Psychopatic

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  1. •Yoshi
     
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    This work is licensed under a Creative Commons Attribution-Noncommercial-No Derivative Works 3.0 Unported License. Psychopatic is an One shot made by •Yoshi

    Psychopatic

    Note: Eccomi con una nuova OS, intendo fare una presentazione. Allora vi dico che è molto misteriosa ma alt, non finisce qua. Stop. Non posso dirvi altro. Allora è una one shot molto cruda, io non sono una pazza psicopatica però mi piacciono le cose dure che sanno di anormale, bene detto questo a voi la lettura.



    Fece saettare i suoi occhi grigiastri lungo le pareti dei muri e un sorriso diabolico si dipinse sul suo volto mentre il commissario entrava accompagnato da una tazza di tea fumante. Si sedette al suo posto riscaldando le tonsille con la calda bevanda. Puntò gli occhi scuri in quelli del biondo che sedeva di fronte a lui. Il commissario era un uomo sui quarantotto, era piuttosto alto e massiccio con i capelli brizzolati. Un volto vissuto con due perle nere incastonate. Staccò la tazza dalle labbra posandola sul tavolino, unica separazione dal ragazzo. Un diciottenne biondo e molto alto. Aveva occhi grigi molto profondi e maligni e un viso che la sapeva lunga. Il commissario si lasciò andare in un sospiro mentre si rialzò per accendersi una sigaretta avvicinandosi alla scalcinata finestra della cella. Il biondo voltò il capo chinandolo continuando a scrutarlo con occhi assassini. Un altro di quei sorrisi maligni si dipinse sul suo volto. Lo schiocco dell’accendino fu l’unico rumore. Il commissario prese a fumare e una nuvola di fumo gli si posò davanti. Poi decise di prendere la parola.
    -Io sono il commissario Halcker. Sono incaricato di eseguire il tuo interrogatorio. – disse puntando lo sguardo dritto negli occhi del biondo. Il ragazzo non mosse un muscolo continuando a fissarlo.
    -So cose di te che forse nemmeno tu sai.- iniziò Halcker fissando severo il ragazzo. Il biondo scoppiò in una fragorosa risata che aveva del diabolico.
    -Che cazzo ridi eh?- disse Halcker severo.
    -Lei non sa un cazzo di me.- mormorò il biondo abbassando leggermente il tono di voce. Il commissario spazientito uscì dalla stanza. Il biondo lo fissava mentre il commissario usciva. Si dipinse sul suo volto minaccioso un’espressione dubbiosa per poi ritornare in un maligno sorriso. Il commissario Halcker si avvicinò all’archivio e aggrottando le sopracciglia iniziò a cercare qualcosa che il biondo aveva già capito. Infatti sorrise ancora. Erano i suoi capolavori.
    -Eh ragazzo bene vediamo qua.- si avvicinò al tavolino portando una boccata di sigaretta alla bocca. Posò poi il raccoglitore piuttosto pesante. Il biondo rise di nuovo e si sistemò meglio sulla sedia guardando il commissario con aria di sfida.
    -Le piacciono le mie opere d’arte?- scoppiò ancora a ridere rendendo il moro sempre più nervoso e il ragazzo lo percepiva.
    -Fai poco lo spiritoso- disse Halcker fra i denti. Recuperò la sedia e vi poggiò sopra il suo sé. Fissò a lungo l biondo negli occhi. Quegli occhi grigi non si mossero nemmeno per sbattere le ciglia rimasero minacciosi in quelli del commissario. Con un sospiro Halcker distolse lo sguardo aprendo il raccoglitore. Sfogliò le prime pagine dove si potevano notare i documenti del biondo. Una carta di identità e lo schizzo del suo profilo. Poi saltò due o tre pagine. Si fermò un momento e riprese contatto con lo sguardo del biondo.
    -Allora? Lo sai che cosa c’è qui no?- il biondo annuì e scoprì una fila di denti bianchissimi e perfetti. Halcker sospirò di nuovo costretto ad aprire per la terza volta quelle pagine. Girò velocemente la prima. Il biondo avvicinò la sedia per osservare il contenuto di quella foto e sorrise ammirando il bel panorama come diceva lui. Il commissario scosse la testa emettendo aria dalle narici. Il biondo girò il collo e il raccoglitore e ammirò ancora a lungo quell’immagine. Era una donna. Una donna che forse era stata molto bella o forse no. Il suo volto sfigurato. Era appesa con dei chiodi ad una gruccia per vestiti i capelli legati in ciocche intorno ai polsi e ormai colma di sangue rappreso. Si vedeva una grande ferita alla testa con un’impronta probabilmente dell’arma che l’aveva uccisa. Era in mezzo a qualcos’altro in quell’armadio anche se la foto era piuttosto buia e lo zoom era concentrato sulla donna. Il biondo si leccò le labbra con la punta della lingua e sorrise. Il commissario voltò pagina. L’immagine era la medesima ma avvicinata. La stessa donna con il volto sfigurato. Si scorgevano le palpebre chiuse su occhi che non c’erano. Erano stati cavati prima che la donna morisse e venisse straziata in quel modo. Il biondo sorrise ancora malignamente e sospirò
    flash back

