paio o giù di lì, e riuscì a prendere un posto vicino al finestrino. Non che lo eccitasse l’idea di volare sopra le nuvole, ma aveva bisogno di poter guardare l’azzurro tutt’intorno, gli dava la certezza che, New York o Berlino che fosse, loro sarebbero stati sotto lo stesso cielo.
Aspettò il decollo, dopo di che, quando tutti iniziarono ad interessarsi ai fatti propri e a vagare per l’aereo, Tom decise di aprire il foglio che aveva tenuto ripiegato nella tasca della felpa.
Accese l’iPod e avviò la riproduzione casuale.
Gone too soon - Michael Jackson
Cercò di ricordare quando avesse caricato quella canzone, ma poi si accorse che quella era la cartella musicale di suo fratello.
La canzone iniziò, e lo sguardo di Tom si perse tra le righe scritte elegantemente a mano da Bill.
Ciao Tom,
stai leggendo. Suppongo tu sia già in volo.
E se così è, allora sono in volo anche io. Anche se credo che il mio sarà leggermente più breve...
Si, hai capito bene.
Ho deciso di scriverti questa lettera per spiegarti il motivo della mia scelta.
Ti amo, Tom .L’ho sempre fatto. Ma questa sarà la prima ed anche ultima volta che te lo dirò.
Ho cercato di fartelo capire in vari modi e occasioni, ma tu sembravi non capire. O forse non volevi capire.
Questo non lo so, so solo che io ti amo e tu non ami me. Sto male. Tanto.
Non voglio continuare a vivere questa vita. Diciannove anni sono stati anche troppi.
Lo so, adesso sarai stupito da queste mie parole, magari anche disgustato...ma io non posso farci niente. Dovevo dirtelo.
Dovevo spiegarti come mai, se un giorno tu fossi tornato a casa, non avresti trovato il tuo fratellino.
Bene, ora lo sai. Posso anche togliere il disturbo.
Ah, aspetta, prima vorrei chiederti un’ultima cosa...getta uno sguardo fuori dal finestrino, adesso, magari mi vedi (:
Ehi...non piangere fratellone! Sii felice, e scusami.
Buona Vita, Tom. Vivila anche per me.
Tuo per sempre, Bill.
“Like a sunset, dying with the rising of the Moon...gone too soon.”
Nell’udire quelle ultime parole della canzone, in un qualche modo, la paura nata e cresciuta nel cuore di Tom durante la lettura, si concretizzò.
Rimase immobile, le labbra socchiuse, e forse lo spazio non bastava per far entrare l’aria che il biondo cercava di respirare. La lettera scivolò dalle sue mani, posandosi lentamente sulla moquette blu scuro dell’aereo.
Inconsciamente iniziò ad ansimare, in preda ad una crisi isterica.
Gettò l’iPod sul sedile vuoto di fianco a lui, le mani aggrappate disperatamente alla fascia di spugna che aveva intorno alla testa, i gomiti conficcati nelle ginocchia, ed un’espressione di terrore puro dipinta sul volto, ormai prossimo al bianco di un marmo.
Aveva capito, aveva capito in cinque minuti ciò che invece avrebbe dovuto capire fin dalla sua nascita.
Bill lo amava e…sì cazzo, Tom amava Bill. Era per questo che scappava. Era innamorato, ed aveva paura di non essere corrisposto. Ironico eh?
Tempo scaduto. Game over.
Il tempo va per i fatti suoi, scorre; non si ferma di certo ad assecondare le menti ottuse e contorte di due adolescenti. Segue la sua strada, va. Legge della relatività? Ma fanculo Einstein. Il tempo è quello che è. Il resto è tutta un’illusione. E quest’illusione serve solo a fregare la gente. A quanto pare funziona.
Ognuno crede di poter controllare il tempo.
Bill, Tom. Avevano sbagliato entrambi. I due gemelli erano convinti di avere tutto il tempo di questo mondo. Bill aveva esitato, aveva aspettato troppo; Tom invece non ci aveva provato affatto, aveva preferito scappare dalla presunta dura verità. Ma alla fine, di dura verità, ce n’era solo una: Bill non c’era più, Tom con tutti i suoi rimorsi, sì.
Il tempo aveva fatto la sua parte.
Freddo, distaccato, era trascorso normalmente, dando però prova della sua presenza.
Il tempo non è una semplice cornice nelle nostre vite.
E’ uno dei protagonisti principali. Non interviene, resta a guardare, ed è questo che lo rende pericoloso.
Purtroppo ci si rende conto degli errori commessi solo quando ormai è troppo tardi per poter rimediare.
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*°Nicky°*.
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Oddio...Se, se la tua amica avesse partecipato al concorso "Se fossi..." avrebbe vinto sicuramente!
E' splendida, triste...non ho più parole!
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» Je..
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Vero? Anche a me piace tantissimo, lei dice che fa schifo >-< . -
TokioLù.
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QUante tristi verità...
Molto bello..si...bello, semplice e diretto...
Cavolo, sono senza parole...uffa!
Complimenti!. -
. Scusate eh ma...
Questa os è bellissima, la parte in cui viene descritta la reazione di Tom è riuscita a trasmettermi tutta l'angoscia che ha provato lui, come se ce l'avessi davanti a me...
La fine poi, quella parte che parla del tempo è così vera...
Je fai i complimenti alla tua amica, è stupenda! ^^. -
» Je..
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Ila ringrazia tutte(: . -
Lady Rock!.
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mi è piaciuta molto la descrizione sul tempo .
Time. |
