Fresia

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  1. Fee1702
     
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    Fresia



    Ciao.
    No, non ti lascerò fiatare, so che, anche se non puoi, mi riempiresti di parole.
    Cazzo Bill! Ma perché nessuno si è mai preso la briga di tapparti quella dannata bocca?! Lo so sai, che tuo fratello lo farebbe di continuo, lo vedo che ti guarda con occhi esasperati quando inizi a gesticolare e arricciare il naso, annunciandoci che uno dei tuoi monologhi è in partenza.
    Gustav sta zitto e si infila le cuffie nelle orecchie, Georg scrolla le spalle e ci ride su, tutti sono incapaci di fermarti. Ed io?! No, eh no caro mio, io non ti ho mai permesso di farmi arrivare alla sera con il mal di testa. Perché io me ne fotto se hai i capelli fuori posto, se ti si è scheggiata la french. E no, non guardarmi con quegli occhi, non ci casco, non ci sono mai cascata e non lo farò nemmeno adesso… nemmeno adesso.
    Ti sbagli, so cosa vorresti chiedermi, ma ti rispondo subito: Non sto piangendo! Non mi viene nemmeno da farlo! Sono forte io, cosa credi? Non sono come te, che se avessi posseduto anche solo la metà della mia forza, a quest’ora sarebbe tutto diverso.
    Già, tutto dannatamente diverso.
    Oh ma smettila! Cosa c’entra questo ora?
    Non ho voglia di ridere, eppure non posso farne a meno, lo ricordo anche io e so che tu ci stai pensando a tua volta.
    E’ vero lo ammetto, eravamo buffi assieme.
    Ricordo quel poliziotto che ti squadrava da capo a piedi. Quando ci disse di seguirlo, non seppi se lo fece davvero perché voleva punirci per atti osceni in luoghi pubblici o perché sperasse che tu ti rivelassi il gay che tutti, tranne me e chi ti conosce bene, credono tu sia.
    Che idioti, non riuscimmo a fermarci, sapevamo benissimo che ci avrebbero visto, ma non ci importò. Non ci importava mai di niente quando eravamo noi due.
    Quelle scariche elettriche che provavo ogni volta che ti vedevo, le sento tutt’ora e non c’era altro modo di fermarle, se non averti mio, sentirti dentro di me, sentire il tuo profumo invadere le mie narici. Era fresia, era il profumo di quel fiore, niente poteva metterlo in dubbio. Tu lo hai sempre negato ma lo so che per te era la stessa cosa, ogni volta ti rivestivi e mi guardavi con sufficienza, come insoddisfatto e te ne andavi.
    Ma a chi volevi darla a bere?
    Non a me.
    A me che riuscivo a zittirti a dispetto di tutti, che non sopportavi l’idea di essere totalmente dipendente da una testa di cazzo come la mia. A me, che per avermi, hai dovuto mettere in discussione tutto, il tuo orgoglio per primo, in particolare quella sera in cui ti giurai che me ne sarei andata se non mi avessi parlato chiaro e sapevi che l’avrei fatto.
    Ti costrinsi a farlo lì, davanti a tutti.
    Non mi fermò il fatto di essere piombata nel mezzo di una cena tra schifosi vip con rispettivi manager e essermi guadagnata lo sguardo seccato e incredulo di tutti, quando ti confessai di essermi finita un pacco di sigarette in mezza serata e averci riflettuto.
    Ti dissi che non avevo più voglia di sentirmi un’estranea nel tuo letto e che se avessi voluto continuare a trattarmi in quel modo ti saresti potuto scordare di me in quell’istante.
    Sarei sparita e lo avrei fatto davvero, ma del resto sapevo di avere il coltello dalla parte del manico.
    Non mi avresti lasciata andare, già lo sapevo.
    Perché gli occhi che hai con me non li hai con nessuno.
    L’amore che fai con me, non lo fai con nessuno.
    Capire come ti capisco io, non ti capisce nessuno.
    Ti vidi in difficoltà e piegai le labbra in un sorriso soddisfatto, avrei vinto, ti avrei sconfitto e così fu.
    Mi prendesti per un braccio per allontanarmi, ma sarebbe stato troppo facile.
    Mi sedetti per terra a gambe incrociate e braccia conserte, non curante dei tuoi sguardi imploranti e delle espressioni sconfortate dei presenti in quel ristorante lussuoso. Mi venne da ridere quando tuo fratello si portò le mani alla faccia e scosse la testa, anche lui sapeva che non mi sarei mossa di lì.
    Volevo che tu lo dicessi al mondo intero, volevo che tutti sapessero che tu, senza di me, non ce l’avresti fatta.
    E fu così che andò.
    Mi alzasti di peso, tirandoti a te, pieno di rabbia, tuffando i tuoi occhi nei miei, cioccolato e menta.