    -Non farmi del male!- Jessica urlò ancora ritrovandosi nuda fra le braccia di quello psicopatico.
    -Stai zitta!! Zitta troia, sei andata con Lui zitta, lui è Mio è la Mia preda. Taci. – tirò indietro il volto della donna e con un coltello le cavò entrambi gli occhi prima di darle un colpo sodo sulla testa. Essa crollò inerme sotto la possente risata del suo aguzzino. Prese una vecchia giacca dalla gruccia e la buttò via. Poi a grandi passi si diresse in cucina e prese dei chiodi con i quali successivamente appese la giovane alla gruccia.



    Il commissario scrutò ancora a lungo il biondo che aveva distolto lo sguardo dal suo ma non aveva perso quel ghigno malefico. Era immerso nei ricordi.
    -Cazzo figlio di puttana! – sbottò Halcker poi.
    -Ha avuto Lui, nessuno può avere Lui, Lui è mio MIOO- iniziò ad urlare poi quasi strozzandosi con le sue stesse parole.
    -Guarda questa- disse poi Halcker mostrando un’altra foto. Ritraeva un ragazzo il quale corpo stava andando a morire con l’anima, era anch’esso appeso ad una gruccia e i capelli erano stati tagliati e legati in ciocche intorno alle caviglie. Il volto era integro ma il corpo era pieno di lividi e ferite.
    -E lui?- disse calmo Halcker. Il biondo si incupì ma poi il sorriso arcigno riprese il potere sul suo viso
    -Mattias?- rise di nuovo.
    -Era amico di Lui e mercoledì gli ha portato il latte. Lo ha sfiorato per avvisarlo che era caldo.- Grugnì
    -Lui non va toccato. – sorrise.
    -Gli sono saltato alla gola con un coltello. Lui non va toccato. Ha fatto compagnia a Jessy, Lui non va toccato.- rise di nuovo quasi soffocandosi sotto lo sguardo inquisitore del commissario.
    -Tu sei pazzo.- disse quest’ultimo girando pagina. L’immagine dopo ritraeva la sua ultima vittima, per quell’armadio almeno. Era un’altra ragazza piccola e minuta legata con una corda a mo di fagotto. I capelli sempre legati intorno ai polsi.
    -Lei gli ha portato una birra invece?- ironizzò il commissario, scaturì nel biondo un istinto violento e infatti esso gli saltò al collo ma fu bloccato dalla possente mole di Halcker.
    -Calmati figlio di puttana.- sussurrò.


    Flash back
    Clariss aveva appena mandato un messaggio sul cellulare di Lui chiedendogli se potevano vedersi. Ma il cellulare lo aveva fra le dita il biondo che si limitò a rispondere con un sì. La ragazza indicò al giovane il luogo di dove si sarebbero dovuti vedere e così fu. Quando i due si ritrovarono nel posto prefissato, la ragazza si accorse che Lui non c’era.
    -Ehi bellezza, che c’è ti senti tradita?- scoppiò a ridere malignamente e prima che la donna potesse voltarsi aveva già le mani strette sul suo collo liscio.
    -Lasciami! Chi cazzo sei tu?- il biondo rise ancora di gusto mollando la sua preda in modo che i loro occhi potessero incrociarsi.
    -Non importa. Lui è mio, non ci devi nemmeno scopare, hai capito troia?! Hai capito?!!- urlò schizzando con le braccia in avanti mentre Clariss tentava la fuga fra i cespugli del parco dove si erano incontrati. In un balzo salì su una panchina e si avventò sulla donna che crollò a terra urlante. Il biondo tirò fuori un coltello dallo zaino e lasciò lì la sua vita fra quei fili d’erba. Il corpo di Clariss subì lo stesso trattamento di Jessica. Capelli intorno ai polsi. Ma stavolta la donna venne legata con una spessa corda a mo di fagotto e appesa nell’armadio degli orrori.


