Evangeline

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  1. Kate ~
     
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    Premessa: questa è una OS che ho scritto per un Contest in occasione di San Valentino ^^

    Evangeline



    Chiusa in un mondo che non le apparteneva più, Evangeline fissava un punto non definito da dietro una finestra sporca. Erano giorni che si riprometteva di lavarla perché quel vetro era oscenamente lurido ma c’era sempre qualcosa che le faceva cambiare idea. Forse erano tutte scuse, forse non puliva la finestra perché il vetro sporco le permetteva di osservare la gente senza essere vista del tutto.

    La mansarda in cui si era rifugiata da qualche mese apparteneva alla sua famiglia da anni. Si trovava all’ultimo piano di un vecchio stabile abitato, perlopiù, da coppie di anziani o da studenti universitari in cerca di alloggi a basso costo. Suo padre l’aveva acquistata per lei, perché sapeva quanto amasse l’idea di possedere un posto in cui rifugiarsi quando il mondo cominciava a correre troppo in fretta per potergli stare dietro ed Evangeline l’aveva arredata a sua immagine e somiglianza. C’era un piccolo bagno, un fornello e un frigorifero in un angolo e, tutto attorno, solo scaffali stracarichi di libri di ogni tipo. Al centro, sostava un divano logoro che la ragazza aveva comprato da un rigattiere e il lampadario che penzolava dal soffitto mandava una luce dai contorni spettrali.

    Per anni Evangeline aveva trascorso parecchie ore della sua giornata chiusa in quella stanza, a studiare, a leggere, a volte anche solo a pensare ma non ci aveva mai abitato veramente. Ma da quando lui era andato via, quella mansarda era diventata il centro del suo Universo.

    C’era stato un tempo in cui Evangeline aveva creduto che l’amore fosse solo un insipido contorno, un tempo in cui pensava che una carezza od una parola dolce fossero solo blande consolazioni, del tutto superflue. Tutto questo prima di lui.

    Poi se l’era ritrovato sul suo cammino in maniera così inaspettata da rischiare di travolgerla completamente. E quando l’idillio era finito, quando l’amore era tornato ad essere un elemento inconsistente, la mansarda era diventata la sua intera vita.

    Si staccò un attimo dal suo personale ed unico schermo sul mondo e osservò il calendario che teneva appeso al muro, più per abitudine che per necessità: in fondo, non le importava proprio nulla di sapere che giorno fosse. Tanto le giornate scorrevano tutte uguali e non c’era più ragione di contarle. Una volta segnava con un cerchietto di diversi colori i giorni in cui lui sarebbe ritornato a casa ma ora non ce n’era più bisogno. Ora lui non sarebbe più tornato. E il calendario, impietoso, segnava il 14 Febbraio.

    **



    “Bill, ti devi muovere! Le prove iniziano fra quindici minuti e sei ancora in mutande. Oltre a non essere un bello spettacolo” disse Tom “significa anche che ci metterai almeno dieci minuti solo per scegliere cosa indossare”
    “Mi infilo i jeans e arrivo” borbottò il ragazzo, alzandosi dal divano e dirigendosi in stanza.

    Da quando Evangeline era uscita dalla sua vita, fare le prove era diventato estenuante. Prima c’era lei, lei che lo guardava dalla platea, che applaudiva alla fine di ogni canzone, che applaudiva anche se lui diceva “prova” al microfono e che, inevitabilmente, gli urlava sempre “Sei stato bravissimo!”. Evangeline aveva rappresentato, per il cantante, quello che l’Universo rappresenta per un astronomo: l’infinito e il piacere della scoperta.

    Erano stati una coppia anticonformista in tutto, tranne che nell’amore che provavano l’uno per l’altra. Si erano conosciuti, erano diventati amici e poi si erano innamorati. Un copione normalissimo, una cosa che accade ovunque in tutto il mondo. Eppure c’era qualcosa di speciale in quell’incontro, accaduto nel giorno di San Valentino di due anni prima, un giorno che per Bill era esattamente come tutti gli altri

    Evangeline e Bill formavano la coppia più bella che il mondo avesse mai visto. Bill non si era fatto scrupoli, aveva voluto rendere la loro relazione pubblica fin dal primo giorno perché desiderava che tutti sapessero che, finalmente, lui ce l’aveva fatta. Aveva trovato la sua anima gemella e nessuno avrebbe più potuto insinuare che fosse infelice o incompleto. Sentiva che il quadro della sua esistenza era pronto per essere appeso al muro.
    Ma ora, quel muro, era tornato desolatamente vuoto. Una volta tolto il quadro, restava solo una parete grigia, spoglia.

    Il ragazzo si era colpevolizzato per mesi fino a quando si era reso conto che, probabilmente, avevano sbagliato entrambi. Lui non aveva esitato a darla in pasto all’opinione pubblica senza pensare che il carattere di Evangeline, così chiuso e pacato, non era adatto per quel mondo. Ma l’aveva fatto per amore, l’aveva fatto per lei, per farle capire quanto fosse importante. E lei aveva frainteso completamente le sue intenzioni.
    Anche Evangeline, dal canto suo, non smetteva di incolparsi per quel suo modo così riservato di vivere la vita, per la paura che aveva sempre avuto di buttarsi. Che male ci sarebbe stato a fare quel salto, se a farlo con lei ci sarebbe stato lui? Lui le avrebbe tenuto la mano, l’avrebbe risollevata se fosse caduta e l’avrebbe sorretta se fosse inciampata.