    Mi chiedesti di non andarmene, sibilando, mi dicesti che ne avremmo parlato con calma ma che non volevi che me ne andassi.
    Ed io ancora, insistetti: “Perché?” Ti sfidai, per niente intimorita dal tuo sguardo severo.
    “Perché ti amo, stronza”. Poi le tue labbra sulle mie, a divorarmi, le tue unghie nelle mie braccia, a graffiarmi ed io a sorridere sulla tua bocca, felice come mai prima e di nuovo, il mondo scomparve.
    Non c’era più nessuno intorno a noi, solo tu ed io, come sempre. Quello che successe dopo non mi scalfì, non rovinò quel momento. La sicurezza mi buttò fuori, come doveva essere e tu non li fermasti, anzi, sorridesti, era la tua piccola vendetta.
    Sorrisi anch’io, te l’avrei fatta pagare a modo mio poco dopo, nel mio letto.
    Nessuno riusciva a capacitarsi di una storia del genere, una storia che di convenzionale non aveva niente, se non il fatto che lo fosse a tutti gli effetti, nonostante nessuno, tranne noi, ci credesse..
    A me di quello che pensa la gente non me ne è mai fregato un cazzo e neanche adesso, mentre un sacco di persone mi stanno guardando credendomi pazza. Non sanno che tu mi stai ascoltando davvero.
    Ti vedo sai, è inutile che alzi quel cazzo di sopracciglio! Non è colpa mia, mi hanno costretto a vestirmi di nero e a mettere qualcosa di serio. Fosse per me sarei in short e converse, come sempre.
    Mi hai già sfidato una volta, non credendo che sarei stata capace di indossarli anche a teatro, alla prima di quel musical del quale nemmeno ricordo il nome, ci venni solo per vestirmi così e ridere delle facce delle persone, quindi non osare farmi una paternale per questi cosi neri che ho addosso.
    Ed ora che fai? Te ne vai addirittura? Ma perché?
    Non ti allontanare! Non ho finito di parlarti..
    E dì a tuo fratello che mi tolga le mani di dosso! Mi sta impedendo di venire a prenderti per i capelli, ascoltami Bill! Cazzo, ascoltami…
    Niente, te ne sei andato… maledico Tom per avermi fermato e rimango qui, seduta con le braccia intorno alle ginocchia a dondolare e sperare che sia tua a cullarmi, tornato a posta per me, perché io non avevo ancora finito di dirti tutto, non avevo finito di dirti che mi manchi razza di stupido, che stavolta sono io a dover ammettere che, senza di te, non ce la faccio, che sì, sto piangendo! Hai vinto.
    Fanculo Bill, io non ti perdono.
    Non ti perdono perché con me hai sempre lottato per vincere, mentre quello schifo che ti portavi dentro, che ti distruggeva la gola, non l’hai sconfitto.
    Non ti perdono perché mi hai lasciata sola e perché per la prima volta in tutta la mia vita mi sento schifosamente debole, debole come non sono mai stata.
    Non ti perdono perché adesso, mentre qualcuno ti starà riponendo in uno squallido buco per terra, anche se ti dicessi “ti amo” non lo sentiresti.
    Non ti perdono, perché non riuscirò mai a perdonare me stessa per non avertelo mai detto.
    Adesso si è fatto tardi ed è meglio che me ne vada, sono rimasta sola, sono tutti intorno a te. Io non ci sono venuta, non guarderò mentre piangono il fatto che tu non ci sia più.
    Perché non è vero un cazzo, là dentro c’è il tuo corpo, ma tu ci sei, sei qui, vero?
    Sento una leggera brezza farmi rabbrividire ed un profumo vagamente riconducibile alla fresia inebriarmi.
    Sì, ci sei…
    Sorrido appena e mi appresto ad andarmene.
    Sento il suono di alcuni violini provenire dal cimitero.
    Illusi, non sanno che avresti voluto il piano, non mi hanno creduto, per colpa tua che non hai mai confessato a nessun altro che amavi quello strumento, solo perché non eri capace di suonarlo.
    Ma sai, ne ho comprato uno qualche giorno fa, mi ci è voluto uno stipendio, ma non importa.
    Ogni sera prima di andare a dormire lo suonerò per te ed avrò sempre una fresia sopra di esso.
    Tu sarai di fianco a me, come allora ed il mondo ne resterà all’oscuro, come è sempre stato.
    Nessuno ha creduto in noi e allora nessuno ti vedrà più, tranne me, l’unica che può ritrovarti tramite queste piccole cose.
    Allora ciao Bill, non posso nemmeno dirtelo in faccia perché mi hanno tolto quella tua fottuta foto da davanti agli occhi e Tom non mi ha permesso di raggiungerla, allora mi accontento di dirlo al vento, tu lo capirai. Lo faccio come te, senza preamboli, cristallina, come piace a te:
    Ti amo, stronzo.
     
