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• Vanny ~.
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Guardai la stanza fredda e buia dove esattamente tre mesi fa riposava ogni sera mio padre.
Forse penserete che la guardi con orgoglio. Quel sentimento che tutte le donne provano per l’uomo più importante della loro esistenza. Con malinconia. Ricordando i momenti passati in sua compagnia. E dolore. Pensando alla sua perdita.
Ma vi sbagliate. Lo guardo con odio, disprezzo. Non posso provare compassione per un essere che ha reso infelice la vita della donna che in ogni modo tentava di farlo felice e della ragazza che ha cresciuto e del suo stesso sangue.
Già da qualche anno mio padre aveva ottenuto una promozione. Nella casa non abbiamo mai avuto problemi di denaro, fortunatamente.
Così i suoi orari cambiarono, lavorava di sera. Mia madre, bonaria com’era, non ebbe mai avuto il pensiero che suo marito la tradisse.
Era sempre chiuso nel ufficio che aveva appositamente fatto allestire in casa, dove aveva assunto una segretaria. Che, povera, doveva stare ai suoi estenuanti ordini. Io non avevo mai avuto una lunga conversazione, non lo conoscevo affatto, in realtà.
Mi limitavo a leggere i vari giornali che parlavano di lui e dei racconti di mia madre.
Era come un estraneo, nonostante vivesse sotto il mio stesso tetto.
Guardai con insistenza il lato del letto destro. Ormai aveva la forma del corpo di mio padre. Mi misi seduta piano sul letto accarezzandone il morbido lenzuolo di seta.
Ricordo che diceva sempre : << Questa sera ho una riunione importante. Non mi aspettate. >> E poi usciva con la sua 24 h. Senza accennare altra sillaba.
Mia madre si limitava ad annuire. Ogni sera la sentivo piangere. Che amarezza.
Pochi mesi fa, prima della sua morte. Scoprimmo il suo segreto.
Io e la mamma eravamo partite in crociera. Mio padre, ovviamente, era impegnato con il suo lavoro.
Così Lasciammo la casa in sua custodia. Finalmente libertà e divertimento.
Tornammo qualche giorno prima del previsto. Causa mal tempo.
Entrammo silenziose in casa, pensando di fare una sorpresa a papà. Peccato che la sorpresa c’è la fece lui. Contente come non mai ci levammo le scarpe correndo verso il suo ufficio, era palese che si trovasse lì.
La porta non era chiusa a chiave questa volta. Così aprimmo di scatto. Osservando la scena inorridite.
Mia madre si mise le mani sulle labbra scoppiando a piangere. Io, che avevo preso il carattere forte di mio padre entrai nella stanza senza curarmi della situazione poco civile della prostituta e di mio padre.
Cominciai a urlare come una cornacchia, insultandolo malamente. Non mi importava se quello davanti ai miei occhi era mio padre, l’uomo che ci dava il cibo e gli abiti. E tutte le ricchezze che desideravamo io e mia madre. Infondo l’unica cosa che sapevo con certezza, era che questa bestia davanti ai miei occhi era veramente mio padre.
Perché chiamarla bestia? Perché definirlo un essere non umano.
Perché ha preso in giro la sua famiglia. Ha cercato di comprare il nostro amore con il materiale. Non ci ha mai considerate. Ma cosa importa infondo. Ora è morto.
Mia madre è sempre stata una cattolica. Questo gesto per lei era troppo, ma non reagì malamente. Anzi stette zitta quando papà decise di continuare a vivere in quella casa, con gli stessi ritmi degli ultimi anni.
Ora, non so per quale motivo papà sia morto. Si dice che soffriva di una strana malattia.
Mamma non parla da un mese. Io invece continuo la mia solita vita. L’ufficio è diventato una libreria. Stanno cambiando tante cose.
Finalmente. Sono sollevata di questo. Anche se la mamma non parla, riesco a scorgere una luce più luminosa nei suoi occhi. Tutto questo perché finalmente è libera dall’oppressione che suo marito dava.
Papà. Sai, provo odio per te. Ma nonostante tutto questo. Ti dico grazie. Ho provato cose molto forti e grazie ai tuoi errori sono maturata.
Mentirei dicendoti che mi mancherai. Quindi. Ti dico solo Addio.
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O__o Flammy o__O.
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bhè se è per un compito scolastico posso dirti che è ben fatto ^^ la storia mi ha presa ^^ complimenti .
Addio.è un compito per scuola. please commenti XD |