    Ma era tardi, tardi per recriminare, tardi per incolpare sé stessi. Non c’era nulla che potesse cancellare le litigate furiose e le parole cariche di rabbia che Evangeline gli aveva urlato, qualche mese prima, un secondo prima di uscire per sempre dalla sua vita “Tu mi hai rovinato la vita”. O forse un modo c’era: bastava trovare il coraggio di fare quel salto.

    **



    Mentre Bill si accingeva a salire sul palco per intonare le prime note di “Automatisch”, a distanza di qualche chilometro Evangeline fissava il calendario sbiadito. Il 14 Febbraio di due anni prima l’aveva visto per la prima volta, nel vero senso della parola. Non sapeva chi fosse, non sapeva cosa facesse ma sapeva che sarebbe stato un elemento fondamentale della sua esistenza. Lo sapeva e basta. Lo sapeva fin da quando aveva incrociato il suo sguardo.
    “Automatisch” scorse rapida, Bill la cantò con trasporto e senza mancare una nota. Ora doveva provare “Zoom”, accompagnato dal gemello al piano. Un addetto disse loro di aspettare cinque minuti, che divennero venti a causa di un ritardo tecnico. In quei venti minuti Evangeline, nella sua mansarda, prese la decisione che segnò una nuova svolta della sua vita. Se il San Valentino di due anni prima le aveva portato Bill, il San Valentino di questo nuovo anno glielo avrebbe restituito.
    Un rapido giro di chiamate, un taxi che fece tutte le gimcane possibili per eludere il traffico ed Evangeline fu ai piedi dell’arena deserta. Il tour sarebbe cominciato di lì ad una settimana e le fan ancora non si era accampate. Il bodyguard che sorvegliava l’ingresso la fece entrare senza dire nulla perché tutti sapevano chi lei fosse.
    Corse in direzione delle note del pianoforte che cominciavano ad invadere la sala e giunse a qualche metro dal palco, nascosta nel buio, proprio mentre lui cantava

    "Bist du irgendwo da draussen alleine mit dir?“



    E fu in quel momento che lei pensò "Lo ero” e, a piccoli passi, si avvicinò al palco fino a ritrovarsi sotto al cantante che spalancò gli occhi e mancò una nota.

    Quando Tom cessò di suonare, accortosi dell’errore di Bill, Evangeline fece un lungo applauso e disse poche parole che permisero al cantante di capire che, anche in quel San Valentino, la sua vita sarebbe cambiata di nuovo.
    E le parole furono solo: “Sei stato bravissimo!”.
     
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  2. je,
     
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    Bellissima *____*
    Davvero.
    Kate mi fai schifo da quanto sei brava, vai a nasconderti per cortesia xD <3
     
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  3. Kate ~
     
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    CITAZIONE (je, @ 26/2/2010, 21:43)
    Bellissima *____*
    Davvero.
    Kate mi fai schifo da quanto sei brava, vai a nasconderti per cortesia xD <3

    :uyu: Grazie pata :uyu: :uyu: :uyu:
     
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  4. je,
     
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    :uyu: Looov iu.

    Anch' io voglio vivere dove vive Evangeline **
     
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  5. hachiko^^
     
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    Ma che spettacolo *-*
    Ho ancora i brividi addosso patà *-*
    Il finale poi... ç.ç

    La smetti di scrivere così bene?! Potresti fare almeno qualche errore di battitura?! -.-

     
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  6. Kate ~
     
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    CITAZIONE (hachiko^^ @ 26/2/2010, 23:59)
    Ma che spettacolo *-*
    Ho ancora i brividi addosso patà *-*
    Il finale poi... ç.ç

    La smetti di scrivere così bene?! Potresti fare almeno qualche errore di battitura?! -.-

    Grazie :uyu: :uyu: :uyu: :uyu:
    Li faccio gli errori di battitura, li faccio :wer4cw35:
     
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  7. ~LaFràHumanoide~
     
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    Bellissima fine ç____ç
    Stupenda anche questa OS *_______*
    Ho anch'io i brividi *_*
    Pata ma come cavolo fai ad essere così brava *__________*
     
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  8. $torta in der holle
     
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    la devi smettereeeeeeeeee!!!!!!!!!!!!
    ma porco ca*zo!
    io mi trattengo.. mi trattengo..
    fino la fine, sai?
    ma alla fine mi freghi sempre.. -.-''
    un lacrimunccia le devo far sempre scendere.. -.-
    bellissima.. così penetrante..
    così vera..
    brava, Kate.. bravissima.*-*
     
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  9. .:Emy94:.
     
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    E' stupenda :tytu: :tytu: :tytu: :tytu:
    Bravissima!!
     
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8 replies since 26/2/2010, 20:50   124 views
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