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  2. Kate ~
     
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    Oddio Vale... è meravigliosa questa OS. E triste...

    Leggendo questo pezzo

    CITAZIONE
    Perché gli occhi che hai con me non li hai con nessuno.
    L’amore che fai con me, non lo fai con nessuno.
    Capire come ti capisco io, non ti capisce nessuno.

    mi è venuta in mente "Oughtta know" di Alanis Morissette.

    Bellissima, davvero. Non mi aspettavo quel tipo di finale, leggendo le prime righe. E' un pezzo molto incisivo, scritto bene e scorrevole.
    Si riescono quasi a vedere le immagini che descrivi, chiare e tonde, davanti agli occhi.

    Complimenti, davvero!
     
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  3. Fee1702
     
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    Ma grazie pata *____________*
     
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  4. $torta in der holle
     
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    allora..che dire..
    una sola lacrima è scesa del tutto..tutte le altre ho dovuto trattenerle perchè ci sono i miei al mio fianco e quindi mi avrebbero persa per scema, se mi avessero visto piangere sconvolta davanti al computer..
    mi hai emozionato veramente, veramente tanto..
    nel tuo scritto ho sentito la rabbia, la sottile tristezza..
    ho sentito tanto amore..
    amore verso qualcuno che si ha amato e che ora non appartiene più a noi, o almeno in parte, e alla folla..
    perchè le persone davvero speciali rimangono, anche quando il corpo loro ci abbandona..
    ogni parola è stata tradotta in un sentito film..
    mi hai veramente emozionata.. veramente tanto..
    bravissima.. *-*
     
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  5. Fee1702
     
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    Grazie a te, davvero. Mi hai commossa T_T
     
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  6. $torta in der holle
     
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    quella che piangeva davanti allo schermo ero io..XD
    sei tu che mi hai commossa..^^
     
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  7. Lady Rock!
     
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    amo il carattere della protagonista.
    nella sua apparente forza velata da una follia adorabile, divertente, mentre racconta i momenti passati insieme a lui... per poi tramutarsi nella tipica follia della disperazione... quel tipo di follia che solo la morte puo' portare... follia che ti isola dal resto del mondo... quel dolore così intenso da confonderti la mente, da non sapere più dove inizia la ragione e dove finisce la follia... e viceversa...

    CITAZIONE
    Ogni sera prima di andare a dormire lo suonerò per te ed avrò sempre una fresia sopra di esso.
    Tu sarai di fianco a me, come allora ed il mondo ne resterà all’oscuro, come è sempre stato.
    Nessuno ha creduto in noi e allora nessuno ti vedrà più, tranne me, l’unica che può ritrovarti tramite queste piccole cose.

    follia che poi tanto follia non è... penso che tra la ragione e la follia il filo che li divide sia molto sottile.
    mi piace l'ultima frase perchè penso che racchiuda il tutto. il punto è che la gente considera folle colui che crede fermamente in un qualcosa a loro invisibile, inspiegabile. ed è proprio per questo che loro non vedono, perchè non credono. perchè non riescono ad andare oltre il loro buco del cul*... preferiscono aggrapparsi alle cose materiali e a tutto ciò che è concreto, scientifico, razionale...
    mi è piaciuta, è carica di rabbia e sofferenza e soprattutto, elemento fondamentale, follia.
    nell'ultima parte mi ha trasmesso angoscia... anche se devo dire che la morte mi da questo senso di vuoto, di "pesante", nello stomaco.
    mi piace molto anche lui, hanno tutti e due un bel caratterino, anche se purtroppo l'orgoglio non li ha portati da nessuna parte, se non a sottrargli tempo per amarsi.
     
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6 replies since 25/12/2009, 19:19   160 views
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