    Il commissario ebbe quasi un conato sfogliando le innumerevoli pagine di quel raccoglitore che sembrava il copione per un film horror. Più sfogliava le pagine più si rendeva conto che quella mente sadica e psicopatica nascondeva qualcosa di puro, diventato sbagliato a causa della sofferenza. Le immagini avevano lo stesso contenuto. Più armadi pieni di innocenti anime straziate e appese come vecchi stracci. Lembi di pelle attaccati di forza con chiodi. Corpi inermi ceduti alla sofferenza umana. Ceduti alla psicologia psicopatica del biondo. Ceduti allo stremo delle forze. Ma Lui non andava toccato. Oh sì Lui era bene prezioso era un ricco petrolio che si andava esaurendo. Ed era sempre stato così. Aveva vissuto quegli anni a fianco di Lui osservandolo con occhi pieni d’amore, nascosto celato dietro falsa amicizia e comprensione. Aveva divorato con l’anima quel corpo perfetto e peccaminoso di Lui quel cuore puro e semplice costernato da migliaia di ferite. Aveva posato la mano candida su quella di Lui un sacco di volte avendo sempre una scarica elettrica. Perché il suo non era amore, la sua era possessione, ossessione,malattia,pazzia. Era pazzo di Lui aveva annientato se stesso per Lui. Aveva ucciso una bianca anima per Lui. Ed ogni qual volta qualche lembo di pelle innocente capitava fra le sue mani ancora sporche di sangue egli prendeva a farsi del male, perché quel dolore era molto piacevole in confronto al dolore che gli procurava la sua assenza. L’assenza di Lui. Quella droga che non potrai mai avere. E così nessun polpastrello poteva sfiorare la pelle di Lui, o il suo corpo veniva appeso come un vestito dentro quelle ante d’ebano scuro che odoravano di sangue e di violenza. Sangue che si rapprendeva sulle vittime. E ogni volta lui terminava le danze legando i capelli delle vittime intorno ai polsi e alle caviglie e ogni volta terminava le danze colpendosi. Ogni volta. Per Lui. Il biondo iniziò a perdere acqua dagli occhi. Iniziò a singhiozzare portandosi lentamente le mani agli occhi come se fosse un danno levarsi le lacrime come se fosse un male che qualcosa di puro lambisse la sua sporca pelle. Piangere era purezza, piangere era dolore. Un singhiozzo nuovo ruppe quel silenzio in cui Halcker aveva continuato a fissarlo. Un urlo.
    -Calmati. – sussurrò il commissario con sguardo severo puntato ancora in quegli occhi bagnati e impuri. Ma le lacrime scorrevano ancora lente sul volto.
    -Me lo hanno portato via, Lui non va toccato, Lui non va toccato, Lui non va toccato- ripetè sofferente portandosi ancora le mani sul viso ed iniziando un lento dondolio sulla sedia.
    -Lui non va toccato, Lui non va toccato.- ripeté ancora cupo chino sulla sua figura che continuava a dondolare su quella scalcinata sedia.
    -Tu stesso lo hai toccato- disse il commissario.
    -NO! Lui non va toccato, Lui è mio.- sospirò ancora il biondo lasciandosi andare in un singhiozzo di dolore. Il commissario pensò che così poteva bastare ed aiutò il biondo a rialzarsi. Il ragazzo battè forte i pugni contro il robusto petto del commissario. Mentre un poliziotto lo portava via ripeteva la stessa frase con voce spezzata qua e là da singhiozzi dolorosi e devastanti.
    -Lui non va toccato, Lui non va toccato- L’ultimo rumore, la chiave che gira nella toppa arrugginita e chiude con se un’anima in subbuglio, un’anima impazzita, di dolore. Dolore per amore.
     
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  2. •Yoshi
     
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    Non piace proprio a nessuno eh ç.ç *piange*
     
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  3. Becky Psìcopatìc
     
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    nooo invece a me piacee **
    come puoi notare nel mio nick, penso che questa sia il one shot adatto a me xD
    comnuque mi piace veramente molto questo biondo psicopatico.
    si, è un po crudo e abbastanza impressioannte, ma è scritto molto bene e
    voglio leggere il continuo e sapere di questo Lui che non va toccato ** <3
    uuuup :)
     
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  4. •Yoshi
     
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    è una OS non c'è un continuo^^ però la ritroverai forse muahaha *si sente malvagia* comunque danke
     
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3 replies since 27/5/2010, 18:32   149 views
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