Copenaghen, mille arresti

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  1. Kate ~
     
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    Da Libero.it

    Domenica di pausa a Copenaghen



    COPENAGHEN - Domenica di pausa al Bella Center. La sede del 15/o vertice Onu sul clima oggi è chiusa. La conferenza si ferma. Ma si continua ugualmente a lavorare con incontri informali e riunioni bilaterali. Martedì già ci potrebbe essere un nuovo testo della presidenza danese che dovrebbe dare più chiarezza e definire meglio i contorni del testo base sul quale i ministri da martedì dovranno confrontarsi ufficialmente. Ore quindi di rapporti serrati in attesa, a metà della prossima settimana, dell'arrivo dei capi di stato e premier. Per l'Italia, ad accelerare i tempi, è stato il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, che, al suo arrivo al vertice, ieri, ha detto che "nella partita ci siamo dentro e lotteremo perché il testo sia più equo possibile". Intanto oggi, tra le manifestazioni attese, i 350 rintocchi di campane in contemporanea alle 15.00 ora locale per ricordare al mondo dove fermare il tasso di anidride carbonica.

    Ieri la grande manifestazione, quasi mille arresti



    Il popolo del clima in piazza a Copenaghen. Una manifestazione imponente da 30 mila persone, ha detto la polizia. No, siamo in 100 mila, hanno detto i manifestanti. Tre ore di marcia per chiedere ai capi di stato (attesi nella capitale danese alla fine della prossima settimana) 'giustizia climatica'. E anche scontri tra polizia e Black Bloc con quasi mille arresti. Gli agenti mobilitati erano oltre 7 mila. Dovevano garantire il regolare svolgimento di quello che è stato un corteo pittoresco e allegro. Che però è stato turbato da episodi definiti isolati dalle stesse forze dell'ordine, portati avanti dai famigerati black bloc che non hanno perso l'occasione di provocare incidenti. Secondo quanto ha reso noto la polizia in serata, sono state 968 le persone fermate dagli agenti, quasi la metà dei quali proprio 'black bloc'. Quasi tutti sono stati rilasciati nella notte. Solo 13 manifestanti si trovano ancora in stato di fermo, detenute nel centro speciale di Retortvej, istituito in occasione della conferenza. Tre di loro, due danesi e un francese, compariranno oggi davanti ad un magistrato per rispondere dell'accusa di violenza a pubblico ufficiale nei confronti di alcuni agenti di polizia.

    Molti, stando alla polizia, sono stranieri. Resta incerta la sorte di un centinaio di dimostranti che, secondo gli organizzatori della manifestazione in serata erano ancora trattenuti in strada "con le manette ai polsi nonostante il freddo intenso". Per questo, gli organizzatori di Climate Justice for Action (Cja), in un comunicato accusano la polizia danese di "violazione dei diritti umani" e di avere effettuato arresti in modo "indiscriminato". Nei tafferugli, un agente è stato colpito da una pietra in volto e un dimostrante si è ferito nel tentativo di far esplodere un petardo. Tante le vetrine infrante. Sassi scagliati contro le finestre e oggetti contro la polizia sono comparsi in mezzo a palloncini colorati, salvagenti che accerchiano palloni del pianeta terra, panda giganti e orsi polari che soffrono il caldo con in testa una fiamma, carrozzine, bambini e famiglie. Una selva di cartelloni con gli slogan più diversi sono stati agitati dai dimostranti: 'Non siamo un Pianeta di serie B', e ancora 'la natura non e' un compromessò. Per tutti una sola richiesta: 'giustizia climatica' e no alle parole inutili. 'Bla..bla..bla, agire ora' scrivono i no global sui cartelli portati a spalla per un percorso lungo sei chilometri.

    La manifestazione è partita intorno alle 13.00 quando i primi gruppi di manifestanti hanno cominciato ad affluire a grosse ondate sulla piazza del Parlamento danese, davanti al Christianborg Castle. Un palco ha ospitato alcuni rappresentanti dei 516 gruppi provenienti da 67 Paesi che hanno organizzato la maxi-mobilitazione. Da lì è partito l'incitamento a credere nei diritti ad avere un accordo sul clima. Dal palco è venuto il calore per muovere i primi passi verso il Bella Center, sotto un cielo limpido per la prima volta in sei giorni, ma con una temperatura pungente che fa male a mani, naso e piedi. Ma si parte. Intorno alle 14:30 il corteo si muove. Davanti alla meta del Bella Center - oggi trasformatosi in un vero e proprio 'bunker' - tanto è grande il cordone di sicurezza che é stato predisposto per proteggere la sede del vertice Onu sul clima, il 15/o.

    Lungo la strada poliziotti ovunque. Camionette e ambulanze fanno da cornice. A un tratto da questa marea pacifica è partito un tiro di sassi contro la Banca Nazionale e il ministero degli Esteri, il lancio di una molotov, oggetti scagliati contro la polizia. Compaiono i temuti black bloc, i tattici della protesta incappucciati e vestiti di nero. La polizia è pronta, li isola. Un intero gruppo di circa 200 persone è rimasto dal primo pomeriggio fino a tarda sera sorvegliato a vista da una lunga catena di uomini delle forze dell'ordine, messo alle strette e bloccato tra i palazzi e le camionette che facevano da scudo verso il resto della città. I manifestanti ritenuti più violenti sono stati ammanettati e fatti sedere sull'asfalto in fila, uno accanto all'altro. Nessuno ha dato in escandescenza. Tutto ciò mentre il corteo pacifico proseguiva la sua marcia verso il Bella Center. Il muro di poliziotti ha fermato i manifestanti ad almeno un quarto d'ora a piedi dalla sede del vertice. La polizia ha comunicato successivamente di avere attuato una "manovra a tenaglia" per fermarli. Una veglia con candele guidata dal premio Nobel vescovo Desmond Tutu, ha chiuso la giornata.
     
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0 replies since 13/12/2009, 13:16   13 views
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